Immagine d’epoca di Bruno Di Luia insieme con altri camerati |
Dal sito La strage dell’Italicus – 4 agosto 1974:
Tra i tanti
passi falsi che durante il periodo del suo mandato [Lino] Salvini ebbe
l’accortezza di fare, uno è senz’altro il più indicativo per la sua
ricattabilità e per i suoi continui voltafaccia. Il fatto accadde a Roma, in un
salone del Palazzo dei Congressi all’Eur, durante le celebrazioni per il
centenario del XX settembre 1870, data storica per la massoneria e per i laici,
che ricordava la breccia di Porta Pia e l’annessione dell’”odiato Stato
pontificio”, con il relativo corollario di trasferire la capitale del regno
savoiardo da Firenze a Roma.
In quell’occasione, infatti, alcuni fratelli di sinistra (primo fra tutti l’ex
senatore socialista ed anziano Gran maestro onorario a vita, Eduardo Di
Giovanni, nonno dell’omonimo avvocato romano) si accorsero, e lo fecero subito
notare, della presenza al tavolo dei maggiorenti e in mezzo alla sala di un
nugolo di neofascisti del gruppo ambiguo “Europa Civiltà” (sorta nel 1968 dalle
ceneri del Movimento integralista, un’organizzazione di fascisti “evoliani”, di
matrice esoterica-cattolico integralista, legati alla destra democristiana di
Roma, quella che fa capo all’ex deputato Agostino Greggi e al cardinale Alfredo
Ottaviani, intimo amico di Giulio Andreotti).
A capo di questa delegazione, introdotta dal nostalgico Elvio Sciubba,
ispettore generale del ministero del Tesoro e presidente del periodico
L’incontro delle genti (mensile di destra organo del Macem, associazione
mutualistica “Ceto medio”, il cui animatore era l’ex generale Giuseppe Piéche),
c’erano noti neonazisti implicati nelle trame nere:
Loris Facchinetti, fondatore di “Europa Civiltà”, il picchiatore Bruno Di Luia
(fratello di Serafino e insieme implicati nell’assassinio dello studente
socialista Paolo Rossi, all’università di Roma del 1966), Bruno Stefàno (poi
ricercato quale indiziato per l’omicidio del commissario dell’ufficio politico
di Milano, Luigi Calabresi), l’avanguardista Flavio Campo, coinvolto nel tentato
golpe Borghese (arrestato nell’81 in una tipografia dove si stampavano dollari
e marche da bollo false), Cesare Perri del direttorio di Avanguardia Nazionale,
Stefano Serpieri (confidente del Sid, un passato di tutto rispetto per i
fascisti, essendo stato in Ordine Nuovo, Movimento integralista, Avanguardia
Nazionale, Circolo 22 marzo con Mario Merlino e Europa Civiltà, anche lui
indiziato per il golpe Borghese). Il gotha del neofascismo e della strategia
della provocazione riunito ufficialmente al cospetto dei timorati liberi e
antifascisti muratori.
passi falsi che durante il periodo del suo mandato [Lino] Salvini ebbe
l’accortezza di fare, uno è senz’altro il più indicativo per la sua
ricattabilità e per i suoi continui voltafaccia. Il fatto accadde a Roma, in un
salone del Palazzo dei Congressi all’Eur, durante le celebrazioni per il
centenario del XX settembre 1870, data storica per la massoneria e per i laici,
che ricordava la breccia di Porta Pia e l’annessione dell’”odiato Stato
pontificio”, con il relativo corollario di trasferire la capitale del regno
savoiardo da Firenze a Roma.
In quell’occasione, infatti, alcuni fratelli di sinistra (primo fra tutti l’ex
senatore socialista ed anziano Gran maestro onorario a vita, Eduardo Di
Giovanni, nonno dell’omonimo avvocato romano) si accorsero, e lo fecero subito
notare, della presenza al tavolo dei maggiorenti e in mezzo alla sala di un
nugolo di neofascisti del gruppo ambiguo “Europa Civiltà” (sorta nel 1968 dalle
ceneri del Movimento integralista, un’organizzazione di fascisti “evoliani”, di
matrice esoterica-cattolico integralista, legati alla destra democristiana di
Roma, quella che fa capo all’ex deputato Agostino Greggi e al cardinale Alfredo
Ottaviani, intimo amico di Giulio Andreotti).
A capo di questa delegazione, introdotta dal nostalgico Elvio Sciubba,
ispettore generale del ministero del Tesoro e presidente del periodico
L’incontro delle genti (mensile di destra organo del Macem, associazione
mutualistica “Ceto medio”, il cui animatore era l’ex generale Giuseppe Piéche),
c’erano noti neonazisti implicati nelle trame nere:
Loris Facchinetti, fondatore di “Europa Civiltà”, il picchiatore Bruno Di Luia
(fratello di Serafino e insieme implicati nell’assassinio dello studente
socialista Paolo Rossi, all’università di Roma del 1966), Bruno Stefàno (poi
ricercato quale indiziato per l’omicidio del commissario dell’ufficio politico
di Milano, Luigi Calabresi), l’avanguardista Flavio Campo, coinvolto nel tentato
golpe Borghese (arrestato nell’81 in una tipografia dove si stampavano dollari
e marche da bollo false), Cesare Perri del direttorio di Avanguardia Nazionale,
Stefano Serpieri (confidente del Sid, un passato di tutto rispetto per i
fascisti, essendo stato in Ordine Nuovo, Movimento integralista, Avanguardia
Nazionale, Circolo 22 marzo con Mario Merlino e Europa Civiltà, anche lui
indiziato per il golpe Borghese). Il gotha del neofascismo e della strategia
della provocazione riunito ufficialmente al cospetto dei timorati liberi e
antifascisti muratori.
Come era
potuto accadere un fatto del genere? Il personaggio chiave era Sciubba,
dignitario del Rito scozzese già al tempo del principe siciliano Alliata di
Montereale, che dalle colonne del suo “Incontro delle genti” aveva lanciato
l’appello ai giovani di “Europa Civiltà”, “Ehi Tu?” e “Test” (due periodici
evoliani di estrema detra stampati a Roma e a Bologna, diretti rispettivamente
da Ruggero V. Quintavalle e Flaminio Roncaglia) per unirsi alla sua idea
criptofascista che voleva mettere insieme gli ideali della “massoneria nera”
con i dettami dell’integralismo cattolico. Sciubba si faceva forte della sua
operazione “entrista”, del prestigio che in certi ambienti militari e tra i
servizi segreti in odore di deviazioni ancora godeva il generale Giuseppe Piéche.
(…) Nel comitato di redazione de “L’incontro delle genti”, oltre a Sciubba,
c’erano esponenti di rilievo del fascismo italiano: Ruggiero Ferrara, impiegato
al ministero del tesoro (come Sciubba e Loris Facchinetti) ex missino, poi
passato a Ordine Nuovo e massone del gruppo dell’ex generale fascista Ghinazzi;
Italo Gentile, autodichiaratosi ufficiale della X Mas del principe Borghese,
massone del gruppo Ghinazzi; Sergio Pace, proveniente da Ordine Nuovo,
ed espulso dall’Ordine degli avvocati per “motivi morali” ed espulso dalla
massoneria di Piazza del Gesù; Lelio Montanari, esponente di organizzazioni
“carbonare” di estrema destra, massone sotto processo nel gruppo Ghinazzi.
potuto accadere un fatto del genere? Il personaggio chiave era Sciubba,
dignitario del Rito scozzese già al tempo del principe siciliano Alliata di
Montereale, che dalle colonne del suo “Incontro delle genti” aveva lanciato
l’appello ai giovani di “Europa Civiltà”, “Ehi Tu?” e “Test” (due periodici
evoliani di estrema detra stampati a Roma e a Bologna, diretti rispettivamente
da Ruggero V. Quintavalle e Flaminio Roncaglia) per unirsi alla sua idea
criptofascista che voleva mettere insieme gli ideali della “massoneria nera”
con i dettami dell’integralismo cattolico. Sciubba si faceva forte della sua
operazione “entrista”, del prestigio che in certi ambienti militari e tra i
servizi segreti in odore di deviazioni ancora godeva il generale Giuseppe Piéche.
(…) Nel comitato di redazione de “L’incontro delle genti”, oltre a Sciubba,
c’erano esponenti di rilievo del fascismo italiano: Ruggiero Ferrara, impiegato
al ministero del tesoro (come Sciubba e Loris Facchinetti) ex missino, poi
passato a Ordine Nuovo e massone del gruppo dell’ex generale fascista Ghinazzi;
Italo Gentile, autodichiaratosi ufficiale della X Mas del principe Borghese,
massone del gruppo Ghinazzi; Sergio Pace, proveniente da Ordine Nuovo,
ed espulso dall’Ordine degli avvocati per “motivi morali” ed espulso dalla
massoneria di Piazza del Gesù; Lelio Montanari, esponente di organizzazioni
“carbonare” di estrema destra, massone sotto processo nel gruppo Ghinazzi.
Estratto dal libro “In nome della loggia”, Gianni Rossi – Francesco Lombrassa,
1981
FINE DEL TESTO “I FASCISTI IN LOGGIA”
Nota bene: nello stesso periodo in cui Loris Facchinetti
celebrava con i “fratelli” il centenario della breccia di Porta Pia, figurava
anche nell’organigramma del movimento Civiltà cristiana (1969-1974) , nato come
filiazione (sezione italiana) del “Comitato internazionale per la difesa della
civiltà cristiana” (e, in particolare, della liturgia latino-gregoriana):
L’“organigramma” italiano di Civiltà cristiana
recava come segretario generale, Franco Maria Antico, come componenti del
consiglio di presidenza: l’on. Agostino Greggi, deputato al Parlamento, del
gruppo parlamentare democratico-cristiano e l’ex deputato monarchico
all’Assemblea nazionale costituente, Luigi Filippo Benedettini; gli studenti
Loris Facchinetti e Franco Pellegrino, già militanti dell’organizzazione
giovanile “Movimento integralista” costituita, in maggior parte, da ex
appartenenti al Movimento Sociale Italiano, come componenti del comitato direttivo.
recava come segretario generale, Franco Maria Antico, come componenti del
consiglio di presidenza: l’on. Agostino Greggi, deputato al Parlamento, del
gruppo parlamentare democratico-cristiano e l’ex deputato monarchico
all’Assemblea nazionale costituente, Luigi Filippo Benedettini; gli studenti
Loris Facchinetti e Franco Pellegrino, già militanti dell’organizzazione
giovanile “Movimento integralista” costituita, in maggior parte, da ex
appartenenti al Movimento Sociale Italiano, come componenti del comitato direttivo.
Una recente immagine di Loris Facchinetti |
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