Da Bocage ricevo e traduco:

Il 19 maggio, alle ore 14 e 12, Elzbieta Mahler, moglie di Horst Mahler, ha potuto intrattenersi con suo marito imprigionato, come si sa, in Ungheria.

In seguito a questa conversazione, la signora Mahler ha rivolto l’indomani una richiesta di assistenza urgente all’ambasciatore di Germania in Ungheria, Heinz-Peter Behr, nella quale ella descrive la situazione drammatica in cui si trova suo marito: nella sua cella egli non dispone né di sapone, né di asciugamano, né di carta igienica, né di calzini e l’igiene è catastrofica. Ella spiega che Horst si è ferito nelle toilette poiché la tazza del water era rotta, che egli si è messo a sanguinare abbondantemente e che non viene curato.

La signora Mahler ricorda che suo marito è diabetico, che egli ha avuto un infarto, che ha un’insufficienza renale e che, certo, egli è stato amputato.

“Spero che voi non vi accontentiate di seguire il vostro obbligo nei confronti dei cittadini tedeschi in pericolo, ma che voi darete prova di umanità nei riguardi di mio marito per preservare la sua salute e la sua vita”, scrive la signora Mahler.

Noi non raccomanderemo mai troppo ai nostri corrispondenti di scrivere all’ambasciata di Germania in Ungheria il cui indirizzo ci è stato comunicato da “Didi”:

[email protected]

Alle vostre tastiere! Non ci si può accontentare di leggere questo messaggio e non reagire: una breve lettera in francese, in inglese o in tedesco sarà sufficiente. Immaginate l’impatto di tutte le vostre missive!