Dieudonné perseguitato anche in Svizzera

 

I guai giudiziari di Dieudonné si allargano: adesso verrà giudicato (e, presumibilmente, condannato) non solo in Francia ma anche in Svizzera. Allarmante in questo senso è la notizia che mi giunge tramite Bocage-Info (l’agenzia di notizie revisioniste). Ho quindi deciso di tradurre l’articolo del quotidiano svizzero Le Matin-Dimanche riportato da Bocage, facendolo seguire da un mio commento. Ecco il testo:

Dieudonné sarà giudicato anche in Svizzera

INIZIO

Dieudonné non ha il diritto di negare le camere a gas. La giustizia ginevrina ha appena rinviato a giudizio l’umorista, già condannato in Francia, per delle affermazioni fatte in pubblico nel 2019.

Dieudonné M’bala M’bala pensava di essere intoccabile in Svizzera. Egli assicurava, nel febbraio 2020, che la giustizia ginevrina avrebbe “archiviato” la denuncia presentata contro di lui per negazionismo e antisemitismo. Il francese affermava che il nostro paese avrebbe compreso il suo umorismo. “Vi è uno spazio di libertà di espressione che è superiore alla Francia”, dove egli è stato già condannato. Il primo procuratore ginevrino Stéphane Grodecki, incaricato del dossier, non condivide quest’opinione. Egli ha rinviato il commediante davanti ad un Tribunale di polizia per discriminazione razziale, ingiuria e diffamazione.

Datato al 22 dicembre, l’atto di accusa è inequivocabile. Esso prende in esame lo spettacolo “En vérité” che Dieudonné ha tenuto a Nyon e a Ginevra l’anno scorso. Le potenziali degenerazioni razziste dell’artista sulle sponde del Lago Lemano avevano suscitato la polemica a monte. Il coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazione (CICAD) si era pubblicamente impegnato ad assistere alle rappresentazioni per denunciare ogni provocazione.

Negazione della Shoah

Quello che è avvenuto sulla scena non ha fatto ridere il procuratore. Egli scrive: “Ad un dato momento, quando egli [Dieudonné] interpreta un personaggio che si crede condannato su un aereo in pericolo, egli dichiara in pubblico che «le camere a gas non sono mai esistite»”. Il magistrato denuncia il tacito collegamento che l’umorista fa con i campi della morte creati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale per sterminare il popolo ebraico. È per aver negato un crimine di guerra accertato e per aver preso di mira una comunità che Dieudonné si sarebbe reso colpevole di discriminazione razziale.

Dieudonné avrebbe anche attaccato il CICAD, che aveva denunciato la sua posizione. “Il CICAD, le associazioni ebraiche…vabbè, non gli piaccio, ancora oggi costoro non mi amano? Ah, ho un processo domani? Il CICAD mi fa un processo? Dobbiamo dire loro di andare a farsi fottere (sic), al CICAD”, ha aggiunto durante lo spettacolo a Ginevra.

Alla fine del 2019 sui social, egli avrebbe ancora attaccato personalmente il segretario generale dell’organizzazione. È per questo che l’umorista è accusato di ingiuria e di diffamazione.

Dieudonné si difende

Il processo avrà luogo nel 2021. La libertà di espressione sarà al centro delle discussioni. Pascal Junod, avvocato di Dieudonné, non ha risposto alle nostre domande. La “Tribune de Genève” ha già riferito il suo punto di vista su questo affare. Egli dice che le sue affermazioni sono state estrapolate dal loro contesto, e che egli ha il diritto di esprimerle. Non si tratta che di uno spettacolo umoristico. Egli interpreta il ruolo di un clown che recita un’opera che non ha scritto.

Philippe Grumbach, avvocato del CICAD difende parimenti la libertà di espressione. Ma egli precisa che essa è limitata dal Codice penale. Non si può dire tutto: le affermazioni che istigano all’odio, alla discriminazione razziale sono proibite. Il magistrato Grodecki sottolinea questo limite alla libertà di espressione ricordando la giurisprudenza di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che condanna altre degenerazioni di Dieudonné. “L’antisemitismo non è un’opinione. È un reato”, sottolinea Grumbach. “E il negazionismo è una forma di antisemitismo. Di qui l’importanza dell’atto di accusa ginevrino”.

E Alain Soral a Losanna?

Dopo la Francia e il Belgio, è dunque la volta del Cantone di Ginevra di prendere severi provvedimenti. Philippe Grumbach e il CICAD si rallegrano. Essi sperano che altri Cantoni seguiranno. In particolare la giustizia vodese contro Alain Soral. Il saggista francese, vicino a Dieudonné, domiciliato a Losanna dall’inizio del 2020, ha pubblicato quest’anno delle affermazioni giudicate antisemite e filonaziste sui social. “Noi abbiamo denunciato il caso”, commenta Grumbach. Il comune di Losanna ha rilanciato, chiedendo al pubblico ministero l’apertura di un’inchiesta. La decisione si fa ancora attendere. “Noi deploriamo che la giustizia vodese sia riluttante a perseguire Alain Soral”, conclude l’avvocato del CICAD.

FINE DELL’ARTICOLO DE LE MATIN-DIMANCHE (datato 27 dicembre 2020, p. 3).

Mio commento personale:

qualche giorno fa, Gilad Atzmon ha postato sulla sua bacheca Facebook la seguente immagine:

Ne traduco il contenuto per coloro che non sanno l’inglese. Recita la didascalia:

“Non è scienza, se non vi è permesso di metterla in discussione. È un sistema di valori, una religione, un culto, ma NON scienza”.

Ecco, domandiamoci: quali sono, nel cosiddetto “Occidente democratico” gli argomenti che non ci è permesso discutere? Sicuramente l’Olocausto continua a detenere il primo posto. Dieudonné rivendica il diritto di poterne parlare liberamente, senza tabù e senza censure. I suoi persecutori cercano di conculcare questo suo (e nostro) diritto. Accampare pretestuosamente l’antisemitismo e la discriminazione razziale per turare la bocca ai revisionisti significa solo ribadire che la storiografia della Shoah non è sufficientemente scientifica da potersi permettere un contraddittorio. Se persino le affermazioni di un comico come Dieudonné fanno paura vuol dire che il Re è veramente nudo (per quanto protetto dall’ipocrisia e dalla piaggeria dei magistrati)!

 

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