Paolo Cucchiarelli: le doppie bombe accettabili e quelle no secondo Enrico Deaglio

Da Paolo Cucchiarelli ricevo – via Facebook – e volentieri pubblico il seguente intervento:

Le doppie bombe accettabili e quelle no secondo Enrico Deaglio

Enrico Deaglio che ha pubblicato nel 2019 La bomba. Cinquant’anni di Piazza Fontana nel quale ripropone una vulgata della vicenda condita con i buoni sentimenti e la nostalgia per gli stessi ma ben poca ricerca di una verità che aiuti a capire cosa accadde e perché. Per attaccare, senza smontare, questa inchiesta, l’ex direttore di Diario riprende concetti clonati da Adriano Sofri.

Scrive Deaglio: «Né francamente si capisce perché il giornalista Cucchiarelli (dalle cui stravaganti tesi il film è tratto) abbia passato una buona parte della sua vita a inseguire menzogne». Rispondo: per dimostrare che voi, la vostra generazione, le vostre menzogne scientemente dispiegate per salvare la vostra immagine e il vostro spicciolo e momentaneo tornaconto politico hanno innescato un meccanismo che ha portato all’Italia di oggi. L’ho fatto anche per l’assassinio di Aldo Moro. E anche in questo caso silenzio. L’unico modo con cui sapete rispondere oltre la derisione. Avrà contezza che non uno dei fatti di questa inchiesta è stato smontato perché vero, riscontrato e riscontrabile. A voi non interessano i fatti ma il loro uso politico; questo è quello che avete introdotto in Italia come fatto e senso comune. Dovevate essere l’alternativa al potere e avete usato le stesse armi per di più per piccoli fini che hanno creato immensi problemi. Avete solo risolto i vostri.

Lei si rifà alla mitologia di quegli anni fondata su un falso tabù. Un esempio? Rinvia con ossequio alla inchiesta Strage di Stato non dicendo che a stamparla avrebbe dovuto essere l’editore di «sinistra» Giovanni Ventura e che fu lui il misterioso componente del collettivo che redasse il libro di cui da decenni nessuno vuole rivelare l’identità. Sempre Ventura pubblicò il primo libro su Pinelli. Ecco quella controinformazione è il vostro fondamento, la vostra fonte.

I «doppi sparatori» di Sofri e le altre «doppie bombe»

A chi definisce «assurda» o «stravagante» la tesi della doppia bomba a Piazza Fontana chiedo per quale ragione non è tale la tesi dei due sparatori per l’omicidio Calabresi perseguita con tenacia da Sofri e dai suoi avvocati; Bompressi aveva per caso due pistole?

È «assurda» o «stravagante» la ricostruzione, ormai stabile, della doppia mano che colloca l’esplosivo sotto il cunicolo dell’autostrada a Capaci, dove salta in aria Giovanni Falcone, la moglie e la scorta.

E che riflessioni fare sulla ipotesi che sta emergendo che spiega il gigantesco depistaggio di Stato riguardante via D’Amelio, dove morì il giudice Paolo Borsellino, motivato dal fatto che ad uccidere il magistrato sotto casa della madre siano state due 126 imbottite di esplosivo; una collocata dalla mafia e l’altra da chi nello Stato voleva veder morto anche questo giudice. «Assurdo» e «stravagante», vero?

Anche a Portella della Ginestra si è ripetuto, grazie allo zampino della Decima Mas addestrata dagli Usa, lo schema doppio; non fu Giuliano ad uccidere i braccianti il 1° maggio del 1947.La documentazione fu raccolta da Danilo Dolci ed è disponibile.

Esistono «doppie bombe» accettabili ed altre politicamente indigeribili perché a Sofri e compagnia- penso al libro di Deaglio- danno politicamente fastidio mostrando a tutti su che falso tabù è stato eretto un intero periodo storico e per volontà di chi?

Solo per Piazza Fontana questa ipotesi, dimostrata, supportata da elementi scientificamente indiscutibili, frutto in origine del lavoro di un grande magistrato come Emilio Alessandrini e che è costata ad un altro coraggioso magistrato come Guido Salvini ostracismo e attacchi, non può essere valutata ma solo sdegnosamente respinta?

Ci sono «doppie bombe» politicamente corrette ed altre che non lo sono e non lo potranno mai essere?

Piazza Fontana è il Pasticciaccio che ha fatto ammalare l’Italia.

FINE DELL’INTERVENTO DI PAOLO CUCCHIARELLI

Due libri da comprare per capire Piazza Fontana:

 

2 Comments
    • Gengè
    • 15 Novembre 2019

    in proposito può, forse, aiutare a comprendere tutto questo immane opera di depistaggio, anche la vicenda di PPP che ricostruiva la vicenda di Cefis (fondatore della P2) anche utilizzando l’utile libro di G. Steimetz.
    in un articolo che non ho più trovato sul sito di Casarsa dedicato a PPP, P. Ottone ricostruiva che l’art. “perché il processo” uscito sul Corsera era il completamento di ciò che PPP ha anticipato in tre articoli a Periodici (come detto l’articolo non è più rintracciabile e quindi neanche mi è possibile la ricostruzione delle date e ricercare gli anticipi per vederne l’evoluzione). Come è noto Cefis è collegato a ENI ed è il successore di Mattei e poi colui che fuse Montecatini e Edison in Montedison.
    Cefis aveva creato un impero e controllava l’informazione e la politica… PPP aveva individuato in lui, e nel suo ruolo in ENI, una chiave di lettura di tutto… dopo il suo omicidio dal romanzo Petrolio è stato trafugato un capitolo “Lampi su ENI” (la cui esistenza è certa) e saprai che su tale capitolo c’è stata la sceneggiata del “bibliofilo” Dell’Utri che poi ritrattò di esserne venuto in possesso di copia o di originale.
    Concordo, eccome, che Piazza Fontana è il Pasticciaccio che ha fatto ammalare l’Italia… ammalare di paura come scriveva PPP che pure a questi fatti si riferiva.
    bisogna far attecchire questi fatti…
    saluti

    Rispondi
    • MDA
    • 16 Novembre 2019

    Tutto corretto e condivisibile.
    Aggiungo che nessun politico non conforme è tale se accetta il dialogo con giornalisti rai, mediaset, sky,cairo, repubblica, stampa, RCS: si parla dei giornalisti, non si parla coi giornalisti. La rivoluzione può partire solo da qui.

    Rispondi

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