L’Austria condannata in seguito alla denuncia di un sopravvissuto di un campo nazista

BOCAGE-INFO

L’AUSTRIA CONDANNATA IN SEGUITO ALLA DENUNCIA DI UN SOPRAVVISSUTO DI UN CAMPO NAZISTA[1]

INIZIO

La Corte europea dei diritti dell’Uomo (CEDH) ha condannato il mese scorso l’Austria per non aver tenuto correttamente in conto la denuncia per diffamazione presentata da uno degli ultimi sopravvissuti del campo nazista di Mauthausen, che si era detto diffamato da un giornale di destra. Adita da Aba Lewit, un austriaco nato nel 1923 che è uno degli ultimi sopravvissuti di questo campo di concentramento, la CEDH ha stimato che i tribunali austriaci non hanno “adeguatamente tenuto conto della sua denuncia” e hanno condannato l’Austria a versargli 5.000 euro per danni morali.

Nell’estate 2015, il giornale Die Aula aveva pubblicato un articolo che descriveva le persone liberate del campo di Mauthausen come dei “criminali”, degli “assassini di massa” e dei “flagelli”.

Le autorità austriache avevano allora aperto un’inchiesta penale ma questa venne classificata senza seguito. In un articolo del 2016, lo stesso giornalista dell’”Aula” menzionò questa classificazione senza seguito e ripeté parola per parola le sue affermazioni.

Il signor Lewit e nove altri sopravvissuti della Shoah perseguirono allora il giornale e l’autore dell’articolo per diffamazione.

Essi sottolinearono che erano stati tutti imprigionati a Mauthausen a causa delle loro origini o della loro fede e che nessuno aveva commesso atti criminali significativi. Anche se non erano stati menzionati per nome nell’articolo, essi si consideravano legittimati a compiere queste denunce poiché figuravano tra gli ultimi sopravvissuti delle persone liberate da questo campo nazista.

La loro azione legale venne respinta, in primo grado e poi in appello, con il motivo che dal campo di Mauthausen erano state liberate 20.000 persone e che i querelanti non erano stati presi di mira individualmente dall’articolo.

Il 10 ottobre, la CEDH, basata a Strasburgo, ha ricordato la sua giurisprudenza secondo la quale “la vita privata di ciascun membro di un gruppo può essere toccata dagli stereotipi negativi o dalle affermazioni diffamatorie” e ha constato che il signor Lewit e gli altri ex prigionieri di Mauthausen costituiscono “un gruppo sociale”.

I giudici hanno concluso che i tribunali austriaci “non hanno protetto i diritti del ricorrente poiché non avevano esaminato la questione centrale di questo processo: quella di sapere se (il signor Lewit) era stato diffamato da questo articolo”.

Circa 200.000 persone, originarie di 40 paesi, e ebree per un quarto tra di esse, sono state detenute tra il 1938 e il 1945 a Mauthausen, situato sulle colline della riva nord del Danubio, nei pressi di Linz.

Circa 90.000 deportati vi sono morti, soccombenti al lavoro nelle cave di granito, alla malnutrizione o alle malattie. Altri sono stati abbattuti dai guardiani, appesi, strangolati o picchiati.

FINE

Commento di Bocage-Info:

Le violenze dei detenuti liberati verso gli abitanti del vicinato non sono contestate da nessuno: perché dunque Lewit e i suoi nove congeneri si sono sentiti presi di mira dall’articolo in questione se non hanno niente da rimproverarsi?

https://fr.timesofisrael.com/lautriche-condamnee-suite-a-la-plainte-dun-survivant-dun-camp-nazi/

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini.

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