La Columbia University si sottomette alle richieste del governo statunitense di reprimere le proteste pro-Palestina

LA COLUMBIA UNIVERSITY SI SOTTOMETTE ALLE RICHIESTE DEL GOVERNO STATUNITENSE DI REPRIMERE LE PROTESTE PRO-PALESTINA, IN CAMBIO DI 400 MILIONI DI DOLLARI DI FONDI[1]

22 marzo 2025

La Columbia University ha ceduto a una serie di richieste del governo degli Stati Uniti di reprimere le proteste pro-Palestina, nel tentativo di riavere indietro 400 milioni di dollari di finanziamenti federali.

All’inizio di questo mese, il governo ha annullato 400 milioni di dollari in sovvenzioni e contratti alla Columbia University, accusandola di sostenere l’antisemitismo nel suo campus di New York a causa delle diffuse proteste pro-Palestina portate avanti dagli studenti nell’ultimo anno contro l’offensiva genocida di Israele sulla Striscia di Gaza.

Poche ore prima che la scadenza prorogata stabilita dal governo sulla questione venerdì scadesse, l’università ha rilasciato un promemoria in cui delineava il suo accordo con le richieste dell’amministrazione Trump per misure che servono come precondizione per la restituzione dei finanziamenti federali.

Sottomettendosi alla maggior parte delle richieste del governo, le misure che l’università ha accettato includono il divieto di mascherine nel campus, severe restrizioni alle proteste e alle dimostrazioni nei campi, l’autorizzazione concessa agli ufficiali di sicurezza di rimuovere o arrestare individui e persino la concessione del controllo degli studi mediorientali dell’istituzione e dei dipartimenti e programmi di studio alle autorità statunitensi.

Per quanto riguarda l’acquisizione di quella facoltà [degli studi mediorientali] da parte del governo, il promemoria dell’università ha affermato che un nuovo funzionario supervisionerà tale trasferimento e che “il Vice Rettore esaminerà i programmi educativi per garantire che l’offerta formativa sia completa ed equilibrata”.

Tale revisione inizierebbe con programmi incentrati sul Medio Oriente, come il Center for Palestine Studies, l’Institute for Israel and Jewish Studies e il Middle East Institute. Il nuovo funzionario controllerebbe anche, a quanto si dice, il processo di revisione per l’assunzione del personale non di ruolo dell’università e per l’approvazione delle modifiche curriculari.

Finora, lo stato dei fondi congelati all’università rimane poco chiaro, in quanto la Casa Bianca non ha ancora rilasciato una risposta al promemoria della Columbia University.

La capitolazione dell’università all’amministrazione Trump e alla sua pressione sul presunto antisemitismo hanno causato una notevole preoccupazione per il destino di almeno altre 60 università che il governo ha parimenti minacciato di potenziali azioni se non rispettano la linea per quanto riguarda il sentimento filo-palestinese e le critiche all’offensiva di Israele su Gaza e alla sua occupazione militare del territorio palestinese.

 

[1] https://www.middleeastmonitor.com/20250322-columbia-university-submits-to-us-government-demands-to-crack-down-on-pro-palestine-protest-in-return-for-400-million-in-funds/?fbclid=IwY2xjawJL6dJleHRuA2FlbQIxMQABHdFaipFtiXaEdGseqcIfXHPlDQpnxzuv7TOSvgF5hr2hhJFmlSx9AIgO5w_aem_UempGx1aTuR_h16w2DXEkw

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