Gianni De Gennaro |
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GIANNI DE GENNARO
PATRIMONIO DELL’UNESCO?
PATRIMONIO DELL’UNESCO?
La cattiva gestione dei reperti archeologici di Pompei è
stata motivo per l’agenzia ONU Unesco di minacciare il ritiro della qualifica
di “Patrimonio Culturale dell’Umanità” per questa area. Per fortuna,
un miliardario filantropo statunitense, David W. Packard, con la sua fondazione
Packard Humanities Institute, è giunto in soccorso delle autorità italiane con
progetti modello, come quello per Ercolano, diventando un interlocutore stabile
del ministero dei Beni Culturali. La fondazione filantropica ha stabilito la
sua sede proprio in Italia, a Pisa, per consentire un impegno continuativo.
L’attività filantropica di Packard è stata celebrata
con entusiasmo dal quotidiano “Il Sole-24 ore”.
Packard, nel suo slancio filantropico, non si occupa però solo di Beni
Culturali, ma anche di politica estera, sostenendo lo sforzo delle neonate
democrazie dell’Europa dell’Est. Insomma, è nato un vero e proprio impero
filantropico Packard, che si sta affiancando agli imperi, altrettanto
benemeriti, di George Soros e di Bill Gates.
David Packard è il figlio di uno dei fondatori del colosso informatico HP.
David Packard padre svolse anche la funzione di vicesegretario alla Difesa
nell’Amministrazione Nixon. Il fatto che l’industria di Packard fosse uno dei
maggiori fornitori della Difesa non impedì dunque al magnate di andare a
servire il proprio Paese nella veste di viceministro, poiché, in quella civiltà
superiore, neppure si pone la possibilità di un conflitto di interessi. Si
potrebbe dire che è roba di quaranta anni fa, tanto più che Packard padre ha
fatto improvvisamente mancare i suoi preziosi servigi al mondo nel 1996. Invece
la HP, appena nel
giugno scorso, ha ottenuto dal Pentagono due contratti
miliardari, uno per l’Esercito e l’altro per la Marina, che la terranno
impegnata almeno sino al 2018.
Risulta chiaro a chiunque che l’intento umanitario è sia nella produzione di
armi che nella gestione delle aree di interesse culturale, poiché entrambe
convergono a consolidare la pace e la democrazia; ma, in questo mondo infestato
dalla mala pianta dei complottisti, qualcuno potrebbe sospettare che il
filantropo Packard usi la sua fondazione come ulteriore strumento di occupazione
di un territorio già disseminato di basi militari USA. Tali ingenerosi sospetti
coinvolgono anche il ministero dei Beni Culturali, che sarebbe ormai talmente
occupato dal lobbying delle ONG filantropiche, da essere diventato un’agenzia
di privatizzazione strisciante delle aree archeologiche più prestigiose e
turisticamente remunerative. La privatizzazione potrebbe essere presentata come
inevitabile se si ponesse l’emergenza di un ritiro della qualifica di
Patrimonio Culturale dell’Umanità da parte dell’Unesco.
In questo malaugurato caso però si potrebbe rimpiazzare Pompei riconoscendo il
titolo di Patrimonio Culturale dell’Umanità al prefetto Gianni De Gennaro. Non
si tratta di un volo pindarico, poiché effettivamente De Gennaro costituisce
un’enciclopedia vivente dei meccanismi del potere: dalla polizia, al
commissariato per l’emergenza rifiuti, alla direzione dei servizi segreti, poi
la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglo, sino a diventare oggi
un collega di Packard. Il Cursus Honorum di De Gennaro si è potuto realizzare
in modo assolutamente trasversale agli schieramenti politici ed alle dinamiche
dei partiti, a dimostrazione che queste furiose diatribe tra destra e
“sinistra” costituiscono un semplice talk-show.
Appena diventato presidente della maggiore industria italiana degli armamenti,
Finmeccanica, De Gennaro è stato oggetto degli strali degli sprovveduti, che si
sono domandati cosa ci faccia un ex poliziotto, e poi supremo dirigente dei
servizi segreti, a capo di un’industria degli armamenti; come se non fosse
arcinoto alle cronache che i maggiori piazzisti di armi nel mondo sono proprio
i servizi segreti. L’importante è che le cronache rimangano abbastanza
generiche e sopravvengano a fatto compiuto, a meno di non voler fare la fine di
Ilaria Alpi, eliminata per aver disturbato un affare di armi del SISMI in corso
in Somalia. Senza rivangare troppo questi casi incresciosi, si può soltanto
concludere che il fatto che il piazzista ora sia addirittura diventato
presidente costituisce semplicemente un esempio di sana meritocrazia. Il
quotidiano “Il Sole-24 ore” ha infatti celebrato anche la nomina
di De Gennaro a presidente di Finmeccanica, osservando che sicuramente
gioveranno all’azienda gli storici ed eccellenti rapporti dello stesso De
Gennaro con gli Stati Uniti.
Che i rapporti di De Gennaro con gli USA siano ottimi, è provato dal fatto che
egli sia l’unico straniero ad essere insignito con la massima onorificenza
del Federal Bureau of Investigation. Ecco finalmente uno che potrà parlare con
il Pentagono e con tutti i servizi segreti USA in piena familiarità.
I soliti complottisti sospettano persino che De Gennaro avesse a che fare con i
servizi segreti ancor prima di diventarne ufficialmente dirigente. Il SISDE fu
infatti presente a Genova nel 2001 durante il famigerato G8, diffondendo
notizie allarmistiche su manifestanti che avrebbero avuto intenzione di usare i
poliziotti come “scudi umani”. Proprio il tipo di notizie utili a
creare il clima per il massacro alla scuola Diaz. La informativa
SISDE sugli “scudi umani” fu riportata a suo tempo da quel
giornale indipendente e imparziale che è “La Repubblica”.
Ma chi tira in ballo argomenti del genere, non ha considerato le sacrosante
motivazioni della sentenza che ha scagionato De Gennaro da ogni addebito per i
fatti della Diaz. Parrebbe infatti che tutto sia avvenuto alle spalle di De
Gennaro, il quale, per eccesso di affabilità e gentilezza d’animo, aveva
difficoltà a farsi obbedire e prendere sul serio dai suoi sottoposti. Insomma,
non lo pensava nessuno.
Per consolare il meschino di tanta incomprensione, arrivò per lui nel 2008, da
parte del Presidente del Consiglio Prodi, la nomina a commissario per
l’emergenza rifiuti a Napoli. La nomina fece scandalizzare gli sprovveduti
e gli invidiosi del merito altrui, i quali si domandarono cosa c’entrasse De
Gennaro con la monnezza. Invece, probabilmente, i rapporti di De Gennaro con la
monnezza erano storici. Forse già allora egli si occupava e preoccupava di
questioni attinenti agli armamenti ed alle loro ricadute in termini di sostanze
tossiche.
Un paio di mesi fa un parlamentare del M5S, tale Roberto Fico, ha proposto
che i militari italiani siano ritirati dall’Afghanistan per venire a presidiare
il territorio della Campania, in modo da impedire gli sversamenti illegali di
rifiuti tossici da parte della camorra. Fa sempre piacere quando questi
movimenti nati in odore di estremismo, riconoscono finalmente il ruolo prezioso
per la Nazione
svolto dalle nostre gloriose Forze Armate.
Evidentemente Fico pensa agli sversamenti legali di scorie attuati dai
militari, come quello ripreso in un video dell’ottobre 2008
nella discarica di Chiaiano. Peccato che riprendere video del genere sia sempre
più rischioso, poiché con la
Legge 123/2008, le discariche sono state proclamate aree di
interesse strategico nazionale, e quindi coperte da una fattispecie di segreto
militare.
Come quella di Forrest Gump, anche la biografia di Gianni De Gennaro
costituisce la luminosa dimostrazione che non esistono cospirazioni o
associazioni a delinquere, ma che la vita è tutta un gioco di felici
coincidenze. Infatti il caso vuole che faccia parte del gruppo Finmeccanica una
delle più importanti aziende specializzate nel prelievo e nello smaltimento di
scorie tossiche, cioè l’Ansaldo Nucleare. Le centrali nucleari stanno lì
apposta ad insegnarci che economia ed affari sono cose non solo diverse, ma
addirittura opposte: più un affare è lucroso, più sarà antieconomico. Infatti
il vero e grande business delle centrali nucleari non consiste nel loro
funzionamento, bensì nella loro dismissione, nel cosiddetto “decommissioning”.
Produrre energia nucleare non rende, mentre fa guadagnare moltissimo gestre la
rimozione e lo smaltimento delle scorie radioattive.
Quanto può durare e quanto può costare il decommissioning di una centrale
nucleare? La risposta è un segreto, sia segreto di Stato che segreto militare.
“Segreto” va inteso nel modo corretto, non nel senso che le cose non
si vengano a sapere, ma nel senso che non si deve rendere conto di nulla.
Questa impunità legalizzata crea assuefazione nell’opinione pubblica, perciò
viene percepita alla fine come innocenza; quindi, anche quando le evidenze sono
a disposizione di tutti, si continua a non voler vedere e non voler sapere. Il
fatto che De Gennaro sia assurto ai fasti della presidenza di Finmeccanica,
conferma quanto già era evidente, e cioè che il rapporto tra questo gruppo
industriale ed i servizi segreti è organico: si tratta di due facce della
stessa medaglia. I soliti sospettosi potrebbero osservare che l’esistenza di un
tale intreccio tra servizi e segreti e Finmeccanica andrebbe a liquidare
l’ipotesi che l’attentato del maggio dello scorso anno all’amministratore
delegato di Ansaldo Nucleare potesse essere alla portata dei due imputati
attualmente sotto processo a Genova. Anzi, si porrebbero dubbi su tutta la
formazione del meccanismo
“probatorio”. Tanto più che la Procura di Genova non ha potuto neppure
contestare ai due imputati della presunta “Cellula Olga” il reato
associativo, poiché l’articolo 416 del Codice Penale indica per questa specie
di reato un minimo di tre persone organizzate fra loro.
stata motivo per l’agenzia ONU Unesco di minacciare il ritiro della qualifica
di “Patrimonio Culturale dell’Umanità” per questa area. Per fortuna,
un miliardario filantropo statunitense, David W. Packard, con la sua fondazione
Packard Humanities Institute, è giunto in soccorso delle autorità italiane con
progetti modello, come quello per Ercolano, diventando un interlocutore stabile
del ministero dei Beni Culturali. La fondazione filantropica ha stabilito la
sua sede proprio in Italia, a Pisa, per consentire un impegno continuativo.
L’attività filantropica di Packard è stata celebrata
con entusiasmo dal quotidiano “Il Sole-24 ore”.
Packard, nel suo slancio filantropico, non si occupa però solo di Beni
Culturali, ma anche di politica estera, sostenendo lo sforzo delle neonate
democrazie dell’Europa dell’Est. Insomma, è nato un vero e proprio impero
filantropico Packard, che si sta affiancando agli imperi, altrettanto
benemeriti, di George Soros e di Bill Gates.
David Packard è il figlio di uno dei fondatori del colosso informatico HP.
David Packard padre svolse anche la funzione di vicesegretario alla Difesa
nell’Amministrazione Nixon. Il fatto che l’industria di Packard fosse uno dei
maggiori fornitori della Difesa non impedì dunque al magnate di andare a
servire il proprio Paese nella veste di viceministro, poiché, in quella civiltà
superiore, neppure si pone la possibilità di un conflitto di interessi. Si
potrebbe dire che è roba di quaranta anni fa, tanto più che Packard padre ha
fatto improvvisamente mancare i suoi preziosi servigi al mondo nel 1996. Invece
la HP, appena nel
giugno scorso, ha ottenuto dal Pentagono due contratti
miliardari, uno per l’Esercito e l’altro per la Marina, che la terranno
impegnata almeno sino al 2018.
Risulta chiaro a chiunque che l’intento umanitario è sia nella produzione di
armi che nella gestione delle aree di interesse culturale, poiché entrambe
convergono a consolidare la pace e la democrazia; ma, in questo mondo infestato
dalla mala pianta dei complottisti, qualcuno potrebbe sospettare che il
filantropo Packard usi la sua fondazione come ulteriore strumento di occupazione
di un territorio già disseminato di basi militari USA. Tali ingenerosi sospetti
coinvolgono anche il ministero dei Beni Culturali, che sarebbe ormai talmente
occupato dal lobbying delle ONG filantropiche, da essere diventato un’agenzia
di privatizzazione strisciante delle aree archeologiche più prestigiose e
turisticamente remunerative. La privatizzazione potrebbe essere presentata come
inevitabile se si ponesse l’emergenza di un ritiro della qualifica di
Patrimonio Culturale dell’Umanità da parte dell’Unesco.
In questo malaugurato caso però si potrebbe rimpiazzare Pompei riconoscendo il
titolo di Patrimonio Culturale dell’Umanità al prefetto Gianni De Gennaro. Non
si tratta di un volo pindarico, poiché effettivamente De Gennaro costituisce
un’enciclopedia vivente dei meccanismi del potere: dalla polizia, al
commissariato per l’emergenza rifiuti, alla direzione dei servizi segreti, poi
la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglo, sino a diventare oggi
un collega di Packard. Il Cursus Honorum di De Gennaro si è potuto realizzare
in modo assolutamente trasversale agli schieramenti politici ed alle dinamiche
dei partiti, a dimostrazione che queste furiose diatribe tra destra e
“sinistra” costituiscono un semplice talk-show.
Appena diventato presidente della maggiore industria italiana degli armamenti,
Finmeccanica, De Gennaro è stato oggetto degli strali degli sprovveduti, che si
sono domandati cosa ci faccia un ex poliziotto, e poi supremo dirigente dei
servizi segreti, a capo di un’industria degli armamenti; come se non fosse
arcinoto alle cronache che i maggiori piazzisti di armi nel mondo sono proprio
i servizi segreti. L’importante è che le cronache rimangano abbastanza
generiche e sopravvengano a fatto compiuto, a meno di non voler fare la fine di
Ilaria Alpi, eliminata per aver disturbato un affare di armi del SISMI in corso
in Somalia. Senza rivangare troppo questi casi incresciosi, si può soltanto
concludere che il fatto che il piazzista ora sia addirittura diventato
presidente costituisce semplicemente un esempio di sana meritocrazia. Il
quotidiano “Il Sole-24 ore” ha infatti celebrato anche la nomina
di De Gennaro a presidente di Finmeccanica, osservando che sicuramente
gioveranno all’azienda gli storici ed eccellenti rapporti dello stesso De
Gennaro con gli Stati Uniti.
Che i rapporti di De Gennaro con gli USA siano ottimi, è provato dal fatto che
egli sia l’unico straniero ad essere insignito con la massima onorificenza
del Federal Bureau of Investigation. Ecco finalmente uno che potrà parlare con
il Pentagono e con tutti i servizi segreti USA in piena familiarità.
I soliti complottisti sospettano persino che De Gennaro avesse a che fare con i
servizi segreti ancor prima di diventarne ufficialmente dirigente. Il SISDE fu
infatti presente a Genova nel 2001 durante il famigerato G8, diffondendo
notizie allarmistiche su manifestanti che avrebbero avuto intenzione di usare i
poliziotti come “scudi umani”. Proprio il tipo di notizie utili a
creare il clima per il massacro alla scuola Diaz. La informativa
SISDE sugli “scudi umani” fu riportata a suo tempo da quel
giornale indipendente e imparziale che è “La Repubblica”.
Ma chi tira in ballo argomenti del genere, non ha considerato le sacrosante
motivazioni della sentenza che ha scagionato De Gennaro da ogni addebito per i
fatti della Diaz. Parrebbe infatti che tutto sia avvenuto alle spalle di De
Gennaro, il quale, per eccesso di affabilità e gentilezza d’animo, aveva
difficoltà a farsi obbedire e prendere sul serio dai suoi sottoposti. Insomma,
non lo pensava nessuno.
Per consolare il meschino di tanta incomprensione, arrivò per lui nel 2008, da
parte del Presidente del Consiglio Prodi, la nomina a commissario per
l’emergenza rifiuti a Napoli. La nomina fece scandalizzare gli sprovveduti
e gli invidiosi del merito altrui, i quali si domandarono cosa c’entrasse De
Gennaro con la monnezza. Invece, probabilmente, i rapporti di De Gennaro con la
monnezza erano storici. Forse già allora egli si occupava e preoccupava di
questioni attinenti agli armamenti ed alle loro ricadute in termini di sostanze
tossiche.
Un paio di mesi fa un parlamentare del M5S, tale Roberto Fico, ha proposto
che i militari italiani siano ritirati dall’Afghanistan per venire a presidiare
il territorio della Campania, in modo da impedire gli sversamenti illegali di
rifiuti tossici da parte della camorra. Fa sempre piacere quando questi
movimenti nati in odore di estremismo, riconoscono finalmente il ruolo prezioso
per la Nazione
svolto dalle nostre gloriose Forze Armate.
Evidentemente Fico pensa agli sversamenti legali di scorie attuati dai
militari, come quello ripreso in un video dell’ottobre 2008
nella discarica di Chiaiano. Peccato che riprendere video del genere sia sempre
più rischioso, poiché con la
Legge 123/2008, le discariche sono state proclamate aree di
interesse strategico nazionale, e quindi coperte da una fattispecie di segreto
militare.
Come quella di Forrest Gump, anche la biografia di Gianni De Gennaro
costituisce la luminosa dimostrazione che non esistono cospirazioni o
associazioni a delinquere, ma che la vita è tutta un gioco di felici
coincidenze. Infatti il caso vuole che faccia parte del gruppo Finmeccanica una
delle più importanti aziende specializzate nel prelievo e nello smaltimento di
scorie tossiche, cioè l’Ansaldo Nucleare. Le centrali nucleari stanno lì
apposta ad insegnarci che economia ed affari sono cose non solo diverse, ma
addirittura opposte: più un affare è lucroso, più sarà antieconomico. Infatti
il vero e grande business delle centrali nucleari non consiste nel loro
funzionamento, bensì nella loro dismissione, nel cosiddetto “decommissioning”.
Produrre energia nucleare non rende, mentre fa guadagnare moltissimo gestre la
rimozione e lo smaltimento delle scorie radioattive.
Quanto può durare e quanto può costare il decommissioning di una centrale
nucleare? La risposta è un segreto, sia segreto di Stato che segreto militare.
“Segreto” va inteso nel modo corretto, non nel senso che le cose non
si vengano a sapere, ma nel senso che non si deve rendere conto di nulla.
Questa impunità legalizzata crea assuefazione nell’opinione pubblica, perciò
viene percepita alla fine come innocenza; quindi, anche quando le evidenze sono
a disposizione di tutti, si continua a non voler vedere e non voler sapere. Il
fatto che De Gennaro sia assurto ai fasti della presidenza di Finmeccanica,
conferma quanto già era evidente, e cioè che il rapporto tra questo gruppo
industriale ed i servizi segreti è organico: si tratta di due facce della
stessa medaglia. I soliti sospettosi potrebbero osservare che l’esistenza di un
tale intreccio tra servizi e segreti e Finmeccanica andrebbe a liquidare
l’ipotesi che l’attentato del maggio dello scorso anno all’amministratore
delegato di Ansaldo Nucleare potesse essere alla portata dei due imputati
attualmente sotto processo a Genova. Anzi, si porrebbero dubbi su tutta la
formazione del meccanismo
“probatorio”. Tanto più che la Procura di Genova non ha potuto neppure
contestare ai due imputati della presunta “Cellula Olga” il reato
associativo, poiché l’articolo 416 del Codice Penale indica per questa specie
di reato un minimo di tre persone organizzate fra loro.
Ma chi facesse obiezioni del genere, non terrebbe conto del
fatto che il terrorismo è una categoria puramente morale, che sospende tutte le
leggi della logica, della fisica e della biologia; il terrorismo è un mondo a
parte, dove la cattiva intenzione rende possibile ogni cosa.
fatto che il terrorismo è una categoria puramente morale, che sospende tutte le
leggi della logica, della fisica e della biologia; il terrorismo è un mondo a
parte, dove la cattiva intenzione rende possibile ogni cosa.
Genova 2001: immagini dalla scuola Diaz (Dagospia) |
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