Il Presidente siriano Assad ha vinto le ultime elezioni nel suo paese con una percentuale schiacciante: il 95% dei voti (e l’affluenza al voto dei siriani è stata molto alta: il 78% degli aventi diritto).
Le cancellerie occidentali hanno già liquidato l’esito del voto definendo il processo elettorale siriano “né libero né equo”. Assad ha risposto che i commenti degli occidentali “valgono zero”.
Dunque i siriani festeggiano la vittoria elettorale di Assad: la guerra contro la Siria scatenata dall’occidente non ha incrinato la compattezza del popolo siriano. Se in Italia ci fosse un Assad, e l’occidente ci facesse la guerra, il popolo italiano rimarrebbe fedele al suo leader? Ne dubito fortemente.
Per noi italiani però l’attenuante è che abbiamo vissuto per più di settant’anni in uno stato di finta indipendenza e soggetti a una continua propaganda dei nostri “amici” ma in realtà nemici atta a minare il più possibile i nostri sentimenti nazionali, una propaganda autodenigratoria che ispira sentimenti autolesionisti al limite del suicidio collettivo. Se poi a questo uniamo il potere “smidollante” di decenni di consumismo, abbiamo un quadro devastante delle condizioni psicologiche del nostro popolo.
Onore al popolo siriano, al presidente Bashar al Assad e ad Asma. Questa guerra è stata così lunga che Assad non può che rimanere al suo posto.