Oggi devo comunicare ai miei lettori una brutta notizia: la morte, avvenuta ieri, dell’editore Francesco Pitzus.
È uscito, sempre ieri, su di lui un bel necrologio sul sito di Maurizio Blondet. Lo potete leggere qui.
Pitzus era un editore indipendente. Anzi, il più indipendente di tutti.
Aveva avuto infatti il coraggio di pubblicare, tra i tanti libri da lui pubblicati in questi ultimi vent’anni, i libri del revisionismo più scomodo che ci sia: il revisionismo dell’Olocausto.
A cominciare dai libri del più importante storico revisionista del mondo: Carlo Mattogno. Stare dietro ai libri di Mattogno non era facile e non solo per la complessità della materia ma anche perché Mattogno ha una produttività formidabile, con decine di volumi ultimati in questi anni. Eppure Pitzus riusciva a pubblicarli regolarmente.
Oltre ai libri di revisionismo, Pitzus ha pubblicato i dotti libri sull’ebraismo scritti dal fratello di Mattogno, Gian Pio. E tanti altri libri “controcorrente”.
Pitzus si era appassionato al revisionismo anche attraverso lunghe conversazioni telefoniche con Cesare Saletta (un altro che non c’è più). E conosceva Corrado Basile, l’editore della Graphos, anche lui genovese come Pitzus e anche lui revisionista (anche se non pubblica libri da molto tempo).
Ricordo ancora il primo libro revisionista pubblicato dalla Effepi: Norimberga ossia la terra promessa, di Maurice Bardèche, pubblicato nel 2000. Da allora, i titoli pubblicati sono stati moltissimi, e sempre con un’alta qualità grafica ed editoriale. Pitzus era ormai l’unico editore italiano che pubblicava i testi del revisionismo. Quindi la sua morte è una grave perdita.
Però se è vero che il figlio proseguirà l’opera paterna allora questa è una buona notizia, pur nel dolore del momento.
Lo ricordiamo con affetto.
Onore a questi intellettuali coraggiosi. Un giorno troveremo riviste di zoofilia sugli scaffali delle edicole, ma sarà considerato un obbrobrio esprimere il semplice senso critico sugli argomenti più importanti.