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Un’immagine recente di Alexandr Dugin |
dedicati alla controversia della blogger Lia contro Magdi Allam,
Dacia Valent e i
rossobruni. Preciso che, nel caso qualcuno avesse dei dubbi, la
ripubblicazione di quei post non implica una presa di posizione da
parte mia a favore di una delle due parti in causa. Assolutamente.
Tant’è che poi ho cercato nel web
archive i post della stessa epoca di Dacia Valent per farmi
un’opinione del suo punto
di vista. Sine ira et studio, come si dice in questi casi. E,
ricordando che l’interesse primario di questa ricerca riguarda i
rossobruni – e solo secondariamente certe guerre tra blogger – ho
trovato tre articoli di una certa Leila Pettinari (che
ha tutta l’aria di essere uno pseudonimo della stessa Valent) su
Alexandr Dugin.
Tre articoli che
possono essere visti anche come un’utile integrazione a Gli
Adelphi della dissoluzione (il
saggio scritto vent’anni orsono da Maurizio Blondet)
e che
dimostrano che la Valent, quando non si faceva prendere dall’astio,
era capace di scrivere cose molto interessanti. Li ripropongo qui in
successione cronologica. Le immagini che li accompagnano sono quelle
originali, tranne l’ultima.
sul blog. Ve la presento brevemente, ma tanto imparerete a
conoscerla. Leila è il suo nome. Come cognome si è scelta
Pettinari.
ma nel vero senso del termine.
è comunista. Non è
Nera, ma non si può avere tutto dalla vita.
bionda.
parlare del filosofo russo Alecsandr Dugin.
sento di parlare di “filosofia”, mi sono affezionata a questo
termine leggendo i dialoghi di Platone, e ora immagino Socrate mentre
disputa con i sofisti, dimostrando loro quanto sono vani e ridicoli
nel sostenere di avere la verità in pugno.
non la possediamo mai, possiamo solo amarla. Proprio
questo amore è l’essenza della filosofia.
mente, ho deciso di verificare se Dugin è veramente un filosofo, o
solo uno dei tanti sofisti presuntuosi che da tempi immemorabili
infestano le agorà dell’antica Atene o la piazza virtuale e mass
mediatica.
pagine, il sito migliore sembra quello di La
Nazione Eurasia, con un buon archivio e possibilità
di scaricare interi numeri della rivista. Gli autori sono parecchi,
alcuni anche abbastanza conosciuti, molto amati e molto odiati.
limiterò agli articoli di Dugin.
scorrevole e idee molto chiare, bisogna dargliene atto.
diversi gli argomenti trattati dal filosofo – naturalmente tutti di
tipo politico -, mi limiterò in questa sede ad esaminare un solo
articolo, che ho trovato particolarmente significativo. Si intitola
“La
metafisica del Nazional-Bolscevismo”.
cercando di dare una definizione del termine “nazional-bolscevismo”
(ma non riesce), rintracciandone l’origine (primi decenni dello
scorso secolo) e citando i suoi esponenti e teorici (tra cui
Niekisch, Junger e Strasser in Germania). Procede poi con un
particolare ringraziamento a Karl Popper, per aver definito in
maniera chiara il concetto di “società aperta” (come fondamento
di una vera democrazia), essenziale per una corretta
concettualizzazione del nazional-bolscevismo. La “società aperta”
è infatti il vero nemico dei nazional-bolsceviki dughiniani.
popperiana, possiamo almeno comprendere qual è l’opposto del
nazional-bolscevismo: “La definizione più felice e pregnante di
nazional-bolscevismo sarà allora la seguente: «Il
nazional-bolscevismo è la super-ideologia comune a tutti i nemici
della società aperta» (Dugin, “La metafisica del
nazional-bolscevismo” in La nazione Eurasia, anno I nr. 8;
pag. 4).
penseranno: e ci voleva Popper, per capire che erano
antidemocratici?!
ritenuto necessario per una corretta definizione della sua ideologia,
altrimenti impossibile da afferrare. Non sembra infatti trattarsi di
una ideologia, quanto di un calderone, un aggregatore di –ismi e
–isti un po’ inkazzati.
per persone così, molto più che per i manager e le veline
berlusconiane.
nazionalboscevismo e la società aperta, Dugin introduce un’altra
coppia di opposti, l’Assoluto e l’Individuo.
è associato al nazionalboscevismo, mentre il secondo alla società
aperta: “Nemici della “Società Aperta”
sono coloro che propugnano ogni genere di modello teoretico fondato
sull’Assoluto, invece che sul ruolo centrale
dell’individuo.
quand’anche la sua istituzione avvenisse spontaneamente e per libera
scelta, immediatamente invade la sfera individuale, trasforma
radicalmente il suo processo evolutivo, viola coercitivamente
l’integrità atomistica dell’individuo sottomettendolo a
qualche altro impulso individuale esterno.
limitato dall’Assoluto – pertanto, la società perde la sua qualità
di “apertura” e la prospettiva di un libero sviluppo in
tutte le direzioni.
fini e compiti, stabilisce dogmi e norme, plasma l’individuo come lo
scultore plasma il suo materiale. (Ibid.).
promotori dell’Assoluto, termine che indica
qualsivoglia ente metafisico: idea, principio, movimento, archetipo,
ideologia, ecc., di qualsiasi valore e qualsiasi colore, che possa
porsi in maniera “coercitiva” e “limitante”, se non
addirittura “annichilente”, nei confronti dell’individuo.
cessa di ringraziare Popper per aver così chiaramente descritto i
termini dello scontro in questione: “Marxisti, conservatori,
fascisti, persino alcuni social-democratici – tutti questi possono
essere identificati come «nemici della società aperta»”.
Voltaire o pessimisti reazionari come Schopenhauer possono scoprirsi
uniti nell’insieme degli amici della società aperta. La formula di
Popper è dunque questa: o la «società aperta » o «i suoi nemici
». (Ibid.).
– di per sé giusta, almeno dal mio punto di vista
– diventa per Dugin una ragione di vita, la contrapposizione tra
soggettivismo e oggettivismo assume per lui le fattezze di uno
scontro mitico e sempiterno, la guerra metafisica tra il Bene e il
Male.
seria, non potremmo certo metterci a fare gli schifiltosi, del tipo
“no, no, per carità, coi fascisti no”; infatti saremmo
tenuti ad unirci compatti contro il nemico comune: “… la
filosofia politica del nazional-bolscevismo sostiene la naturale
unità delle ideologie fondate sull’affermazione della posizione
centrale dell’oggettivo, al quale è conferito uno status identico a
quello dell’Assoluto, indipendentemente da come sia interpretato
questo carattere oggettivo.” (pag. 5).
La massima metafisica suprema del nazional-bolscevismo è la formula
induista Atman e Brahaman. Nell’induismo, Atman è il Sé umano
supremo, trascendente, indifferental sé individuale, ma al tempo
stesso interno a quest’ultimo, come sua parte più intima e
misteriosa, sfuggente ai condizionamenti dell’immanente. L’Atman è
lo Spirito interiore, ma in senso oggettivo e sovraindividuale.
Brahman è la realtà assoluta, che abbraccia l’individuo
dall’esterno, il carattere oggettivo esteriore elevato alla sua fonte
primaria suprema.” (ibid.).
annulla nell’Assoluto divino. Roba da far impazzire i neoagici
nostrani!!
di tutte le religioni e di tutte le ideologie vere e proprie. La loro
capacità di ridurre a sé l’individuo. Il granello si perde nella
distesa di sabbia, l’individuo si perde nell’Assoluto, e con lui,
come vedremo, vanno perse anche un sacco di altre cose: per
prima, la tradizionale – e giusta – distinzione tra
destra e sinistra.
(infatti Dugin identifica la sinistra con Stalin), questi due estremi
si possono toccare sul terreno dell’Assoluto e dell’oggettivo e
nella negazione dell’individuo.
kompagni e kamerati,
tutti uniti contro
l’individual-liberal-capital-occidental-popperian-imperial-soggettivismo!
ora entrambe divise in due settori. L’estrema sinistra – comunisti,
bolscevichi, “hegeliani di sinistra” – vengono a combinarsi
nella sintesi nazional-bolscevica con estremisti nazionalisti,
étatisti, sostenitori dell’idea del “Nuovo Medioevo” – in
breve, con tutti gli “hegeliani di destra”. (ibid.).
elemento importante: il riferimento a Hegel, filosofo che presenta un
tipo particolare di idealismo, che possiamo definire “storicista”.
spontanea riguarda la possibilità di unire destra e sinistra in un
unico movimento ideologico.
possibile, sulla base dello scontro con il comune nemico. Un
po’ come l’alleanza tra teo-dem e laicisti di sinistra
per combattere il Berlusca.
visto, non fanno mai tanta strada…
duginiano secondo cui alla base di tutto vi è la
contrapposizione tra società aperta +
individualismo e super-ideologie e Assoluto dall’altra.
idea, possiamo anche non crederci. Ma se non crediamo a
questo dogma, crolla tutto il castello di carte.
possibilità di concepire le cose secondo il suo schema, più che
altro è che non è l’unico paradigma interpretativo e fondante
della realtà. Alla base dei processi sociali, infatti, possiamo
concepire varie coppie di opposti, se cercate nei libri, ne troverete
a bizzeffe.
che non esistano più “destra” e “sinistra”, o che comunque
si tratta di costrutti deboli, forse obsoleti perché storicamente
superati, o che probabilmente non sono mai esistiti davvero, se non
nelle fantasie barricadiere degli europei neodemocratizzati.
di decenni fa portò al potere Hitler e Mussolini, il primo fondatore
di un partito nazional-socialista dove un simbolo
solare rovesciato, metafisico quanto l’Assoluto di Dugin,
campeggiava nel bel mezzo di bandiere
rosse rosse, il secondo fu direttore
dell’Avanti!, giornale del Partito
Socialista fondato dal filosofo marxista Antonio Labriola. Come
vedete, la fusione di destra e sinistra, l’impianto di elementi
nazionalisti nelle ideologie di sinistra, invece di portarci avanti
come ritengono alcuni, ci riporta inesorabilmente indietro.
dei due opposti inconciliabili, questo tipo di fusione non è, in
realtà, “di destra e di sinistra insieme”, e nemmeno “né di
destra né di sinistra”, nella realtà dei fatti, l’idea di
questa fusione è proprio di destra. Anzi, questa è forse
l’essenza stessa del pensiero della destra sociale,
c.d. “estrema”.
successivo articolo che tratterà la parte veramente interessante
e spesso trascurata del Dugin-pensiero.
MARX E EVOLA 2
due opposti, la destra e la sinistra,
proposta da molti, ma teorizzata in termini originali dal filosofo
russo Dugin.
di questa fusione, quale la pietra filosofale che si
vorrebbe trovare, l’homunculus da produrre per
mezzo di questa “opera alchemica”.
distruggere secoli di storia? Perché sopprimere l’individuo in
favore dell’Assoluto? Che diavolo di società ci attende alla fine
di questo sentiero impervio?
appassionato, nel suo articolo “La metafisica del
Nazionalbolscevismo” ci rivela il suo sogno nel cassetto.
Ma prima di tutto ci presenta i suoi “maestri spirituali” e
politici, due nomi che conosciamo bene, Karl Marx e
Julius Evola.
due filosofi, ma pochi sono stati in grado di comprenderne
profondamente il significato. A mio parere invece Dugin
ci è riuscito, il che non può che fargli onore.
da destra”, Dugin sostiene la via bolscevica al
marxismo, come unificazione di elementi
nazionalisti russi con la dottrina marxista.
“bolscevica” e nazionalista, sostiene che il comunismo non è
veramente di sinistra, dato che racchiude in sé “aspetti che
escono, senza ombra di dubbio, da una cornice di “sinistra”
e si associano alla sfera dell’irrazionale, della
mitologia, dell’arcaicismo,
dell’anti–umanismo e del
totalitarismo” (Dugin, “La metafisica del
Nazionalbolscevismo”, la Nazione Eurasia, anno I nr. 8,
pag.6).
naturalmente, non fanno parte del comunismo come lo intendiamo noi,
ma di quello che lui chiama “bolscevismo”.
tratta veramente del marxismo, ma solo di una sua parte, epurata
dall’influenza di Feuerbach e “ridotta”, per così dire, a
quello che Dugin vede come fondamento del marxismo: i “socialisti
utopisti, certamente inclusi da Marx nel novero dei suoi
predecessori e maestri, sono gli esponenti di un particolare
messianesimo mistico ed i precursori del “ritorno
all’Età dell’Oro”.
di società esoteriche, fortemente connotate da
un’atmosfera di misticismo radicaleggiante, escatologia e
predizioni apocalittiche.” (ibid.)
vedere il loro maestro trasformato in un occultista esaltato non gli
farà certo piacere. Ma sappiano che questa teoria non è nuova e c’è
chi ha affermato senza mezzi termini che il vecchio barbuto
[non è che fosse un islamo-comunista letteralmente ante
litteram!?] era uno degli Illuminati
di Baviera.
indiscusso maestro di Marx: “Se esaminiamo da vicino la dialettica
di Hegel, il fondamento metodologico della sua filosofia (e fu
proprio il metodo dialettico ciò che Marx prese a prestito in
larghissima misura da Hegel), scopriamo una dottrina
perfettamente tradizionalista, escatologica
perfino, che fa uso di una terminologia specifica. Inoltre, tale
metodologia riflette la struttura dell’approccio iniziatico,
esoterico, ai problemi gnoseologici […] La
filosofia della storia di Hegel è una versione del mito
tradizionale, integrata da una teleologia puramente
cristiana.
alienata da se stessa, diviene il mondo […] Incarnatasi nella
storia, l’Idea Assoluta esercita un’influenza dall’esterno sugli
uomini, come “astuzia della Ragione”, predeterminando il
carattere provvidenziale della trama degli eventi. […]
cosa sola”. Atman
coincide con Brahaman.
E questo avviene in un determinato Regno particolare, in un impero
della Fine, che il nazionalista tedesco
Hegel identificò con la Prussia. L’Idea Assoluta è la tesi;
l’alienazione nella storia è l’antitesi;
la sua realizzazione nel Regno escatologico è la sintesi.”
(pag. 7) L’Assoluto, l’esoterismo, Atman e Brahman e il
nazionalismo prussiano.
dialettica marxiana-hegeliana vuole attingere Dugin.
l’escatologia apocalittica, che lui ritiene –
secondo me a ragione – il motivo principale della
teoria marxiana: “Non a caso, egli definisce lo stadio iniziale
dell’umanità come “comunismo delle caverne“.
La tesi è il “comunismo delle caverne”, l’antitesi è
il Capitale, la sintesi è il comunismo mondiale. Comunismo
è sinonimo di Fine della Storia” (pag. 7).
marxismo non è, come molti sostengono, il materialismo.
limitati a una accettazione supina dell’andamento meccanico
dell’economia senza portare in ballo coscienza di classe,
rivoluzione, ecc. Il marxismo non è affatto democriteo, ma
fondamentalmente dialettico, finalizzato alla trasformazione
della realtà.
focalizzazione sulle relazioni economiche e industriali, tutto questo
non testimonia dell’interesse di Marx per la prassi, ma della sua
aspirazione alla trasformazione magica della realtà
[…] Secondo una simile logica [di quelli che considerano Marx
semplicemente un materialista], gli alchimisti medievali
potrebbero essere tacciati di “materialismo” e sete di
guadagno – qualora non si tenga in considerazione il simbolismo
profondamente spirituale ed iniziatico che si cela
dietro i loro discorsi sulla disti
fabbricazione dell’oro, sulla conversione dei minerali in metalli, e
via dicendo” (pag. 7).
alchimista, un distillatore dell’elemento
purissimo, un trasformatore degli elementi per giungere al metallo
nobile, l’età dell’oro.
dottrine la trasformazione degli elementi avveniva attraverso due
fasi, l’opera al nero – distruzione, morte
iniziatica, superamento delle condizioni iniziali – e infine
l’opera al bianco – la costruzione dell’elemento
finale, lo stabilirsi dell’ordine su basi superiori, la nuova vita,
l’uomo nuovo o nuova società. E tutto ciò doveva portare al
Rubedo. L’opera al rosso. Rosso,
appunto.
della rivoluzione è la distruzione (opera al nero)
dei vecchi rapporti di produzione, che nella filosofia
marxiana rappresentano la struttura sociale.
alchemico e gnostico” venne raccolto “dai bolscevichi
russi, cresciuti in un ambiente nel quale le forze
enigmatiche delle sette russe, il messianismo nazionale, le
società segrete ed i tratti appassionati e romantici
dei ribelli russi erano in fermento contro un regime monarchico
alienato, secolarizzato e degradato.” (pag. 7).
concetto strettametne politico, quanto geo-metafisico.
Mackinder
e della sua teoria della Heartland,
che contrappone l’atlantismo, fondato sull’elemento “mare”
all’eurasismo, fondato sull’elemento “terra”.
affascinante:
Tradizionale, un determinato Angelo, un
determinato essere celestiale è incaricato di vegliare su ciascuna
nazione della Terra. Quell’Angelo è il senso storico della
particolare nazione – al di fuori del tempo e dello spazio,
purtuttavia costantemente presente nelle vicissitudini storiche della
nazione.
mistica della nazione.
alcunché di vago o sentimentale, nebuloso – è un’essenza
intellettuale, luminosa, un “pensiero di Dio”, come disse
Herder. La sua struttura è visibile nelle realizzazioni storiche
della nazione, nelle istituzioni sociali e religiose che la
caratterizzano, nella sua cultura. L’intera trama della storia
nazionale non è altro che il testo della narrazione della qualità e
della forma di quel luminoso Angelo nazionale.
l’Angelo della nazione si manifestava in forma personale nei re
“divini“, nei grandi eroi,
nei pastori e nei santi. Ma la sua
realtà sovrumana lo rende indipendente dal portatore umano.”
(pag.8).
un semplice insieme di individui, di rapporti sociali, economici o
politici, di istituzioni o confini territoriali. La nazione non è
nemmeno un ente metafisico derivato.
un archetipo, un essere
vivo e senziente, un angelo.
In forma fenomenica si realizza nella storia (cfr. Hegel), ma la sua
essenza è atemporale e indipendente dagli eventi
accidentali o dagli individui, forme e istituzioni che ne fanno
parte.
si rivela nei modelli culturali, nei comportamenti e atteggiamenti
dei singoli individui solo in parte, e spesso in maniera distorta o
deviata, mentre è espresso e conosciuto in maniera più compiuta
dalle avanguardie nazionaliste, sette di
intellettuali estoterici e misticheggianti – e forse molti di voi
direbbero “deliranti”! -. Incarnazione ancora più perfetta dello
“spirito della nazione” è poi il “re
divino” che porta Dugin dritto dritto al
neo-zarismo.
particolare nazione: la Russia: “L’Angelo della
Russia si svela quale Angelo dell’integrazione,
quale essere luminoso particolare che cerca di unire
teologicamente altre essenze angeliche all’interno di sé,
senza cancellarne le individualità, ma elevandole alla scala
imperiale universale..”(pag. 8).
particolare mission, una responsabilità che va oltre le
proprie circoscritte competenze territoriali, ma coinvolge anche
altri “angeli” di nazioni vicine in senso geo-politico.
contrapposizione Atlantismo-Eurasiatismo,
mare-terra, oriente-occidente, che
troviamo in Mackinder: “Le orde angeliche
dell’Eurasia contro le armate Atlantiche del capitale. La vera natura
dell'”angelo” del Capitalismo (secondo la Tradizione il suo
nome è Mammona) non è difficile da indovinare…”(pag. 8).
vetero-sovietica, ma gli stalinisti aspettino prima di entusiasmarsi,
infatti nel prossimo post, che titolerò prosaicamente “IL
TRADIZIONALISMO E LA VIA DELLA MANO SINISTRA”, vedremo che
fine farà il sogno comunista.
MANO SINISTRA
fantastica di due schiere di angeli in guerra tra loro.
Da una parte gli angeli dell’Assoluto e del
Nazionalbolscevismo capeggiati dall’Angelo
Luminoso del Nazionalismo Russo, dall’altra gli angeli
della Società Aperta, delle Potenze
Atlantiche, dell’Individuo e del
Capitalismo, capeggiati da Mammona
.
po’ azzardato e poco credibile, ma provate a tradurlo in termini
terreni, e vedrete che la battaglia angelica prospettata da Dugin non
è poi tanto diversa da quello che pensano – e che pensiamo –
molti di noi: l’America, l’Impero, il Capitale e i loro
vassalli contro le Forze del Bene. Semmai è sull’ultimo
elemento – il Bene – che possiamo dividerci. Chi sono gli Angeli
Buoni? I comunisti? I musulmani? I lavoratori? Le religioni? La razza
ariana? I buonisti pacifisti? Ecco, questo è il nostro problema:
capire qual è l’Angelo Luminoso che ci guiderà alla vittoria.
Dugin invece la cosa è più semplice: gli opposti coincidono
all’apice della costruzione metafisica: l’Angelo è proprio un
Angelo, non un’idea astratta. Un intelligibile un archetipo, vivo
dentro e fuori di noi. Lasciamoci guidare, sa lui dove deve condurci.
irrazionalismo.
un’altra coppia di opposti: il razionalismo e
l’irrazionalismo:
i nemici della “società aperta”, egli fa uso costantemente
del termine “irrazionalismo”. […]”. Di solito,
persino gli autori più apertamente anti-liberali tendono a
giustificarsi e ad obiettare di fronte all’accusa di
“irrazionalismo”. I nazional-bolscevichi,
accettando coerentemente lo schema di Popper, esprimono una
valutazione tutt’affatto opposta, ed accettano anche questa
accusa. E’ vero – la motivazione principale dei “nemici
della società aperta” e dei suoi più acerrimi e coerenti
avversari, i nazional-bolscevichi, non nasce sul terreno
razionalistico.” (pag. 9).
troviamo il razionalismo; da quella dei nazionalbolscevichi,
al contrario, l’irrazionalismo. Il primo indica per Dugin
(e per molti altri) la ragione discorsiva (dianoia), il
secondo l’Intelletto.
Naturalmente considerare l’Intelletto “irrazionale” è un
errore, ma lo commettono in molti, quindi, possiamo perdonarlo anche
a Dugin.
dunque degli irrazionalisti, nel senso che seguono un angelo, un
principio, che credono nel sacro e sono dei tradizionalisti.
interpretato dai tradizionalisti come una categoria negativa o
peggiorativa, ma come una gigantesca sfera della realtà, non
passibile di studio con i soli metodi dell’analisi e del senso
comune. Pertanto, su questo tema la dottrina tradizionale non
sfida le sagaci conclusioni del liberale Popper, ma anzi concorda con
esse, puntando nella direzione opposta.
La Tradizione si fonda sulla conoscenza super-intellettuale,
sul rituale iniziatico che provoca la frattura della
consapevolezza, su dottrine espresse in simboli. […] Il centro
di gravità della Tradizione si colloca entro una sfera non soltanto
non razionale, ma persino non Umana – e non si tratta della bontà
dell’intuizione, della previsione o dei presupposti, ma
dell’affidabilità della particolare esperienza iniziatica.
L’irrazionale, smascherato da Popper come punto centrale delle
dottrine dei nemici della Società Aperta, è in verità nientemeno
che l’asse del Sacro, il fondamento della Tradizione.” (pag.9)
Dugin dalla parte del Sacro concordano praticamente su tutto e si
contrappongono entrambi a Platone
sulla definizione del termine razionale (per
i platonici infatti l’Intelletto corrisponde alla massima
razionalità, non all’irrazionale).
sono degli sprovveduti, devo pensare che non si tratti di un errore
dovuto a ignoranza, ma a un vero e proprio distacco dagli antichi
teorici della supremazia dell’Intelletto (v. sotto).
Dugin mescolare alchemicamente destra e sinistra per sublimarle in un
super-composto, come diavolo farà a metterle d’accordo sul terreno
del Sacro, della Tradizione e costringere tutte e due a seguire un
angelo irrazionale?
dell’esoterismo delle avanguardie politiche, ma vi sono alcuni
elementi che fanno della sinistra radicale un movimento
essenzialmente anti-tradizionalista. “le ideologia rivoluzionarie
anti-liberali, specie il comunismo, l’anarchismo e il socialismo
rivoluzionario, si prefiggono la radicale distruzione non solo dei
rapporti capitalistici, ma anche delle istituzioni tradizionali –
monarchia, chiesa, organizzazioni religiose… Come combinare questo
aspetto dell’anti-liberalismo con il tradizionalismo?” (pag. 9).
sfodera il suo asso nella manica:
definito Marx un alchimista intento a perseguire
l’opera al nero, la distruzione delle attuali
condizioni sociali (o rapporti di produzione).
emergerà poi, dopo un periodo di terrore,
spontaneamente dalle mutate condizioni di produzione. Questo
ragionamento – distruggere per poi, in seguito, creare il nuovo –
è anche definito come magia nera (al
contrario, la magia bianca crea per poi portare alla distruzione.
Esempio: per conquistare l’amore di un uomo sposato una strega può
scegliere il procedimento nero – far sciogliere il
matrimonio per poi suscitare il desiderio nell’uomo desiderato –
o il procedimento bianco – legare a sé l’amato e, di
conseguenza, causare il divorzio dall’altra. Come vedete, il
risultato è lo stesso: qualcosa viene creato e qualcosa viene
distrutto. Diversa è la magia rossa che, al contrario delle prime
due, è solo creativa).
religiosi e di culto questo corrisponde al tentativo di anticipare
l’avvento dell’Anticristo (Dajjal)
per affrettare la conclusione di questa brutta storia
chiamata mondo e giungere al più presto a ciò che ci
attende dall’altra parte – il Nuovo Eone, l’Età
dell’Oro, il Regno di Dio, la Società
Comunista, o qualsiasi cosa vogliate immaginarvi.
sinistra ne fanno di tutti i colori: trasgrediscono le regole e la
morale che loro stessi ritengono giusta, sprofondano nella
depravazione, bestemmiano il Dio in cui loro stessi credono e
distruggono anche quel poco di positivo che è rimasto in questo
marasma di corruzione.
le Chiese non è mera negazione della religione, è una particolare
forma estatica dello spirito religioso, che insiste sulla natura
assoluta e concreta dell’auto-trasformazione “qui ed ora”.
[…] … via via che le tradizionali istituzioni conservatrici
decadono (è il caso della monarchia, della chiesa, della gerarchia
sociale, del sistema delle caste, ecc.), assumono un ruolo sempre più
di primo piano quelle particolari pratiche iniziatiche, rischiose e
pericolose, legate alla “Via della mano sinistra”.
Il tradizionalismo tipico del nazional-bolscevismo, nel suo
significato più generale, è l’esoterismo “di sinistra”,
che ricalca nella sostanza i princìpi del kaula tantrico
e la dottrina della “trascendenza distruttiva“.
Razionalismo ed umanismo di stampo individualista hanno colpito a
morte persino quelle organizzazioni del mondo contemporaneo che
nominalmente hanno ancora carattere sacro.” (pag.10).
Dugin, anti-tradizionale, in realtà la rivoluzione che propone è
finalizzata a ristabilire l’antica tradizione; ma per fare questo,
bisogna superare l’attuale condizione,
Mammona e tutto ciò che ne fa parte.
Julius
Evola era un seguace della via della mano
sinistra: “Non si tratta soltanto del suo
anti-cristianesimo, ma del suo spiccato interesse
per la tradizione tantrica e per il Buddhismo,
che nel contesto del tradizionale conservatorismo induista sono
ritenuti affatto eterodossi e sovversivi. Inoltre, sono assolutamente
scandalose le simpatie di Evola nei confronti di personaggi come
Giuliano Kremmerz, Maria Naglovska
e Aleister Crowley, che furono senza esitazioni
annoverati da Guénon fra i rappresentanti della
“contro-iniziazione”, della tendenza negativa e distruttiva
dell’esoterismo. […] Ancora più significativo è il suo
riconoscersi fra i seguaci della “Via della mano sinistra“.
E qui giungiamo ad un punto specificamente connesso con la metafisica
del nazional-bolscevismo.” (pag. 9).
il filosofo italiano, volente o nolente, nelle file con Lenin e Marx,
guidate dal nobile Angelo delle steppe siberiane. A loro volta Lenin
e Marx dovranno adattarsi ad essere “irrazionalmente” guidati da
un angelo. “I nazional-bolscevichi intendono l’ “irrazionale”
non semplicemente come “non razionale”, ma come “attiva
ed aggressiva distruzione del razionale“, come
lotta con la “coscienza quotidiana” (e contro il
“comportamento quotidiano”), come immersione nell’elemento
della “nuova vita” – quella particolare esistenza magica
dell’ “uomo differenziato” che ha rigettato ogni divieto e
norma esteriore.” (pag. 10)
perché dobbiamo unirci con i nostri nemici di sempre? Dugin
risponde, con il suo stile epico e affascinante:
rifiuta di essere l’appendice venale ed opportunista della
Socialdemocrazia, se la “destra estrema” non vuole essere
usata come terreno di reclutamento, come frazione estremista
dell’apparato repressivo del sistema liberale, se gli uomini
posseduti dal sentimento religioso non trovano soddisfazione nei
miserabili surrogati moralistici offerti loro sul piatto dai
sacerdoti di culti imbecilli o di un neospiritualismo primitivo, una
sola via resta loro – il nazional bolscevismo.
“sinistra”, vi è una sola e indivisibile Rivoluzione,
nella triade dialettica “Terza Roma – Terzo Reich –
Terza Internazionale“. Il regno del
nazional-bolscevismo, il Regnum, l’Impero
della Fine – ecco il compimento perfetto della più grande
Rivoluzione della storia, al contempo continentale ed universale. E’
il ritorno degli angeli, la resurrezione degli eroi, l’insurrezione
del cuore contro la dittatura della ragione. Questa Ultima
Rivoluzione è compito dell’acefalo, il portatore
senza testa di croce, falce e martello, coronato dal
sole dello svastika eterno” (pag. 10).
leggersi l’articolo
per intero noterà che Dugin, per quanto parli di
Tradizione e di Angeli, non approfondisce mai il punto di vista
teologico, e nemmeno religioso.
infatti, legata alla metafisica geo-politica,
alla supremazia dei popoli e alle
“élites” gnostiche antinomiche,
non può essere inclusa in una religione rivelata. Non può,
perché questo tipo di pensiero è essenzialmente e
intrinsecamente pagano (e i suoi angeli non sono nunzi di
Dio, ma dèi pagani assetati di potere in costante guerra tra
loro, una tale filosofia rifiuta profeti e rivelazioni.
Infatti, ciò che intende distruggere comprende anche le religioni
rivelate con le loro strutture ecclesiastiche, i loro precetti e la
loro morale – i riferimenti a Evola non sono casuali).
all’irrazionalismo professato da Dugin, notate che le religioni
rivelate non considerano se stesse “irrazionali”:
l’Essere Razionale per eccellenza è Dio. La nostra razionalità
consiste nel seguirLo, l’irrazionalità nell’allontanarsi
da Lui e disobbedirGli.
dell’articolo, quale è il sistema politico da lui auspicato, ma è
facile immaginarselo a grandi linee.
Russia ancestrale, dominata da una monarchia assolutista che incarni
l’archetipo ctonio dell’Eurasia. Comunque, per
eventuali approfondimenti vi consiglio di leggere direttamente i suoi
articoli.
precedente post, questo tipo di ideologia, che sembra
fondere destra e sinistra, è essenzialmente nazi-fascista. La
metafisica della nazione, irrazionale e
pagana, è tipica di questo tipo
di pensiero.
un sacerdote pagano, casto e vegetariano come i suoi antichi
predecessori (che però non possono essere tacciati di nazismo, né
di razzismo o di irrazionalità), alla ricerca del suo “angelo
della nazione” .
può essere considerato un filosofo nel senso socratico del termine?
Dugin con Alessandra Colla e Maurizio Murelli in una foto del 1994 |
Fascisti della mano sinistra:
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