I PROCESSI SHOW RELATIVI AL 6 GENNAIO MINACCIANO TUTTI NOI[1]

Di Ron Paul, 26 luglio 2021

La recente condanna penale e la sentenza a otto mesi di prigione contro il dimostrante del 6 gennaio Paul Hodgkins è un affronto a qualunque idea di giustizia. È un’accusa politica e un verdetto politico da parte di un tribunale politico. Ogni americano a prescindere dalle proprie convinzioni politiche dovrebbe essere inorridito da un sistema penale così vincolato dalla politica invece che dalla giustizia.

Abbiamo già visto questo film e non finisce bene.

Peggiore di questo errore giudiziario è il deprecabile tentativo, da parte del pubblico ministero nel procedimento, di bollare Hodgkins – che non ha precedenti penali e che non è stato accusato di nessun reato violento – come un “terrorista”.

Come il giornalista Michael Tracey ha scritto di recente, il pubblico ministero Mona Sedky ha dichiarato Hodgkins un “terrorista” nel procedimento penale non per aver commesso alcun atto terroristico, non per alcun atto di violenza, e nemmeno per aver concepito un atto terroristico.

Sedky ha scritto nella sua nota sulla sentenza: “Il governo…riconosce che Hodgkins non si è personalmente impegnato in [atti violenti] o ha abbracciato la violenza o la distruzione della proprietà”. Ella ha aggiunto: “Concediamo che il signor Hodgkins non rientra nella definizione legale di un terrorista interno”.

Tuttavia Hodgkins dovrebbe essere considerato un terrorista perché le azioni che ha commesso – entrare nel Senato per scattare una foto di sé stesso – sono avvenute durante un avvenimento che la corte sta “inquadrando…nel contesto del terrorismo”.

Questo va al di là di un pendio scivoloso. Egli non è un terrorista perché ha commesso un atto terroristico, ma perché in qualche modo il “contesto” delle sue azioni stava, nelle parole del pubblico ministero, “mettendo in pericolo la democrazia”.

In altre parole, Hodgkins merita una punizione più severa perché egli ha commesso un reato di opinione. Il giudice del procedimento, Randolph D. Moss, lo ha ammesso. Facendo entrare una bandiera di Trump nel Senato, egli ha detto, Hodgkins stava “dichiarando la sua lealtà ad un singolo individuo al di sopra della nazione”.

Come Tracey ha fatto notare, mentre otto mesi di prigione sono una pena assurdamente lunga per essersi posizionato sul pavimento della “Casa del Popolo” ed aver scattato una foto, sono anche una pena assurdamente breve per un terrorista. Se Hodgkins è davvero un terrorista, non dovrebbe essere condannato per più di otto mesi?

Lo scopo dei processi show sovietici era di creare un nemico contro il quale l’opinione pubblica si poteva unire collettivamente nell’odio e nell’incolpazione per tutti i fallimenti del sistema. Lo scopo era di rivoltare una parte della popolazione contro l’altra parte della popolazione e chiedere che essi [i “colpevoli”] venissero “cancellati”. E funzionò molto bene…per un po’.

In un recente articolo, lo scrittore libertario Jim Bovard ha citato l’Arcipelago Gulag di Solgenitsin su come la gente ordinaria venisse a chiedere “giustizia” per i nemici “politici” designati dallo Stato: “C’erano riunioni e dimostrazioni (che comprendevano persino i bambini in età scolare). Era la marcia di milioni di persone e il boato si levò fuori dalle finestre dell’aula: ‘Morte! Morte! Morte!’”.

Se ancora non siamo arrivati a questo punto, ci stiamo muovendo in questa direzione. Gli americani vengono mandati in prigione non per quello che hanno fatto, ma per quello in cui credono? È questo il genere di America in cui davvero vogliamo vivere?

Mentre molti sostenitori di Biden si compiacciono di vedere il martello calare sui dimostranti non violenti di Trump, essi dovrebbero prendere nota: il genere di “giustizia” totalitaria che essi acclamano ricadrà presto su di loro. Succede sempre così.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.ronpaulinstitute.org/archives/featured-articles/2021/july/26/the-jan-6th-show-trials-threaten-all-of-us/