“SEI UN NAZISTA”: ESSERE ATTACCATI PER AVER PARLATO CONTRO I CRIMINI DI GUERRA DI ISRAELE A GAZA
Di Gideon Levy, 5 gennaio 2025[1]
Etzel Haturki (Al Turco) è un ben noto posto per mangiare lo shawarma nella città israeliana centrale di Or Yehuda, e non ha nulla di turco: appare semplice, sebbene i prezzi non siano così modesti, con un anfitrione all’ingresso e lunghe fila di clienti che sono venuti da vicino e da lontano per mangiare. Il servizio militare di mio figlio lo portò in questo ristorante all’epoca, e da allora ama mangiare lì.
Venerdì pomeriggio ci siamo andati di nuovo, quando è rapidamente scoppiato un trambusto. È iniziato con rumorose maledizioni ed è finito con un orripilante gruppo di persone che hanno circondato il nostro tavolo. “Se solo ti strozzassi con il cibo e morissi”, è iniziato, “perché lo fate mangiare qui”, è proseguito, e “se non vi fossero videocamere qui ti romperei la faccia”, per finire.
“Guardate chi sta mangiando qui”, ha gridato l’uomo rivolto ai passanti, mentre i malintenzionati avevano formato un cerchio, fissando il cattivo che era venuto in città. L’uomo si è avvicinato al tavolo, mentre la sua ira aumentava, e la violenza era vicinissima. Ce ne siamo andati al suono delle maledizioni che ci hanno accompagnato fino alla macchina: “maledetta la madre di chiunque mangi col nazista”, hanno gridato, rivolgendosi anche a mio figlio.
Non è la prima volta, e non sarà l’ultima. Ma una frase è stata gettata lì, più di una volta, che non avevo mai sentito: “Sei un nazista perché ti importa dei bambini di Gaza”.
A Or Yehuda, il nazismo ha ricevuto una nuova definizione: un nazista è qualcuno a cui importa dei bambini di Gaza. Nell’epoca in cui la fame, l’assedio, le penurie, la distruzione, la pulizia etnica e il genocidio nella Striscia di Gaza vengono definiti in tutto il mondo come aventi caratteristiche naziste, le cose a Or Yehuda stanno esattamente all’opposto.
Un nazista è qualcuno che si preoccupa della vittima. Chiunque abbia a cuore i bambini di Gaza non mangerà a Or Yehuda e non oserà avvicinarsi a Or Yehuda – una città con una strada intitolata a Yoni Netanyahu, con un ristorante chiamato Mifgash Entebbe, e una strada che fu a suo tempo intitolata all’amante del sindaco.
In tutto il corso di questa guerra, ho sperimentato violenza e minacce meno del solito. L’arena ha aderito al paradigma “Netanyahu, sì o no” e alla battaglia per liberare gli ostaggi. La televisione, persino nei programmi presuntivamente più “illuminati”, non presenta mai nessuna opinione o voce alternativa che si opponga ai crimini di guerra, e così facendo rende più facile la vita di coloro che sono scioccati dalle azioni di Israele – una manciata di oppositori che questa volta sono più protetti dall’ira delle masse, perché la loro voce viene silenziata ed esclusa dal dibattito.
Ma questo silenzio è pericoloso.
Non abbiamo mai avuto qui una guerra che non avesse opposizione, almeno nelle sue fasi più avanzate e criminali. Queste guerre sono sempre iniziate con un ampio sostegno, e persino con entusiasmo all’interno della comunità ebraica, fino al momento in cui le falle si sono aperte e le domande sono sorte.
La prima guerra del Libano è il migliore di tutti gli esempi, ma anche le operazioni Piombo Fuso e Margine Protettivo a Gaza (nel 2008 e nel 2014) suscitarono opposizioni in qualche fase, e le loro voci vennero ascoltate.
Ma non questa volta. Questa guerra – la più lunga che lo Stato di Israele abbia mai conosciuto, è anche la guerra con il più grande dei consensi – almeno nel dibattito pubblico.
I manifestanti vogliono un accordo sugli ostaggi, gli oppositori vogliono un cessate il fuoco, e persino la fine della guerra, ma solo per il bene degli ostaggi e per il fatto che i soldati vengono uccisi.
Le vittime di Gaza non compaiono mai nel discorso, e chiunque cerchi di menzionarle è un nazista, almeno a Or Yehuda.
Il lavaggio del cervello e la cecità hanno raggiunto livelli record senza precedenti. L’”uscita dalla sbornia” dei nostri molti e migliori esponenti – che in realtà sono così pochi, ammesso che a qualcuno di loro la sbornia sia passata davvero – ha creato un’illusione secondo la quale la discordia è profonda e la società è più divisa che mai.
Ma non è affatto divisa: Israele è unita nel suo assoluto sostegno all’IDF – anche se i crimini di guerra si accumulano – e al diritto illimitato di Israele dopo il 7 ottobre di fare a Gaza tutto ciò che le piace.
In pratica, Israele non è mai stata così unita come all’inizio del 2025, a dispetto di tutti i rumori di fondo e delle lamentazioni velleitarie sulla “polarizzazione della gente”. Non dobbiamo mai turbare questo meraviglioso nuovo ordine. Chiunque lo fa è un nazista.
Quando abbiamo finalmente raggiunto la nostra vettura, mio figlio ed io, un giovane uomo amichevole mi si è avvicinato e mi ha chiesto una benedizione. Ha detto che qualcuno che non risponde alle maledizioni e alle minacce è considerato come una persona dalle qualità eccezionali. Mi ha chiesto di impartirgli una benedizione in modo che possa presto trovare una buona moglie, e l’ho fatto. Sono stato felice di essere d’aiuto.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://archive.is/qA5SR
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