ESCLUSIVO: IN APRILE GLI STATI UNITI HANNO CHIESTO ALL’IRAN DI FAR CADERE MUQTADA AL-SADR[1]
La strana richiesta fa seguito all’apparente sostegno a Sadr lo scorso anno
26 novembre 2021
Uno dei più importanti dirigenti dell’Iran ha rivelato che gli Stati Uniti hanno chiesto all’Iran di “rimuovere Muqtada al-Sadr dalla scena politica in Iraq” durante il terzo round dei negoziati nucleari a Vienna alla fine di aprile 2021, ha appreso The Cradle.
L’importante dirigente ha aggiunto che l’allora negoziatore-capo, Abbas Araqchi, ha risposto con un diniego alla richiesta americana – richiesta recapitata attraverso intermediari, perché gli Stati Uniti e l’Iran all’epoca non stavano negoziando direttamente.
Il dirigente ha fornito questa informazione, in modo ufficioso, ai partecipanti ad una riunione tenuta a Teheran il 25 novembre.
Muqtada al-Sadr, un influente chierico scita, è il leader dell’alleanza politica Sairoon, che ha ottenuto il maggior numero di seggi parlamentari durante le contestate elezioni di ottobre, che hanno lasciato diversi altri partiti a maggioranza scita a raccogliere le briciole.
Avendo conquistato 73 seggi, il movimento sadrista dovrebbe essere in grado di formare il primo governo iracheno successivo all’occupazione americana.
Oggi, Sadr è impegnato in negoziati con i candidati dello spettro politico iracheno per formare un governo. Il 25 novembre, egli si è anche incontrato con candidati indipendenti che hanno conquistato 40 seggi alle elezioni.
“Io ho combattuto con l’Iran e con gli Stati Uniti. Non ho problemi a lavorare con ciascuno di loro fintantoché sono preservati gli interessi dell’Iraq”, egli ha detto ai nuovi deputati.
Articoli di stampa riferiscono che egli ha discusso la formazione del futuro governo con questo blocco indipendente, ma non tutti erano interessati.
Mentre il chierico scita è largamente conosciuto per essere una spina nel fianco delle forze di occupazione americane, negli anni recenti egli ha lasciato cadere questa retorica.
Perché gli Stati Uniti vorrebbero che Sadr venisse estromesso?
La notizia che i negoziatori americani a Vienna hanno chiesto agli iraniani di estromettere Sadr dalla politica irachena giunge perciò come uno sviluppo inaspettato.
Una possibile ragione per questa strana richiesta potrebbe essere che Sadr si è riproposto come un nazionalista iracheno, non legato ai diktat né degli Stati Uniti né dell’Iran. Questa presa di posizione si è rivelata essere largamente popolare presso gli iracheni, facendogli ottenere una straordinaria vittoria alle elezioni, a dimostrazione che il “nazionalismo” – in quanto opposto al settarismo – è in ascesa.
Gli americani tipicamente detestano il nazionalismo – o populismo – del sud globale, poiché esso riduce la loro capacità di impattare le politiche locali attraverso mezzi convenzionali. Questo può essere visto in decenni di comportamenti politici da parte degli Stati Uniti, dal rovesciamento del leader nazionalista dell’Iran avvenuto nel 1953 agli attuali sforzi per destabilizzare il presidente populista delle Filippine definendo in modo denigratorio il suo governo come un “regime”.
Inoltre, alimentare il settarismo e altre divisioni sociali è stato un meccanismo consueto nell’armamentario della politica estera americana nell’Asia occidentale e non solo.
Il “nazionalismo” è un modo per eliminare queste divisioni.
Così mentre Sadr ha diminuito la sua retorica anti-americana negli anni recenti, la sua agenda politica nazionalista potrebbe potenzialmente rovesciare anni di influenza americana in Iraq.
Gli iraniani si sono tipicamente guardati dal criticare il chierico iracheno; la sua posizione nazionalista non viene spesso considerata in modo negativo in Iran. Un Iraq libero dalle truppe americane che dispone delle sue risorse, che centralizza lo stato, che apre i suoi confini ai vicini per il commercio e la diplomazia, e che sceglie i suoi partner commerciali, non è una prospettiva sfavorevole, dal punto di vista dell’Iran.
Alcuni precedenti di Muqtada al-Sadr
L’ingresso di Sadr nella scena politica dell’Iraq è avvenuto immediatamente dopo l’invasione e l’occupazione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti. Negli anni successivi, egli mobilitò giovani uomini sciti privati dei loro diritti affinché entrassero a far parte della sua milizia, l’esercito Mahdi (Jaysh al-Mahdi), che combatté contro le truppe di occupazione americane, ma anche contro i sunniti iracheni che erano ritenuti alleati di Al Qaeda.
Durante l’”ondata” americana in Iraq, Sadr trascorse due anni a Qom, in Iran, probabilmente per sfuggire al castigo che gli volevano infliggere sia le forze americane che quelle irachene. Sebbene abbia condiviso con gli iraniani una relazione reciprocamente vantaggiosa, in questi ultimi dieci anni Sadr ha criticato apertamente Teheran in egual misura.
Il chierico scita ha rivolto la sua attenzione ad un’agenda nazionalista, respingendo l’influenza sia degli americani che degli iraniani nella politica irachena, e considerando il settarismo come la causa di molti dei guai della nazione.
Nel continuare a sostenere il ritiro delle truppe di occupazione americane, Sadr è apparso, a volte, pragmatico e incostante.
Gli osservatori della politica parlano di lui come di un uomo che può cambiare posizione nel giro di minuti. Ad esempio, Sadr ha spesso rifiutato il principio di intraprendere colloqui diretti con gli americani, ma sta ora prendendo in considerazione la possibilità di formare una coalizione con i sunniti e i curdi strettamente legati agli Stati Uniti.
Non molto dopo la caduta del dittatore iracheno Saddam Hussein nel 2003, Sadr disse che Saddam Hussein era il piccolo serpente, ma che gli Stati Uniti sono il “grande serpente”.
Recentemente, Sadr ha chiesto il disarmo di tutte le fazioni armate irachene, esortando alla formazione di un unico grande partito politicamente unito. In seguito all’appello, il gruppo iracheno Kataeb Hezbollah favorevole all’Iran ha annunciato che avrebbe disarmato e avrebbe fuso le proprie forze nelle Unità di Mobilitazione Popolare che operano nell’ambito dell’esercito iracheno.
Questo ha fatto seguito ad un intervento del comandante Esmail Qaani della Forza Quds delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (IRGC) volto a ridurre la tensione post-elettorale e a mostrare sostegno al Presidente iracheno Mustafa al-Kadhimi, che era stato il bersaglio di un recente presunto tentativo di assassinio.
Molte fazioni filo-iraniane in Iraq si oppongono a Kadhimi, che è stato sostenuto dall’alleanza politica dei seguaci di Sadr.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://thecradle.co/Article/news/4009
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