L’attentato sionista all’ambasciata britannica di Roma del 1946 |
Dal sito Archivio Guerra Politica:
Il “camerata” Sanchez
Opera, 5 giugno 2015
Su un sito che, con senso dell’umorismo, è intitolato “Informazione corretta”, leggo un commento firmato da tale Dario Sanchez sul libro “Storia cronologica del conflitto mediorientale”.
Sanchez premette di commentare un libro che non ha letto ma che ritiene
che sia anti-israeliano perché è scritto dal “nero” Vincenzo Vinciguerra
e presentato dalla “rossa” Stefania Limiti.
Il titolo dell’articolo umoristico del Sanchez è “L’alleanza taciuta tra estremisti rossi e neri”.
In realtà, il rapporto fra me e la giornalista e storica Stefania Limiti
si basa sulla comune ansia di verità sulla storia italiana nella quale i
servizi segreti israeliani hanno svolto un ruolo significativo e
tragico sia come infiltrati a sinistra, fra i “rossi”, che a destra, fra
i “neri”.
È proprio per il ruolo che il Mossad ha ricoperto in Italia, mi consento
di definire il Sanchez un “camerata” di provata fede, non mio
ovviamente, ma di Pino Romualdi che nell’ottobre del 1946 fornì agli
ebrei l’esplosivo per l’attentato alla sede dell’ambasciata britannica
di Roma; di Junio Valerio Borghese, che ha messo gli uomini della Decima
flottiglia mas al servizio di Israele come sabotatori ed istruttori; di
Giorgio Almirante e Giulio Caradonna, che tanto si sono spesi a favore
della comunità ebraica di Roma e dello Stato di Israele; di Giano
Accame, che fin dagli anni Cinquanta manteneva ottimi rapporti con i
terroristi dell’Irgun guidati da Menachem Begin; del senatore missino
Mario Tedeschi la cui rivista “Il Borghese”, è stata al servizio della
propaganda sionista; di Pino Rauti e Carlo Maria Maggi saliti alla
ribalta della storia e delle cronache processuali come esponenti
dell’area stragista, e per i loro collegamenti con agenti israeliani e
americani; con Stefano Delle Chiare, sostenitore della Falange libanese
notoriamente dipendente dallo Stato d’Israele.
Insomma il “camerata” di cotanti “camerati”, Dario Sanchez, avrebbe
fatto meglio ad astenersi dal commentare ciò che non conosce perché non è
il libro ad essere contro Israele: è la storia che condanna Israele,
non il “nero” Vinciguerra e la “rossa” Stefania Limiti.
La storia dello Stato di Israele fa parte della “peggiore storia”
dell’umanità, contrapposta a quella dolente del popolo palestinese
accanto al quale si schierano tutti coloro che hanno un senso di
giustizia, a prescindere dalle loro posizioni ideologiche.
Non esiste un’alleanza fra “neri” e “rossi”, ma solo quella fra coloro
che si schierano al fianco degli oppressi e della verità contrapposta
quella di coloro che preferiscono stare dalla parte degli oppressori e
della menzogna.
Il “camerata” Sanchez, poveretto, commenta ciò che non legge e parla di
ciò che non conosce, ma farà bene a rimediare a queste lacune perché
anche nella “peggiore storia d’Italia” il ruolo dei servizi segreti israeliani è ormai ben delineato, sia a destra che a sinistra.
Non è un caso che i “camerati” italiani di Dario Sanchez abbiano tratto
ispirazione per le loro stragi in questo Paese dai massacri compiuti
dagli ebrei nei quartieri di Gerusalemme e nei villaggi arabi, con bombe
nei contenitori del latte, alle fermate degli autobus, nei mercati
popolari per indurre gli arabi ad andarsene.
Il “camerata” Gianfranco Bertoli da Israele veniva, non lo sa il “camerata” Sanchez?
La moglie del “nazista” Carlo Maria Maggi è la figlia di un esponente della comunità ebraica di Venezia.
È un caso che l’amico de gli amici del Mossad sia al centro di ogni indagine e processo per strage?
Crediamo di no.
Invitiamo il Sanchez a leggere la “Storia cronologica del conflitto
mediorientale” così scoprirà che per favorire la causa di Israele e
degli amici di Israele in Italia, “camerati” per primi, è meglio che lui
stia zitto.
Sanchez premette di commentare un libro che non ha letto ma che ritiene
che sia anti-israeliano perché è scritto dal “nero” Vincenzo Vinciguerra
e presentato dalla “rossa” Stefania Limiti.
Il titolo dell’articolo umoristico del Sanchez è “L’alleanza taciuta tra estremisti rossi e neri”.
In realtà, il rapporto fra me e la giornalista e storica Stefania Limiti
si basa sulla comune ansia di verità sulla storia italiana nella quale i
servizi segreti israeliani hanno svolto un ruolo significativo e
tragico sia come infiltrati a sinistra, fra i “rossi”, che a destra, fra
i “neri”.
È proprio per il ruolo che il Mossad ha ricoperto in Italia, mi consento
di definire il Sanchez un “camerata” di provata fede, non mio
ovviamente, ma di Pino Romualdi che nell’ottobre del 1946 fornì agli
ebrei l’esplosivo per l’attentato alla sede dell’ambasciata britannica
di Roma; di Junio Valerio Borghese, che ha messo gli uomini della Decima
flottiglia mas al servizio di Israele come sabotatori ed istruttori; di
Giorgio Almirante e Giulio Caradonna, che tanto si sono spesi a favore
della comunità ebraica di Roma e dello Stato di Israele; di Giano
Accame, che fin dagli anni Cinquanta manteneva ottimi rapporti con i
terroristi dell’Irgun guidati da Menachem Begin; del senatore missino
Mario Tedeschi la cui rivista “Il Borghese”, è stata al servizio della
propaganda sionista; di Pino Rauti e Carlo Maria Maggi saliti alla
ribalta della storia e delle cronache processuali come esponenti
dell’area stragista, e per i loro collegamenti con agenti israeliani e
americani; con Stefano Delle Chiare, sostenitore della Falange libanese
notoriamente dipendente dallo Stato d’Israele.
Insomma il “camerata” di cotanti “camerati”, Dario Sanchez, avrebbe
fatto meglio ad astenersi dal commentare ciò che non conosce perché non è
il libro ad essere contro Israele: è la storia che condanna Israele,
non il “nero” Vinciguerra e la “rossa” Stefania Limiti.
La storia dello Stato di Israele fa parte della “peggiore storia”
dell’umanità, contrapposta a quella dolente del popolo palestinese
accanto al quale si schierano tutti coloro che hanno un senso di
giustizia, a prescindere dalle loro posizioni ideologiche.
Non esiste un’alleanza fra “neri” e “rossi”, ma solo quella fra coloro
che si schierano al fianco degli oppressi e della verità contrapposta
quella di coloro che preferiscono stare dalla parte degli oppressori e
della menzogna.
Il “camerata” Sanchez, poveretto, commenta ciò che non legge e parla di
ciò che non conosce, ma farà bene a rimediare a queste lacune perché
anche nella “peggiore storia d’Italia” il ruolo dei servizi segreti israeliani è ormai ben delineato, sia a destra che a sinistra.
Non è un caso che i “camerati” italiani di Dario Sanchez abbiano tratto
ispirazione per le loro stragi in questo Paese dai massacri compiuti
dagli ebrei nei quartieri di Gerusalemme e nei villaggi arabi, con bombe
nei contenitori del latte, alle fermate degli autobus, nei mercati
popolari per indurre gli arabi ad andarsene.
Il “camerata” Gianfranco Bertoli da Israele veniva, non lo sa il “camerata” Sanchez?
La moglie del “nazista” Carlo Maria Maggi è la figlia di un esponente della comunità ebraica di Venezia.
È un caso che l’amico de gli amici del Mossad sia al centro di ogni indagine e processo per strage?
Crediamo di no.
Invitiamo il Sanchez a leggere la “Storia cronologica del conflitto
mediorientale” così scoprirà che per favorire la causa di Israele e
degli amici di Israele in Italia, “camerati” per primi, è meglio che lui
stia zitto.
Vincenzo Vinciguerra
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