Friedrich Paul Berg: Donne blu sulla spiaggia

DONNE BLU SULLA SPIAGGIA

La falsa tossicità del diossido di carbonio nel gas di scarico diesel

Di Friedrich Paul Berg, 2004

Il numero di maggio 2004 di The Revisionist conteneva un saggio di Charles D. Provan intitolato: “Il colore blu delle vittime ebraiche nel campo della morte di Belzec – e l’avvelenamento da monossido di carbonio”[1]. Il focus di quel saggio è la mia tesi che le gasazioni diesel sono praticamente impossibili! La ragione per cui le gasazioni diesel non sono mai avvenute è che le misure necessarie per rendere tossici i gas di scarico diesel sono così assurde, e improbabili, che sono troppo incredibili – specialmente in considerazione delle alternative che i nazisti avevano a loro disposizione, come il gas di gasogeno (Holzgas). La tesi dell’Olocausto diesel è che i nazisti uccisero approssimativamente due milioni di ebrei con i gas di scarico diesel. Si tratta del doppio del numero delle vittime presuntamente uccise con il cianuro e, perciò, la tesi delle gasazioni diesel è enormemente importante.

Le descrizioni delle vittime “blu” o “bluastre” sono un grosso difetto per quanto riguarda l’affermazione che le vittime morirono a causa del monossido di carbonio. Provan insiste che ho torto perché, a suo parere, il diossido di carbonio e l’ossigeno ridotto hanno contribuito insieme al CO per uccidere in mezz’ora. Non c’è disaccordo tra Provan e me sul fatto che le vittime dei gas di scarico diesel, se mai ce ne fossero, potrebbero apparire bluastre – molte di queste certamente lo sarebbero. Nei miei saggi mi sono dilungato a spiegare che le descrizioni di Kurt Gerstein dei cadaveri “blu” che vengono gettati fuori dalle presunte camere a gas diesel sono del tutto coerenti con la riduzione dell’ossigeno nei gas di scarico dei motori diesel pesantemente caricati – e, a ben vedere, sono anche coerenti con elevati livelli di anidride carbonica. Ma sono totalmente in disaccordo con le affermazioni di tutti gli sterminazionisti del dopoguerra come Raul Hilberg che l’ingrediente tossico fosse il monossido di carbonio. Il monossido di carbonio provoca un caratteristico aspetto “rosso-ciliegia” o rossastro del cadavere. Ma Provan non è d’accordo sulla questione dei cadaveri “rosso-ciliegia.

Il saggio di Provan contiene anche molti altri importanti difetti. Ad esempio, i titoli delle sottosezioni 5 e 6 del suo saggio (in grassetto) affermano che la letteratura medica “menziona” il “blu” in relazione ai decessi dovuti al monossido di carbonio. Essa non lo menziona! Tutti i riferimenti che Provan cita non usano affatto le parole “blu” o “bluastro”. Per quelle rare persone che controllano i riferimenti, dovrebbe essere ovvio che il saggio di Provan è in realtà una distorsione grossolana e volontaria delle prove e della letteratura. Le conclusioni di Provan sono palesemente false. Il suo saggio è una farsa. Il suo metodo è di distorcere le prove in ogni modo possibile ad ogni occasione. Provan è un creazionista che vale la pena menzionare perché i metodi sono quelli che i creazionisti hanno sempre usato. Prendi una parola o due fuori dal contesto, girale per tutto quello che valgono e, ecco, Dio ha appena creato l’intero universo meno di diecimila anni fa. Senza dubbio, se Provan dovesse visitare una spiaggia e vedere alcune donne anziane con le vene varicose, le descriverebbe poi come “donne blu”.

L’obiettivo principale della farsa di Provan era quello di screditarmi su questioni marginali in modo che potesse ottenere un certo consenso sulla questione principale, senza affrontare in realtà il problema principale. I nazisti hanno ucciso persone con gas di scarico diesel? La teoria di Provan è che è “davvero facile, veloce ed economico sterminare persone con gas di scarico diesel”. Provan aveva chiaramente sperato di percorrere questa strada senza alcuna “prova” o argomentazione. Se egli poteva screditarmi su qualche argomento minore come il colore dei cadaveri perché incomodarsi con il resto (almeno per ora)? La versione di Provan della “prova” potrà apparire in un saggio futuro ma egli ancora non può fornirla. Ha insistito che ero “assolutamente in errore, e lo si può dimostrare” quando sostengo che è molto difficile commettere uno sterminio con il gas di scarico diesel. Le contro-argomentazioni di Provan risalgono a molti anni fa – ma non c’è ancora nulla tranne una storia bizzarra scritta da John Roddy secondo cui Provan gestiva un motore diesel con tempi di iniezione modificati per produrre gas di scarico tossici. Questa storia non conteneva nessun dato significativo sul contenuto dei gas di scarico o su qualunque altra cosa relativa all’esperimento. E però, David Irving include addirittura questo articolo di Roddy nel suo sito web. Vergogna a David Irving.

Il saggio di Provan fornisce importanti indizi riguardo a dove egli pensa che la sua “prova” possa infine essere trovata. Il grande segreto di Provan sembra essere un singolo saggio del 1929 del dr. Walter Deckert – vedi le note a piè di pagina di Provan n° 13 e n° 14. La teoria di Deckert venne denunciata come fasulla dagli stessi tedeschi prima della seconda guerra mondiale. Contrariamente a quanto Provan asserisce, né la teoria di Deckert né nulla di simile era “corrente” in Germania durante la guerra o prima della guerra. Deckert aveva persino introdotto una formula matematica fasulla in riferimento alla tossicità di tre differenti componenti chimici del gas di scarico diesel: il monossido di carbonio, il diossido di carbonio e l’ossigeno.

Provan ha persino insistito sul fatto che Kurt Gerstein, l’autore della più importante “testimonianza oculare”, fosse in qualche modo a conoscenza di una controversia tra alcuni medici specialisti sulla tossicità del monossido di carbonio aiutata e favorita dal diossido di carbonio. Secondo Provan, Gerstein “incolpò il monossido di carbonio (insieme ad un aumento del diossido di carbonio)”. Né Gerstein né Pfannenstiel (un altro “testimone oculare”) menzionarono mai il monossido di carbonio, mai – con o senza l’ausilio del diossido di carbonio come fattore nelle gasazioni diesel.

Il problema per Provan è che egli ha decisamente torto su quasi tutto. Egli vuole anche credere, che la “cianosi” è una sofisticata parola medica per definire il “blu”. Secondo Provan, quando i dottori vedono il “blu” su un cadavere essi preferiscono per misteriose ragioni designarlo come “cianosi” piuttosto che dire semplicemente “blu”. Il fatto è che l’aspetto blu della “cianosi” non corrisponde affatto al generale aspetto “blu” dei “cadaveri blu” che Gerstein o Pfannenstiel hanno presuntamente visto, non più della colorazione degli occhi blu, o delle vene varicose blu, o dei lividi blu da traumi o da percosse. Ci sono diversi tipi di colorazione nei cadaveri ed è per questo che i medici fanno distinzioni.

I cadaveri possono spesso essere multicolorati. Alcune parti di un cadavere possono apparire “blu” – mentre altre parti, addirittura la maggior parte di un cadavere, possono apparire rosso ciliegia. Quando si verifica il “blu” della cianosi, esso può comparire nonostante elevati livelli di carbossiemoglobina nel resto del corpo piuttosto che a causa del monossido di carbonio. Quando la “cianosi” si verifica in relazione all’avvelenamento da monossido di carbonio, viene considerata semplicemente come qualcosa che è “associato” all’avvelenamento da monossido di carbonio piuttosto che come prodotto di una qualsiasi reazione tra il monossido di carbonio e il sangue della vittima. Quando il monossido di carbonio reagisce con il sangue umano, forma carbossiemoglobina che al di sopra delle concentrazioni del 30% è rosso vivo, diventando più luminoso e più intenso all’aumentare della concentrazione. Le reazioni del monossido di carbonio con il sangue non sono mai, mai “blu”.

Il “blu” nella cianosi è un prodotto di un processo totalmente differente da quello suddetto, che può a volte verificarsi, a quanto pare meno del 9% dei casi secondo lo studio del dr. Pierre Finck citato dallo stesso Provan. Provan avrebbe dovuto leggere i suoi riferimenti molto più attentamente.

Forensics

Charles Provan ha totalmente abusato del seguente saggio:

Cos’è il rosso ciliegia, e a chi importa?”

Avvelenamenti da monossido di carbonio (CO) in pazienti che non hanno una storia specifica di esposizione sono difficili da diagnosticare in seguito a segni e sintomi non specifici. Un segno clinico spesso citato nei testi medici è il riscontro di sangue o tessuto scolorito rosso ciliegia (113). Questo può essere un insegnamento errato per una serie di ragioni: (1) Non è un risultato affidabile, visto in uno solo su 100 pazienti consecutivi in uno studio prospettico (14); (2) è più probabile che sia osservato nella morgue, dove è di poca importanza; (3) non esiste un esempio standard di rosso ciliegia (15); e, (4) non c’è consenso tra i medici quando si cerca di identificare il colore rosso ciliegia.

Abbiamo esaminato 60 medici, di vari livelli di formazione, che lavoravano in un Reparto di Emergenza, per accertare se essi potevano identificare con accuratezza il colore rosso ciliegia. Abbiamo utilizzato un programma a colori per computer da Internet per il nostro esempio di rosso ciliegia (16). Ai soggetti è stato chiesto di identificare il colore rosso ciliegia tra sei campioni di colori rosso o simile al rosso. Nonostante oltre il 75% dei soggetti affermi di aver pensato di sapere cosa fosse il rosso ciliegia, solo 31 su 120 (25,8%) risposte erano corrette nell’identificare il colore rosso ciliegia. Di coloro che hanno riferito di aver effettuato la diagnosi di avvelenamento da CO in passato, nessuno (0 su 30) ha affermato che lo scolorimento rosso ciliegia del sangue o dei tessuti ha aiutato nella diagnosi.

Riteniamo che la ricerca di sangue o tessuto scolorito rosso ciliegia non aiuti nella diagnosi di avvelenamento da CO e potenzialmente sprechi il tempo clinico nella gestione dei pazienti malati. Questa questione fuorviante non dovrebbe essere perpetuata nella letteratura medica futura.

Daniel E. Brooks, MD

Department of Medical Toxicology

Good Samaritan Regional Medical Center

Phoenix, Arizona

Esson Lin, MD

Department of Emergency Medicine

St. Clair Hospital

Pittsburgh, Pennsylvania

Jawaid Ahktar, MD

Toxicology Treatment Program

Department of Emergency Medicine

University of Pittsburgh Medical Center

Pittsburgh, Pennsylvania”

Quindi, analizziamo il testo e vediamo cosa c’è realmente. Già nella seconda frase si legge: “Un segno clinico spesso citato nei testi medici è il ritrovamento di sangue o tessuto scolorito rosso ciliegia (113)”. Le parole “spesso citato in testi medici” suggeriscono che vi sono molti testi medici per l’affermazione rosso ciliegia. NON si tratta qui di qualche antisemita revisionista che fornisce prove. La parola “clinico” significa anche che Brooks sta parlando di pazienti vivi e NON di cadaveri. Brooks è un medico di pronto soccorso che cerca di mantenere le persone in vita. Egli NON è Gesù Cristo che cerca di riportare i morti in vita. Quando lo scolorimento rosso ciliegia viene “osservato nella morgue” per lui “è di poca importanza” e giustamente.

Forensics

Brooks parla di 60 medici che parimenti lavoravano come medici di Pronto Soccorso. “Ai soggetti è stato chiesto di identificare il colore rosso ciliegia tra sei campioni di colori rosso o simile al rosso”.

Perché supponi che abbiano lasciato il blu o il viola fuori dai campioni? Sembra così ingiusto e prevenuto. Qualcuno dovrebbe toccare Brooks sulla spalla e chiedergli di ripetere il test con molti più colori. Nella mente di Brooks non c’è mai stata alcuna disputa o discussione sul fatto che l’avvelenamento da CO tende a causare una sorta di colorazione rossastra nella stragrande maggioranza dei casi di pazienti vivi.

C’è qualcosa nello studio di Brooks che dice che l’avvelenamento da CO non causerà mai uno scolorimento rosso o simile al rosso in pazienti vivi, o che la colorazione rossastra è “rara”? Naturalmente, no! La sola cosa che è probabilmente “rara” è l’ombra rosso ciliegia del rosso. C’è qualcosa lì che esclude scolorimenti “rosa”, o scolorimenti “rosso brillante”, o addirittura scolorimenti “rosso ciliegia” in pazienti vivi avvelenati da CO? Naturalmente, no!

Brooks avrebbe potuto fornire un contributo importante limitando l’uso eccessivo del termine “rosso ciliegia”. Tuttavia, il termine suggerisce un’intensa colorazione rossa e per questo, il termine è stato probabilmente utile.

La cianosi e i cadaveri blu

Come tutti sappiamo, i dottori sono un gruppo molto spregiudicato che non si china su nulla per raggiungere e godere di redditi astronomici, infinite vacanze caraibiche e stili di vita completamente scandalosi. Uno dei loro trucchi è quello di comunicare tra loro in una lingua che, sebbene assomigli all’inglese, è molto diversa. Il signor Charles D. Provan, tuttavia, ha penetrato la magia del gergo medico e ci assicura – vedi pagina 160 di The Revisionist – che “la cianosi … è il termine medico per la colorazione blu che si verifica in un paziente o cadavere”. Le persone comune e gli ingegneri, come me o come Kurt Gerstein, possono descrivere qualcosa come “blu” mentre, secondo Provan, un medico preferirà invece “cianotico”. Per ingannare ogni amante o moglie indiscreta sui suoi spostamenti, il messaggio di un dottore ad un collega da qualche paradiso tropicale potrebbe certo includere una riga o due sul bel cielo “cianotico” o sulla cristallina acqua “cianotica”. I dottori fanno questo genere di cose – e chi può davvero biasimarli per aver coperto le proprie tracce? Non c’è dubbio, ecco perché essi hanno anche inventato anche il latino e il greco. Tuttavia, niente di tutto questo spiega perché gli stessi medici usano anche parole comuni, in qualche modo persino pornografiche, come “rosa”, “rosso”, “rosso brillante”, o “rosso ciliegia” nelle loro descrizioni di quasi tutte le morti per avvelenamento da CO. Certamente, i dottori avrebbero potuto trovare parole molto più impegnative se il loro intento era quello di confondere la gente comune. Forse Provan crede che i dottori useranno “cianotico” solo per descrivere un paziente o un cadavere avvelenato da CO – ma, se essi vedono la stessa sfumatura di blu in un altro contesto, torneranno ad una parola ordinaria? Potrebbe essere questo ciò che Provan ha in mente? Se un dottore descrive un paziente o un cadavere con occhi “cianotici”, si riferisce egli al colore dell’iride, o si riferisce ai piccoli vasi sanguigni sulla superficie della pupilla o alle membrane mucose che circondano il bulbo oculare? Nel descrivere un’amata defunta ad un collega, un dottore avrebbe mai detto che ella aveva dei begli occhi “cianotici”? Naturalmente, no!

Forensics

Provan è in errore perché la parola “cianosi” non è semplicemente il termine medico per la colorazione blu in un paziente o in un cadavere – si applica solo ad alcuni tipi di “colorazione blu” ma non a tutti. Le vene varicose o le ecchimosi non verrebbero descritte da nessun medico competente come cianosi. Similmente, la comparsa della cianosi non sarebbe affatto un indicatore dell’avvelenamento da monossido di carbonio – a meno che non vi fossero altri indicatori presenti come il sangue rosso vivo. Nell’appendice 1 al suo saggio vi sono almeno sei definizioni elencate come “cianosi”. Incluse in queste definizioni vi sono le cause probabili della malattia; in nessuna di queste definizioni vi è una sola indicazione che la causa sia l’avvelenamento da monossido di carbonio. Un solo esempio in una delle citazioni di Provan è il seguente da p. 162:

Il dr. Green, un anestesista, ha testimoniato che in base all’osservazione della cianosi riscontrata dal dr. O’ Donoghue, l’ipossia era stata il fattore scatenante dell’arresto cardiaco di Deborah”.

In altre parole, il bravo dottore aveva visto la cianosi in un cadavere e aveva concluso, a quanto pare in modo veloce, che la causa della morte era l’ipossia. Il monossido di carbonio non è stato neppure menzionato – oh, mio Dio! Provan dovrebbe scrivere al dr. O’ Donoghue e rimproverarlo.

Nonostante l’ovvia riluttanza dei medici a parlare chiaramente come lui vorrebbe, Provan ci assicura nondimeno che la letteratura medica parla davvero di “colorazione blu”.  Una delle sue sottosezioni è intitolata, con lettere in grassetto: “6. Alcuni esempi di letteratura medica che menzionano la colorazione blu nell’avvelenamento da monossido di carbonio”. Questo titolo è seguito da citazioni dirette di cinque riferimenti di casi non mortali di avvelenamento da CO – ma le parole “blu” o “colorazione blu” non appaiono da nessuna parte. Allo stesso modo, la successiva sottosezione a pagina 161 riguardante casi fatali è intitolata con lettere in grassetto: “7. Alcuni esempi di letteratura medica che menzionano la colorazione blu nei decessi dovuti al monossido di carbonio”. Questo titolo è seguito da lunghe citazioni tratte da quattro, altamente credibili riferimenti medici. Ma, ecco, non si fa menzione di “blu” o di “colorazione blu” in nessuna delle quattro citazioni che seguono. Le parole “cianosi” e “cianotico” appaiono (tutte sottolineate per enfasi da Provan) ma, contrariamente ai suoi titoli rassicuranti, le parole “blu” e “colorazione blu” non compaiono da nessuna parte; non vengono menzionate affatto! Cerchiamo di non arrabbiarci e accusare Provan di mentire intenzionalmente, o mentire involontariamente, o anche mentire in grassetto – ma le parole “non scientifico” e “imperdonabilmente stupido” lo descrivono abbastanza bene. Zero su nove tentativi di leggere un testo semplice non è molto buono.

La sua frase conclusiva è:

“Perché, come dimostra la letteratura medica, sia la malattia che la morte causate da avvelenamento da monossido di carbonio possono far diventare le vittime “cianotiche” o blu”.

Ebbene, non proprio! Al massimo, solo una piccola parte del cadavere è probabile che diventi blu in tali circostanze – e la comparsa di un cadavere generalmente “blu” è estremamente raro se mai si verifica del tutto. Le sfumature implicate qui minano del tutto l’argomento di Provan.

In generale, Provan ha creato un’altra farsa pseudo-scientifica, con molte note a piè di pagina e citazioni che, senza dubbio, hanno impressionato la maggior parte dei lettori. Il suo saggio era scientifico nella forma – ma una messinscena nella sostanza. Provan legge una grande quantità di testi – ma in modo pessimo. Più di dieci anni fa lo castigai con le seguenti parole: “Quando affermi che qualcuno ha detto qualcosa devi essere preciso e non semplicemente attribuire alle parole il significato che tu vorresti”. Le mie parole di buon senso vennero totalmente ignorate. Nel suo saggio attuale, Provan ha ripetutamente confuso le parole che sono menzionate con ciò che lui ritiene l’autore volesse dire – e questo è un fenomeno ricorrente nei suoi scritti. Inoltre, egli confonde le proverbiali mele con le pere. Ha mescolato i casi non fatali di avvelenamento da CO con i casi fatali – e poi ha proseguito a mescolare i casi fatali che sono causati “immediatamente” o rapidamente dall’esposizione al CO con i casi di “morte ritardata”. Se la “cianosi” – che in realtà è qualche volta associata all’avvelenamento da monossido di carbonio – corrisponde all’aspetto dei “cadaveri blu” descritti da Gerstein dopo una gasazione diesel, è una questione che attiene alla semantica e al giudizio. Il fatto è che nessuna delle autorità mediche cui Provan si riferisce parlano di “colorazione blu” a questo riguardo.

Lo scopo principale di Provan è quello di fornire una qualche base, senza nessuna prova, alla sua insana teoria che “è davvero facile, veloce ed economico sterminare le persone con i gas di scarico diesel”. Per la “prova” della teoria di Provan i lettori dovranno attendere una successiva puntata. Per il presente, Provan spera semplicemente di screditarmi mostrando “alcuni degli errori” nei miei saggi sull’assurdità di usare il diesel per compiere uno sterminio. A quanto pare, secondo Provan è molto più facile compiere uno sterminio con i gas di scarico diesel che spiegarlo.

Il saggio di Provan contiene abbastanza indizi su dove sta andando la sua pazzia. Il segreto è (vedi la nota a piè di pagina di Provan n°14) il diossido di carbonio e un saggio del 1929 del professore tedesco Walter Deckert. Il suo saggio include anche la bizzarra teoria che il diossido di carbonio ebbe un ruolo importante nel pensiero di Gerstein all’epoca del suo interrogatorio in una prigione francese nel 1945 e sarebbe parimenti importante nella tossicità dei gas di scarico diesel. Le sue affermazioni sull’influenza del diossido di carbonio sulla tossicità del CO basate su un saggio in tedesco di Walter Deckert sono ridicole, e furono già rifiutate dagli esperti tedeschi di medicina nei primi anni quaranta – e infine da praticamente chiunque altro nella professione medica incluso l’americano von Oettingen, che Provan travisa a questo riguardo.

Nondimeno, Provan a volte è stato davvero molto utile – ma per non perdere tempo e spazio a non finire nell’esporre i più importanti generi di errori e di fraintendimenti degli stessi materiali che egli cita, permettetemi di ammonire i lettori ad essere estremamente scettici su qualunque conclusione Provan possa offrire su qualunque cosa. Le sue conclusioni hanno, io ritengo, molto più a che fare con qualche genere di disordine mentale che con le prove. Provan legge abbastanza bene da trasferire accuratamente il materiale citato nel suo testo – ma questo è il massimo che ottiene senza fare errori scandalosi. Per i lettori familiari con i metodi dei “creazionisti”, la “scienza” di Provan su questo argomento è essenzialmente la stessa. Anche lui è un “creazionista” il che significa che è uno stupido. Scienziati e dottori commettono errori come parte della loro lotta per capire il mondo attorno a loro – ma il loro metodo, nonostante gli errori, è il solo vero modo di andare avanti. I metodi ispirati al creazionismo o alla fede sono molto differenti e generalmente inutili. Quando i “creazionisti” pretendono di essere “scientifici” o “eruditi” – attenzione! Essi prendono quasi inevitabilmente poche parole fuori dal contesto, distorcono il significato di altre parole, e ignorano tutte quelle cose su cui gli esperti riconosciuti concordano e che non quadrano con la teoria del momento del creazionista, o semplicemente mentono[2] – e poi la controparte (in questo caso io) ha il compito noioso di cercare di far orientare i lettori tra le macerie e la confusione.

I metodi creazionisti di Provan sono anche piuttosto tipici di quello che si trova generalmente sul cosiddetto “olocausto”, anche tra i non creazionisti, e per questo motivo questa lunga confutazione può aiutare a svelare la mistificazione dell’olocausto persino più di quanto non sia già stato. Molto di quello che dico emerge semplicemente se si leggono con attenzione i testi e le citazioni di Provan. Se si fa un passo ulteriore e si controllano davvero i suoi riferimenti, cosa che pochi lettori faranno, diventa abbastanza chiaro che gli errori di Provan sono molto più gravi. Egli travisa grossolanamente ciò che sta davvero lì. Mentre si impegna in una sorta di sciocca lettura del pensiero di Gerstein, Provan ci conduce anche lungo una specie di strada di mattoni gialli verso la Terra di Oz, dove il diossido di carbonio si annida in ogni angolo con il monossido di carbonio e i gas di scarico diesel per minacciarci tutti. Come abbiamo fatto a superare il ventesimo secolo?

Gli effetti del diossido di carbonio sulla tossicità del CO

Provan mi accusa di non aver indagato a fondo quando ho affermato che Gerstein non ha mai menzionato il monossido di carbonio (CO) nella sua famosa dichiarazione riguardante l’ingrediente letale nei gas di scarico diesel[3]. Provan scrive nella sua conclusione:

“Ma dopo ulteriori indagini sul libro di Roques su Gerstein, un libro a cui fa riferimento Berg, è chiaro che Gerstein ha incolpato il monossido di carbonio (insieme ad un aumento del diossido di carbonio)”.

In altre parole, secondo Provan, Gerstein non solo ha incolpato il monossido di carbonio, ma ha anche offerto una teoria su come è stato reso più tossico con un “aumento di diossido di carbonio”. Mio Dio, come ho potuto non vedere tutto questo? Tuttavia, quando si esaminano effettivamente le sei versioni dell’infame Rapporto Gerstein come pure la trascrizione dell’interrogatorio del 26 giugno 1945 che avevo in realtà trascurato di leggere – la parola “monossido di carbonio” o “Kohlenoxid” o “ossido di carbonio” semplicemente non compare da nessuna parte. Invece di ammettere l’ovvio, Provan ha dedicato un’intera pagina del suo saggio di quattro pagine ad elaborare un’astrusa teoria su come le cose possono aver funzionato e su cosa deve aver pensato Gerstein quando ha usato la parola “ossido”. Sebbene non abbia i poteri psichici che dovrei avere, nondimeno ero nel giusto quando ho scritto, in più di un’occasione, che Gerstein non ha mai menzionato il monossido di carbonio nel suo “Rapporto” – e, anche se non l’ho fatto, avrei potuto includere il testo dell’interrogatorio.

Di certo, non vi è parimenti nessuna menzione da parte di Gerstein di qualcosa che assomigli ad un “aumento” del diossido di carbonio (CO2). La performance di lettura del pensiero da parte di Provan era basata su tre parole in parentesi[4] nel rapporto dell’interrogatorio in francese – “(ossido e gas carbonico)” e sull’idea bizzarra che Gerstein fosse in qualche modo a conoscenza degli studi tecnici tedeschi sugli effetti combinati del diossido di carbonio e del monossido di carbonio. Questi studi sono molto pochi e molto lontani dai problemi affrontati dagli ingegneri minerari in generale e non appaiono in nessuna delle pubblicazioni normalmente lette dagli ingegneri minerari. L’unico studio tedesco che Provan cita a sostegno della sua teoria CO+CO2 è del dr. Walter Deckert da una rivista medica altamente specializzata per l’igiene e la batteriologia del 1929 – e ben lontano da tutto ciò che un ingegnere minerario avrebbe probabilmente letto[5]. Quando esaminiamo il lungo e classico studio americano di von Oettingen del 1944, di 257 pagine, sull’intero argomento della tossicità del CO e che discute il saggio di Deckert, scopriamo che von Oettingen in realtà discredita la teoria di Deckert senza mezzi termini[6]. Provan, ancora una volta, ha travisato grossolanamente le sue fonti[7].

Vi sono due studi tedeschi che von Oettingen discute a lungo su questo punto (pagine 52-54) come confutazione di Deckert. Von Oettingen fornisce la seguente conclusione a p. 54:

“[…] Luce[8] (1936) dubitò della validità di questa formula [quella di Deckert del 1929] e Klimmer[9] (1943) la controllò sperimentalmente e fece notare che il presupposto di Deckert (1929) secondo cui la tossicità è direttamente proporzionale al contenuto di CO2  e di CO dell’aria e inversamente proporzionale al contenuto di O2  non è strettamente corretto. Oltre al fatto che questa formula non considera certi fattori fisiologici come l’esercizio fisico e la durata dell’esposizione, egli ha mostrato che con concentrazioni più alte di CO sotto certe condizioni un aumento del contenuto di CO2 può alleviare gli effetti del CO.  Ha anche mostrato che c’era poca relazione tra il coefficiente di tossicità di Deckert (1929) e il decorso dell’avvelenamento, la profondità della depressione centrale, il tempo richiesto per il recupero dall’esposizione, e i valori di emoglobina del CO. Sembra, quindi, che la formula di Deckert (1929) possa valere, nel migliore dei casi, solo per concentrazioni di 0,01 percento in volume di CO in aria. “

Von Oettingen ha appena detto che a concentrazioni più elevate di CO, “un aumento del contenuto di CO2 può alleviare gli effetti del CO”. Si noti inoltre che lo 0, 01 per cento del CO è di gran lunga inferiore ai livelli necessari per uccidere in mezz’ora secondo Haldane e gli esperimenti medici in generale. Tutto ciò sfidava la teoria e la formula di Deckert da cui si sarebbe concluso che lo scarico di un motore diesel sotto carico solo moderato sarebbe stato abbastanza tossico da uccidere in pochi secondi.  Von Oettingen e tutte le altre autorità dopo il 1944 non diedero credito alla teoria di Deckert. Il suggerimento di Provan nella sua nota 14 che von Oettingen o chiunque altro abbia mai appoggiato la formula o la teoria di Deckert è semplicemente una menzogna accuratamente nascosta di Provan. Un’ulteriore conferma del disprezzo di von Oettingen per la teoria CO+CO2 di Deckert è riportata alle pagine 166-171 dove viene ripetutamente mostrato che il diossido di carbonio (fino al 10%) aiuta effettivamente a rimuovere il CO dall’emoglobina nel sangue.

Quanto segue è riportato a p. 168:

Sembrerebbe, perciò, da questi esperimenti in vitro, che la presenza di aumentate concentrazioni di CO2 nell’aria inalata favorirebbe la liberazione di CO come pure di O2”.

Sebbene il CO e l’ossigeno certamente reagiscono chimicamente con il sangue per formare una miriade di composti, alcuni dei quali hanno conseguenze tragiche – il diossido di carbonio non forma affatto composti noti. Nondimeno, la sua presenza può ostruire l’ossigenazione del sangue che è essenziale per sopravvivere e, in questo modo, la sua presenza può interferire con le funzioni di sostegno della vita. Ma è importante riconoscere che il diossido di carbonio non è mai tossico allo stesso modo in cui lo sono il CO o ogni altro numero di tossine. La chimica non è semplicemente lì.

Per i lettori inclini alla matematica, la formula di Deckert è in realtà ridicola non appena la si analizzi strutturalmente. La formula appare alla pagina 53 di von Oettingen come segue:

G=(%CO2x%COx500)/%O2

G è il coefficiente di tossicità. Ciò che significa è che le combinazioni dei tre gas che producono lo stesso valore per G sono ugualmente tossiche. Quello che la formula in effetti dice anche è che la CO2 è tossica come il CO. Ad esempio, per gli stessi livelli di ossigeno, una miscela di gas con lo 0,1% di CO e il 5% di CO2 avrebbe esattamente la stessa tossicità di una miscela di gas con un 5% di CO e solo lo 0,1% di CO2. In realtà, la seconda mistura sarebbe molto più letale della prima – e chiunque con la minima comprensione del soggetto lo sa. La seconda miscela ucciderà in pochi minuti mentre la prima ucciderà solo in poche ore. Usando la formula in una situazione alquanto diversa – se si raddoppia la concentrazione di diossido di carbonio, l’effetto tossico sarà lo stesso che se si raddoppiasse la concentrazione di CO. Se Deckert avesse ragione, allora potremmo semplicemente parlare del contributo del CO alla tossicità della CO2 come al contrario – ma nessuno lo fa, vero? Non c’è da meravigliarsi se nessuno al mondo prende sul serio la formula di Deckert oggi – tranne Provan.

Klimmer era totalmente in disaccordo con la validità della formula di Deckert sulla base dei suoi numerosi esperimenti di test sui porcellini d’India. Egli usò 14 diverse combinazioni dei tre gas in 76 esperimenti su 185 animali. Klimmer fornì la seguente conclusione sulla formula di Deckert:

“Zusammenfassend läßt sich sagen, daß die nach Deckert errechneteten Giftigkeitskoeffizienten kein zutreffendes Bild von der Gefährlichkeit von Gemischen aus Kohlenoxyd, Kohlendioxyd bei wechselndem Sauerstoffgehalt geben.

Traduzione: in conclusione si può dire che i coefficienti di tossicità calcolati secondo Deckert non forniscono alcun tipo di quadro accurato dei pericoli delle miscele di CO e di diossido di carbonio con livelli di ossigeno variabili[10].

I risultati dei test reali non avevano alcuna relazione con la formula di Deckert.

Se Provan persiste con le sue sciocche affermazioni sul diossido di carbonio, dovrebbe trovare almeno uno studio a sostegno “dopo il 1929”. In sostanza, Deckert si rese ridicolo e probabilmente concluse la sua carriera con il suo errore del 1929. Il saggio di Deckert potrebbe benissimo essere l’unico “saggio” tedesco a sostegno della sua formula, poiché è anche l’unico saggio tedesco che von Oettingen cita a sostegno della formula di Deckert. Non ho trovato nessun saggio in tedesco o inglese che confermi o approvi la teoria di Deckert o la sua formula – o addirittura che la menzioni. Furono i tedeschi stessi probabilmente i primi a rifiutarlo rapidamente. Nondimeno, Provan ha avuto l’audacia di scrivere a pagina 160 di The Revisionist:

“Ma loro [intendendo i tedeschi] avevano fatto molto lavoro sui pericoli del monossido di carbonio e sul diossido di carbonio nei gas di scarico diesel. Questo di nuovo indica che l’’ossido’ velenoso a cui Gerstein si riferiva era il monossido di carbonio”.

Provan è scivolato nelle parole “gas di scarico diesel” senza citare nemmeno una fonte in cui la teoria CO+CO2 di Deckert o qualunque altra teoria sul CO e sulla CO2 sia stata anche remotamente toccata in rapporto ai gas di scarico diesel. Nella sua nota a piè di pagina 14, Provan conclude:

“Ulteriori studi tedeschi hanno confermato il pericolo di aumento di diossido di carbonio in presenza di monossido di carbonio, anche se vi è stato disaccordo sulla corretta formula del suo effetto”.

Si può essere più pieni di sé stessi e disonesti di così? Di quali “ulteriori studi tedeschi” Provan parla, se ne conosce qualcuno – a parte quelli di Luce e di Klimmer? Oso dire che non ne conosce nessuno. Quale altra formula i tedeschi hanno considerato? In questo punto Provan sta bluffando; egli mostra una vana pretesa di una vasta conoscenza della letteratura tedesca che è totalmente al di là di lui. Oso dire che semplicemente non esiste una formula che qualcuno, ad eccezione di Deckert, abbia mai trovato o addirittura offerto, fino ad oggi, tra la tossicità del CO e l’anidride carbonica. Anche se la CO2 può contribuire alla tossicità del CO in alcune rare situazioni – oltre la vasta gamma di situazioni possibili in cui è presente, o è benigna o aiuta effettivamente il paziente. Senza dubbio, questo è il motivo per cui la CO2 viene impiegata in tutto il mondo insieme all’ossigeno come trattamento standard di routine per una serie di emergenze, tra cui l’avvelenamento da CO.

Von Oettingen in realtà includeva una sezione del suo testo intitolata “Trattamento dell’avvelenamento da CO”, pagine 165-178, in cui la somministrazione di CO2 con ossigeno è discussa a lungo per il trattamento dei pazienti affetti da avvelenamento da CO. In “Adventures in Respiration”, un classico di Yandell Henderson, l’autore ha effettivamente discusso i test su sé stesso e sul suo collega in cui entrambi hanno subito il CO, e poi si sono ristabiliti usando varie applicazioni di gas, una delle quali era CO2 con aria normale, e un’altra era CO2 con ossigeno.

In “Esposizione al monossido di carbonio: una revisione della letteratura e 567 autopsie” di Pierre A. Finck del 1966 che Provan cita a lungo, c’è un’altra recensione della letteratura medica relativa all’avvelenamento da CO, anche se molto più breve di quello di von Oettingen. Nella recensione di sei pagine della letteratura ad opera di Finck, Deckert e il diossido di carbonio non vengono menzionati, né nella recensione né altrove.

La ragione per cui ho annoiato il lettore con questa diversione di una certa profondità per quanto riguarda la tossicità del CO è che la teoria combinata di CO + CO2 di Provan dovrebbe essere la sua ultima chance per quanto riguarda le gasazioni diesel. È una chance senza merito. Ciononostante, questa teoria con la sua formula semplicistica e invalida continuerà, senza dubbio, ad essere una caratteristica importante delle continue affermazioni di Provan secondo cui lo scarico diesel può essere usato non solo per commettere uno sterminio, ma per farlo in modo rapido, semplice e anche a basso costo. Alcuni eminenti revisionisti ci sono cascati, incluso Germar Rudolf, che è stato abbastanza avventato da pubblicare le assurdità di Provan. Dovrebbero tutti fare atto di contrizione.

A parte la verità o la falsità sul diossido di carbonio, che cosa avrebbe potuto pensare Gerstein per spiegare la sua menzione del diossido di carbonio sotto interrogatorio? Presenta Provan anche solo uno straccio di prova che Gerstein abbia mai letto il saggio di Deckert o qualcosa del genere? Ovviamente, no! Presenta Provan anche solo uno straccio di prova che Gerstein abbia mai avuto un interesse al monossido di carbonio o al diossido di carbonio professionalmente, o nei suoi studi, o anche casualmente? Ovviamente, no! Eppure Provan ha avuto l’impudenza di scrivere:

Quindi possiamo concludere che Kurt Gerstein, formatosi come ingegnere minerario, considerava le morti per gas di scarico diesel dovute all’avvelenamento da monossido di carbonio, assorbito più rapidamente a causa della respirazione più rapida indotta dall’aumento del diossido di carbonio”.

Che boccone! E che schifo! Se Gerstein avesse avuto qualche conoscenza della letteratura medica tedesca sugli effetti combinati di CO e CO2, avrebbe respinto Deckert e la sua formula. Deckert si era semplicemente sbagliato e così Provan.

Che cosa accadde durante le settimane della cattività francese di Gerstein per indurlo improvvisamente, il 26 giugno 1945, a esprimere sottili (ma sbagliate) teorie mediche che gli anni della sua precedente libertà come tenente SS tedesco non gli avevano suggerito? Le guardie carcerarie francesi avevano dato a Gerstein accesso ad una biblioteca di medicina per aiutarlo a raffinare i suoi precedenti racconti? La mia ipotesi è che gli interroganti francesi cercavano di dare un senso alle dichiarazioni di Gerstein e lo pungolarono in base alla loro confusa comprensione di come i gas di scarico diesel funzionassero. Gli interrogatori francesi potrebbero aver saputo che lo scarico diesel non ha praticamente CO? Chi lo sa? Il fatto è che Gerstein non ha mai incolpato il monossido di carbonio con, o senza, il diossido di carbonio “aumentato” – nemmeno sotto interrogatorio – e, cosa parimenti interessante, nemmeno Pfannenstiel. Se avessero avuto la convinzione che il CO con, o senza la CO2, era implicato – perché non lo hanno detto? Non lo dissero mai! Ciò che è “semplice” (contrariamente a Provan) è che entrambi, Pfannenstiel e Gerstein, non hanno mai tirato in ballo il monossido di carbonio.

Il riferimento di Gerstein e Pfannenstiel all ‘”asfissia” (qui abbiamo una certa coerenza tra i due “testimoni oculari”) senza alcuna menzione dell’avvelenamento da CO mi suggerisce che quello che videro a Belzec era molto diverso da quello che ci è stato detto. Una delle procedure standard per il trattamento dell’asfissia è quella di somministrare ossigeno al paziente (o alla vittima) miscelato con circa il 7% di anidride carbonica per accelerare la respirazione. Potrebbe essere che la misteriosa parola “ossido” avrebbe dovuto essere davvero “oxygene” (francese per ossigeno)? Sebbene stia facendo anch’io una qualche lettura del pensiero a questo punto – ciò ha molto più senso di qualsiasi cosa Provan e gli altri sterminazionisti abbiano mai inventato. Quando i passeggeri ebrei uscivano da un treno sovraffollato dopo un lungo viaggio, senza dubbio alcuni avrebbero avuto bisogno di cure mediche.  L’asfissia sarebbe stata probabile e un gruppo di medici avrebbe potuto essere presente con bombole di gas di ossigeno mescolato con diossido di carbonio. Per quanto improbabile tale idea debba sembrare alla maggior parte dei lettori, è del tutto coerente con molte delle descrizioni di quelle che erano state viste solo come misure per cullare le vittime designate in un falso senso di sicurezza.

Uno studio enormemente importante sull’inalazione dei gas di scarico diesel condotto negli anni 50 in Inghilterra su animali viventi, venne scoperto e portato alla mia attenzione anni fa da Provan[11]. In questo studio, sono state eseguite autopsie su un numero di animali da test per determinare le esatte cause di morte o danni ai tessuti dalle esposizioni ai gas di scarico diesel fino a cinque ore di durata. Sebbene il diossido di carbonio sia stato misurato per ognuna delle quattro condizioni di prova (senza che le percentuali siano effettivamente riportate nel testo), in nessun altro luogo si parla di CO2. Né nei risultati conclusivi, né nelle conclusioni post-mortem, né in nessun’altra parte del testo vi è alcuna menzione del diossido di carbonio, aumentato o diminuito, affatto – e in nessun modo come causa delle morti. Il CO e gli irritanti sono stati individuati come causa delle morti in condizioni di prova D e il sangue è stato descritto come “scarlatto”. È interessante notare che nella sintesi della Tabella 1 è il diossido di azoto che è “postulato” come “principale causa di morte” per tre delle quattro condizioni di prova (A, B e C). E tuttavia, Provan ha respinto totalmente la nozione di questo particolare “ossido” e ha insistito invece sul fatto che Gerstein doveva aver pensato al “monossido di carbonio”. Bene, forse stava pensando all’ossido di azoto, ma chi lo sa e a chi importa davvero! In ogni caso, per Provan incolpare me per non aver saputo che Gerstein stava pensando al monossido di carbonio in base al rapporto dell’interrogatorio francese, o di qualsiasi altra cosa, è completamente asinino. Per Provan scrivere nelle sue osservazioni conclusive che Gerstein aveva inteso riferirsi in modo definitivo al monossido di carbonio è inescusabilmente stupido. Di maggiore importanza per quanto riguarda la tossicità del diesel è il fatto che la teoria e la formula di Deckert per il contributo del diossido di carbonio alla tossicità del CO è totalmente sbagliata.

Ossigeno ridotto come fattore di tossicità del CO

Secondo la formula di Deckert il coefficiente tossico G sarà influenzato inversamente dal livello di ossigeno. In altre parole, se la concentrazione di ossigeno in % volume viene ridotta della metà, il coefficiente tossico G raddoppierà. Ciò significa che una riduzione dell’ossigeno della metà avrà lo stesso effetto di un raddoppio del livello di CO. Questa semplicistica relazione matematica non è confermata da nessuno dei ricercatori successivi per quanto posso dire. Il ricercatore tedesco ha semplicemente detto che la tossicità del CO aumentava con la riduzione dell’ossigeno ma non ha confermato o negato l’accuratezza della proporzione stabilita da Deckert per quanto riguarda l’effetto dell’ossigeno ridotto. Vedi l’Appendice 1.

La cianosi e i cadaveri blu

Senza dubbio, Provan ha letto, almeno superficialmente, molti più riferimenti medici di me e merita le nostre più sentite congratulazioni per i suoi instancabili sforzi nel trovare qualcosa. È un ricercatore tenace nonostante la sua evidente dislessia. Sono fiducioso che se anche vi sia un solo riferimento medico nel mondo intero che usi la parola “blu” in questo contesto, Provan alla fine lo troverà. Ma ovviamente non ha ancora trovato nulla del genere. Per qualche misteriosa ragione, gli esperti di medicina sembrano essere estremamente a disagio nell’usare le parole “blu” o “colorazione blu” per descrivere le vittime del CO – anche quando la carbossiemoglobina nel sangue è al di sotto del 30%.

Sicuramente, l’esperienza di Provan come ricercatore biblico creazionista lo ha aiutato enormemente con tali problemi e, perciò, una breve digressione nella mente del creazionista potrà aiutarci. Quando la Bibbia insiste che Dio ha creato l’universo in sette giorni, non è davvero una menzogna. Si deve semplicemente discernere ciò che Dio intendeva con la parola “un giorno” – e poi, con questo piccolo frammento di lettura della mente compiuto, tutto si combina perfettamente. I profeti del passato, proprio come i dottori di oggi, hanno trasmesso la loro saggezza con il loro strano linguaggio. Non avrebbero potuto commettere gravi errori – e un quasi santo come Gerstein non avrebbe potuto essere un bugiardo sfacciato. Poiché i profeti non hanno mai fatto le appropriate sostituzioni, il creazionista deve fare le sostituzioni corrette per loro – e salvare la congregazione dalle eterne fiamme del dubbio. Allo stesso modo, quando gli studiosi dell’olocausto non riescono a trovare nessuna prova documentaria o forense delle gasazioni, questo non può essere perché c’è di mezzo una mistificazione. Solo persone malvage e depravate potrebbero suggerire qualcosa di tanto scioccante. Si deve semplicemente discernere il significato occulto di speciali parole tedesche e fare di conseguenza delle sostituzioni. Secondo Raul Hilberg, la parola Sonderbehandlung nei documenti tedeschi deve essere un eufemismo per lo sterminio – e con questa sostituzione minore, algebrica, le “prove” dello sterminio saltano letteralmente fuori da ogni parte. Sebbene Provan sia certamente uno sciocco – Hilberg e i suoi congeneri non sono migliori. Se le conseguenze della loro pseudo-scienza non fossero così orribili, potremmo semplicemente ridere di tutti loro.

Si dovrebbero riconoscere pochi semplici fatti basati sui riferimenti medici che seguono, come pure su innumerevoli altri riferimenti, che non sono solo due come falsamente mi attribuisce Provan. Un livello di soglia critico nell’avvelenamento da monossido di carbonio è il 30% di carbossiemoglobina nel sangue. Al di sotto di questo livello, un corpo vivente o un cadavere possono effettivamente mostrare una cianosi senza alcun segno di rossore – ma sopra il 30% di carbossiemoglobina, un corpo vivente o un cadavere mostreranno, con solo alcune eccezioni molto rare, una certa varietà di rosso sulla maggior parte del corpo. Con alti livelli di carbossiemoglobina in un cadavere con rossore intenso, può anche verificarsi cianosi in una piccola percentuale di casi. Un altro fattore importantissimo è che per la maggior parte delle persone, la morte probabilmente non sopraggiunge fino a quando il livello di carbossiemoglobina non supera un altro livello di soglia intorno al 60% — quando un cadavere mostrerà sicuramente qualche variazione di rosso. Il sangue stesso è un intenso rosso brillante quando contiene così tanta carbossiemoglobina. Per le persone dalla pelle chiara, la traslucidità della pelle lascia trasparire il sangue sottostante – ma per le persone dalla pelle scura, esso tende a essere nascosto. Vi saranno sempre alcune variazioni e alcune eccezioni (meno del 6% come le fonti di Provan chiaramente mostrano). Potrei essere stato troppo sbrigativo per queste eccezioni, anche se ne dubito – ma ci sono limiti pratici su quanto si possa ragionevolmente approfondire su un problema. La letteratura medica, tuttavia, parla abbastanza chiaramente su questo argomento e vede “rosso”. Tuttavia, se alcune persone muoiono per shock o per arresto cardiaco indotti da trauma, stress o sovraffollamento mentre sono esposte al CO – i loro cadaveri probabilmente mostreranno cianosi (labbra bluastre e passaggi mucosi) oltre ad un’intensa colorazione rosso ciliegia sulla maggior parte del cadavere compresi gli organi interni. Allo stesso modo, le persone di 70 o più anni moriranno per livelli di CO molto più bassi rispetto ai più giovani. Se 700-800 persone fossero state stipate in soli 25 metri quadrati di superficie, molte, se non la maggior parte, sarebbero certamente morte per asfissia e sarebbero apparse cianotiche molto tempo prima di essere morte a causa del CO. Quando sopravviene la colorazione rossastra, indipendentemente dal fatto che sia rosa o una delle altre variazioni del rosso, essa tende ad essere estremamente intensa e drammatica, mentre la cianosi è una colorazione estremamente delicata in cui la maggior parte della pelle è semplicemente pallida[12]. Tale colorazione cianotica, quando si verifica, richiede esperienza per essere riconosciuta mentre la colorazione rossastra, quando si verifica, è drammatica e non richiede assolutamente alcuna esperienza.

Pelle: la classica pelle rosso ciliegia è rara (vale a dire, “Quando siete rosso ciliegia, siete morti”); il pallore è presente più spesso.

http://www.emedicine.com/EMERG/topic817.htm

Un riferimento medico che Provan usa ha il seguente testo sotto il titolo generale di “Monossido di Carbonio”[13]:

Aspetti post mortem. Le macchie ipostatiche sul corpo possono presentare un colore rosso ciliegia brillante, ma questo può essere lieve se la saturazione è inferiore al 30%; è anche spesso oscurato dalla cianosi associata – e può essere difficile da vedere in soggetti colorati e in quelli non scoperti per alcuni giorni e in decomposizione.  Muscoli e colorazione arteriosa rimarranno diagnostici più a lungo del viso e del tronco. (Sottolineatura aggiunta da F.P. Berg per enfasi – Provan aveva solo sottolineato la parola “cianosi” e non “associata “).

L’uso del termine “cianosi associata” rende ovvio che la cianosi non esclude un colore rosso sul resto del corpo. In realtà, si possono avere entrambi simultaneamente nello stesso cadavere – ma non negli stessi punti. Nota anche che le parole “blu” o “colorazione blu” non vengono menzionate affatto.

La colorazione ipostatica rossastra si verifica ovunque il sangue si depositi a causa della forza di gravità sul sangue liquido nel cadavere. Ad esempio, un cadavere eretto mostrerebbe probabilmente una colorazione ipostatica e rossa nei piedi e nelle gambe, mentre un cadavere prono mostrerebbe probabilmente tale colorazione nei glutei. Le parti rimanenti del cadavere da cui il sangue è generalmente drenato appariranno pallide al confronto, o addirittura bluastre al confronto. I patologi forensi si preoccupano molto di questi dettagli per accertare se un cadavere è stato spostato dopo la morte e da dove.

Il seguente paragrafo (non incluso da Provan) che segue quello sopra nel riferimento aiuta a spiegare come il colore della pelle cambi con i livelli di carbossiemoglobina.

“C’è una grande variazione nella percezione dei rossi da parte di molte persone, ma il colore potrà causare un dubbio solo probabile molto al di sotto del livello del 30-40 per cento quando una seria perdita di controllo, debolezza muscolare, incoordinazione, diplopia, vertigini e la possibilità di un collasso e la morte subentrano nel soggetto sano.  L’esperimento originale di Haldane su sé stesso ha notato che il sangue è “distintamente un po’ rosa” con una saturazione del 17% di Hb ∙ CO, ma nella nostra esperienza questo indica un senso del colore insolitamente buono.

Il paragrafo sopra riportato dai Principi di Taylor non descrive gli “aspetti post mortem” sebbene segua quel sottotitolo. La prima frase in quel paragrafo dice che c’è “solo probabile” dubbio sul colore “rosso” di una vittima di CO a livelli al di sotto dei quali un soggetto sano potrebbe morire. In altre parole, tra il 30 e il 40 per cento di carbossiemoglobina non ci saranno dubbi sui “rossi”.

C’è una buona ragione per credere che una descrizione cianotica nel nostro contesto non significhi affatto blu – ma semplicemente blu per contrasto o in confronto ad altre parti dello stesso o di altri corpi. Anche il sangue che è quasi privo di ossigeno non è davvero blu, mai – ma solo rosso scuro o rosso-bluastro. Non c’è semplicemente nulla nel sangue o in qualsiasi altra parte di un cadavere che diventi veramente blu a causa del CO o della morte. Il tipo di colorazione blu che una principessa druida avrebbe potuto applicare al suo corpo per rendersi più attraente per un soldato-fidanzato romano del centro di Londinium è totalmente impossibile in un cadavere a meno che non sia stato effettivamente dipinto da qualcuno. Quando dei prigionieri vengono giustiziati con cianuro negli Stati Uniti, essi dopo la morte non sono parimenti blu. Se essi fossero blu, alcuni testimoni oculari lo avrebbero certamente detto e reso di dominio pubblico. Ciononostante, gli esaminatori medici descriveranno tali cadaveri come “cianotici” a causa dell’aspetto post-mortem di parti molto piccole del cadavere. Tali morti sono probabilmente la vera base della parola “cianosi” per cominciare – e l’uso è stato semplicemente riportato per descrivere le morti in cui non è effettivamente coinvolto il cianuro.

Un’eccellente analisi[14] dell’esatta natura del colore percepito come “blu” o cianosi in casi fatali di avvelenamento da CO si conclude con le seguenti parole:

“Il sangue” ‘blu’ dell’emoglobina ridotta è ancora otticamente rosso se visto da solo, e differisce maggiormente dal suo aspetto scuro (bassa luminosità) rispetto a una differenza cromatica reale. Questo paradosso è oggetto di un ulteriore studio”.

Nella sottosezione 3 del suo saggio, Provan riporta la famigerata parte della dichiarazione di Gerstein che menziona “corpi blu” seguita da una parte di un’altra dichiarazione presuntamente fornita da Pfannenstiel il 6 giugno 1950 alla corte di Darmstadt, Germania occidentale. Secondo questa dichiarazione di Pfannenstiel:

“Non ho notato niente di speciale nei cadaveri. Alcuni avevano una tinta bluastra nel viso”.

Dopo questo passaggio, Provan salta immediatamente a fare la seguente affermazione:

Notate che entrambi i testimoni descrivono il colore delle vittime della gasazione diesel a Belzec come blu”.

Ancora una volta, Provan chiede ai lettori di fare un atto di fede. Il fatto semplice e ovvio è che Pfannenstiel in realtà non descriveva le vittime come “blu”, ma dice semplicemente che alcune “avevano una tinta bluastra nel viso”. Non erano nemmeno tinte di “blu” – ma solo “bluastre”! E la maggior parte non mostravano nulla di speciale. Per quanto riguarda il monossido di carbonio o il diossido di carbonio, Pfannenstiel non ne parla nemmeno, da nessuna parte, mai!

Sebbene ci si dovrebbe aspettare che la grande maggioranza delle vittime morte mostrino qualche variazione dell’usuale, classica, intensa colorazione rossastra, in base a innumerevoli riferimenti medici, inclusi quelli apportati da Provan – Pfannenstiel in realtà negò di aver visto una colorazione rossastra (“Non ho notato niente di speciale nei cadaveri”); non è menzionata neppure una sfumatura rossastra! Di quelli che Gerstein insistette erano da 700 a 800 cadaveri da una gasazione, nessuno mostrava alcuna variazione della classica colorazione rossa! Questo è semplicemente incredibile e dimostra, credo, il genere di pressione che Pfannenstiel deve aver subito per dire qualcosa, non importa quanto assurda, coerente con le dichiarazioni di Gerstein. Ovviamente, Pfannenstiel gettò ai pubblici ministeri un osso, per quanto piccolo – per toglierseli di dosso. Egli mentì – e chi può realmente fargliene una colpa? Anche Galileo piegò la testa e gettò al papa qualche osso per evitare la stessa fine orrenda di Giordano Bruno. Provan ha mentito molte volte proprio in questo suo ultimo saggio – con o senza il cervello per capirlo – ma senza nessuna ragionevole scusa. Purtroppo, persone come noi ritengono di dover accertare la verità dei fatti. Non possiamo puntare un telescopio a Belzec per osservare il passato – ma, vi sono presumibilmente molti cadaveri ancora sepolti a Belzec. Ma a causa delle obiezioni religiose ebraiche sulla mancanza di rispetto dei morti ebraici, le autorità polacche hanno bloccato ogni riesumazione forense.

Secondo Forensic Pathology di Bernard Knight MD, p. 507 che Provan cita come segue a p. 161 di The Revisionist:

“All’autopsia l’aspetto più eclatante del corpo è il colore della pelle, specialmente nelle aree di ipostasi post-mortem. Il classico colore rosa ciliegia della carbossiemoglobina è solitamente evidente se la saturazione del sangue supera il 30% circa”.

Le parole chiave qui sono “classico” e “solitamente” e “supera il 30% circa” – e queste si trovano in una delle fonti di Provan. Egli ha letto tutto ciò? “Classico” secondo il dizionario Webster significa “standard e tradizionalmente autorevole” a cui suggerirei di aggiungere “ben noto come un fatto generalmente riconosciuto”. I significati inequivocabili hanno oltrepassato Provan. Le parole “blu”, o anche “cianotico” in questo passaggio non compaiono. Forse Bernard Knight ha semplicemente fallito nell’”indagare a fondo” come Provan aveva affermato che io avevo fallito.

Il testo continua:

Al di sotto di questo, sono necessarie conoscenza e una buona illuminazione, e al di sotto del 20% nessuna colorazione è visibile. Poiché queste basse concentrazioni sono raramente fatali, tuttavia, si perde poco”.

In altre parole, sono necessarie “conoscenza e buona illuminazione” a livelli di carbossiemoglobina inferiori al 30 %, il che conferma la mia tesi che ogni colorazione cianotica è molto sottile piuttosto che drammatica.   Il sudore e l’urina, che è gialla, potrebbero sicuramente oscurare tutto. Alcune altre parole chiave qui sono “raramente fatali”. Certo, i pazienti o “vittime” al di sotto del 30% della carbossiemoglobina possono ben mostrare cianosi – ma queste “vittime” sono generalmente ancora vive e possono persino avere una vita piena e lunga davanti a loro.

Quando ho scritto di “vittime” nei miei precedenti saggi, avrei potuto specificare che si trattava di “vittime morte” per distinguerle dalle vittime di CO “viventi” i cui livelli di carbossiemoglobina potevano al massimo causare loro mal di testa e allucinazioni. Quando si parla di vittime nel contesto di Belzec e Treblinka, si parla sicuramente – almeno in generale – di persone morte e non di pazienti con gravi mal di testa o perdite di memoria. Le vittime morte a causa del CO sono di solito “rosse” o “rosso-ciliegia” o “rosa”. D’altro lato, le “vittime viventi di CO” possono essere parzialmente “cianotiche”. Cianotico in realtà significa solo un leggero scolorimento bluastro in aree in cui la pelle è abbastanza trasparente da mostrare al di sotto il sangue scuro, povero di ossigeno – come le labbra o le aperture nasali. Un aspetto generale “cianotico” dell’intero cadavere è raro, se mai si verifica veramente. Si potrebbe persino obiettare che le vittime che Gerstein e Pfannenstiel avevano visto non erano affatto morte; i loro livelli di carbossiemoglobina erano abbastanza alti da causare cianosi ma probabilmente non la morte.

Molti, se non la maggior parte degli esempi che Provan cita della cianosi per avvelenamento da CO sono di persone che sono state esaminate e/o trattate per la loro condizione. Egli però li ha mescolati; vergogna a Provan. Ad esempio, egli cita dal Journal of Emergency Medicine, Vol. 1, 1984, p.236 quanto segue:

“La classica colorazione della pelle” rosso ciliegia “è in realtà rara e i pazienti hanno maggiori probabilità di apparire pallidi o cianotici”.

Se essi sono “pazienti”, sono probabilmente non ancora morti, giusto? L’autore del testo ha scelto male le sue parole ma queste sono ancora coerenti con i consigli per il personale medico di emergenza per i quali la terapia piuttosto che l’autopsia è la massima priorità.

Ma uno dei riferimenti di Provan appare come se potesse alla fine aiutare la sua tesi di “cadaveri blu” invece di “pazienti blu”. In Military Medicine, dicembre 1966, p. 1517 – vedi p. 161 di The Revisionist, abbiamo il testo seguente, la maggior parte del quale in realtà confuta Provan:

“Quando qualcuno muore immediatamente per esposizione al CO, la prova è spesso facile da stabilire analizzando il sangue. Ad esempio, un modo comune per commettere suicidio è quello di inalare CO dai gas di scarico di un’automobile convogliati nella macchina da un tubo collegato al tubo di scappamento. La saturazione di carbossiemoglobina nel sangue è spesso del 70% o più. In tali casi, il cadavere mostra un colore rosso-ciliegia delle membrane mucose, della pelle, delle viscere, e del sangue. Questo scolorimento si può osservare anche nell’avvelenamento da cianuro e nell’esposizione al freddo, ma è più evidente nei casi di esposizione al CO. Bernard, nel suo libro del 1857, notò che il sangue esposto al CO o all’acido cianidrico diventa rosso-ciliegia. Egli osservò che il colore rosso-ciliegia causato dall’esposizione al CO persiste nel sangue più di 3 settimane. Oltre al colore rosso-ciliegia degli organi, non vi sono cambiamenti che suggeriscono un avvelenamento acuto da CO. In alcuni casi di avvelenamento fatale da CO, non vi è una colorazione rosso-ciliegia della pelle”.

Le due ultime frasi sono particolarmente importanti; non solo l’ultima frase. Il testo è molto chiaro sul colore rosso-ciliegia delle vittime che muoiono immediatamente per l’esposizione al CO. Non me lo sono inventato come Provan vorrebbe far credere. Le magiche parole “blu” o anche “cianotico” non compaiono da nessuna parte. I cadaveri, secondo questo riferimento fino a questo punto, sono tutti o “rosso ciliegia” o incolore – e non blu o cianotico. Provan semplicemente sperava di impressionarci con l’enorme volume delle sue ricerche e citazioni? Senza dubbio molti ci sono cascati incluso Germar Rudolf che ha pubblicato il saggio di Provan in The Revisionist. Provan ha sottolineato l’ultima frase senza a quanto pare rendersi conto che nemmeno questa sostiene la sua “teoria blu”. Se un cadavere non ha una colorazione rosso ciliegia, ciò non significa che sia blu o cianotico. Come può qualcuno essere così stupido da presentare questa citazione come supporto per una teoria “blu”? La frase sottolineata significa solo che alcuni cadaveri avvelenati da CO non erano “rossi”.

Ma la citazione di Provan da Military Medicine continua come segue a p. 1524:

“Incidenza di macroscopiche osservazioni patologiche per mezzo della morte in 533 casi di avvelenamento da CO: Cianosi: accidentale – 18 (5%), suicidio – 7 (4%) “.

In altre parole, solo il 9% dei 533 casi mostrava cianosi. Per il resto, Provan non fornisce informazioni specifiche, ma l’autore Finck in realtà fornisce molte informazioni sugli altri rapporti di autopsia che egli ha selezionato.

L’accettazione dei 567 casi per lo studio è stata basata sulle circostanze della morte, sui dati clinici e di laboratorio, e sul caratteristico colore rosso-ciliegia degli organi durante l’autopsia” (p. 1519).

Gli organi non sono la stessa cosa della pelle – ma tranne i casi con pelle pigmentata, il colore sottostante sarà certamente visibile in una certa misura. Finck prosegue con alcune ulteriori informazioni sulle pagine 1525-1528 dello stesso saggio che spiega circa 1/3 dei pochi casi di cianosi sopra riportati.

“Anamnesi clinica e risultati macroscopici e microscopici durante l’autopsia di 37 persone che sono sopravvissute all’avvelenamento da monossido di carbonio da 15 minuti a 9½ mesi, elencate in base all’intervallo tra esposizione a CO e morte”. (Risultati: cianosi elencata in 8 casi su 37 di autopsia).

Guardiamo bene qui – nessun salto di fede, per favore. I 37 casi riguardano persone che “sono sopravvissute” alle esposizioni di CO, ma sono morte solo molto tempo dopo. Sono casi di “morte ritardata”. Questi casi non somigliano affatto a ciò che presuntamente accadde a Belzec. Le vittime da motore diesel di Belzec e di Treblinka non uscirono dalla camera a gas e morirono solo in seguito, addirittura mesi dopo; essi erano presuntamente tutti morti non appena le porte della camera a gas si aprirono. E allora a cosa sta mirando Provan? Chiaramente, non ha idea di cosa sta facendo. Tutto quello che gli importava era di poter collegare la “cianosi” all’avvelenamento da CO e reclamare 8 morti su 37. Wow!  Che le circostanze fossero completamente diverse da qualsiasi cosa rivendicata da Gerstein o Pfannenstiel è stato trascurato. Provan ha raschiato il proverbiale barile e ha scoperto la spazzatura.

Una tra molte, dettagliate descrizioni nella letteratura specialistica (non da Provan) è la seguente[15]:

“Lesioni patologiche: durante l’autopsia, i casi acuti di avvelenamento da monossido di carbonio che muoiono poco dopo l’esposizione mostrano un marcato colore rosso ciliegia del sangue, dei tessuti e dei visceri e un colore rosa o rosa rosso delle ecchimosi post mortem. Questo colore è evidente se c’è 30% o più di carbossiemoglobina nel sangue, ed è facilmente riconoscibile dal lividore porpora rossastro dell’ossiemoglobina o dalla tonalità viola scuro dell’emoglobina ridotta (Figure 4-4 e 4-6). Il colore rosso ciliegia della carbossiemoglobina non è distinguibile sotto l’epidermide pigmentata delle razze scure e spesso non è tipica nella tonalità quando si verifica in individui dalla pelle leggermente scura. Tuttavia, durante l’autopsia i visceri, in particolare i muscoli volontari, il cervello, il cuore e i polmoni, sono caratteristicamente colorati di un rosso ciliegia intenso in casi tipici di avvelenamento da monossido di carbonio, indipendentemente dall’aspetto delle ecchimosi sulla pelle. Il colore rosso ciliegia della carbossiemoglobina persiste nel corpo morto fino a quando subentra una putrefazione avanzata, e la presenza di pigmento può essere dimostrata da appropriati test chimici anche in caso di decomposizione. Nei corpi imbalsamati, il lividore della carbossiemoglobina rimane caratteristico e il composto può essere dimostrato tossicologicamente”.

Quale parte del brano suddetto non si capisce? Le parole “che muoiono poco dopo l’esposizione” sono state ovviamente incluse per aiutare a distinguere i casi di morte “immediata” da quelli di morte “ritardata”. Per il nostro scopo, i casi di morte ritardata sono irrilevanti.

Non c’è nessun merito negli argomenti o nelle affermazioni di Provan[16]. Avrei totalmente ignorato il saggio di Provan se esso non fosse apparso, con mio grande sbalordimento e sorpresa, in una rivista per la quale nutro ancora qualche speranza. Pubblicando la farsa di Provan, Germar Rudolf, il direttore di The Revisionist, ha dato a Provan la credibilità che non merita. Senza dubbio alcuni revisionisti, inclusi David Irving e Germar Rudolf, sono stati abbindolati da Provan. A loro credito, nessuno degli usuali organi ebraici su internet o altrove ha mai pubblicato nessuno dei saggi di Provan per quanto posso dire. Sono solo i revisionisti dell’olocausto che gli hanno dato, per quanto posso dire, qualche tipo di forum. L’errore di Rudolf dovrebbe essere perdonato in considerazione dell’enorme quantità di grande lavoro revisionista che ha generato in passato e, senza dubbio, continuerà a generare in futuro. Dovremmo anche ricordare che, per quanto la scienza di Provan sia veramente cattiva, non è peggiore di quella di Raul Hilberg, Martin Gilbert, Christopher Browning, Elie Wiesel o di altri studiosi unti di “Olocausto”. Hanno del sangue sulle loro mani.

 

Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://codoh.com/library/document/1703/?lang=en#_ftn17

Questa relazione è parte della serie Skin Discoloration Due to Carbon Monoxide Poisoning, disponibile all’indirizzo:  https://codoh.com/library/series/1704/

 

 

 

[1] The Revisionist, vol. 2, no. 2, May 2004; pp. 159-64.

[2] Più di dieci anni fa Provan mi sfidò per iscritto ad un dibattito che in modo riluttante accettai con alcune modeste condizioni. Le condizioni erano che lui accettasse semplicemente che la parola “incredibile” è diversa dalla parola “impossibile” e che la parola “assurdo” è diversa dalla parola “inadatto”. Tutto quello che chiesi era che accettasse che le parole chiave erano “diverse” – non sono ammesse sostituzioni, per favore! Se avesse fatto quelle due semplici concessioni, certamente avremmo potuto avere un dibattito senza ulteriori obiezioni da parte mia. In seguito Provan affermò che avevo rifiutato di discutere con lui. In precedenza aveva sostenuto che le parole significavano le stesse cose e, quindi, c’erano alcuni errori gravi nel mio lavoro. Senza dubbio, gli ammiratori di Provan avrebbero trovato un “dibattito” sui diversi significati delle parole di cui sopra estremamente istruttivo – ma le persone sane avrebbero considerato un tale dibattito come una perdita di tempo, ed è giusto così.

[3] Il Rapporto Gerstein è una pietra miliare della mistificazione dell’olocausto ed è la “testimonianza oculare” utilizzata più spesso nella letteratura olocaustica. È la migliore “testimonianza oculare” che vi sia a sostegno della mistificazione ed è ben conosciuta da tutti i cultori della materia. Sebbene oggi sappiamo che vi sono sei differenti versioni di questo “Rapporto” grazie all’eccellente lavoro di Henri Roques (The ‘Confessions’ of Kurt Gerstein, Institute for Historical Review, 1989), la versione citata più spesso è il documento di Norimberga PS-1553, che Roques designa come versione TII.

[4] Il fatto che le tre parole fondamentali compaiano tra parentesi in una frase che inizia con i segni di ellissi sono ulteriori motivi per chiedersi quanto fosse spontanea questa testimonianza. Come si pronunciano parentesi e segni di ellissi? In ogni caso, se Gerstein avesse effettivamente pensato al monossido di carbonio come sostiene Provan, perché Gerstein non lo ha semplicemente detto, almeno da qualche parte?

[5] Deckert, Walter “Zur Beurteilung der Giftigkeit kohlenoxydhaltiger Luft (“Determinare la tossicità dell’aria contenente monossido di carbonio”), Archiv für Hygiene, Vol. 102, (1929); pp. 254-62.

[6] Von Oettingen, W. F., “Carbon Monoxide: It’s Hazards and the Mechanism of its Action,” Public Health Bulletin No. 290, United States Public Health Service, Washington, DC (1944).

[7] Von Oettingen è stato effettivamente citato da Provan a p. 159 di The Revisionist dopo la seguente frase di Provan:

“…a causa dell’avvelenamento da monossido di carbonio, assorbito più rapidamente a causa di una respirazione più veloce provocata da un aumento del monossido di carbonio. Questa teoria era conosciuta e corrente in Europa (in particolare in Germania) e negli Stati Uniti all’epoca”.

 Con “corrente” Provan intende dire che la teoria è stata generalmente accettata come valida? I fatti sono che solo poche persone conoscevano la teoria di Deckert e, cosa più importante, solo una persona, vale a dire Walter Deckert, sappiamo che le diede credito.   

[8] Luce, Ferdinand, “Experimentelle Untersuchungen über acute, kombinierte Lösungsmittelvergiftungen (“Studi sperimentali sull’avvelenamento solvente, combinato e acuto”) Archiv für Gewerbepathologie und Gewerbehygiene, vol. 7, (1936); pp. 437-51.

[9] Klimmer, Otto. R, “Beitrag zur Kenntnis der Vergiftungen durch Verbrennungsgase (“Avvelenamento mediante gas di combustione”), Naunyn-Schmiedebergs Archiv für experimentelle Pathologie und Pharmakologie, vol. 201, (1943); pp. 69-98. Nota che i lavori di Luce e di Klimmer non si trovano nemmeno nelle riviste minerarie.

[10] Klimmer, p. 96.

[11] Pattle, Stretch, Burgess, Sinclair and Edginton, “The toxicity of fumes from a diesel engine under four different running conditions,” British Journal of industrial Medicine, vol. 14, (1957): pp. 47-55. L’intero studio è presente anche su internet. Delle quattro condizioni di funzionamento da A a D, solo la condizione D ha portato alla morte da monossido di carbonio. A pagina 50 abbiamo il seguente testo che appare anche presso: http://www.vho.org/GB/c/FPB/toxicity4.png .

“Il sangue degli animali morti in condizioni D era scarlatto, il contenuto di carbossiemoglobina nei topi era (secondo il metodo di Lovibond) circa il 60% e negli animali circa il 50%”.

Per tutte le altre morti – condizioni A, B e C – il sangue era di colore normale. Nessuna cianosi o colorazione blu è stata menzionata. Mi ci sono voluti diversi anni per apprezzare appieno l’importanza di questo superbo e unico studio sull’inalazione di animali viventi. Oggi esso mi convince che le possibilità di qualunque genere di gasazione diesel, anche con carichi di motori esterni pesanti, sono molte meno di quanto avessi immaginato quando scrissi la mia prima versione di Diesel Gas Chamber più di venti anni fa. Il mio saggio dovrebbe essere riscritto con un certo numero di correzioni; le dicerie sulle gasazioni diesel sono persino più assurde di quanto avessi creduto in precedenza. In ogni caso, il semplice scenario descritto nella letteratura olocaustica senza alcun carico esterno sul motore diesel sarebbe stato impossibile. Vedi l’ultima versione del mio saggio in Dissecting the Holocaust o su internet a:   http://www.vho.org/GB/Books/dth/fndieselgc.html

[12] Gonzales, Vance, Helpern, Umberger, Legal Medicine: Pathology and Toxicology, second edition, Appleton-Century-Crofts, New York: (1954): pp. 496-506.

[13] Taylor’s Principles and Practice of Medical Jurisprudence, twelfth edition, J & A Churchill, London, vol. II (1965): p 368

[14] G. H. Findlay, “Carbon monoxide poisoning: Optics and histology of skin and blood,” British Journal of Dermatology, vol. 119 (1988); pp.45-51.

[15] Medicina legale … (nota 12).

[16] Un riferimento estremamente importante che Provan effettivamente scoprì molti anni fa ma che non ha usato nel suo saggio corrente è la relazione di Pattle e altri citata nella nota 11.

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