Fragalà: Roberto Fiore (Forza Nuova) agente dei servizi inglesi

Fragalà: Roberto Fiore (Forza nuova) agente dei servizi segreti inglesi

Tratto da: http://www.parlamento.it/service/PDF/PDFServer/DF/17271.pdf

FRAGALA’. Signor Presidente, cari colleghi, devo dire innanzitutto che in linea di massima sono d’accordo con quanto proposto dal Presidente sulla necessità di una serie di audizioni a supporto della nostra analisi riguardo a questo particolare momento. Ritengo che questa fase debba partire dal più grave delitto e atto di terrorismo accaduto in Italia negli ultimi anni, cioè il caso D’Antona, rispetto al quale le indagini – ha ragione il Presidente – sono completamente a zero. La procura di Roma ha mancato per l’ennesima volta nell’accertamento di una serie di responsabilità che sulla base dell’audizione del prefetto Andreassi sembravano, almeno sul piano della individuazione, addirittura possibili. Andreassi ci disse che l’UCIGOS era in grado di sapere chi poteva aver ucciso il professor D’Antona, ma non vi erano le prove per poterlo indicare sul piano giudiziario. Ebbene, che a quasi due anni da quel terribile atto terroristico ancora si brancoli nel buio, soprattutto dopo aver esperito il tentativo di indagine sul telefonista, che è apparsa subito una bufala, è un fatto gravissimo che questa Commissione dovrebbe verificare attraverso l’audizione del magistrato o dei magistrati responsabili di questa indagine ancora all’anno zero.

PRESIDENTE. Non potremmo pretendere che i magistrati ci dicano se non sono all’anno zero, perché se hanno fatto qualche piccolo passo in avanti, lo brucierebbero in questa sede.

FRAGALA’. Capisco che è una audizione delicata, ma abbiamo fatto così per altre situazioni. Soprattutto però ritengo che non si possa su una vicenda di questo genere, su cui abbiamo ascoltato il capo dell’UCIGOS che ci ha fornito indicazioni assolutamente chiare, avere la remora ad ascoltare i responsabili giudiziari dell’indagine, soprattutto sapendo che all’indomani del delitto D’Antona alcuni capi dei centri sociali di Roma sono entrati in clandestinità. Su questo dato almeno, che è obiettivo, non vi è stata alcuna indicazione investigativa.

Credo sia legittimo che la Commissione interroghi i responsabili delle indagini, perché sono passati due anni, perché l’anno scorso è accaduto quello che è accaduto a disdoro di un apparato giudiziario che aveva fatto arrestare nel modo incredibile che tutti noi sappiamo il cosiddetto telefonista delle BR. Credo dunque che su questo punto dovremmo intervenire.

Per quanto invece riguarda la bomba fatta ritrovare inesplosa al duomo di Milano, la bomba carta scoppiata o fatta scoppiare al “Manifesto” e le attività insurrezionali portate a Nizza e a Roma a Castel Sant’Angelo durante la visita di Heider, dobbiamo fare una riflessione collegata anche ad un avvenimento più eclatante su cui credo che l’attenzione dei commissari debba avere un momento di riflessione particolare. Cioè il fatto che per la prima volta nel nostro Paese è stata evacuata l’ambasciata degli Stati Uniti a Roma per il gravissimo pericolo di un attentato. E c’è la lettura particolare che di questo evento ha fatto l’ex Presidente della Repubblica, il senatore a vita Francesco Cossiga, che ha detto chiaramente di avere delle informazioni secondo le quali quella evacuazione era il segnale politico molto preciso per l’atteggiamento assunto da ambienti politici italiani, anche a livello istituzionale, sulla vicenda dei proiettili all’uranio impoverito e la guerra nei Balcani.

Ora, cari colleghi, se si arriva a evacuare una rappresentanza diplomatica così importante, come quella del maggiore Paese alleato dell’Italia, in polemica – si dice da parte dell’ex Presidente della Repubblica – con apparati istituzionali di altissimo livello, credo che la Commissione su questi temi dovrebbe audire il ministro dell’interno Bianco e il ministro degli esteri Dini, nonché – lo hanno già detto altri colleghi – i responsabili dei Servizi.

In ultimo, desidero svolgere una serie di considerazioni sulla vicenda della bomba scoppiata al “Manifesto”, considerazioni che ho ritenuto di esprimere quando, il 27 dicembre dello scorso anno, ho letto l’intervista al fratello di Andrea Insabato e allo stesso Andrea Insabato ricoverato in ospedale, pubblicata sul quotidiano “la Repubblica”, intitolata: “Lo giuro, non c’entro mi hanno teso una trappola”.

Stando almeno alle ultime risultanze investigative, ritengo che non vi sia più alcun dubbio che la bomba carta o il cosiddetto “pallone di Maradona” esploso al terzo piano di via Tomacelli, poco dopo le ore 12 del 22 dicembre scorso, sia stato volontariamente o involontariamente portato da Andrea Insabato, 41 anni, originario di Palombara Sabina (Rieti), già militante di Terza Posizione nella zona di Balduina–Montemario. Orfano di entrambi i genitori, assistito dal fratello avvocato Carlo, padre di due figli, gravemente affetto da disturbi del comportamento, Insabato negli ultimi tempi era in un evidente e preoccupante stato depressivo.

Assolto dalla Corte d’assise di Roma per insufficienza di prove nel marzo 1985 (i reati contestati erano partecipazione a banda armata e associazione sovversiva) nell’ambito del processo contro un gruppo di persone accusate di aver fatto parte dell’organizzazione Terza Posizione (i prosciolti erano, oltre ad Andrea Insabato: Giancarlo Laganà, Vincenzo Piso, Walter Spedicato, Gianluca Zucco, Fabrizio Mottironi e Francesco Butta), Insabato era stato arrestato dai carabinieri del reparto operativo di Roma – il 2 o 3 marzo 1983 – nella Libreria Romana di via dei Prefetti a Roma. In quello stesso processo, Francesca Mambro e Valerio Giusva Fioravanti subirono una pena di 14 anni di reclusione.

Latitante da otre due anni, l’estremista – secondo quanto venne accertato dai Carabinieri – era risultato in contatto con altri militanti della destra radicale, fra cui Walter Spedicato e Roberto Fiore. Con Insabato venne arrestato anche uno studente universitario libanese, Marie Gilbert Dawed, di 25 anni, figlio di un funzionario della FAO. All’epoca latitante in Inghilterra, Fiore venne arrestato a Londra il 12 settembre 1982 (il giorno prima era stato arrestato Morsello insieme ad Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci e Marinella Rita), in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dalla magistratura italiana, ma poi restituito in libertà poiché i giudici inglesi negarono l’estradizione per reati di natura politica.

Nel settembre 1991 lo troviamo a Zagabria, quale promotore del gruppo Rinascita Nazionale, in contatto con analoghi gruppi oltranzisti e irredentisti stranieri, per incontrare i dirigenti del Partito del Diritto croato. La missione sortì esito negativo poiché l’italiano, oltre ad alcune divergenze politiche, aveva pochi giorni prima firmato un volantino in cui si rilanciava l’ipotesi della riannessione dell’Istria e della Dalmazia, a patto di un’azione di supporto ed aiuto a favore “dei fratelli croati”, in quel momento impegnati nella sanguinosa guerra con la Serbia (appoggiata dalla Russia). Nel marzo 1993 Insabato viene quindi condannato dal tribunale di Roma ad un anno e sei mesi di reclusione per istigazione all’odio razziale e uso di materiali esplodenti (accensioni di esplosioni pericolose).

Ha militato anche in Militia Christi, il movimento ultrafondamentalista cattolico collegato a omologhe e gemellate formazioni attive soprattutto nell’Est europeo, nell’ex URSS e nei Balcani. La carriera politica di Insabato è sempre stata caratterizzata da una congenita debolezza sul piano della coerenza, causata dalla sua instabilità mentale: un cane sciolto, un personaggio scomodo e delegittimato, un personaggio di certo giudicato inaffidabile sul piano della tenuta psicologica, ma parimenti utile se non insostituibile per qualche operazione.

Massimo Morsello e Roberto Fiore riparano in terra inglese in stato di latitanza poiché colpiti all’indomani della strage alla stazione di Bologna da mandati di cattura internazionali emessi dalla magistratura italiana. In Gran Bretagna entrano subito in contatto con Nick Griffin con il quale danno vita alla creatura International Third Position. La loro latitanza è di oltre 1.500 unità immobiliari di cui molte nella city londinese intestate o riconducibili alla loro holding che comprende case discografiche, agenzie di collocamento e di viaggio, strutture ricettive, locali pubblici ed alberghi), permette loro di condurre una vita al di sopra delle possibilità di un qualsiasi comune latitante per reati politici. In quegli anni (siamo nei primi degli Ottanta) alcuni militanti della Destra radicale hanno l’opportunità di incontrare Morsello e Fiore a Londra e rimangono colpiti e stupiti dalle loro enormi possibilità economiche e finanziarie: cosa che in Italia non s’era mai evidenziata.

PRESIDENTE. Sta facendo una relazione su tutto questo. Sono documenti che probabilmente potremmo acquisire, ma a cosa tende la conclusione politica? Le sarei grato se potesse venire al punto.

FRAGALA’. La conclusione tende a questo: chiedo che Morsello e Fiore vengano auditi da questa Commissione, perché in un documento ufficiale, la relazione pubblicata nel dicembre 1991 dalla Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo sul razzismo e la xenofobia, proprio Roberto Fiore viene indicato quale agente dell’MI6, una branca dell’Intelligence Service britannico, fin dai primi anni ‘80, infiltrato nel movimento della destra radicale nazionalista inglese al fine di annientare il National Front di Nick Griffin. I collegamenti che il National Front ha avuto con il Fiore non hanno fatto altro che danneggiare questa formazione politica – si legge nella relazione -. Se vuole, Presidente, continuo.

Ma chi è Nick Griffin? National chairman del BNP, nasce a nord di Londra nel 1959, sposato e padre di quattro figli. Militante della causa nazionalista fin dall’età di 15 anni, lo vediamo già schierato contro l’entrata della Gran Bretagna nella CEE nel referendum del 1975. Ha studiato storia e legge al Dowing College, all’università di Cambridge, dove ottiene l’Honours Degree (la laurea d’onore) in legge. Dopo l’università, ha lavorato nel settore dell’ingegneria agricola e nel settore dell’ambiente (agricoltura e foreste). Scrittore, collaboratore di varie testate politiche, abile oratore, Griffin riesce ad avviare un’intelligente operazione di penetrazione ed infiltrazione dei sindacati inglesi (Trade Unions). La vicenda venne denunciata all’opinione pubblica inglese dal quotidiano londinese “Daily Express” – nel luglio del 1984 – attraverso un’inchiesta condotta sulle infiltrazioni dell’estrema destra britannica negli ambienti dei sindacati. Secondo la testata vicina al Partito Conservatore, il National Front sarebbe riuscito a penetrare in molte Unions: da quello vastissimo dei trasporti a quelli dei dipendenti pubblici e dei vigili del fuoco. Sempre per il “Daily Express” sosteneva che il responsabile di questo “assalto” ai sindacati, Nick Griffin, sarebbe stato spalleggiato da un italiano arrestato nel 1981 a Londra insieme con altri otto connazionali su segnalazione della magistratura italiana: Roberto Fiore, già leader nel 1977 del gruppo Lotta studentesca attivo nel settore giovanile e scolastico della capitale italiana.

PRESIDENTE. Ce la può consegnare, onorevole Fragalà.

FRAGALA’. In pratica Morsello e Fiore trattano con gli estremisti britannici e irlandesi per conto dei servizi di sicurezza di Londra, al punto che riescono a boicottare l’entrata dei nazionalisti irlandesi nell’”internazionale” di Terza Posizione, favorendo in quel momento il Front britannico, capeggiato da Nick Griffin e sorretto da una solida fede protestante, evidentemente in contrapposizione con la fede cattolica del nazionalismo irlandese.

In pratica, quando tutti facevano finta di meravigliarsi sul perché Morsello e Fiore potessero stare in Inghilterra e potessero essere non soltanto protetti dalle autorità politiche e istituzionali inglesi…

PRESIDENTE. Lei ritiene che siano stati agenti del Servizio inglese.

FRAGALA’. No “ritengo”: è un dato obiettivo, pubblicato da una relazione della Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo nel 1991, cioè dieci anni fa, e mai smentito da alcuno.

D’altro canto, Presidente, chiedo a me stesso – come dice qualche volta il senatore Andreotti – ma come si fa a immaginare che due latitanti italiani in Inghilterra possano costruire lì un impero economico e finanziario di 1300 appartamenti, alla cui proprietà partecipano centinaia e centinaia di investitori di tutto il mondo; poi, in Italia, naturalmente per coprire questa cosa, con la relazione dell’UCIGOS – per questo chiedo che Andreassi, sulla relazione fatta su Morsello e Fiore, venga audito da questa Commissione – si è detto che erano stati segnalati dal servizio segreto inglese come pericolosi estremisti, che non si sa come avessero potuto costruire in terra inglese quel patrimonio mobiliare e immobiliare. Quindi, o l’UCIGOS ha avuto documenti assolutamente inaffidabili, di terza mano e falsi da parte dei servizi segreti inglesi, e ci è venuto a raccontare questa cosa che non sta né in cielo né in terra e non ha mai letto neppure la relazione pubblicata dalla Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo sul razzismo e la xenofobia, oppure si è inventata una immagine di questi personaggi, e anche di Insabato, per cui l’intervista pubblicata dal quotidiano “la Repubblica”, in cui si dice che qualcuno ha teso…

PRESIDENTE. Perché dovremmo sentirli? Quale possibilità ci sarebbe che ci vengano a dire che erano o sono agenti dei servizi inglesi? Lei ha detto che dobbiamo sentire Morsello e Fiore; nello stesso tempo sta dicendo che sono spie degli inglesi.

FRAGALA’. No, sto chiedendo di sentire Morsello e Fiore proprio per contestare loro una serie di elementi che vengono da documenti…

PRESIDENTE. Lasciamo che lo faccia la magistratura. Glielo dico francamente: da notizie giornalistiche risulta che quando Fiore è arrivato in Italia lei facesse parte di una specie di comitato di accoglienza che si era recato a riceverlo.

FRAGALA’. No.

PRESIDENTE. Mi auguro che questo non sia vero, però vorrei che al riguardo si muovesse prima la magistratura. Non mi sentirei di dare una tribuna parlamentare a queste persone, così come non sentirei mai quelli dei CARC, non sentirei la rappresentanza dei centri sociali. Il discorso è delicato per quello che diceva poco fa il senatore Piredda, però non credo sia opportuno dare loro una tribuna istituzionale. Morsello e Fiore verrebbero a dire che non è vero, che la Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo si è sbagliata.

FRAGALA’. Signor Presidente, fino ad ora la tribuna a Forza Nuova, a Fiore e a Morsello l’hanno data tutti coloro che hanno chiesto lo scioglimento di quel movimento.

PRESIDENTE. Io non sono tra questi. Tuttavia, stando alle cose che lei va dicendo, comincio a pensare che se la magistratura le accerta farebbe benissimo a scioglierlo, se è una struttura di intelligence illegale che opera in Italia.

FRAGALA’. No, Presidente, è esattamente il contrario. Se Forza Nuova, Morsello e Fiore sono stati in Inghilterra quello che viene descritto dalla Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo, l’immagine dei due personaggi che si è voluta costruire in Italia, ma soprattutto l’incredibile accumulo finanziario e patrimoniale che sembra sorto dal nulla devono avere una spiegazione, o c’è chi in Italia ci marcia per sbattere dei mostri in prima pagina, ben sapendo che invece sono due personaggi con una collocazione assolutamente precisa nel servizio segreto inglese. E allora il ministro Bianco ci deve spiegare se lo ha saputo, se non lo ha saputo, perché non lo ha detto!

PRESIDENTE. Ma dove sta la certezza che questo rapporto sia rimasto? Molto spesso questi elementi vengono agganciati dai Servizi e poi sfuggono al controllo. La storia su cui indaghiamo, se pure non riusciamo a giungere a una condivisione, sembra essere piena di ipotesi di questo genere.

MANTICA. Come Omar Bin Laden che era un agente della CIA. Poi ha cambiato opinione.

PRESIDENTE. Quindi lei è d’accordo con me.

FRAGALA’. Glielo dico subito, Presidente. A questo punto devo riportare la parte finale di questa mia breve relazione.

Quando Fiore e Morsello vengono allontanati da Nick Griffin, perché evidentemente il Partito nazionalista inglese ha scoperto il doppio gioco, ci sono delle informazioni provenienti dalla Gran Bretagna e dall’Irlanda – che allego in fotocopia (tutto quello che sto dicendo è riportato in una serie di documenti che produco alla Commissione, non sono né deduzioni né ipotesi) – in cui si sostiene non solo che i due soggetti continuano ad essere in forza ad un settore del Secret intelligence service inglese, ma addirittura che l’avventura politica rappresentata dal movimento denominato Forza Nuova abbia quale referenti occulti gruppi nazionalcomunisti attivi prevalentemente all’estero, in paesi come la Russia, la Bulgaria, la Romania e la Serbia. Hanno fondato un villaggio nazionalcomunitarista – c’è un documento qui che lo dimostra – nella Penisola iberica e altre strutture similari stanno nascendo con il loro supporto e finanziamento nell’Europa dell’ex blocco sovietico in appoggio alle formazioni nazionalcomuniste. L’attività politica di Roberto Fiore e Massimo Morsello può ragionevolmente rappresentare per la comunità di intelligence d’oltremanica una sorta di cavallo di Troia negli ambienti più prossimi agli apparati di sicurezza dell’ex Patto di Varsavia (quindi l’utilizzazione è odierna), ambienti questi rappresentabili o identificabili in movimenti e formazioni politiche come: Slavic National Unity, Russian Skinhead, Russian National Socialist Party, National Patriotic Front Pamyat russo e Russian National Unity. In particolare, nelle pagine 7 e 8 al numero 0 del mensile “Rosso è nero” (che depositiamo agli atti della Commissione), finanziato dall’organizzazione messa in piedi da Fiore e Morsello, vi è un appello “all’unità dei Nazionalrivoluzionari europei del Comitato Centrale del PCN (Partito Comunista Nazionalista)”, in cui – partendo da un libro intitolato “Nazionalcomunismo” scritto da Luc Michel, fondatore nel 1984 del PCN, ed edito dalla società editrice Barbarossa – viene avanzata la proposta di “sottrarre all’estrema destra la sua frangia nazionalista. In questo senso, la strategia si concretizza nella costituzione del Fronte Nero-Rosso Verde costituito dal PCN, dove militano assieme ex militanti nazionalrivoluzionari, ex comunisti ed ecologisti.

 

 

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