Nelle scorse settimane e nei giorni scorsi abbiamo finalmente capito il vero volto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Intendo riferirmi ai segreti apposti dallo Stato sulle stragi avvenute nel nostro paese.
Una piaga che da sempre costituisce un’ulteriore esacerbazione per gli italiani che hanno a cuore la verità dei fatti – e a cui la verità dei fatti continua a venire negata – non ultimi i familiari delle vittime.
Intendo riferirmi, in particolare, alle stragi di Ustica e di Bologna.
il 30 giugno scorso, il Resto del Carlino riportava la seguente notizia:
“Lo hanno ribadito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fino alla terza carica dello Stato, Roberto Fico, sabato arrivato a Bologna per i 40 dalla strage di Ustica: il segreto sugli atti ancora coperti, deve cadere per arrivare finalmente a una verità definitiva”.
Quindi, a quanto pare, il premier all’epoca si era espresso per far cadere il segreto sugli atti ancora coperti.
Un’intenzione ribadita il 5 agosto scorso:
Il premier Conte: ”Basta segreti di Stato sulle stragi”, titolava un mese fa il sito antimafiaduemila.com, commentando il fatto che Conte aveva scritto – in occasione della ricorrenza dei 40 anni delle due stragi di Ustica e Bologna – una lettera ai Presidenti di Camera e Senato per invitarli a declassificare gli atti conservati nei loro archivi ma che ad oggi non sono divulgabili, in quanto considerati top secret dalle amministrazioni dello Stato e dai servizi di sicurezza.
Tutto bene, quindi: finalmente un Presidente del Consiglio che si attiva per togliere di mezzo gli ostacoli frapposti a tutti coloro che si ostinano a cercare la verità sulle stragi.
E invece no: il 22 agosto scorso, ecco arrivare l’ennesimo stop alla desecretazione degli atti sulla strage di Ustica. Uno stop che è arrivato proprio dalla Presidenza del Consiglio:
“Ustica, resta (per altri 8 anni) il segreto di Stato sulla strage”.
“I documenti del Sismi sulla strage del Dc-9 di Ustica, che il 27 giugno 1980 provocò la morte delle 81 persone a bordo, non saranno resi pubblici, come ci si aspettava dopo che il 2 luglio scorso il Consiglio di presidenza del Senato aveva approvato all’unanimità un parere per consentire al presidente di Palazzo Madama di decretare lo stop del segreto funzionale sugli atti fino al 30 giugno 2001 delle commissioni parlamentari di inchiesta, tra cui quella sulle «Stragi».
“Il mantenimento della classificazione «segretissimo» per altri 8 anni, anticipata dalla Stampa, è stata confermata da Giuliana Cavazza De Faveri, presidente dell’Associazione per la verità su Ustica: «La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (Dis), mi ha formalmente comunicato, nella mia qualità di Presidente della Associazione e figlia di una delle vittime di quel disastro aereo, che rimangono segretati i documenti relativi alla attività del Sismi a Beirut a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del 900, sui quali a suo tempo fu apposto il segreto di stato dal colonnello Stefano Giovannone, permanendo ‘l’idoneità ad arrecare in caso di divulgazione un grave pregiudizio agli interessi essenziali della Repubblica»”.
Quindi Giuseppe Conte ha smentito clamorosamente – e spudoratamente – sé stesso nel giro di pochi giorni. Per una volta, sottoscrivo la dichiarazione rilasciata per l’occasione dalla presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini:
“Da quarant’anni sulla strage di Ustica si combattono due tesi contrapposte: quella della bomba sull’aereo e quella del missile lanciato per sbaglio in uno scenario di guerra. A me oggi preme solo ricordare che nell’ultimo, recente anniversario della strage, il premier Conte ha detto che ‘non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia nazionale’. Ebbene, la notizia che Palazzo Chigi ha prorogato per otto anni il segreto di Stato sui documenti del Sismi a Beirut va nella direzione esattamente opposta. Se non si trattasse di una tragedia nazionale, sarebbe lecito parlare di farsa”.
Tutto ciò, per quanto riguarda Ustica. Ma anche per la strage di Bologna la musica è la stessa.
Ecco cosa si può leggere in proposito sempre sul Resto del Carlino:
Quindi ora lo possiamo dire tranquillamente: il premier Conte, lungi dal rappresentare “il nuovo che avanza” non è che l’ultimo esponente di una politica vecchissima, quella tesa a coprire i poteri forti implicati nelle stragi.
Una politica che, per quanto riguarda la nostra martoriata Repubblica, va avanti almeno da 70 anni: da quando, nel 1947, ebbe luogo la strage di Portella della Ginestra.
Ma quali sono questi poteri forti coinvolti nelle stragi? I nomi sono sempre quelli: Stati Uniti e Israele.
Conte non ha fatto quindi che reiterare la tradizionale sudditanza dei Presidenti del Consiglio italiani nei confronti delle predette potenze.
Rimane da dire di un’altra sudditanza: quella di certi giornalisti nei confronti del Presidente del Consiglio. Eccone un esempio, tratto dalla festa del Fatto Quotidiano avvenuta nei giorni scorsi: Antonio Padellaro, di fronte ad un marchiano errore di Conte riguardo ai morti da Covid in Italia, prova timidamente a correggere il Presidente del Consiglio ma poi, di fronte alla sua tracotante perseveranza, rinuncia a fare il suo mestiere.
Che pena.
QUANDO SI E’ ALLA RICERCA DELLA VERITA’, CERTE COSE SCIOCCANO. RINGRAZIO ANDREA CARANCINI CHE, DOPO AVERMI MOSTRATO LA VERITA’ SULLA KRISTALLNACHT, TRAMITE IL LIBRO E GLI STUDI DELLA WECKERT, CONTINUA AD APPROFONDIRE ULTERIORI REALTA’ CHE TENTANO CON OGNI MEZZO DI COPRIRE ED INSABBIARE. ROSA RUTA