Pietro Mennea: I costi delle Olimpiadi

Pietro Mennea: I costi delle Olimpiadi

 
Dal sito della Fondazione Pietro Mennea:
 
 
L’interrogativo che
molti si pongono è se vale ancora la pena di contribuire ad alleggerire
le casse di un Paese, per realizzare un evento sportivo, come i Giochi
Olimpici.
Le esperienze precedenti insegnano che due
settimane di gare lasciano ad una città, pochi vantaggi, molti
quartieri trasformati, stadi enormi e ingestibili dalle amministrazioni
comunali, costi di manutenzione proibitivi, altre opere edili
sovradimensionate e ben pochi utili.
Queste sono verità di cui i vari comitati
promotori e gli stessi membri del CIO non desiderano parlare durante la
fase di candidatura di una città.
Non vogliono che si sappia che dopo i Giochi Olimpici arriveranno i deficit e, spesso più tasse da pagare.
Una cosa di cui nessuno desidera parlare è
il costo di gestione degli impianti sportivi, molti dei quali dopo i
Giochi diventano inutili, e gli oneri della manutenzione e della
gestione vengono accollate, da amministrazioni in situazioni
pre-fallimentari, ma la cosa più grave è che quel costo è indefinito e
non quantificabile perché dura fino a quando esisterà l’impianto.
La realtà è che «il CIO non ha retto il
confronto con i processi sociali, culturali ed economici in atto e da
molti è considerato un organismo superato».
E’ certo, che non ha saputo o potuto
rispondere con un apparato concettuale forte perché il sistema de
Coubertiano non era stato aggiornato: esso è piuttosto rimasto
imbalsamato o respinto del tutto, il che è la medesima cosa.

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