Sandra Bonsanti e il gioco grande del potere

Sono recentemente usciti per l’editrice Chiarelettere i due volumi della giornalista Sandra Bonsanti, “Colpevoli” e “Il gioco grande del potere” (quest’ultimo è una ristampa). I due volumi hanno sicuramente degli aspetti apprezzabili ma soffrono di un’impostazione un po’ manichea: i socialisti italiani vengono dipinti immancabilmente come compromessi con la loggia P2 (a cominciare da Bettino Craxi) mentre molte meno critiche vengono rivolte alla magistratura italiana (il cui verminaio è emerso negli ultimi mesi in modo persino sconcertante, vedi i casi Palamara e Amara).

Bonsanti scrive che gli uomini della P2 non sono mai stati spazzati via. Non mi sento di condividere in toto questa tesi: gli uomini del pentapartito degli anni ’90, quelli del ceto politico (cementato dal patto Craxi-Andreotti-Forlani) che ella associa alla P2, sono sicuramente stati spazzati via. A cominciare dai socialisti, letteralmente annientati.

Da un certo punto di vista, il destino di Sandra Bonsanti è stato molto diverso rispetto a quello di molti dei politici da lei criticati. I suoi libri sono ben presenti in libreria. Quelli scritti a suo tempo dai socialisti (penso ai volumi di Massimo Pini e di Ugo Intini), e che rappresentano la memoria storica del PSI, sono diventati invece quasi introvabili.

Anche il giudizio su un politico come Giulio Andreotti risulta un po’ troppo unilaterale. Secondo me, Bonsanti non ha saputo cogliere appieno le propaggini estere del “gioco grande del potere”, in particolare le propaggini americane: è dall’America che, dopo la caduta del Muro di Berlino, è giunta la “fatwa” contro Craxi e Andreotti. Eliminati loro, i servi di Washington come Mario Draghi hanno avuto la strada spianata per portare a termine le famigerate “privatizzazioni”. Con Craxi e Andreotti, pur con tutti i loro difetti e limiti, l’Italia figurava tra le prime potenze industriali del pianeta. Dopo di loro è arrivato per l’Italia il tempo del declino, e quel poco di sovranità che c’era fino all’inizio degli anni ’90 è scomparsa del tutto. Oggi, siamo solo una colonia.

I libri di Sandra Bonsanti:

Un libro del socialista Massimo Pini ormai (quasi) introvabile:

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