L’ASCESA DEL SECOLO EURASIATICO. IL TRIANGOLO CINA-INDIA-PAKISTAN[1]
La Cina, l’India, il Pakistan e la Russia, tutti condividono la stessa meta di migliorare la connettività tra loro e i loro molti partner, mentre le loro visioni sono sempre più convergenti alla luce degli ultimi eventi.
Di Andrew Korybko, 25 marzo 2021
I recenti sviluppi in rapida evoluzione ispirano la speranza che il Secolo Eurasiatico si stia profilando in modo molto più veloce anche rispetto a quanto gli osservatori più ottimisti si sarebbero aspettati. Gli eventi rilevanti sono il disimpegno sincronizzato cinese-indiano e il cessate il fuoco indiano-pakistano del mese scorso, le minacce americane di sanzionare l’India per il suo progettato acquisto dei sistemi di difesa aerea S-400 della Russia, gli scandali che l’America ha provocato la settimana scorsa con Cina e Russia, l’inaugurazione del Dialogo sulla Sicurezza di Islamabad, e gli ultimi progressi nella risoluzione della guerra afghana. L’importanza di queste cinque questioni verrà ora brevemente esaminata prima di collocarle nel più ampio contesto strategico.
Il triangolo Cina-India-Pakistan sul territorio conteso – e riconosciuto dal UNSC[2] – del Kashmir ha sempre avuto un alto potenziale di conflittualità, che al mondo è stato ricordato durante la battaglia aerea indo-pakistana del febbraio 2019, e gli scontri indo-cinesi dell’estate corsa nella valle del fiume Galwan.
Tutte le parti, a loro merito, hanno compreso che i loro interessi vengono meglio perseguiti stabilizzando in loco la situazione di tensione mediante i già menzionati disimpegno e cessate il fuoco del mese scorso. Questo disinnesca tutto e crea un ambiente favorevole per risolvere pacificamente i loro disaccordi.
Le ripetute minacce americane di sanzionare l’India per il suo progettato acquisto dei sistemi di difesa aerea S-400 della Russia, migliorerà la situazione della sicurezza nell’Eurasia, per quanto strano ciò possa sembrare. L’India deve ora capire che gli Stati Uniti non sono così affidabili come alleato come qualcuno nel paese aveva in precedenza pensato. L’America sta attribuendo inaccettabili obblighi politici, economici e strategici alla cooperazione militare con l’India attraverso il Quad[3], che molti sospettano sia tacitamente volto a contenere la Cina. Se gli Stati Uniti dovessero andare fino in fondo con le loro minacce, allora New Delhi potrebbe a sua volta fare un passo indietro dal Quad, il che migliorerebbe automaticamente i rapporti indo-cinesi.
La riunione di Anchorage della scorsa settimana tra diplomatici cinesi e americani è finita con i secondi che hanno trattato con superiorità i primi impedendo così un progresso significativo. Inoltre, l’assenso del Presidente americano Joe Biden all’intervistatore che gli aveva chiesto se ritenesse che il Presidente russo Vladimir Putin sia un “killer” ha indotto Mosca a richiamare il suo ambasciatore per la prima volta dal 1998. Per coincidenza, il Ministro degli Esteri della Russia ha visitato Pechino questa settimana per discutere il rafforzamento dei legami bilaterali, che non sono rivolti contro nessuna terza parte come gli Stati Uniti, ma sono solo intesi a migliorare la situazione in Eurasia.
Il Dialogo inaugurale sulla Sicurezza di Islamabad si è parimenti tenuto la settimana scorsa e ha visto il Primo Ministro Imran Khan, il Ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi, e il Capo di Stato Maggiore Generale Qamar Javed Bajwa presentare congiuntamente la nuova grande strategia multipolare del Pakistan. Significativamente, Islamabad ha incoraggiato New Delhi a fare il primo passo per risolvere la loro disputa sul Kashmir in modo che il Pakistan possa quindi facilitare la connettività indiana con l’Afghanistan, con le Repubbliche Asiatiche Centrali, e oltre (forse anche con la Russia e con le UE). Questa iniziativa assai amichevole potrebbe rivoluzionare le capacità di connettività economica dell’Eurasia se l’India risponde positivamente al Pakistan.
Infine, il recente progresso che è stato fatto per una risoluzione pacifica della guerra afghana potrebbe liberare il potenziale della connettività Asia Centrale-Asia Meridionale. Ciò è particolarmente vero quando si consideri l’accordo del mese scorso tra il Pakistan, l’Afghanistan e l’Uzbekistan per costruire una linea ferroviaria tra loro. Tenendo presente l’iniziativa congiunta senza precedenti della leadership pakistana – politica, diplomatica e militare – nei confronti dell’India avvenuta la settimana scorsa, allora esiste la possibilità plausibile di dare finalmente inizio ad un corridoio di connettività Asia Centrale-Asia Meridionale alla fine della guerra afghana. Questo avverrebbe indiscutibilmente a tutto beneficio del super-continente eurasiatico.
Complessivamente, i rapidi sviluppi delle ultime settimane indicano fortemente l’ascesa del Secolo Eurasiatico. La Cina, l’India, il Pakistan e la Russia condividono tutti la stessa meta di migliorare la connettività tra loro e i loro molti partner, con le loro visioni che convergono sempre più alla luce degli ultimi eventi.
Lo scenario migliore è che il disimpegno sincronizzato sino-indiano e il cessate il fuoco indo-pakistano procedano in parallelo con un significativo progresso nella risoluzione della guerra afghana e della disputa del Kashmir. Questo esito permetterebbe a tutti gli attori di resistere più facilmente agli schemi americani del divide-et-impera e così assicurare un futuro vincente per tutti.
Andrew Korybko è un analista politico americano residente a Mosca specializzato nella relazione tra la strategia americana nell’Afro-Eurasia, la visione globale della connettività della Nuova Via della Seta della Cina, e la guerra ibrida. Egli è un frequente contributore di Global Research.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.globalresearch.ca/rise-eurasian-century/5740945
[2] Nota del traduttore: l’acronimo UNSC sta per United Nations Security Council, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
[3] Nota del traduttore: il Quad sta per Quadrilateral Security Dialogue, un dialogo strategico “informale” tra gli Stati Uniti, il Giappone, l’Australia e l’India mantenuto mediante colloqui tra i paesi membri.
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