Corsaro: “Perché ho votato no alla folle legge sul negazionismo”

Corsaro: “Perché ho votato no alla folle legge sul negazionismo”

Massimo Corsaro

Dal sito barbadillo.it
 
L’Intervista. Corsaro: “Perché ho
votato no alla folle legge sul negazionismo”
Di Francesco Filipazzi, 20 giugno
2016
Massimo Corsaro, parlamentare eletto in
Fratelli d’Italia, passato con i Conservatori di Raffaele Fitto, ed oggi nel
gruppo misto, ha espresso un voto contrario durante la prima lettura alla
Camera della legge sul negazionismo.
L’unico voto contrario durante tutto l’iter della legge, sia alla Camera che al
Senato.
Partiamo dai
promotori della legge. Secondo lei che fine avevano e avranno?
“Credo che sia stato solo uno spot elettorale che Renzi ha
fatto per appagare alcuni mondi. Escludo ogni fine nobile”.
Perché ha votato no?
“Ho votato no perché è una legge sbagliata sotto il profilo
etico, culturale, storico e giuridico. Ho difficoltà a trovare nella storia
recente un caso di legislazione così folle. Sotto il profilo etico è un ritorno
all’oscurantismo e alla negazione della libertà di opinione. Vengono sanzionate
le parole e non azioni. Il fatto che nel 21° secolo il parlamento della settima
potenza industriale si riunisca per sanzionare le parole mi mette i brividi.
Negli altri paesi leggi di questo tipo esistono, ma sono molto più chiare le
volontà di sanzionare odio e discriminazione, come ad esempio in Francia, dove
oltretutto azioni gravemente discriminatorie ci sono state comunque. Questa
legge invece ha proprio un gap culturale. Sembra che approvando una legge si
impedisca alla gente di pensare.
Un altro problema è quello di natura giudiziaria. Ancora una
volta si dà ai magistrati il compito di giudicare fatti non oggettivi, perché
questa legge non definisce una fattispecie di reato precisa. Quindi
l’applicazione sarà discrezionale, a seconda della sensibilità dal magistrato o
in base alla bravura dell’avvocato difensore. Dobbiamo inoltre chiederci quale
sia l’applicabilità. Se ad esempio succedesse oggi ciò che è successo mesi fa,
quando il presidente dell’Iran è stato accolto con tutti gli onori dal
presidente del Consiglio, oltretutto oscurando delle opere d’arte, cosa si
dovrebbe fare? Sapendo che l’Iran ha sempre espresso un’opinione non conforme
sulla Shoah dovremmo arrestare il presidente dell’Iran o fare l’impeachment al
presidente del consiglio italiano? Perché un conto è scherzare, un conto fare
una legge.
L’ultimo problema è poi quello di natura storica. Quale
periodo storico è coperto da questa legge? Se nego che gli Orazi hanno ucciso i
Curiazi posso essere sanzionato? I Curiazi hanno qualcosa di meno degli Armeni?
E se in futuro decidessero di vietare di dire che la crisi economica è stata
provocata da gruppi finanziari e di potere come Bildeberg, si potrebbe venire
sanzionati perché si criticano persone che non si devono criticare? Penso che
in generale questi ragionamenti non siano più molto assurdi e che quando si
deve fare una legge per impedire alla gente di parlare, si diventa degli
sconfitti”.
Lei ha parlato della
questione storica. Quindi si profila un problema per i ricercatori. Se si
mettono a studiare un genocidio possono essere attenzionati dalle forze
dell’ordine?
“E’ proprio questo il punto. Anche perché più indietro si va
nella storia, più escono nuovi documenti e quindi la ricerca storica si evolve
e cambiano i punti di vista. Per assurdo, se esprimo un giudizio positivo per
la civiltà ateniese, può saltare fuori un erede di Sparta a denunciarmi? E se
studio un genocidio recente devo stare attento a cosa scrivo perché potrei
essere denunciato? Eppure nel silenzio generale è stata approvata questa legge.
Francamente, non riesco a pensare ad una assurdità più grande”.

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