Distruzione della reputazione (“Character assassins”)
Di Germar Rudolf, 1999
https://web.archive.org/web/20050212121211/http://vho.org/GB/c/GR/CharacterAssassins.html
Introduzione
Colui che diffama politicamente i suoi oppositori, non può avere motivazioni scientifiche per farlo. In un lungo articolo volto a confutare il Rapporto Rudolf, a orientamento scientifico, sulle presunte camere a gas di Auschwitz, il Dr. Richard J. Green e Jamie McCarthy sprecano circa un terzo del loro testo per attaccarmi con insinuazioni meramente politiche. All’inizio avevo intenzione di non abbassarmi alle loro argomentazioni spazzatura, ma, dopo aver considerato che rimanere in silenzio poteva essere erroneamente interpretato come un’ammissione di “colpa”, ho deciso di parlare.
Prima, però, permettetemi di chiarire una cosa: gli oppositori del Revisionismo sostengono sempre che la vera motivazione dietro alle attività dei Revisionisti non è la loro ricerca della verità, ma consiste in alcune ragioni politiche, come il rafforzamento della destra politica o la risurrezione del nazionalsocialismo con il whitewashing ossia la “sbiancatura” per tentare di occultare le colpe di Hitler e del Terzo Reich e dare loro una parvenza di rispettabilità. Non sono in grado di confutare una simile affermazione, semplicemente perché non conosco le intenzioni di tutti i Revisionisti. Non solo perché non conosco tutti i Revisionisti, ma anche perché non voglio conoscere le loro intenzioni, perché la rivelazione di qualsiasi motivazione politica sarebbe per me deludente, dato che amo vivere con l’illusione che coloro che stanno lottando con me abbiano intenzioni puramente idealistiche e disinteressate. Poiché, conoscendo le intenzioni politiche di un Revisionista, temo di poter giudicare la sua opera non in base al suo contenuto scientifico e al suo valore, come dovrebbe fare uno scienziato, ma di essere in qualche modo influenzato dal fatto di conoscere la mentalità e le opinioni politiche dell’autore, preferisco non conoscerle. Voglio attenermi solo ai fatti e alle argomentazioni scientifiche. Ciò potrebbe dare al lettore un’idea delle mie motivazioni. Se il mio lavoro fosse determinato da una certa opinione politica, non vedrei probabilmente con favore una motivazione simile negli altri Revisionisti?
D’altra parte, non dobbiamo mai dimenticare che il dovere della scienza è in primo luogo quello di scoprire i fatti, anche nella storiografia. Deve poi seguire una valutazione morale di questi fatti, se la si ritiene necessaria. Pertanto, la nostra ricerca dei fatti non deve mai essere influenzata da un giudizio morale. Stando così le cose, come si può insistere sul fatto di dover attribuire una certa valutazione morale a determinate epoche e personaggi storici, e che qualsiasi fatto o argomento rivelato o presentato da uno scienziato, che potrebbe portare a una riconsiderazione di questo stesso valore morale, sia inaccettabile? Potrebbe forse esserci una motivazione scientifica dietro una tale richiesta? La risposta è chiaramente no. Tale richiesta è sempre guidata da intenzioni politiche. In parole povere, coloro che rimproverano ai Revisionisti di voler coprire Hitler con un’apparenza di rispettabilità, o di avere intenzioni simili, non possono provare rigorosamente le loro affermazioni. Ma argomentando in tal modo, dimostrano rigorosamente che la loro intenzione è quella di impedire che Hitler venga mascherato sotto un’apparente rispettabilità, o in generale che la nostra valutazione morale della sua persona e della sua epoca stia cambiando. Quindi, il loro modo di argomentare non rivela intenzioni revisioniste, ma le loro. E nessuna delle due motivazioni è scientifica: né per il whitewashing né per la “denigrazione” di Hitler.
Il Dr. Green e Jamie McCarthy sono due oppositori del Revisionismo che, argomentando in questo modo, rivelano la loro faziosità politica, quando si riferiscono ai Revisionisti in generale come:
“coloro che desiderano nascondere sotto un’apparente rispettabilità l’immagine del regime nazista”.
Supponendo che Jamie McCarthy sia responsabile della prima parte – politica – dell’articolo qui discusso, mi rivolgerò direttamente a lui, mentre mi rivolgerò al Dr. Green quando verrà trattata la seconda parte, quella chimica.
Inesattezza
Per prima cosa permettetemi di correggere alcune imprecisioni dell’articolo in questione, dovute al riferimento ad articoli che sono di fatto erronei.
“Nel 1993, ‘per fare un po’ di soldi extra’[5], Germar Rudolf scrisse il ‘Rapporto Rudolf'”
McCarthy si riferisce qui a uno Z-gram (sistema di comunicazioni alla marina introdotto dall’Ammiraglio Elmo Zumwalt – N.d.T.) del 18 aprile 1999, scritto dalla dottoressa Ingrid Rimland, senza chiedermi nulla e senza avere alcuna informazione su come ha avuto origine il mio Rapporto. Il fatto è che non ho mai ricevuto un solo centesimo per il mio Rapporto, né esisteva un accordo che mi autorizzasse in tal senso. Tutto quello che ho recuperato sono state le spese sostenute per eseguire alcune fotocopie. Le fatture relative alle analisi e al primo viaggio ad Auschwitz sono state pagate da terzi, il che mi ha permesso di compiere questa ricerca. In realtà, tutte le altre spese, il tempo investito, le fotocopie dei testi scritti, la preparazione e la realizzazione degli esperimenti, i viaggi in determinati luoghi della Germania per le ricerche, una seconda serie di analisi, tutto questo è stato pagato da me, a volte con il supporto di terzi.
Disonestà
Jamie McCarthy cita la dimostrazione della dottoressa Ingrid Rimland e di David Irving, secondo i quali i Revisionisti dicono che la chimica è una scienza per dimostrare o confutare rigorosamente l’esistenza delle camere a gas omicide. Cita poi dei brani delle conclusioni del mio Rapporto, pubblicate in rete, che includono argomenti chimici, mentre omette quelli che includono argomenti tecnici e architettonici. In seguito cita le mie conclusioni così come le avevo redatte in un documento presentato circa un anno fa ad Adelaide. Poi costruisce una contraddizione tra le due conclusioni indicando che, in queste ultime conclusioni, la parola chimica non esiste nemmeno:
“Quello che chiama il suo riassunto del suo rapporto non include nemmeno più la menzione del suo lavoro di chimica, se non per minimizzarlo.”
Ciò è disonesto. Nella mia risposta al primo articolo del Dr. Richard Green sul mio Rapporto, sono entrato nel merito della sua richiesta di una prova rigorosa per la sola questione chimica. McCarthy fa ora credere al lettore che nel mio Rapporto avevo preteso di aver trovato una prova così rigorosa che mi portava alle conclusioni citate, il che non è vero. In effetti, mi sono rifiutato di vedere la mia relazione utilizzata e pubblicata nel 1990-1991 senza l’inclusione di una parte tecnica e architettonica adeguata, conoscendo già allora la valenza limitata dell’argomento chimico. Così, tra il 1991 e il 1992 ho contattato degli ingegneri e degli architetti per ottenere maggiori informazioni sulle presunte camere a gas di Auschwitz, piuttosto che basarmi solo su argomenti chimici. In effetti, le conclusioni della mia relazione comprendono solo in una parte le questioni chimiche, mentre nell’altra riguardano i dati tecnici e architettonici. Questi dati, presi insieme, mi portano alle conclusioni che si possono trovare nel mio Rapporto, che è esattamente ciò che ho scritto nella mia risposta al Dr. Green, senza ripetere l’intera formulazione delle mie conclusioni originali (che, tra l’altro, non ho modificato):
“Abbiamo diverse prove circostanziali che, in particolare, insieme a tutte le altre prove, ci permettono di giungere alla conclusione che le gasazioni omicide di massa, come attestato dai testimoni oculari, non possono aver avuto luogo”.
Tutte le mie argomentazioni, precedenti e successive a questa frase, riguardavano la chimica. Quindi, come può McCarthy considerarsi onesto, quando sceglie questa frase e si compiace del fatto che il mio lavoro in ambito chimico non sia nemmeno menzionato?
Retorica
McCarthy insiste sul fatto che non ci può essere un vero dibattito tra i suoi simili e i Revisionisti perché lì
“non ci può essere un vero dibattito tra chi cerca di capire la storia e chi cerca di occultarla”
e
“che devono essere presentate informazioni accurate, affinché i creduloni non siano ingannati da coloro che desiderano rendere rispettabile il regime nazista occultando le sue malefatte.”
Ovviamente, per McCarthy è chiaro fin da subito dove sta la verità e che qualcuno sta occultando qualcosa e chi sia. Se avesse una mentalità aperta e scientificamente indipendente, dovrebbe lasciare aperta la questione, fino alla fine della controversia tra argomenti revisionisti e sterminazionisti. Il giudizio finale su chi sta occultando cosa e dove si trova la verità dovrebbe sicuramente essere emesso da scienziati indipendenti, in un secolo in cui le emozioni si sono affievolite, ma certamente non da chi è fortemente impegnato emotivamente in questa disputa. Tutto sommato, questo è un altro indicatore del metodo parziale con cui McCarthy e il Dr. Green si accostano a questo argomento.
Non so se lo facciano apposta per occultare qualcosa (nota: questo mi distingue da loro, che affermano di sapere!), ma so che ciò mostra chiaramente un pregiudizio non scientifico.
Lo stesso vale per la seconda parte di questa frase. Non si deve presentare un’informazione esatta in modo che i creduloni non vengano tratti in inganno da coloro che desiderano occultare le malefatte del regime nazista, ma deve essere presentata in modo tale che tutti, sia i creduloni che i ben informati, conoscano i fatti e possano giudicare da soli del valore morale di qualsiasi ideologia e personaggio del passato e del presente. Qui entrambi gli autori dicono apertamente che, secondo loro, lo scopo della storiografia è quello di impedire che la valutazione morale di una certa ideologia o di un certo personaggio storico venga modificata. Quali altre prove sono necessarie per dimostrare la loro parzialità?
Ancora una volta, McCarthy mi sta etichettando come un “negazionista dell’Olocausto”. Ma io posso solo negare ciò che so che è realmente accaduto o che è reale. Altrimenti, tutti gli scienziati che si oppongono a certe tesi – nella storiografia o altrove – dovrebbero essere chiamati “negazionisti” di tesi concorrenti. Sarebbe davvero ridicolo. Quindi, per favore, scopriamo prima in modo convincente che cosa è realmente accaduto, e se ci riusciamo, allora quelli di noi che si attengono ancora a una versione della storia che essi stessi hanno ammesso essere sbagliata possono essere chiamati “negazionisti”. Tutto il resto è polemica.
McCarthy sostiene che io ho in parte accettato che, una volta, Fred Leuchter avesse rivendicato qualifiche che non aveva, e non capisce perché insisto sul fatto che non dovrebbe farvi riferimento, perché non è un argomento scientifico. McCarthy dice ora:
“L’argomento in questione non è stato presentato come un argomento scientifico”
Ma è esattamente l’oggetto del mio rimprovero: perché Green e McCarthy ripiegano sempre su argomenti non scientifici? Qualunque reputazione e qualifica Leuchter possa aver avuto, ciò non pregiudica affatto la validità o l’invalidità dei suoi argomenti. Anche se ho detto che le accuse contro Leuchter per le sue presunte illegittime rivendicazioni di determinate qualifiche non erano “completamente vere”, cioè che potevano essere parzialmente vere – perché, a quel tempo, io stesso non ero sicuro di cosa fosse accaduto alla fine degli anni ’80, quando l’American Engineering Board (Consiglio degli ingegneri – N.d.T.) citò in giudizio Leuchter per presunta usurpazione di titolo – oggi conosco meglio la questione. Il fatto è che Leuchter non affermò mai illecitamente di possedere una qualifica che non aveva, quindi le insinuazioni di Green e McCarthy sono semplicemente errate e diffamatorie. Lo stesso Leuchter ha recentemente illustrato il caso come segue (lettera del 4 maggio1999):
“La Corte del Massachusetts si rifiutò di interpretare la legge pubblicamente, anche se lo fece privatamente, e costrinse entrambe le parti, cioè il Commonwealth e Leuchter, a un accordo, poiché un processo non sarebbe stato utile a nessuno dei due. Leuchter stipulò un accordo con l’Engineering Board per non fare niente di ciò che, sin dall’inizio, non aveva mai fatto e per non ritrattare o modificare nulla di ciò che avesse mai fatto o detto, in cambio del ritiro della denuncia da parte dell’Engineering Board. Leuchter concordò una promessa reciproca preprocessuale con il Commonwealth che, in cambio del ritiro della denuncia illegale nei suoi confronti da parte del Commonwealth, non avrebbe infranto la legge dicendo o facendo ciò che, sin dall’inizio, non aveva mai fatto o detto. Leuchter non ammise mai di aver commesso un illecito o di aver fatto qualcosa di sbagliato. Accettò semplicemente di essere un cittadino rispettoso della legge (ciò che era stato per tutta la vita) per altri 2 anni. Anche dopo quei 2 anni non ha infranto la legge”.
Quindi, ecco la domanda centrale: perché McCarthy, il dottor Green e i loro associati adducono sempre false accuse contro Leuchter per diffamarlo? Forse perché vogliono distogliere l’attenzione dagli argomenti scientifici?
Citazioni di pseudonimi
McCarthy sostiene che ogni volta che cito un’opera che ho scritto sotto uno pseudonimo, senza dichiarare espressamente che sono io l’autore, lo faccio per usare le opere di questi autori “come autorità a sostegno” delle mie argomentazioni. Ciò è falso.
- Se rivelassi uno pseudonimo ogniqualvolta lo cito, a cosa servirebbero gli pseudonimi? Se McCarthy concorda sul fatto che l’uso di pseudonimi è una misura accettabile per evitare la persecuzione sociale e il procedimento politico, perché allora dovrebbe essere disonesto non rivelare lo pseudonimo?
- Di tanto in tanto, infatti, ho indicato chi si nasconde sotto certi pseudonimi. Una volta che inizi a farlo, dovresti farlo sempre. Ma così facendo, dovrei smascherare anche gli altri che si nascondono sotto degli pseudonimi e che, in Europa, sarebbero poi immediatamente esposti a pesanti procedimenti penali. McCarthy vuole forse che io sia responsabile dell’incarcerazione delle persone, perché devo essere sempre onesto e dire a tutti la verità su ogni pseudonimo? Avrebbe forse preteso questo dai dissidenti dell’ex Unione Sovietica? Perché lo chiede ai dissidenti dell’attuale Repubblica Popolare dell’Europa Continentale?
- Spesso mi si rimprovera di aver rivelato i miei pseudonimi, semplicemente perché la gente pensa che non dovrei dare ai miei lettori l’impressione che voglio far colpo sul pubblico con la quantità e l’entità del lavoro che sto facendo. Così ho smesso. Non voglio apparire arrogante.
- In ogni caso, quando mi riferisco alle mie opere, scritte con uno pseudonimo, non lo faccio mai per dire: “guardate, questo esperto ha la mia stessa opinione”, ma piuttosto per dire “questo fatto o argomento è stato dimostrato e pubblicato lì”.
- La citazione di opere scientifiche segue una certa procedura formale, come McCarthy e il dottor Green dovrebbero sapere. La ragione è quella di consentire al lettore di trovare la fonte citata. Ciò significa, nel nostro caso, che si fa riferimento al nome dell’autore così come lo si trova nel database delle biblioteche. Dare un eventuale nome reale, non incluso nei dati della biblioteca, a uno pseudonimo non costituisce un dato aggiuntivo che permette a chiunque di trovare l’opera citata meglio che senza il vero nome.
Pseudonimi come marchi registrati
Sì, usavo uno pseudonimo simile a quello usato da un giornalista tedesco nelle sue campagne diffamatorie contro coloro che odia. Anton Maegerle, alias Gernot Moderi, è uno dei più malvagi promotori giornalistici della persecuzione politica e della censura in Germania. È uno di quei giornalisti che incitano il pubblico a prendere ogni sorta di misure illegali contro coloro che sono considerati “di destra”. Per essere chiari: non lo sto attaccando per le sue opinioni politiche. Lo attacco perché promuove il deterioramento dei diritti umani in Germania.
Ho scritto un articolo, firmandolo con un nome simile al suo, in cui ho descritto la censura illegale in Germania e i suoi effetti sulla società tedesca, cioè ho argomentato da una posizione opposta a quella di Maegerle alias Gernot Moderi. Volevo prendere in giro lui, il combattente contro i diritti umani, vale a dire favore della censura e della diffamazione, collegandolo a un’opera a favore dei diritti umani. Ho letto nell’opera di McCarthy che ci sono riuscito. Moderi doveva spiegare e difendersi, doveva far capire ai suoi amici e alleati che sta ancora lottando contro i diritti umani. Mi piace vedere che la mia piccola vendetta è riuscita. Ma la responsabilità morale ricade sempre su coloro che lottano contro i diritti umani, cioè a favore della censura e della diffamazione. Poiché non esiste un marchio registrato protetto per gli pseudonimi, non vedo perché qualcuno possa sentirsi offeso da questo. Smascherare moralmente Gernot Moderi è puro divertimento.
Dottorati fasulli
La prima pubblicazione revisionista in cui sono stato coinvolto è stata un opuscolo dal titolo “Die Zeit lügt!” (Il settimanale “Die Zeit” mente – N.d.T.), pubblicato nell’ottobre 1992. Si trattava di una risposta a due lunghi articoli di un certo Till Bastian pubblicati nell’estate 1991 sul settimanale tedesco “Die Zeit” (n. 39, 18 settembre 1992, p. 104, e n. 40, 25 settembre 1992, p. 90). Questo è l’articolo più imparziale sulla controversia sull’Olocausto finora pubblicato, semplicemente perché entrambi gli articoli di Bastian sono stati ristampati integralmente e discussi di conseguenza. Il lettore ha sempre avuto i mezzi per verificare entrambi i punti di vista. Nessun altro lo ha mai fatto prima o dopo – da una parte e dall’altra di questa discussione.
In tale opuscolo non si fa mai riferimento alla particolare competenza e alle qualifiche degli autori (H. K. Westphal, Ingegnere, Dr. W. Kretschmer, Giurista, Dr. Ch. Konrad, Storico, Dr. R. Scholz, Dottore in chimica e farmacologia), né le affermazioni e gli argomenti ivi presentati richiederebbero le qualifiche di questi esperti. Anche se è stato certamente scorretto, vorrei spiegare perché è stato fatto, in quanto non è stato certamente per rivendicare qualifiche che in realtà non sono presenti. Permettetemi quindi di entrare maggiormente nei dettagli.
Nella primavera e nell’estate 1992 sono stato chiamato da diversi avvocati difensori a testimoniare come perito in vari processi imposti ai Revisionisti in Germania (vedi nota 103 dell’opuscolo citato). In questi processi, come in tutti i processi contro i Revisionisti, i giudici hanno rifiutato di accettare qualsiasi prova presentata dalla difesa, comprese le testimonianze dei periti. Ho dovuto imparare che un chimico (io) veniva rifiutato perché non era né un tossicologo né uno storico, un ingegnere (Leuchter) veniva rifiutato perché non era né un chimico né uno storico, uno storico (il Prof. Haverbeck) veniva rifiutato perché non era né un chimico né un ingegnere. Le mie conclusioni sono state che ovviamente bisognava essere allo stesso tempo un ingegnere, un chimico, un tossicologo, uno storico e forse anche un avvocato per essere accettati a testimoniare come periti in un tribunale tedesco. Essendo il processo legale in Germania così perverso, abbiamo deciso di farne oggetto di scherno inventando una persona con tutte queste caratteristiche, ma poi ci siamo resi conto che sarebbe stato un po’ irrealistico, quindi abbiamo diviso quella persona in più persone. Ecco la situazione.
Argomenti ad hominem
Ciò che segue, dopo le trovate sugli pseudonimi, è un’enorme quantità di calunnie, diffamazioni e distruzione della reputazione.
Nella mia prima risposta a Green, l’ho attaccato per aver erroneamente affermato, senza alcuna prova, che Remer è il mio eroe, e che la libertà di parola andrebbe persa se
“persone come [sic] Rudolf e il suo eroe Remer arrivassero mai al potere qui”.
Non essendo in grado di confutare l’affermazione secondo cui costoro sono in errore, Green o McCarthy si riferiscono semplicemente ai miei legami con individui e organizzazioni generalmente classificati come appartenenti politicamente alla destra. Dopo di che, costui scrive:
“Le credenziali di Rudolf come ricercatore non dogmatico e obiettivo della verità devono essere messe in discussione”.
- Questi legami con determinate persone e organizzazioni non provano né che Remer sia il mio eroe né che la libertà di parola andrebbe persa se mai arrivassi al potere.
- In che modo il mio rapporto con certe persone, la mia appartenenza a certe organizzazioni e i miei articoli pubblicati su certe riviste possono mettere in discussione le mie credenziali scientifiche? Senza dubbio ho le mie convinzioni politiche, come chiunque altro. Ma cos’è che rende le mie convinzioni una minaccia per le mie credenziali? Cosa sanno Green e McCarthy delle mie convinzioni? Dimmi con chi hai a che fare e ti dirò quali sono le tue convinzioni e quindi le tue credenziali? Non ti compromettere con chi è sfavorito in politica, perché ciò danneggia le tue credenziali? È questo che Green e McCarthy stanno sostenendo? Di che cos’altro si tratta se non di insinuazioni politiche, diffamazione e distrazione dell’attenzione dalle questioni scientifiche? Che ne dite delle autorivelazioni del Dr. Green e di McCarthy riguardo alle persone con cui entrambi sono in contatto e a quali organizzazioni hanno aderito?
Appartenenza a organizzazioni politiche
Ora permettetemi di dire qualche parola sulla mia attività politica degli anni ’80. Nel 1983 sono entrato a far parte di una Confraternita studentesca cattolica, politicamente indipendente, ma, secondo la sua immagine politica, vicina al più grande partito politico tedesco, l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), della cui organizzazione giovanile sono stato membro per un breve periodo (questo partito può forse essere paragonato al Partito Repubblicano degli Stati Uniti o ai Conservatori del Regno Unito). La mia confraternita studentesca era membro della più grande e rinomata Associazione di universitari d’Europa.
In quella confraternita ho imparato più cose sulla storia tedesca di quanto avessi mai appreso a scuola, e mi sono interessato anche alla storia della mia famiglia. Alla fine della Seconda guerra mondiale, mio padre e la sua famiglia furono espulsi dalla Germania dell’Est (Slesia), perdendo tutte le loro proprietà, ma per il resto non furono eccessivamente colpiti dall’Olocausto perpetrato dai Polacchi e dai Russi contro 15 milioni di Tedeschi dell’Est, dei quali circa 2-3 milioni non sopravvissero. Mia madre e la sua famiglia sono sopravvissute all’Olocausto dei bombardamenti alleati sui civili nelle città tedesche, dove circa 600 000 – 1 000 000 di Tedeschi sono stati bruciati o gasati vivi dal monossido di carbonio sviluppato dalle tempeste di fuoco risultanti. Mio nonno, fortunatamente, è sopravvissuto a molti dei campi di sterminio alleati costruiti in Europa e in Asia dopo la guerra, per far morire di fame circa 2,5 milioni di Tedeschi, la maggior parte dei quali erano giovani tedeschi. Quindi mi considero figlio di due famiglie di sopravvissuti all’Olocausto. Visto che, fino ad oggi, il mondo non ha nemmeno riconosciuto questo genocidio contro il mio popolo – nemmeno in Germania questo argomento è trattato in un modo che si possa definire soddisfacente – ho creduto che fosse un imperativo morale assicurarsi che il mio popolo e il mondo intero acquisiscano una migliore conoscenza di questi eventi. Questo è stato il motivo principale di tutto il mio impegno storico e politico negli anni Ottanta, tra l’altro nella Schlesische Jugend (Gioventù della Slesia, organizzazione giovanile dei Tedeschi espulsi dalla Slesia), nel partito socialpatriottico Die Republikaner, un partito staccatosi nel 1983 dall’Unione Cristiano-Sociale, che è a sua volta una sottosezione bavarese della già citata Unione Cristiano-Democratica, nonché del mio breve coinvolgimento nella pubblicazione della «Junge Freiheit», in quegli anni un minuscolo mensile simpatizzante del partito Die Republikaner. Il lettore potrebbe giudicare da solo cosa avrebbe potuto eventualmente esserci di tanto sbagliato in queste organizzazioni da arrivare a distruggere le mie credenziali.
Se il mio impegno in una lotta contro l’oblio, o l’ignoranza del genocidio commesso contro il popolo tedesco è l’indicazione di un pregiudizio che mette in discussione le mie credenziali di ricercatore non dogmatico e obiettivo della verità, come implicano McCarthy e il dottor Green, allora il loro impegno a combattere contro l’oblio, o l’ignoranza, del (presunto) genocidio commesso contro il popolo ebraico è l’indicazione di un pregiudizio che mette in discussione le loro credenziali come ricercatori non dogmatici e obiettivi della verità.
Non si possono avere entrambi.
E infine, tutti i miei articoli pubblicati in vari periodici, che non piacciono a McCarthy, dovrebbero essere giudicati per il loro contenuto e non per le (presunte) opinioni politiche che altri autori o i redattori di queste riviste potrebbero avere. Poiché non c’è modo per me di far pubblicare nulla di ciò che scrivo su quelle riviste come Green e McCarthy – i loro amici e alleati rifiutano semplicemente di accettarlo – non ho altra scelta che attenermi alle riviste che accettano i miei articoli. E, a proposito, sono sicuro che nemmeno al Dr. Green e a McCarthy piaccia la rivista che sto dirigendo. Il fatto che io pubblichi i miei articoli sulla mia rivista distrugge anche la mia reputazione? La mia reputazione distrugge la mia reputazione? L’assurdità di tutto ciò dovrebbe far capire a tutti che il modo in cui McCarthy argomenta qui è inaccettabile.
Conoscenze personali
Una delle caratteristiche meno gradevoli della maggior parte degli esseri umani è che abbandonano qualsiasi legame e relazione con altri esseri umani – siano essi amici o semplici conoscenti – e negano persino di aver mai avuto alcuna connessione o relazione – non appena questi esseri umani vengono attaccati da persone, media o organizzazioni influenti o rinomate. C’è un detto tedesco che colpisce nel segno:
Daß ich den Hund so lieb,
sagst Du, oh Mensch, sei Sünde.
Der Hund bleibt mir im Sturme treu,
der Mensch nicht mal im Winde.
(È un peccato che io ami così tanto il cane, dici, oh amico,.
i cani rimangono leali nella tempesta, l’uomo neanche al vento. N.d.A.)
È stato estremamente scioccante per me vedere come i giudici durante il processo contro di me presso il Tribunale distrettuale di Stoccarda nel 1994-1995 abbiano cercato di dimostrare la mia presunta malvagia intenzione politica collegandomi a persone di cui pensavano poter facilmente smascherare le (presunte) opinioni politiche. Poiché non sono riusciti a dimostrare che avevo commesso il reato d’opinione di cui mi accusavano (avendo scritto alcuni commenti a una versione del mio Rapporto), hanno seguito la strada indiretta, cioè dimostrando che, a parte gli amici del tutto “normali”, ho avuto anche amici e conoscenti che avevano opinioni politiche presumibilmente malvagie, hanno concluso che ho opinioni simili. Essendo stata “provata” tale supposizione, hanno concluso che ero moralmente inferiore e quindi in grado di commettere il reato d’opinione come la pubblica accusa sosteneva che avessi fatto. Dopo averlo “provato”, hanno concluso che ho commesso il crimine.
Il messaggio è chiaro: non entrare mai in contatto con persone le cui presunte opinioni politiche sono considerate malvagie dai giudici politici tedeschi, perché altrimenti potrebbero incarcerarti per questo. Nel mio caso l’hanno fatto. Il Dr. Green e McCarthy usano le stesse tecniche per “mettermi fuori legge”. Non c’è comportamento umano più odioso.
Per combattere contro questo tipo di degenerazione morale, annuncio che non prenderò mai le distanze da nessuno di coloro con cui sono in qualche modo collegato, solo perché alcune persone pensano che siano cattive compagnie, a prescindere dalle loro opinioni politiche. Io sono l’unico che decide chi è mio amico e chi no, e ciò avviene in base alle mie preferenze personali, e non in base alle preferenze del Dr. Green, di McCarthy o di altri inquisitori. Inoltre, è un’assoluta menzogna implicare che sia possibile dedurre dalle opinioni politiche di qualcuno le opinioni dei suoi amici.
Il lettore ricorderà probabilmente l’atmosfera di caccia alle streghe esistente negli Stati Uniti poco dopo la guerra, quando il senatore Joseph McCarthy e i suoi alleati cercavano di rendere note tutte le spie comuniste e i loro amici e sostenitori per distruggere il (presunto) “pericolo bolscevico”. A quei tempi le persone venivano perseguitate e perseguite solo perché avevano amici comunisti o socialisti. Oggi, Jamie McCarthy e i suoi collaboratori stanno facendo esattamente la stessa cosa. Questa non è altro che una nuova forma di maccartismo.
La maggior parte delle persone con le quali sono stato in contatto, per cui McCarthy mi attacca, mi ha semplicemente dato l’opportunità di fare le cose che volevo fare o mi ha fornito protezione, aiuto e rifugio in tempi in cui ero socialmente perseguitato e perseguito legalmente. Preferirei morire piuttosto che tradire quegli amici, a prescindere dalle loro convinzioni politiche, perché non è la visione politica che fa la qualità (comprese le credenziali) di un essere umano, ma le sue virtù: la saggezza, la giustizia, il coraggio, la moderazione, l’altruismo, la lealtà, l’onestà…
Evasione
Nella mia prima risposta ho attaccato Green per essere stato polemico quando ha affermato che i Revisionisti sono “pseudoscientifici”, che diffondono falsa propaganda, per creare un po’ di confusione e occultare la verità e che stanno mentendo. Qual è la risposta di McCarthy? In primo luogo, afferma che sto perseguendo uno scopo retorico. Poi insiste sul fatto che non abbiamo il diritto di vedere preso sul serio il nostro punto di vista e che:
“Bisogna guadagnarsi un tale diritto dimostrando che il proprio punto di vista è degno di una discussione seria”.
Perché McCarthy non affronta il punto in questione? Io stesso so che nessuno ha il diritto di essere ascoltato, e non l’ho rivendicato. Ho detto che è ingiusto, polemico, diffamatorio e non scientifico affermare che un avversario sta mentendo, occultando la verità, diffondendo falsa propaganda ecc. senza provarlo.
Anche se ci può sempre essere una discussione tra persone che hanno opinioni completamente diverse su un certo argomento, non ci può essere una discussione se una parte calunnia costantemente l’altra parte e la accusa di avere cattive intenzioni, senza alcuna prova.
Incitamento all’odio e censura
Nel capitolo successivo, McCarthy fraintende di nuovo, quando affronta la mia accusa, secondo la quale il Dr. Green sta diffondendo odio. McCarthy scrive:
“E che cos’è esattamente il ‘vero incitamento all’odio’? Sembra che sia incitamento all’odio etichettare il discorso di qualcuno come ‘incitamento all’odio’. Se questo è il caso, s’impegna in un discorso d’odio secondo la sua stessa definizione. Se etichettare il discorso come ‘incitamento all’odio’ equivale alla censura, allora Rudolf è un censore”.
Questa è una pura assurdità, perché, innanzitutto, non sosterrei mai alcuna censura, anche se si tratta di “incitamento all’odio”. In secondo luogo, non ho definito il discorso del Dr. Green “incitamento all’odio”, perché ha etichettato il discorso degli altri come “incitamento all’odio”, ma perché afferma che noi Revisionisti siamo moralmente inferiori, poiché stiamo presumibilmente usando ogni sorta di tecniche malvagie, al fine di riabilitare quella che nel suo primo articolo ha chiamato l’ideologia dell’odio. Ecco quanto afferma il Dr. Green:
“Le persone che scrivono questi rapporti sono motivate dal desiderio di riabilitare il nazismo, un’ideologia dell’odio”.
Riflettono mai su cosa stanno facendo quando pronunciano simili affermazioni? Il nazionalsocialismo e i suoi esponenti sono oggi considerati da tutti o quasi quanto di più odioso esista. McCarthy e Green non possono dimostrare e non hanno dimostrato che io o altri Revisionisti vogliamo riabilitare il regno dell’odio. Lo stanno solo affermando e, così facendo, ci espongono all’odio estremo del mondo. Stanno incitando il mondo all’odio contro di noi. Ecco ciò che chiamo incitamento all’odio: un discorso con affermazioni infondate ed erronee che induce il mondo a odiare qualcosa o qualcuno. Se io dicessi:
“Tutti gli ebrei mentono e occultano la verità, al fine di stabilire il dominio mondiale del sionismo”.
Presumo che sia il Dr. Green che McCarthy sarebbero d’accordo con me sul fatto che si tratta di un discorso d’odio. Ma se uno scrive:
“Tutti i Revisionisti mentono e occultano la verità per stabilire il dominio mondiale del nazionalsocialismo”,
allora questo dovrebbe essere appropriato. Come mai?
Melodramma
Nel mio articolo sulla censura in Germania ho brevemente riferito che, nell’Europa di lingua tedesca, sia le pesanti pene detentive che gli esami psichiatrici dei Revisionisti sono oggi abbastanza comuni, così come stanno diventando sempre più frequenti gli incendi dolosi contro gli editori revisionisti e di destra, causati da quelle persone che incitano il mondo contro i Revisionisti e tutto ciò che si suppone sia politicamente di estrema destra. McCarthy lo definisce un “melodramma immotivato”. È facile parlare. In questo caso McCarthy non è una vittima. [In passato, quando l’argomento delle preferenze sessuali di McCarthy è stato menzionato di sfuggita in un dibattito sull’Olocausto, McCarthy ululava come se fosse stato perseguitato in modo vergognoso. Da questo esempio, sembrerebbe che per lui l’effettiva repressione dei Revisionisti in tutto il mondo non abbia alcuna conseguenza, mentre un’immaginaria offesa alla sua omosessualità ha suscitato una reazione immediata e isterica. Per essere chiari: l’orientamento sessuale di McCarthy non mi interessa. Io stesso ho un conoscente omosessuale, e non me ne importa nulla, finché quelle persone non mi disturbano con i loro desideri sessuali invertiti.]
Insostenibilità
Nel suo primo articolo, il Dr. Green dice che l’ipotesi che non ci siano state camere a gas omicide ad Auschwitz è “insostenibile”, perché si conosce la loro esistenza dai resoconti dei testimoni oculari. Nel criticare il Dr. Green, ho fatto riferimento all’impossibilità di confrontare “le scoperte delle scienze esatte con i resoconti di testimoni oculari” e ho dimostrato che l’affermazione del Dr. Green:
“mostra chiaramente che Green non accetterà mai alcuna prova fornita da una scienza esatta che confuti ciò che crede sia vero. Ciò dimostra che è impossibile far cambiare opinione a Green su questo argomento, vale a dire che la sua opinione non è scientifica, ma dogmatica.”
McCarthy ignora questa rivelazione della preoccupazione del Dr. Green e poi costruisce artificialmente una contraddizione tra il mio riferimento alle “scienze esatte” e la mia conferma che
“la chimica non è una scienza che può dimostrare o confutare “rigorosamente” qualsiasi accusa sull’Olocausto”
che converte rapidamente in chimica come “scienza inesatta”. Questo termine è di per sé ingannevole. Quando si fa riferimento alle “scienze esatte”, si parla generalmente di scienze naturali e di scienze tecniche, in contrapposizione alle scienze sociali come la storiografia, la sociologia ecc. Questo termine non implica che tutte le conclusioni tratte dalle “scienze esatte” siano necessariamente esatte in senso matematico.
Foto aeree
Non avere alcuna esperienza nel campo dell’interpretazione fotografica, come affermano McCarthy e/o il Dr. Green, non è una buona scusa per non discutere delle mie argomentazioni. Ma eccoci qui…
Chimica
Poiché è davvero noioso ripetere continuamente argomenti chimici, mi limiterò a un breve elenco di evidenti carenze nella critica del Dr. Green al mio lavoro. Osservazioni più dettagliate si trovano nella nuova versione della mia relazione, prevista per il 2000.
Evaporazione e tossicità del cianuro
Nella confutazione del Dr. Green non riesco a vedere un solo riferimento agli unici dati reali che abbiamo sulla concentrazione di HCN e sul tempo necessario per uccidere le persone, cioè le esecuzioni capitali degli Stati Uniti.
Il Dr. Green ha ignorato il fatto che l’evaporazione dell’HCN dal vettore dello Zyklon B è particolarmente (besonders stark) rallentata in presenza di un’elevata umidità relativa nell’aria, come sarebbe stato il caso in una presunta gasazione omicida. Ciò avrebbe comportato una maggiore quantità di Zyklon B per ottenere un simile rilascio di HCN nello stesso lasso di tempo.
Aerazione
Non è Carlo Mattogno che ha travisato le cifre delle prestazioni del sistema di aerazione integrato nell’obitorio 1 dei crematori II e III di Birkenau, bensì Pressac, che ha indicato per iscritto una prestazione di 8.000 m³/h facendo riferimento a un documento che non dice una sola parola di una qualsiasi prestazione. [1] Al contrario, Carlo Mattogno citava le fatture finali dei sistemi di aerazione che ne riportano esattamente le prestazioni: 4.800 m³/h. [2] È possibile che il Dr. Green non abbia visto i documenti di cui sta parlando?
I miei calcoli originali sulle prestazioni del sistema di aerazione, pesantemente attaccati dal dottor Green, si basavano sui dati molto limitati che ho desunto dal primo libro di Pressac (Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers) e sui calcoli basati su di essi. Dopo aver avuto accesso a informazioni migliori grazie all’apertura degli archivi di Mosca, queste dichiarazioni sono ora ovviamente superate. Poiché altre informazioni influenzeranno molte parti del mio Rapporto, ho smesso di aggiornarlo, essendo ora necessaria un’importante revisione.
Quando parla di “ricambi d’aria”, il Dr. Green mi attacca affermando che, poiché presumibilmente uso questo termine in contesti diversi con un significato diverso, ciò rivela un tentativo di “inganno intenzionale” da parte mia. Vorrei chiedere al Dr. Green di leggere i paragrafi pertinenti nell’originale tedesco, che chiarirebbero che non ho usato lo stesso termine in contesti diversi ma che la traduzione a cui si riferisce, che deve essere stata eseguita da un traduttore inesperto, è semplicemente sbagliata.
Blu di Prussia in cinque mosse
Il Dr. Green contraddice la mia affermazione che, contrariamente alla malta di calce usata nelle camere di disinfestazione di Auschwitz, la malta cementizia e il calcestruzzo trovati nelle presunte camere a gas omicide conservano un pH elevato (ambiente alcalino) per un tempo piuttosto lungo, rendendo la formazione di Blu di Ferro o Blu di Prussia molto più probabile che nelle camere di disinfestazione. poiché un pH elevato favorisce l’accumulo di cianuri e quindi la successiva formazione del Blu di Prussia. Scrive Green:
“[Nel 1993] l’IFRC [Istituto per la Ricerca Forense di Cracovia], d’altra parte, ha rilevato un pH [dei campioni di malta provenienti dalle presunte camere a gas] tra 6 e 7 [cioè neutro]”.
Per esporre il modo di argomentare del Dr. Green, permettetemi di raccontare una storiella.
Facendo riferimento a un paio di istruzioni di cottura della pizza italiana, ho dimostrato che una pizza, quando viene sfornata, è bollente o calda per un bel po’ (un’ora). Ora, arriva il dottor Green dicendo che mi sbaglio perché un suo amico polacco ha appena misurato la temperatura di una pizza sfornata una settimana fa, che da allora è rimasta in giro da qualche parte. E i Polacchi hanno scoperto che questa pizza era davvero fredda in quel momento.
Mi rifiuto di prendere sul serio il Dr. Green. Questo tipo di argomentazione è proprio infantile.
Il Dr. Green critica con lunghi dettagli i miei suggerimenti sul processo di formazione del Blu di ferro o Blu di Prussia, ma alla fine ammette:
“che Rudolf ha ragione o quasi, per quanto riguarda la formazione di macchie blu nelle camere di disinfestazione.”
Almeno siamo arrivati fin qui. Il Dr. Green avrebbe potuto risparmiare al lettore quasi un terzo della sua “confutazione”, che è solo una conferma. Non è d’accordo solo sule presunte camere a gas omicide:
“È estremamente improbabile che lo stesso processo abbia avuto luogo in larga misura nelle camere a gas utilizzate per l’omicidio di massa”.
La mia posizione è esattamente opposta. Per non annoiare nessuno ripetendomi continuamente, ripeterò molto brevemente in una tabella tutti gli argomenti che sono costantemente ignorati dal Dr. Green e rimanderò il lettore al mio Rapporto originale, alla mia prima risposta alla “confutazione” del Dr. Green, e per maggiori dettagli alla prossima edizione del mio Rapporto. Nella tabella seguente ho elencato i fattori che influenzano la formazione del Blu di Prussia sia su una parete interna della camera di disinfestazione dell’edificio 5a di Birkenau (a sinistra), sia nella presunta camera a gas omicida del crematorio II di Birkenau (a destra). La prima riga di dati fornisce il risultato effettivo delle analisi del cianuro totale dei campioni prelevati da queste pareti. La colonna di destra mostra i fattori approssimativi che collegano la tendenza di entrambi gli edifici a formare il Blu di Prussia. Il fattore risultante indica infatti che in entrambi i luoghi si dovrebbero prevedere quantità simili di Blu di Prussia. Il Dr. Green arriva ai suoi diversi risultati principalmente
- ignorando che, basandosi essenzialmente sui dati che possiamo ottenere dalle esecuzioni capitali degli Stati Uniti, per uccidere le presunte vittime nel tempo indicato da tutti i ‘testimoni’ sarebbero state necessarie delle concentrazioni di HCN simili a quelle usate nelle procedure di disinfestazione”,
- ignorando che la tendenza dell’ambiente freddo, umido e alcalino sulle pareti delle presunte camere a gas compenserebbe approssimativamente il tempo ridotto in cui le pareti di questi locali sarebbero state esposte all’HCN rispetto alle procedure di disinfestazione.
Residui di cianuro prevedibili | ||
Parete interna
della camera di disinfestazione “Bauwerk 5a” di Birkenau |
Pareti di una presunta
camera a gas omicida nel crematorio II di Birkenau |
Fattore |
Risultato dell’analisi: 3.000 mg/kg | Risultato dell’analisi: 0-7 mg/kg,
non riproducibile |
|
Proprietà simili in entrambe le strutture | ||
1. Periodo di funzionamento | ||
3/4 anno | 1 anno e mezzo | |
2. Frequenza di funzionamento | ||
Giornaliero (280 volte) | quasi giornaliero (400 × 1.000 persone) | |
3. concentrazione di HCN | ||
10 g/m3 | 10 g/m3 | |
4. Intervallo di tempo tra il completamento e l’inizio dell’attività | ||
alcuni giorni o settimane | qualche settimana | |
Proprietà che erano favorevoli alla formazione del Blu di Prussia nelle camere di disinfestazione | ||
tempo medio di gasazione, che porta ad una saturazione della parete con HCN del | ||
30% – 100% | 5% – 20% | >1/20 |
Proprietà che erano favorevoli alla formazione del Blu di Prussia nelle presunte camere a gas omicide | ||
1. Umidità delle pareti | ||
muro caldo e asciutto | 8-10 volte superiore ai muri caldi e asciutti | 8 |
2. Tipo di materiale | ||
intonaco a calce | Intonaco di cemento e calcestruzzo | 2 |
Fattore risultante: | >0,8 |
L’istituto per la Ricerca Forense di Cracovia
Nella mia critica della controperizia presentata dall’Istituto per la Ricerca Forense di Cracovia ho accusato i Polacchi di frode scientifica. I Polacchi sostenevano di non aver capito come il Blu di Prussia potesse formarsi sui muri a causa dell’esposizione ai vapori dell’HCN. Perciò, hanno ipotizzato che il Blu di Prussia delle pareti delle camere di disinfestazione dovesse avere un’origine diversa, ad esempio derivante dalla vernice. Sebbene conoscessero le mie fondate indicazioni sul processo di formazione del Blu di Prussia sui muri, a seguito di disinfestazioni con HCN, e conoscessero le mie argomentazioni che confutavano le affermazioni secondo le quali il Blu di Prussia potrebbe derivare da qualsiasi tipo di vernice, decisero di ignorarle. Quindi, scelsero un metodo di analisi che escludeva la rilevazione di composti di Blu di Prussia e che alla fine si concluse con risultati di analisi che presumibilmente dimostravano la presenza di un contenuto di cianuro simile sia nelle camere di disinfestazione che nelle presunte camere a gas omicide, il che prova presumibilmente la realtà delle affermazioni circa le gasazioni di massa di esseri umani nelle camere a gas omicide di Auschwitz.
Poiché riconosco che la formazione di Blu di Prussia sulle pareti non è necessariamente il risultato di una gasazione con HCN, il Dr. Green arguisce che non si dovrebbe criticare il fatto che i Polacchi abbiano scelto un metodo di analisi che non è in grado di rilevare i composti del Blu di Prussia. Quindi, il Dr. Green sostiene il comportamento dei Polacchi.
Ora permettetemi di essere diretto: il Dr. Green concorda sul fatto che il Blu di Prussia trovato nelle camere di disinfestazione è il risultato di operazioni di disinfestazione con HCN. Quindi non è d’accordo con l’opinione dei Polacchi, secondo la quale il blu di Prussia ha un’origine diversa. D’ora in poi Green avrebbe dovuto rifiutare il metodo dei Polacchi di escludere il Blu di Prussia dall’analisi, perché ciò avrebbe molto probabilmente escluso la maggior parte dei residui di cianuro formati dall’esposizione all’HCN in generale (non solo nel caso di camere di disinfestazione). Di conseguenza, dovrebbe anche criticare i Polacchi come ho fatto io. Inoltre, e più in generale, dovrebbe dire che gli scienziati polacchi non hanno cercato di capire ciò che affermavano di non aver capito, né hanno discusso i tentativi di comprensione compiuti da altri, a loro noti. A prescindere dai risultati prodotti dai Polacchi e da quale possa essere stata la loro opinione scientifica, il loro comportamento è assai poco scientifico, poiché il compito più importante di uno scienziato è cercare di capire ciò che non è stato capito fino a quel momento, e discutere i tentativi degli altri di renderlo comprensibile. I Polacchi hanno fatto esattamente il contrario: hanno deciso di ignorare ed escludere ciò che non capivano. Infine, nel loro articolo e in una lettera a me indirizzata, gli stessi Polacchi affermavano che lo scopo del loro giornale era quello di confutare i “negazionisti dell’Olocausto” e di impedire che le malefatte di Hitler e del nazionalsocialismo venissero insabbiate, cioè che il loro scopo non era quello di scoprire la verità! Pertanto, hanno utilizzato metodi non scientifici al fine di produrre i risultati desiderati per raggiungere determinati obiettivi politici. Quindi, si tratta di frodi scientifiche.
Il dottor Green li sostiene. Mi attacca per le mie accuse contro i Polacchi, ma omette tutte le ragioni che ho addotto nel formularle. Mi sta quindi attaccando come segue:
“Chiunque metta in dubbio l’onestà dei negazionisti è accusato di impegnarsi in polemiche politiche piuttosto che scientifiche, ma i negazionisti si sentono liberi di definire qualsiasi documento una frode e qualsiasi ricercatore un bugiardo se a loro non piace quello che sentono dire”.
È vero il contrario: non ho definito i Polacchi truffatori a causa delle loro argomentazioni o delle loro conclusioni. Ecco la differenza tra me e il Dr. Green.
Ho definito i Polacchi truffatori a causa del metodo, chiaramente non scientifico, da loro adottato e del pregiudizio politico che essi stessi hanno ammesso. Non è una questione di contenuto o di opinione, ma una questione di principio scientifico. Gli scienziati che ignorano intenzionalmente determinati argomenti e che scelgono di ignorare elementi immensamente importanti, perché presumibilmente non hanno capito, e che ammettono subito che la motivazione di tale comportamento è politica, sono imbroglioni, non importa se Revisionisti o sterminazionisti.
A coronamento dell’opera, il Dr. Green continua:
“Rudolf si lamenta che Markiewicz et al. non hanno risposto alle sue domande. Perché dovrebbero farlo? Che credibilità ha Rudolf, che esige che rispondano a ogni sua obiezione, a prescindere dalla sua fondatezza?”
- Perseguitare, perseguire e condannare le persone perché hanno un’opinione diversa.
- Quindi, distruggere l’esistenza sociale e la reputazione delle persone perché hanno opinioni diverse.
- Chiamare le persone bugiarde, colpevoli di occultare la verità e odiarle perché hanno opinioni diverse (come stanno facendo il Dr. Green e McCarthy).
- Poi, quando ci sono riusciti, rifiutare di discutere con loro, perché ora non hanno più alcuna credibilità.
Di conseguenza, l’opinione del Dr. Green è che non c’è bisogno di discutere di nulla con persone che hanno un’opinione diversa. Ama invece essere solidale con le frodi scientifiche.
A quanto pare non esiste una base comune per ulteriori comunicazioni.
Conclusione
Nelle sue conclusioni, il Dr. Richard J. Green e Jamie McCarthy mi definiscono un “pappagallo di Faurisson e Ball” senza aver nemmeno affrontato gli argomenti da me proposti su questioni legate unicamente alle opere di Faurisson e Ball (presunti orifizi di introduzione dello Zyklon-B e foto aeree). Un’ulteriore diffamazione infondata.
- Mentre non so se McCarthy e il Dr. Green stiano mentendo o occultando deliberatamente la verità, so che affermano di sapere questo su di me e sui Revisionisti in generale;
- mentre non ho mai cercato di diffamare nessuno per le sue (presunte) convinzioni politiche, né ho cercato di scoprire o discutere le convinzioni politiche di nessuno e farne un argomento importante in questo contesto – attacco solo le persone per aver introdotto in modo non scientifico “argomenti” politici in una disputa che è in primo luogo scientifica – so che McCarthy e il Dr. Green stanno cercando permanentemente di danneggiare le “credenziali” dei loro avversari facendo riferimento alle loro (presunte) convinzioni politiche e a quelle del loro gruppo, il che è estremamente poco scientifico;
- mentre io cerco di giudicare il valore scientifico formale di un’opera dalla sua forma scientifica propria, come dovrebbe essere, e attacco coloro che non si attengono a questa forma, ad esempio ignorando intenzionalmente le opinioni dissidenti, escludendo intenzionalmente questioni importanti, o introducendo argomenti politici o personali, McCarthy e il Dr. Green omettono permanentemente e ripetutamente di obbedire alle regole scientifiche più importanti e difendono anche coloro che non lo fanno.
Il tempo mostrerà quali argomenti scientifici prevarranno alla fine. Ma il giudizio morale sembra essere già abbastanza chiaro.
© 30.8.99
Note
[1] | J.-C. Pressac, insieme a Robert van Pelt in: Yisrael Gutman, Michael Berenbaum (a cura di), Anatomy of the Auschwitz Death Camp, Indiana University Press, Bloomington 1994, p. 210, 232; cfr. i documenti di Mosca 502-1-312, p. 69 e 502-1-312, pp. 65-68 |
[2] | Fattura Nr. 729, 27 maggio 1943. Archivio del Museo di Auschwitz, D-Z/Bau, nr. inw. 1967, pp. 246 e segg.; ibid., 231 e segg.: Fattura Nr. 171, 22 febbraio 1943 per il Crematorio II. Archivio di Mosca n.: 502-1-327, p. 25 + 25R; 502-1-327, p. 16 +16R |
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