Nei giorni scorsi ho pubblicato sul blog tre vecchi ma ancora attualissimi articoli[1] di don Curzio Nitoglia sulla crisi della Chiesa[2]. Soprattutto il terzo (“Un’ipotesi di Velletri”) mi ha fatto molto riflettere. Vorrei quindi, a mia volta, provare a formulare un’ipotesi, e cioè che la crisi della Chiesa trovi un riscontro nell’Apocalisse di Giovanni. Intendo riferirmi al capitolo 20, quello incentrato sullo slegamento di Satana e sul “regno dei mille anni”. Rileggiamo all’uopo i relativi versetti del libro di Giovanni:
“E vidi un angelo che scendeva dal cielo, con la chiave dell’abisso e una grande catena nella sua mano. E si impadronì del dragone, il serpente antico, che è il diavolo, Satana, e lo legò per 1.000 anni, e lo gettò nell’abisso, che chiuse e suggellò sopra di lui, affinché non inganni più le genti, finché finiscano i mille anni; dopo questi egli dovrà essere sciolto per poco tempo. E vidi dei troni e le anime dei decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, i quali non adorarono la fiera né la sua immagine e non ricevettero il marchio sulla fronte e sulla loro mano; e sedettero sui troni, e il giudizio fu dato loro; e vissero e regnarono con il Cristo per mille anni. Gli altri morti non vissero fino alla fine dei mille anni. Questa è la prima resurrezione. Beato e santo colui che ha parte alla prima resurrezione! Su costoro la seconda morte non ha potere, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui quei mille anni. E quando saranno finiti i mille anni, sarà sciolto Satana dal suo carcere, e uscirà per ingannare le genti poste ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, alfine di radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare” (Apocalisse 20, 1-8).
L’ipotesi che vorrei proporre, in punta di domanda, è la seguente: è possibile che lo slegamento di Satana menzionato da Giovanni si riferisca (e coincida) con la crisi che la Chiesa sta vivendo a partire dal Concilio Vaticano II? Se la Chiesa infatti non proclama più il Vangelo nella sua integralità[3], se il Papa non fa più il Cathécon, questo vuol dire che il diavolo può tornare a ingannare “le genti” (le nazioni).
A questo punto, ritengo utile provare a precisare il concetto di “regno di mille anni”. Secondo me, bisogna infatti distinguere tra il regno messianico di Cristo (di cui parlano i profeti e gli evangelisti) e il regno di mille anni (di cui parla Giovanni nell’Apocalisse). Il regno messianico è quello che Gesù inaugura con la sua incarnazione, morte e resurrezione: è un regno eterno. È il regno di cui aveva già parlato il profeta Daniele:
“Stavo osservando nelle visioni notturne: ed ecco con le nubi del cielo venne come un figlio d’uomo, giunse fino all’Antico dei giorni e fu presentato al suo cospetto. A lui furono dati potere e maestà e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano, la sua potenza è una potenza eterna, che non sarà distrutta, e il suo regno è tale che non avrà fine” (Daniele 7, 13-14).
Il concetto di eternità viene ribadito dall’angelo Gabriele nelle parole rivolte a Maria e riportate dall’evangelista Luca:
“L’angelo le disse: «non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli imporrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio darà a lui il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà fine»” (Luca 1, 31-33).
Le parole dell’angelo Gabriele vengono riprese da Gesù in persona dopo la sua resurrezione:
“Gesù, avvicinatosi, parlò loro dicendo: «A me fu dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque, istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»” (Matteo 28, 18-20).
Io penso che il “regno di mille anni” di cui parla Giovanni nel capitolo 20 dell’Apocalisse non sia la stessa cosa del regno messianico, pur avendo coinciso temporalmente con esso per quasi 2.000 anni. Il regno dei mille anni, secondo Giovanni, deve avere una fine: lo afferma nel versetto 3 e lo ribadisce nel versetto 7. Il regno di mille anni è un regno sociale: tale regno consiste, innanzitutto, nella predicazione del Vangelo da parte della Chiesa e tende allo stabilimento del Regno sociale di Cristo di cui parla la teologia cattolica[4]. Di questo regno noi abbiamo visto la fine, anche fisicamente, quando Paolo VI depose la Tiara nel 1964. Il culto dell’uomo professato da Papa Montini e dalla gerarchia conciliare[5] era infatti incompatibile con la professione integrale della fede cattolica rappresentata da pontefici come San Pio X, Pio XI e Pio XII.
Forse, il Concilio Vaticano II, con la catastrofe che ha provocato nell’ecumene cattolica, una catastrofe che oggi, in termini di perdita della fede, è sotto gli occhi di tutti, è stato una punizione divina: una punizione che Dio ha mandato per colpire le nazioni non più cristiane. Già infatti il grande teologo Réginald Garrigou-Lagrange, negli anni Quaranta del Novecento, sosteneva che il mondo era entrato nell’era dell’apostasia delle nazioni. Apostasia che non solo perdura anche oggi ma che si è, se possibile, addirittura aggravata[6].
Quindi, da almeno 60 anni, stiamo vivendo l’epoca della crisi della Chiesa. Quella in cui il diavolo è di nuovo libero di ingannare (e di sedurre) le nazioni. Sono tempi, se non apocalittici, sicuramente pre-apocalittici. Sant’Agostino, nella Città di Dio, riteneva che il tempo in cui al diavolo sarebbe stato concesso il predetto “slegamento” fosse un tempo molto breve: appena 3 anni e mezzo (il tempo dell’Anticristo escatologico). Poi sarebbe venuta la fine del mondo. Invece, oggi, se la mia ipotesi è corretta, il regno dei mille anni è finito ma la fine del mondo non è ancora venuta (anche se, forse, oggi è più vicina rispetto a 60 anni fa)[7]. Sant’Agostino aveva detto anche un’altra cosa: che la Chiesa mai sarebbe stata sedotta dal diavolo. Leggiamo il passo in questione:
“Dopo, continua Giovanni, è necessario che [il diavolo] sia sciolto per breve tempo. Se per il diavolo, essere legato e chiuso, significa non poter sedurre la Chiesa, l’essere liberato vuol forse dire che potrà sedurla? No. Mai la Chiesa, predestinata ed eletta prima della costituzione del mondo, della quale sta scritto: Il Signore conosce quelli che sono suoi, potrà essere sedotta da lui”[8].
Eppure, proprio in questi ultimi decenni “post-conciliari”, abbiamo sotto gli occhi una Chiesa che, a quanto pare, è stata sedotta dal mondo (e dal suo principe): una Chiesa diventata totalmente compatibile con l’ideologia globalista[9].
Certo, Sant’Agostino scriveva nel IV secolo e non avrebbe potuto prevedere un evento come il Concilio Vaticano II, con quello che ne è seguito. Per lui sarebbe stata impensabile una Chiesa che insegue il mondo e che diventa corriva con i suoi desiderata.
Quindi, riassumendo, secondo Sant’Agostino il regno dei mille anni coincide con il regno messianico: non vi sono soluzioni di continuità fra i “mille anni” e la fine del mondo, nella quale i martiri e i giusti si riuniranno ai loro corpi resi immortali. I “mille anni” rappresentano l’intera durata della Chiesa militante su questa terra, dalla Pentecoste al giudizio finale[10]. Però, ripeto, l’esperienza di questi ultimi decenni ci ha insegnato che i “mille anni” probabilmente sono finiti, il diavolo seduce le nazioni (e la Chiesa) ma la fine del mondo deve ancora arrivare (e i segni di una sua imminente venuta, come la conversione in massa dei Giudei profetizzata da San Paolo, ancora non si vedono).
Da questo punto di vista, devo esprimere il mio disaccordo anche rispetto agli esegeti preteristi da me finora consultati. I preteristi, infatti, fanno propria l’esegesi agostiniana dei “mille anni”, pur distinguendosene per quanto riguarda la venuta dell’Anticristo escatologico. Anche per i preteristi, infatti, i “mille anni” coincidono con l’intera durata della Chiesa militante su questa terra: la differenza con Sant’Agostino sta nel fatto che per i preteristi non ci sarà un regno dell’Anticristo ma il “millennio” sarà caratterizzato da un rigoglioso e sempre crescente sviluppo della Parola di Dio su questa terra. Leggiamo, ad esempio, cosa scrive in proposito David Chilton nel suo The Days of Vengeance:
“Il Mandato di Dominio di Genesi 1, 26-28 (cfr. Salmo 8; Ebrei 2) si compirà attraverso il trionfo del Vangelo; man mano che avanza il Vangelo, avanza anche il dominio dei santi. I due procedono insieme. Nel Suo Grande Mandato (Matteo 28, 18-20), Gesù ci ha comandato di insegnare e catechizzare le nazioni, e man mano che la terra sarà gradualmente catechizzata ai comandi della Parola di Dio, i confini del Regno si espanderanno. Alla fine, attraverso l’evangelizzazione, il regno dei cristiani diventerà così esteso che «la terra sarà piena della conoscenza di Dio, come le acque ricoprono il mare» (Isaia 11,9). Le benedizioni edeniche abbonderanno in tutto il mondo man mano che la legge di Dio sarà sempre più obbedita dalle nazioni convertite (Levitico 26, 3-13; Deuteronomio 28, 1-14)”[11].
Da parte sua, il preterista Milton Terry (1840-1914) a suo tempo osservava:
“I mille anni devono essere compresi come un numero simbolico, che denota un lungo periodo. È un numero tondo, ma sta per un periodo indefinito, un eone la cui durata sarebbe una follia cercare di computare. Il suo inizio data a partire dalla grande catastrofe di questo libro, la caduta della mistica Babilonia. È l’eone che si apre con la venuta del grande conquistatore di 19, 11-16, e che continua fino a quando costui [Cristo] avrà messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi (1 Corinzi 15, 25). È lo stesso periodo richiesto affinché la pietra della profezia di Daniele (Daniele 2, 35) riempia la terra, e il seme di senapa della profezia di Gesù completi la sua crescita mondiale (Matteo 13, 31-32). Quanto a lungo il Re dei re continuerà la sua battaglia contro il male e differirà l’ultimo colpo decisivo, quando Satana sarà “sciolto per breve tempo”, nessuno può nemmeno approssimativamente giudicare. Potrebbe richiedere un milione di anni”[12].
Il fatto è che i preteristi spesso sono anche americani e gli americani, si sa, sono degli inguaribili ottimisti. Secondo loro il mondo rimane segnato dal progresso ineluttabile della fede cristiana. Evidentemente, non riescono a vedere che la nostra epoca è caratterizzata, soprattutto qui in Occidente, da una scristianizzazione e da un nichilismo implacabili. Naturalmente, non dimentico i grandi meriti di alcuni preteristi nell’esegesi dell’Apocalisse, ma non va dimenticato che, per quanto riguarda l’interpretazione dei “mille anni”, i preteristi protestanti come Chilton e Terry sono dei postmillenaristi. Su Wikipedia, alla voce “Postmillenarismo”[13], leggiamo che:
“Nella teologia cristiana della fine dei tempi (escatologia), il postmillenarismo è una interpretazione del capitolo XX dell’Apocalisse di Giovanni che prevede la seconda venuta di Cristo dopo (in latino post-) il “Millennium”, un’epoca d’oro in cui prospera l’etica cristiana. Il termine prevede diverse soluzioni interpretative, ed è in contrasto con il premillenarismo e, in misura minore, con l’amillenarismo. […] Il crescente successo del Vangelo gradualmente produce un momento nella storia prima del ritorno di Cristo, in cui la fede, la giustizia, la pace e la prosperità prevarranno sugli affari degli uomini e delle nazioni. Dopo una lunga epoca di tali condizioni Gesù Cristo ritornerà visibile, corporeo, e gloriosamente, per concludere la storia con la risurrezione generale e il giudizio finale al termine del quale seguirà l’ordine eterno. Il postmillenarismo fu una credenza teologica dominante tra i protestanti americani che promossero movimenti di riforma nel XIX e XX secolo, come l’abolizionismo e il Vangelo sociale. Divenne uno dei principi fondamentali di un movimento noto come ricostruzionismo cristiano. Venne criticato dai religiosi conservatori del XX secolo come un tentativo di immanentizzare l’escatologia”.
D’altra parte, non bisogna dimenticare che anche esegeti cattolici come Ernest Allo e Francesco Spadafora, pur non essendo dei postmillenaristi, sostenevano la “lunghissima, indefinita durata del regno di Dio, dalla incarnazione del Verbo fino alla risurrezione finale”. Per Spadafora (e per Allo), l’Apocalisse è una “visione profetica della lotta perenne tra Cristo e Satana, con la vittoria del Regno di Dio militante e trionfante, in tutto il corso della sua storia: la Chiesa è stata e sarà sempre perseguitata, provata, ma è uscita ed uscirà sempre vittoriosa”[14].
A quanto pare, però, il “millennio” non è durato un milione di anni, come ipotizzava Milton Terry ma, forse, è già finito. Se le cose stanno così ci troviamo già nell’epoca di “Gog e Magog” (Apocalisse 20, 8).
[1] La “Tesi di Cassiciacum” è ancora assolutamente certa? https://www.andreacarancini.it/2024/07/don-curzio-nitoglia-la-tesi-di-cassiciacum-e-ancora-assolutamente-certa/
L’analogia: risposta a “Sodalitium” N°62: https://www.andreacarancini.it/2024/07/don-curzio-nitoglia-lanalogia-risposta-a-sodalitium-n62/
Un’ipotesi di Velletri: https://www.andreacarancini.it/2024/07/don-curzio-nitoglia-unipotesi-di-velletri/
[2] Sulla crisi della Chiesa, rimando, oltre ai predetti articoli di don Nitoglia, ai blog dei vaticanisti Marco Tosatti (https://www.marcotosatti.com/) e Aldo Maria Valli (https://www.aldomariavalli.it/).
[3] Addirittura, Bergoglio è arrivato a stigmatizzare il concetto stesso di proselitismo: https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-05/papa-francesco-udienza-barnabiti-sa-zaccaria-missione-spirito.html
[4] https://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-e-la-dottrina-della-regalita-sociale-di-cristo_(Enciclopedia-Costantiniana)/
[5] https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1965/documents/hf_p-vi_spe_19651207_epilogo-concilio.html
[6] Basti pensare al presidente francese Macron che fa inserire nella Costituzione il “diritto” all’aborto: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2024/03/04/macron-laborto-in-costituzione-e-un-messaggio-universale_c4e077bc-6fdf-4283-ab1e-320770f57771.html
[7] Basti pensare alle gravissime crisi internazionali che caratterizzano l’epoca che stiamo vivendo, con il confronto, sempre più minaccioso, fra il blocco occidentale (gli Stati Uniti e i suoi satelliti) e il blocco orientale (i paesi che aderiscono ai BRICS).
[8] Sant’Agostino, La Città di Dio, Libro Ventesimo, capitolo VIII.
[9] https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/pont-messages/2024/documents/20240115-messaggio-world-economic-forum.html
[10] Sant’Agostino, La Città di Dio, Libro ventesimo, capitolo XIII.
[11] David Chilton, The Days of Vengeance, Dominion Press, Ft. Worth, Texas, 1987, pp. 510-511.
[12] Ivi, p. 507.
[13] https://it.wikipedia.org/wiki/Postmillenarismo
[14] Francesco Spadafora, Gesù e la fine di Gerusalemme e l’escatologia in San Paolo, Rovigo 1971, pp. 195-196.
https://blog.messainlatino.it/2022/07/deposta-la-tiara-cosa-resta-al-papa.html