Coronavirus: la saga delle coincidenze

Emergenza coronavirus: il flusso delle informazioni è incessante e non sempre interessante ma talvolta fornisce degli spunti intriganti e meritevoli di riflessione. Cercherò di fissarne alcuni sulla carta, prima che si disperdano nel rumore di fondo delle notizie da cui le nostre coscienze sono quotidianamente bombardate.

Diciamo innanzitutto una cosa: quella del coronavirus è una vicenda costellata di coincidenze. Molte di queste coincidenze sono state raccontate dallo scrittore Roberto Quaglia in un video pubblicato da Pandora Tv qualche settimana fa.

Le ripercorro in questo post e ne aggiungo qualcun’altra emersa nei giorni scorsi.

Prima però una premessa: da quando è scoppiata questa epidemia i media mainstream hanno cercato di dare tutta la colpa della diffusione del virus ai cinesi. Il coronavirus sarebbe stato prodotto in laboratorio e sarebbe quindi sfuggito al controllo dei suoi creatori. Ma, secondo Quaglia, i virus non scappano dai laboratori di massima sicurezza.

A questo proposito ci tengo a ragguagliare i miei lettori su un interessante articolo uscito il 4 marzo scorso sul sito Global Research, secondo cui il virus ha avuto probabilmente origine negli Stati Uniti.

Tale articolo riferisce che secondo uno studio scientifico condotto da ricercatori cinesi, il coronavirus non è partito dal mercato del pesce di Wuhan ma vi è stato introdotto da altri luoghi, e si è poi rapidamente diffuso da Wuhan a causa del grande numero dei contatti.

Le autorità cinesi hanno poi condotto una indagine ad ampio spettro sull’origine del virus. Durante tale ricerca hanno accertato che l’epidemia è iniziata probabilmente a novembre, poco dopo i Giochi Militari di Wuhan.

Nel febbraio 2020, il canale televisivo giapponese Asahi, ha affermato che il coronavirus ha avuto origine negli Stati Uniti, non in Cina, e che alcune (o molte) delle morti americane (circa 14.000) attribuite all’influenza potrebbero essere state provocate dal coronavirus.

Il 27 febbraio è stato un virologo di Taiwan a sostenere, a seguito di una lunga e dettagliata ricerca sull’origine del virus, che questo è arrivato dagli Stati Uniti. Uno dei suoi argomenti principali è che il coronavirus che ha infettato Taiwan esiste sono in Australia e negli Stati Uniti e che, poiché Taiwan non è stata infettata da australiani, l’infezione di Taiwan può essere venuta solo dagli Stati Uniti.

L’assunto che ha guidato la sua ricerca è che l’ubicazione geografica con la più grande diversità di ceppi del virus deve essere la fonte originale perché un singolo ceppo non può emergere dal nulla. Egli ha dimostrato che solo gli Stati Uniti hanno tutti e cinque i ceppi conosciuti del virus (mentre Wuhan e la maggior parte della Cina ne hanno solo uno, come pure Taiwan e la Corea del Sud) e quindi la tesi è che gli aplotipi delle altre nazioni potrebbero avuto origine negli Stati Uniti.

Il virologo taiwanese ha quindi affermato che lo scoppio del virus è avvenuto prima di quanto comunemente ritenuto: nel settembre 2019, quando alcuni giapponesi che erano andati nelle Hawaii tornarono a casa contagiati. Si tratta di persone che non erano mai state in Cina.

Rivolgiamo adesso la nostra attenzione al video di Roberto Quaglia. Il primo interrogativo che si pone Quaglia è il seguente: è da “complottisti” domandarsi se l’epidemia è un fatto naturale o intenzionale? La risposta è: no, non è da complottisti. I protocolli della NATO stabiliscono che di fronte ad un evento epidemico insolito si deve accertare se l’evento è naturale o intenzionale.

Nei casi di bioterrorismo è quasi impossibile giungere a delle prove certe. Si può però arrivare a delle conclusioni in base al criterio della massima plausibilità. Nel caso del Covid 19, il gruppo di studio di Gabriele Vietti (vedi intervista con Byoblu) è giunto alla conclusione che l’ipotesi che l’epidemia sia un evento intenzionale è assolutamente verosimile.

Il sospettato n°1 sono gli Stati Uniti, che avrebbero avuto sia la capacità, che l’opportunità, che il movente per diffondere il virus.

Quanto alla capacità, Il Pentagono dispone di numerosi laboratori di massima sicurezza in cui fa esperimenti con pericolosi agenti patogeni. Il prof. Francis Boyle è convinto che il Covid 19 sia un’arma biologica. Boyle ci ricorda anche che gli Stati Uniti hanno circa 13.000 scienziati che testano armi biologiche.

Quanto all’opportunità, i Giochi Mondiali Militari di Wuhan dell’ottobre 2019 avrebbero fornito un’occasione e una copertura perfetta per un’azione ostile nei confronti della Cina, e qui iniziano a venire fuori le coincidenze: la prima coincidenza è che il virus si sia diffuso poco prima del Capodanno cinese, quando la gente si mescola in grandi raduni pubblici.

La delegazione americana ai Giochi di Wuhan

La seconda coincidenza è che tutto ciò sia avvenuto proprio al centro della Cina, da dove si poteva propagare dappertutto. E proprio nel cuore produttivo del paese, la capitale dell’high tech cinese. E proprio nell’unico luogo in cui ci sia l’unico laboratorio di massima sicurezza. Un’occasione ideale per propalare la storia del virus “sfuggito al controllo” dei cinesi.

E veniamo al movente. Quaglia ci ricorda come quella del coronavirus non sia l’unica epidemia di cui ha sofferto la Cina in questi ultimi tempi. La Cina ha infatti subito almeno altre due epidemie gravi: la peste suina africana, che ha ucciso la metà dei maiali cinesi, e l’influenza aviaria, che ha decimato i polli. E questa è una terza coincidenza.

Ma c’è di più: secondo l’articolo di Global Research da me citato in precedenza, le pandemie subite dalla Cina negli ultimi due anni, nel corso della guerra commerciale con gli Stati Uniti, sono state sei. Andiamole a elencare:

  • Febbraio 2018: l’influenza aviaria H7N4. Almeno 1.600 persone ammalate. Morte più di 600. Molti polli morti. La Cina ha avuto bisogno di acquistare pollame americano.
  • Giugno 2018: l’influenza aviaria H7N9. Molti polli morti. La Cina ha avuto bisogno di acquistare pollame americano.
  • Agosto 2018: scoppio della peste suina africana. Milioni di maiali morti. La Cina ha avuto bisogno di acquistare maiali americani.
  • Maggio 2019: massiccia infestazione di nottue in 14 regioni della Cina, che ha distrutto la maggior parte dei raccolti. L’infestazione ha colpito più di 8.500 ettari della produzione di grano cinese. La Cina ha avuto bisogno di acquistare prodotti agricoli americani.
  • Dicembre 2019: scoppia l’epidemia da coronavirus.
  • Gennaio 2020: la Cina è colpita da un ceppo altamente patogeno di influenza aviaria nella provincia dello Hunan. Molti polli morti. La Cina ha avuto bisogno di acquistare pollame americano.

Ecco il movente: gli Stati Uniti hanno avviato quella che gli analisti chiamano la guerra ibrida contro la Cina.  La peste suina africana è considerata un’arma biologica.

La diffusione in Cina della peste suina africana

A Cuba negli anni ’70, e in Russia nel 2008 vi furono due epidemie di peste suina. Entrambe, Cuba e Russia accusarono gli Stati Uniti.

Quarta coincidenza: mentre il coronavirus mieteva le sue vittime in Cina, gli Stati Uniti, a Monaco, in Germania, ribadivano la dottrina di considerare la Cina come la minaccia n°1 per la NATO.

Quinta coincidenza: meno di due mesi prima dello scoppio dell’epidemia, il John Hopkins Center for Health and Security, assieme al World Economic Forum e alla Fondazione di Bill Gates, svolse un’esercitazione per lo scoppio di una pandemia causata da un nuovo coronavirus. Una pandemia che nella loro simulazione, chiamata Event 201, avrebbe ucciso 65 milioni di persone.

A questo punto Roberto Quaglia ricorda che tre anni fa (nel 2017) in Russia alcuni americani vennero sorpresi a raccogliere campioni di DNA di cittadini russi.

Come non pensare allora al fatto che già nell’anno 2000 (venti anni fa) gli strateghi americani mettevano in conto l’utilizzo di armi biologiche etniche? Il think-tank che lo pubblicò è il PNAC (Project for a New American Century). Questo fatto è stato ricordato anche da Diego Fusaro.

Ecco cosa c’era scritto in quel documento:

“E forme avanzate di guerra biologica che possono “prendere di mira” genotipi specifici potrebbero trasformare la guerra biologica da regno del terrore in uno strumento politicamente utile”.

Tutto ciò non riguarda direttamente l’attuale epidemia da coronavirus, che non sembra aver preso di mira un genotipo specifico. Dimostra però che le alte sfere del potere americano considerano le armi biologiche come uno strumento “politicamente utile”.

Ci sono poi altre due avvisaglie inquietanti rispetto alla situazione che stiamo vivendo: Dieci anni fa, in uno studio della Rockfeller Foundation sugli scenari del futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale, uno dei quattro scenari prospettati era costituito dallo scoppio di un’epidemia che avrebbe scatenato l’imposizione di uno stato di polizia globale.

Sempre in quegli anni, l’economista Jacques Attali, consigliere dei presidenti francesi Mitterrand e Macron, affermava che “Una piccola pandemia permetterà di instaurare un Governo Mondiale”.

C’è un’ultima coincidenza interessante, tra quelle ricordate da Roberto Quaglia, ed è molto più recente. Risale al 31 gennaio scorso. La giornalista e blogger Debora Billi ha portato alla pubblica attenzione un inquietante post anonimo apparso sulla piattaforma di discussione “4chan” dove da tempo apparirebbero “leaks” (soffiate) che spesso si rivelano fondate. Questa soffiata annunciava che, nel caso avesse attecchito anche in Italia un focolaio di coronavirus, l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbe testato sulla popolazione un regime di quarantena dura.

Quella soffiata è diventata realtà: che sia stata una decisione autonoma del governo oppure sotto dettatura da parte dell’OMS, l’Italia sta effettivamente sperimentando un regime di quarantena dura, in cui le amministrazioni locali cercano addirittura di inasprire le pur già severe disposizioni del premier Conte.

Lo scrittore Roberto Quaglia

Il video di Roberto Quaglia è di qualche settimana fa. Da allora sono emerse due ulteriori coincidenze che mi sembra interessante segnalare. Ma prima ribadiamo la tempistica della diffusione del virus in Cina: proprio un paio di settimane prima dello scoppio dell’epidemia (e 2 settimane è il tempo dell’incubazione) si è svolta a Wuhan la settima edizione dei Giochi Mondiali Militari (a cui ha partecipato una delegazione statunitense).

Tutto ciò ha indotto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian a dichiarare che “Potrebbe essere stato l’esercito Usa ad aver portato l’epidemia a Wuhan… Gli Stati Uniti ci devono una spiegazione!”

E veniamo alle due ultime novità. La prima è che lo scorso mese di novembre Bridgewater, che è il più grande fondo speculativo del mondo, scommise 1,5 miliardi di dollari che nel mese di marzo 2020 i listini azionari mondiali avrebbero avuto un calo generalizzato.

La notizia è ancora visibile sui siti del Corriere della Sera e dell’AGI. La rese nota il Wall Street Journal lo scorso 22 novembre: Bridgewater avrebbe guadagnato la predetta cifra se a marzo S&P 500 e l’Euro Stock 50 fossero finiti entrambi in rosso. Il quotidiano la Stampa, interpellata in proposito ha liquidato la coincidenza, al solito, come “mito complottista” ma non mi ha convinto per nulla. Come faceva Bridgewater a sapere che le borse sarebbero crollate proprio a marzo?

Ray Dalio, fondatore del fondo Bridgewater

La seconda novità è che lo scorso 12 dicembre, come ci ha ragguagliato il blog di Antonio Mazzeo, è avvenuto il trasferimento a Sigonella del reparto sanitario d’élite delle forze armate Usa che svolge ricerche e test su virus e batteri e concorre alla produzione di vaccini e farmaci “antivirali”.

Si tratta della NAMRU (Naval Medical Research Unit) 3.

Il governo italiano è al corrente di questo trasferimento?

Alla notizia riferita da Mazzeo, Maurizio Blondet ha aggiunto la traduzione di un interessante articolo del giornale egiziano Al-Wafd, secondo cui

“I ricercatori dell’unità e i medici americani godono dell’immunità diplomatica. Alcuni di loro, infatti, appartengono alla CIA…Dalla fondazione dell’unità NAMRU in Egitto, sono state scoperte dozzine di malattie virali nuove e mutate. Ciò può far sospettare che questi agenti patogeni sono importati. Nessun istituto medico di ricerca si è infiltrato in Egitto in misura maggiore di NAMRU, che controlla i segreti dei virus utilizzati nelle [armi di] distruzione di massa e armi biologiche”.

Consiglio a tutti di leggere l’articolo nella sua integralità così come è stato pubblicato sul sito di Blondet.

La storia del coronavirus è la saga delle coincidenze.

2 Comments
    • Paolo
    • 20 Marzo 2020

    Due domande. 1) si sa che la squadra sportiva dell’esercito americano ha fatto a Wuhan una prestazione estremamente deludente. Sarebbe arrivata 34a o 35a, addirittura. Qualcuno sa quali furono le prestazioni della stessa squadra nelle altre edizioni?
    2) Sarebbe anche interessante sapere se negli ultimi 20 anni vi sono stati anche negli Stati Uniti delle epidemie di vario tipo, simili a quelle subite dalla Cina.
    Grazie.

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