Gilad Atzmon: Tra i talebani e il COVID

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TRA I TALEBANI E IL COVID[1]

Di Gilad Atzmon, 4 agosto 2021

Ci vuole un genio per capire che il colossale fallimento della guerra degli Stati Uniti in Afghanistan è identica alla guerra disastrosa contro il COVID? È certamente chiaro che è proprio lo stesso popolo ad aver escogitato le strategie fatali che hanno condotto ad una grandiosa sconfitta in questi due non necessari conflitti. Abbiamo a che fare con il popolo che aderisce al concetto di guerra di distruzione. Questi sono popoli che non cercano la pace, l’armonia o la riconciliazione, né con la natura né con altri segmenti dell’umanità.

I nostri “strateghi” della pandemia hanno ritenuto che rientrava nei loro poteri cancellare il SARS CoV 2 dalla faccia della terra. Costoro erano parimenti convinti che i talebani potevano essere sradicati. Ovviamente, si sbagliavano catastroficamente.

Ma i progressisti e la cosiddetta sinistra hanno parimenti una parte imperdonabile in queste vicende catastrofiche. Gli esponenti della sinistra non furono responsabili delle “strategie” ovvero del grande progetto. Non facevano parte dei think tank neoconservatori, e non sono stati coinvolti nella promessa di Pfizer di fissare il genoma umano. Non hanno consigliato Netanyahu, Trump o Johnson nel 2020 come pure non figuravano tra i consiglieri di Bush nel 2001. Ma sono stati i primi a sostenere la “guerra contro il terrorismo”, sionista e conservatrice, per la maggior parte nel nome dell’”interventismo umanitario”. Similmente, costoro sono stati tra i sostenitori più entusiasti del corrente esperimento [vaccinale] di massa.

Non c’è bisogno di grattare la superficie per notare che anche lo Stato ebraico ha avuto un ruolo centrale in questi due colossali errori. I think tank neoconservatori che hanno spinto l’America in Afghanistan erano naturalmente costituiti da ferventi ebrei sionisti. Nel 2003, Ari Shavit scrisse su Haaretz: “La guerra in Iraq è stata concepita da 25 intellettuali neoconservatori, in maggioranza ebrei, che stanno spingendo il Presidente Bush a cambiare il corso della storia”. Il popolo che si è offerto per il ruolo di cavia nell’esperimento COVID di Pfizer è ovviamente quello israeliano. L’Israele di Netanyahu non ha cercato di “vivere con il COVID”, ma ha trattato il virus come un Amalek contemporaneo, una piaga antisemitica che deve essere sradicata: il Mossad ha unito le forze insieme all’esercito nella guerra contro il Covid. Quando sembrava che il numero dei casi Covid scendesse, Israele ha subito dichiarato vittoria nella guerra contro il virus.

Ma la realtà è imbarazzante. In Afghanistan i talebani sono più forti che mai. L’America ha lasciato il paese che aveva promesso di liberare con la coda tra le gambe. Nella lotta contro il COVID, l’America è ugualmente sconfitta. Negli Stati Uniti, uno studio CDC[2] ha scoperto che le persone vaccinate costituivano il 74% dei casi nell’insorgenza virale in una località balneare del Massachusetts. E in Israele, la variante Delta ha fatto un’aliya[3] spettacolarmente efficace. I vaccinati sono ora numerosissimi tra i casi Delta ed ugualmente rappresentati tra i casi critici. Pochi giorni fa il direttore di un ospedale israeliano ha ammesso che il 90% dei suoi pazienti sono vaccinati. “Il vaccino sta scemando davanti ai nostri occhi”, ha detto.

Il teorico militare del modernista diciannovesimo secolo Carl von Clausewitz ha definito la guerra come “la continuazione della politica con altri mezzi”. Ma nell’universo sionistizzato globale in cui viviamo, la politica è semplicemente la continuazione della guerra. Mantenere il mondo in uno stato conflittuale è il mantra globale attuale poiché le persone quando hanno paura sono sottomesse. Questa filosofia ha sostenuto il sionismo per decenni. Ha mantenuto il popolo ebreo unito per due millenni ma tutto ciò ha richiesto un prezzo. La storia ebraica non è esattamente una storia di tranquillità.

Non dovrei davvero essere io a ricordare ai miei fratelli e sorelle amanti della pace che amare il prossimo può voler dire cercare la pace e l’armonia con l’universo nel suo insieme (virus compreso).

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://gilad.online/writings/2021/8/4/in-between-taliban-and-covid

[2] Nota del traduttore: i centri CDC sono i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie.

[3] Nota del traduttore: l’aliya è l’immigrazione ebraica in Israele. Atzmon ha impiegato questo termine come metafora del fatto che la variante Delta si è insediata in Israele.

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