Don Ennio Innocenti: Giovanni, figlio di Zebedeo, da Cafarnao

Don Ennio Innocenti: Giovanni, figlio di Zebedeo, da Cafarnao

El Greco: La Pentecoste

Ho chiesto a don
Innocenti di scrivere un profilo di Giovanni l’Evangelista e questa è stata la
sua risposta:
GIOVANNI, FIGLIO DI
ZEBEDEO, DA CAFARNAO
Di Don Ennio
Innocenti, giugno 2016
Giovanni, col fratello maggiore Giacomo, gestiva nella città
di Cafarnao un’azienda piscatoria, in probabile cooperativa coi fratelli Andrea
e Simone (indicato – questi – come figli di un certo Giovanni). I quattro
risposero all’appello di Giovanni, figlio del sacerdote Zaccaria, che invocava
in riva al Giordano una degna preparazione spirituale nell’imminenza della
rivelazione pubblica dell’aspettato Messia, annunciato come già presente.
Giovanni e Andrea erano appunto presenti quel giorno in cui
il Battezzatore indicò in Gesù di Nazareth “l’Agnello di Dio che prende su di
sé il peccato del mondo”, come aveva previsto Isaia. Questi due giovani amici
ottennero subito un colloquio prolungato con Gesù, restandone completamente
affascinati. Andrea volle subito coinvolgere il fratello Simone, il quale,
presentatolo a Gesù, seppe immediatamente che avrebbe avuto da Gesù una
missione speciale. 
I quattro dovettero tornare ai loro doveri a Cafarnao, Gesù
attrasse a sé alcuni altri israeliti spiritualmente ben disposti, Giovanni
Battista, in attesa del completo svelamento di Gesù, continuò il suo compito
con più ardore. 
Ma non molto tempo dopo Gesù si rifece vedere presso il lago
tra i suoi amici invitandoli a Cana, per l’occasione di un matrimonio parentale
nel quale sua madre, Maria, svolgeva un autorevole ruolo di direzione del
festino.
Qui Giovanni sbigottì davanti all’evidente dominio assoluto
di Gesù sulla materia, ma non meno davanti all’inspiegabile autorevolezza di
Maria, sia a fronte dei servi sia a fronte di Gesù stesso: si alzava il sipario
sul grande mistero che avvolgeva Gesù e sua madre, la prima adesione del
giovane si cambiò in fede, in assoluta disponibilità a seguire Gesù. Gesù
aspettò ancora vegliando le doti di ciascuno, infine scelse e impose ai
prescelti una sequela incondizionata. Gesù si compiacque specialmente del più
giovane figlio di Zebedeo, che chiamò affettuosamente figlio del tuono,
tenendolo sempre vicino, insieme, peraltro, a Simone (Pietro), la cui
abitazione in Cafarnao divenne un costante punto di sosta amicale, tra un
viaggio e l’altro della prima evangelizzazione. 
Gesù istruiva direttamente i suoi amici, ma nell’ultimo
periodo di permanenza in Gerusalemme permise al giovane prediletto Giovanni di
frequentare il Palazzo Sacerdotale dove certamente c’era un’alta scuola
rabbinica, non impermeabile alla cultura filosofica ellenistica, irradiante
specialmente dall’ebraismo alessandrino. 
Questa frequentazione spiega la facilità con cui Giovanni
entra ed esce da quel Palazzo, nel quale egli sa, a differenza di Pietro, come
comportarsi.
Forse il giovane era conosciuto anche da quei sinedriti che
sbeffeggiavano il divino Crocifisso, quand’egli si presentò sotto la Croce di
Gesù sorreggendo la Madre.
A lui Gesù affidò la Madre, sicché da quel giorno egli la
prese con sé.
In Gerusalemme c’erano degne case ospitali che potevano
accogliere ambedue, ma dopo la Resurrezione, obbedendo alle insistenti
indicazioni del Risorto almeno il gruppo della cooperativa piscatoria tornò
alle abitazioni di Cafarnao, finché ricevettero l’ordine di aspettare in
Gerusalemme il grande dono celeste. 
Dopo questo evento notiamo il protagonismo di Pietro e
Giovanni che li espone pericolosamente all’invidia del Nemico. È probabile che
quando Pietro è costretto a fuggire (sotto l’ala protettiva del Comandante
Cornelio) anche Giovanni ritenne prudente puntare su altri lidi che
garantissero una preziosa riservatezza per la madre di Gesù.
La tradizione ci orienta ad Efeso, città già evangelizzata
da Paolo. Maria poteva avere circa 60 anni. Non sappiamo quando anch’essa si
sottrasse al “teatro del mondo”. Invece sappiamo che riprese allora il suo
protagonismo apostolico colmando le lacune degli altri evangelisti, esponendosi
nuovamente alla persecuzione, svelando i segreti misterici del Maestro,
profetizzando il futuro della Chiesa di Gesù. 
In questa profezia egli indica il centro della corruzione e
della persecuzione mondiale, che chiama simbolicamente Babilonia e colloca
inequivocabilmente dove fu crocifisso Gesù; inoltre indica il centro decisivo
del confronto tra il male e il bene e lo raffigura nella Donna rivestita di
Sole con la luna sotto i piedi: una cifra eloquente. Infine, alle soglie del
regno di Traiano, Giovanni spiegò l’identità tra pura gnosi e vera charitas. Missione compiuta.

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