Gilad Atzmon: La variante israeliana, la profezia dell’IDF e la realtà sul terreno

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LA VARIANTE ISRAELIANA, LA PROFEZIA DELL’IDF E LA REALTÀ SUL TERRENO[1]

Di Gilad Atzmon, 25 febbraio 2021

Mentre scrivo questo articolo, il 75.4% dei nuovi casi COVID-19 in Israele riguardano persone sotto i 39 anni. Solo il 5.5% sono sopra i 60. Solo il 59.9% dei pazienti gravi hanno più di 60 anni. Il 40% sono sotto i 60. Il paese ha anche accertato un aumento acuto dei casi COVID-19 nelle donne incinte. Molte sono in ospedale, e 8 attualmente sono in condizioni critiche.

In Israele, i casi di COVID-19 nei neonati hanno visto un picco significativo del 1300% (da 400 casi sotto i due anni nel 20 novembre a 5,800 nel febbraio 2021).

I casi di COVID-19 pro capite in Israele sono aumentati in modo acuto e figurano tra i più alti del mondo (se non il più alto) durante il primo mese della “riuscita” campagna di vaccinazione di massa. Nell’arco di due mesi a partire dalla inoculazione intensiva del vaccino Pfizer, Israele è riuscito a raddoppiare il numero delle morti che aveva accumulato nei precedenti dieci mesi della pandemia. Stiamo parlando di circa 2700 cittadini israeliani, un numero simile a quello dei soldati dell’esercito che morirono nella guerra del Kippur, presuntivamente l’evento più traumatizzante nella moderna storia israeliana.

Quando ho presentato questi numeri a David Scott di UK Column solo due giorni fa, la sua reazione è stata diretta e lucida: “quella che tu descrivi qui è, davvero, una nuova malattia”. Ho paura che Scott abbia ragione. Questo è esattamente ciò che vediamo qui in Israele.

Ieri, ho guardato la discussione dal vivo su Ynet con il professor Nachman Ash, il “capo COVID-19” israeliano. Durante la discussione in rete, il prof. Ash ha cercato di affrontare le preoccupazioni degli israeliani riguardo al COVID-19 e all’impatto del vaccino Pfizer. Sorprendentemente (oppure no), Ash ha risposto in modo forzato alla maggior parte delle domande, per ovvie ragioni. Nessuno, incluso il prof. Ash, conosce le risposte alla maggior parte delle domande cruciali riguardanti il COVID-19 e i cosiddetti “vaccini”.

Nessuno sa quanto sarà efficace la sostanza della Pfizer nel lungo periodo. Nessuno sa come il COVID-19 potrà evolvere nel prossimo futuro. Nessuno sa se gli israeliani dovranno affrontare un’ondata di potenziamento anticorpo-dipendente (ADE[2]) di massa, sebbene speriamo che questo non sia il caso. Quello che sappiamo per certo è che gli specialisti di medicina israeliani che sollevano tali legittime preoccupazioni sono sottoposti agli stessi assurdi insulti e persecuzioni. Essi possono facilmente perdere la loro licenza medica per la vita. Il dr. Avshalom Karmel, che era stato così coraggioso da avvertire i suoi compatrioti sulle possibili conseguenze del vaccino, ha riferito ieri in un tweet: “Il Ministero della Salute mi sta minacciando, il direttore del mio ospedale mi ha rimproverato…”. È così che dobbiamo trattare i professionisti della medicina in una società “libera”?

Ho ascoltato l’intervista dal vivo con il professor Ash anche se egli non aveva davvero nulla da offrire, ma poi è arrivata la domanda che aspettavo. Un israeliano ha chiesto al prof. Ash: “per quanto tempo nasconderete il fatto che siamo di fronte ad una ‘variante israeliana’”? il presentatore di Ynet ha definito la domanda come “complottista”, tuttavia Ash ha ammesso che “stiamo individuando molte varianti”. Non ho sentito un diniego categorico.

La verità sulla questione è che una discussione su una “variante israeliana” sta circolando da un po’. Alla fine di gennaio i servizi segreti dell’IDF[3] avevano ammonito che una variante israeliana del COVID-19 è una probabile possibilità. Il 24 gennaio il Times of Israel ha riferito che “una task-force guidata dai militari ha avvertito della potenziale emergenza di una variante israeliana mutata del coronavirus resistente ai vaccini” e che “il lancio di massa del vaccino nel mezzo della corrente epidemia potrebbe esercitare una ‘pressione evolutiva’ sul coronavirus”.

L’esame delle politiche [sanitarie] israeliane correnti suggerisce la possibilità che AMAN (i servizi segreti dell’IDF) avesse ragione nella sua predizione. A giudicare dagli eccezionali e nuovi sintomi che sono associati con il COVID-19 nello Stato ebraico, abbiamo a che fare con una malattia con nuove caratteristiche. Essa attacca i giovani e le donne incinte, e rinuncia agli anziani e ai vulnerabili. Più Israele abbassa l’età dei vaccinati, più giovani sono i casi, e questi casi stanno aumentando in modo esponenziale.

È difficile ignorare la possibilità che il successo della campagna di vaccinazione di massa sia la carta elettorale del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Se la campagna si dimostrerà un successo alla vigilia del giorno elettorale, Bibi vincerà. Tuttavia, se la vaccinazione di massa si rivelerà come un’avventura disastrosa, incauta e politicamente interessata, che ha messo a rischio l’intera popolazione israeliana, non solo il suo futuro politico sarà distrutto, ma egli probabilmente vedrà l’inchiesta penale contro di lui espandersi in modo sostanziale, e non solo in Israele.

Non sono per nulla in grado di verificare se la profezia di AMAN riguardo alla possibile emergenza di una variante israeliana si sia adempiuta, ma posso cercare di analizzare le attuali politiche di Israele alla luce di un tale eventuale sviluppo.

  1. Israele esercita un’incredibile pressione su ogni israeliano affinché si vaccini. Mediante un “passaporto verde” esso progetta di limitare in modo radicale le libertà dei non vaccinati e la loro capacità di guadagnarsi da vivere. Netanyahu ha fatto voto il 24 febbraio che, entro il 10 di aprile, ogni israeliano dovrà essere vaccinato. Questo può essere ovviamente interpretato da qualcuno come una “sincera preoccupazione” di Bibi per la salute del suo popolo. Una spiegazione più cinica è che Bibi ora capisce che, se c’è un ceppo israeliano scatenato dalla campagna di vaccinazione di massa, il solo modo di combatterlo è di vaccinare ogni israeliano vivente sperando che il vaccino possa ridurre la malattia e le morti come vari studi suggeriscono.
  2. Gli aeroporti internazionali, i porti marittimi e i valichi di confine di Israele rimangono chiusi a tempo indeterminato. Alcuni israeliani potrebbero essere in grado di volare, ma nessuno può lasciare il paese. Ci si può chiedere perché agli israeliani (o anche solo ai vaccinati) non sia permesso di andarsene. Una possibile spiegazione è che Israele vuole prevenire la fuga dal paese di un ceppo di COVID-19 potenzialmente eccezionale. Perché Israele non permette alla sua grande comunità di vaccinati di viaggiare? Una possibilità è che Israele sa che i vaccinati potrebbero diffondere il ceppo. La si può esaminare e ci si può chiedere: perché a Israele importa la diffusione di una variante? Non so se a Israele importa o no, ma so che ci sono le elezioni tra meno di un mese. Bibi farà qualunque cosa sia necessaria per mantenere l’immagine di un successo pionieristico nella lotta contro il COVID-19. Agli israeliani che sono stati le cavie in questo esperimento viene chiesto di rimanere in riga per almeno un altro mese.
  3. Apprendiamo da diverse fonti israeliane che alcune questioni riguardanti le politiche israeliane relative al COVID-19, incluse le discussioni all’interno del Comitato governativo del coronavirus, sono ora sottoposte ad un periodo di secretazione di 30 anni. In Israele, solo le materie che sono collegate alla sicurezza nazionale (come le operazioni segrete dell’IDF e del Mossad) godono di un tale status di “riservatezza”. Cos’è che il governo israeliano e il suo Primo Ministro vogliono nascondere al proprio popolo e al mondo e perché?

C’è un crescente numero di studi in Israele che attribuiscono al vaccino un’efficacia superiore al 90% nel prevenire e nel ridurre la malattia. Ieri un nuovo studio ha “confermato” che il vaccino della Pfizer “ha agito tanto bene nel mondo reale quanto aveva fatto nelle sperimentazioni cliniche che hanno condotto al suo utilizzo”.

Personalmente, non ho nessun dubbio che il vaccino potrà essere efficace nel breve periodo nel proteggere quelli che vogliono assumerlo. Ma non posso ignorare la paurosa correlazione tra la vaccinazione di massa e l’aumento esponenziale dei casi e delle morti da COVID-19 che possono essere accertati in tutti i paesi che hanno intrapreso le vaccinazioni di massa. Non posso ignorare il fatto innegabile che la rapida vaccinazione di massa in Israele è legata ad un mutamento radicale dei sintomi del COVID-19 al punto che appare come “una malattia completamente nuova”.

Chiedo perciò ad ogni persona responsabile e al governo di esaminare il caso israeliano con cautela e di esaminare il mutamento dei sintomi come un evento cruciale e pericoloso.

Se i servizi segreti dell’IDF avevano ragione nel loro avvertimento e Israele è alle prese con il suo ceppo peculiare, allora Israele dovrebbe dire la verità e annunciare al mondo che questo è il caso. Questo è ciò che la Cina e la Gran Bretagna hanno fatto. Questo è ciò che la California ha appena fatto. Questo è esattamente ciò che ci aspettiamo da una nazione responsabile, ma Bibi potrebbe preferire nascondere le proprie carte. Se questo è il caso, egli può scegliere tra due possibilità. Una è quella di chiudere il paese e di prevenire la diffusione della variante israeliana prima delle elezioni. L’altra è quella di incoraggiare altri paesi e governi sconsiderati a seguire la strada scelta da Israele in modo da sviluppare a loro volta le varianti letali.

 

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://gilad.online/writings/2021/2/25/the-israeli-mutant-the-idf-prophecy-and-the

[2] Nota del traduttore: l’acronimo ADE sta per Antibody-dependent enhancement.

[3] L’IDF sono le forze armate di Israele.

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