Vincenzo Vinciguerra: Lo Stato golpista

LO STATO GOLPISTA

Di Vincenzo Vinciguerra

Non sono molti gli storici italiani che si distinguono per volontà e capacità di scrivere la vera storia del Paese per affermare e divulgare quella verità che, ancora oggi, le forze politiche tentano di occultare e di falsificare.

Fra i pochi spicca la giornalista e storica Antonella Beccaria che con il suo ultimo libro, “Golpe di Stato, edito da PaperFIRST, Roma, gennaio 2024, ricostruisce per la prima volta in maniera esaustiva la storia del golpismo italiano dall’immediato dopoguerra al 1994.

L’autrice scrive che il libro “vuole essere un tentativo di incrociare molteplici fonti e fare emergere l’operato di un magmatico mosaico di mondi che ha fatto della violenza, anche la più estrema, strumento di lotta politica senza scrupoli e, in alcuni casi, anche di arricchimento personale”.

In realtà, dalla lettura del libro emerge, in modo chiaro e nitido, che il “convitato di pietra”, come lo definisce Antonella Beccaria, ovvero il golpismo italiano, è stato ideato, diretto, organizzato da centri di potere politico, militare, finanziario, economico, clericale e massonico, nazionali ed internazionali, che avevano come fine non la distruzione dello Stato ma il suo rafforzamento in funzione anticomunista.

Antonella Beccaria ripercorre, come mai nessuno prima, la via dell’auto-golpismo statale italiano che inizia, come lei giustamente osserva, il 26 luglio 1943, con la caduta del regime fascista, e prosegue fino al marzo del 1994.

Fatta crollare la diga fascista con il colpo di Stato istituzionale del 25 luglio 1943, apparve subito evidente che un nemico molto più temibile per le democrazie occidentali si affacciava sulla scena politica italiana: il comunismo.

E il comunismo divenne il nemico da combattere e da battere tanto più che il Partito comunista italiano, di stretta osservanza sovietica, aveva rinunciato per ordine personale di Iosif Stalin, nel marzo del 1948, ad ogni velleità rivoluzionaria per adeguarsi alle regole della democrazia parlamentare.

Antonella Beccaria, nel suo libro, ricostruisce tappa dopo tappa la guerra alla “quinta colonna sovietica” in Italia che non rappresentava solo un problema politico ma anche militare, come prova l’intervento delle Forze armate messo ben in evidenza dall’autrice.

“Guerra a bassa intensità”, la definisce Antonella Beccaria, che segnala come nel 1947 c’erano “50 generali” pronti a fare un colpo di Stato, che nel luglio del 1964 è predisposto l’intervento dell’Arma dei carabinieri, al comando del generale Giovanni De Lorenzo, per porre fine alla politica di centro-sinistra, che negli anni Settanta agiscono strutture clandestine delle Forze armate, dalla cosiddetta “Gladio” ai “Nuclei di difesa dello Stato”, mentre sono presenti in ogni circostanza i servizi segreti civili e militari il cui operato nelle stragi di mafia del 1993 è ancora oggetto di indagini da parte della magistratura.

Antonella Beccaria, inoltre, cancella definitivamente l’immagine del “terrorismo nero” proteso ad attaccare lo Stato democratico ed antifascista, creata dagli uffici preposti alla disinformazione dei servizi segreti, per sostituirla con quella veritiera di una estrema destra che partecipa con un ruolo subalterno alla “strategia della tensione”, che definisce “uno strumento operativo all’interno di un conflitto sovranazionale” che avrebbe dovuto fare dell’Italia il pilastro dell’Alleanza atlantica nel Mediterraneo, uno “Stato forte contro la sovversione rossa”, una democrazia autoritaria capace di sconfiggere il “nemico interno”, il Partito comunista italiano, strumento politico dell’Unione sovietica.

Antonella Beccaria mette in evidenza, con il racconto dettagliato dei fatti, le forze nazionali ed internazionali che hanno voluto e condotto la guerra a bassa intensità in Italia: “Uomini che provenivano dall’intelligence statunitense, britannica e francese, militari delle forze armate italiane, elementi ripescati dall’esperienza dell’Ovra fascista, la destra parlamentare rappresentata dal Movimento sociale italiano, mafiosi, esponenti della Massoneria internazionale e del Vaticano oltre a personaggi della Democrazia cristiana…”.

Ci sono tutti, in questo libro, gli attori di una guerra civile provocata dalla inettitudine di una classe politica dirigente anticomunista incapace di ridurre, nel corso del tempo, la forza elettorale del Partito comunista italiano, scegliendo infine di affrontare la minaccia da esso rappresentata con i metodi della guerra non ortodossa.

Il brillante saggio di Antonella Beccaria offre ora la possibilità di conoscere la vera storia delle pagine più oscure della storia italiana post-bellica.

“Il golpe di Stato”, come l’autrice lo ha felicemente intitolato, è un contributo fondamentale per la verità storica la cui ricerca non si è ancora conclusa, anzi ancora oggi viene osteggiata in tutti i modi dallo Stato e da forze politiche che dal suo emergere hanno tutto da perdere.

Le ragioni di questa paura, i lettori le troveranno, una per una, nelle pagine del libro scritto da una storica, Antonella Beccaria, che all’onestà intellettuale, alla competenza professionale, unisce il coraggio (perché ancora oggi serve coraggio) di scrivere una verità che gli italiani devono conoscere perché il passato è ancora presente e quanto accaduto si potrebbe ancora ripetere.

Per questa ragione, il libro di Antonella Beccaria va letto e fatto leggere perché ci racconta, con uno stile brillante, tutto quello che la politica e lo Stato hanno sempre taciuto e vorrebbero continuare a tacere: la verità.

 

Opera, 3 febbraio 2024

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