IL CONTRACCOLPO DELLE SANZIONI SPINGERÀ L’”OCCIDENTE” AD ACCETTARE LE RICHIESTE DELLA RUSSIA[1]
9 marzo 2022
Per anni gli Stati Uniti hanno attuato politiche che hanno indotto molti paesi a lamentarsi. Ora, mentre gli Stati Uniti hanno bisogno di sostegno per attenuare le conseguenze del “punire” la Russia, quelle politiche tornano a mordere. Così come gli effetti secondari delle sanzioni che l’”occidente” ha imposto alla Russia.
Oggi un articolo definisce la notizia dei laboratori di armi biologiche in Ucraina controllati dagli Stati Uniti come una “teoria del complotto smontata” mentre un’altra notizia dice che il sottosegretario di Stato Victoria Nuland ha detto ai senatori di essere molto preoccupata che i “materiali delle ricerche” di questi laboratori possano cadere nelle mani dei russi. Se i “materiali delle ricerche” non sono armi biologiche perché ella ne è preoccupata?
Tutto ciò non conviene alla campagna propagandistica in corso contro la Russia.
E neppure queste mappe.
La prima mostra i paesi che hanno vietato agli aerei russi il loro spazio aereo. La Russia a sua volta ha negato il proprio spazio aereo agli operatori di questi paesi. Questo verrà a costare molto alle compagnie aeree americane ed europee poiché i loro tempi e costi di volo da e per l’Asia, che generalmente attraversa lo spazio aereo russo, ora aumenteranno. Le compagnie dei paesi asiatici ora sbaraglieranno facilmente le compagnie americane ed europee su queste rotte.
La seconda mappa mostra i paesi che hanno attivato sanzioni contro la Russia. Gli effetti secondari delle sanzioni probabilmente danneggeranno questi paesi almeno quanto essi danneggiano la Russia. L’assenza dei paesi africani, asiatici, del Medio Oriente, dell’America Centrale e del Sudamerica è significativa.
Non sembra che “il mondo” o la “comunità internazionale” stiano appoggiando l’”occidente”.
Gli Stati Uniti hanno anche sanzionato tutte le importazioni dei prodotti del petrolio dalla Russia. Il Presidente Biden ha incolpato la Russia dell’aumento dei prezzi che inevitabilmente si verificherà. Non credo che gli elettori [delle elezioni] di medio termine accetteranno questo ragionamento. I paesi europei non possono seguire questa mossa poiché le loro economie dipendono dalle importazioni di petrolio e gas dalla Russia e questo riguarderà anche gli anni a venire.
Con una mossa che deve essere stata molto umiliante per la Casa Bianca i capi dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti hanno rifiutato di rispondere alle chiamate del Presidente americano. Costoro vogliono che gli Stati Uniti qualifichino il movimento Huthi in Yemen, che essi hanno cercato senza successo di eliminare, come gruppo terrorista:
“Si spera che l’amministrazione Biden non ricada in questi disgustosi schemi di corruzione, ma egli si è messo in un angolo, tagliando il petrolio russo per punire Putin per una crisi umanitaria in Ucraina, con nessuna alternativa a parte quella di mercanteggiare con autocrati sul destino degli yemeniti dall’altra parte del mondo. Se questa è geopolitica, che Dio ci perdoni”.
Io non penso che la predetta sia la sola richiesta che i sauditi e gli emirati avanzeranno. Essi si trovano ora in una situazione in cui possono chiedere anche di più.
Parimenti umiliante è l’apertura dell’amministrazione a colloqui con il Venezuela che era stata sanzionata in lungo e in largo nel tentativo di provocare il cambio di regime nel paese. Caracas ha rilasciato due statunitensi dalle patrie galere. È intenzionata a colloquiare. Ma prima di fornire petrolio al mercato statunitense chiederà l’abolizione di tutte le sanzioni e il ritorno di tutti quei beni che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno confiscato. Biden avrà difficoltà a trovare una maggioranza congressuale a sostegno di tali passi.
Il ritorno dell’accordo nucleare con l’Iran, che permetterebbe una maggiore produzione di petrolio, è in bilico poiché la Russia chiede esenzioni dalle sanzioni per il suo commercio con l’Iran.
Gli Stati Uniti hanno tentato di fare pressioni sulla Polonia affinché consegni i suoi vecchi jet da combattimento Mig-29 all’Ucraina. Agli occhi della Russia questa sarebbe stata una diretta aggressione polacca contro di essa. Varsavia ha trovato un modo intelligente per evitare questo. Ha offerto di consegnare i jet ad una base americana in Germania. La patata bollente sarebbe perciò ricaduta sugli Stati Uniti stessi. Il Pentagono ha rifiutato di accettare. Il trasferimento dei jet è ora molto probabilmente defunto.
Gli Stati Uniti e l’Europa solo ora stanno iniziando a rendersi conto delle conseguenze secondarie di tutta la guerra economica che hanno frettolosamente iniziato contro la Russia. La guerra provocherà recessioni non solo in Russia ma anche in tutto l’”occidente”. Tutto ciò mentre la Russia deve ancora annunciare le sue contro-sanzioni. Vi sono molti passi che la Russia potrebbe intraprendere per danneggiare l’”occidente” ritirando questa o quella risorsa. È probabile che inizi lentamente per poi aumentare la pressione passo dopo passo.
Sembra che non si sia riflettuto affatto sugli effetti secondari che le sanzioni “occidentali” avranno.
Nel frattempo l’intervento russo in Ucraina continua ad un ritmo moderato. La Russia non ha fretta mentre Zelensky sta facendo rumore su “compromessi”:
“il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky non accetterà le richieste della Russia di terminare la guerra senza condizioni, ma egli è aperto a cercare di trovare un compromesso che potrebbe includere il non perseguimento dell’entrata nella NATO.
[…]
“Insieme ad un ‘raffreddamento’ dell’idea di unirsi alla NATO, Zelensky ha detto a ABC News che c’è spazio per negoziare sui territori occupati e sulle repubbliche non riconosciute”.
La Russia ha risposto a tono:
“Mosca non vuole rovesciare l’attuale leadership in Ucraina, ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, in mezzo alla campagna militare in corso nello stato vicino.
“’I suoi obbiettivi non includono l’occupazione dell’Ucraina, la distruzione della sua indipendenza, o il rovesciamento dell’attuale governo. Non è diretta contro la popolazione civile’, ha detto Zakharova ai giornalisti in una conferenza stampa mercoledì.
“La portavoce ha ribadito che Mosca vuole difendere le Repubbliche del Popolo di Donetsk e Lugansk, che si sono separate dall’Ucraina poco dopo il colpo di stato del 2014 a Kiev. Ella ha aggiunto che la Russia persegue la ‘smilitarizzazione e la denazificazione’ dell’Ucraina”.
Sarà interessante vedere se gli Stati Uniti permettono a Zelensky di proseguire oltre su questa strada. Gli effetti secondari che le sanzioni avranno per l’”occidente” probabilmente condurranno alla fine a questo.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.moonofalabama.org/2022/03/the-sanction-backlash-will-push-the-west-to-accept-russias-demands.html#more
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