Alleggerimento della pena per Hervé Ryssen

ALLEGGERIMENTO DELLA PENA PER HERVÉ RYSSEN[1]

Di Alain Soral, sabato 30 ottobre 2021

Ryssen ha appena beneficiato in appello della riduzione di una pena da un anno a quattro mesi

Se oggi si trovasse ancora a Fleury-Mérogis, questi quattro mesi supplementari si sarebbero aggiunti alla durata della sua detenzione. Ma fortunatamente poiché da sei mesi Ryssen è libero, a casa e con il braccialetto elettronico, questa condanna è evitabile. Non tornerà in prigione.

Ma ricordiamo che quando è entrato in detenzione il 18 settembre 2020, la data prevista per la sua liberazione era il 15 settembre 2022. Inoltre era pendente una condanna a un anno dopo l’opposizione a una sentenza, che avrebbe portato potenzialmente la sua detenzione fino al 15 settembre 2023. E altri affari erano in corso o prevedibili, che gli avrebbero comportato nuove pene di prigione che sarebbero state tutte esecutive se l’avessero trovato ancora incarcerato. Avrebbe quindi potuto restare in prigione per cinque anni.

Fortunatamente gli è stata accordata una prima messa in libertà nel febbraio 2021, che gli ha fatto già guadagnare otto mesi. E soprattutto, grazie alla regolarizzazione di un atto di appello di una condanna a un anno, egli ha beneficiato di una seconda messa in libertà per questa durata. È unicamente questo guadagno di un anno e otto mesi di libertà che ha permesso che Ryssen sia stato liberato il 17 aprile 2021, dopo (solo) sette mesi di detenzione.

Questa vittoria conseguita sulle associazioni della lotta contro l’antisemitismo, sulle Procure e sul ministro della Giustizia è il frutto di un lavoro collettivo

È stato innanzitutto necessario lavorare per chiarire la sua situazione e per ricostituire il “dossier Ryssen”, che non esisteva, vale a dire dieci anni di procedure complesse legate a dei libri, a dei video, a dei fatti e a dei gesti, poiché Ryssen aveva trascurato la sua difesa nel corso degli anni, talvolta senza fare neppure ricorso a un avvocato, non presentandosi alle udienze o cestinando la posta inviata dai poliziotti o dai magistrati. Bisognava ritrovare le informazioni, analizzarle, il che presuppone l’impiego di molto tempo e di molto materiale.

Ricordiamo che l’avvocato Viguier ha risposto immediatamente e con urgenza alla richiesta di aiuto di Ryssen. Per cinque mesi si è impegnato a tempo pieno per la sua liberazione, dirigendo un gruppo di una ventina di militanti, di cui altri tre avvocati più alcuni cancellieri. E questa libertà è stata conquistata con una dura lotta. Bisognava chiarire una situazione ingarbugliata da dieci anni di processi, presentare delle richieste multiple, rimediare agli errori commessi, stabilire una linea di difesa, costituire un intero dossier di reintegrazione e basarvisi a più riprese, malgrado i primi rifiuti delle autorità giudiziarie. La regolarizzazione di un appello, in particolare, è stata complicata, e fino all’ultimo momento le associazioni e la Procura hanno creduto di poter ottenere questo anno supplementare di prigione senza condizionale e definitiva. Queste sono le vittorie di un collettivo che sono state offerte a Ryssen.

Noi di Égalité & Réconciliation possiamo congratularci con noi stessi. Senza la mobilitazione di centinaia di sostenitori non sarebbe stato possibile liberare Ryssen. E noi possiamo di nuovo ringraziare l’avvocato Viguier, il mio avvocato – come lo fu anche di Robert Faurisson fino agli ultimi momenti della sua vita – per il lavoro effettuato.

In questo giorno di relativa vittoria per Hervé Ryssen, l’esattezza e la morale esigevano che tutto questo venisse ricordato, ecco tutto.

Alain Soral per Égalité & Réconciliation

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.egaliteetreconciliation.fr/Allegement-de-la-peine-de-Herve-Ryssen-Rappel-66030.html

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