Intrigo blog: deduzioni finali
luglio 2007
Le puntate precedenti:
1. Haramlik vs.Corriere:
caccia alla “Talpa”
2. Intrigo blog
(I): le sinergie più sorprendenti del mondo
3. Intrigo
blog (II): il caso di Miguel “Gossip” Martinez
4. Intrigo blog (III):
intermezzo riassuntivo
5. Intrigo blog
(IV): del “ci sono” o “ci fanno”
6. Intrigo blog
(V): qui ci vuole una puntualizzazione
7. Intrigo
blog (VI): due cose che avevo ancora da dire
Nei gialli che lo hanno per protagonista, a volte succede che Hercule
Poirot “sappia” come sono andate le cose (le “piccole cellule grige”,
ricordate?) ma non abbia le prove conclusive necessarie per fare arrestare
l’assassino.
Risolve il problema raccontando le sue deduzioni a protagonisti e spettatori
della storia, quindi. E, miracoli della narrativa, a quel punto l’assassino
confessa sempre.
Invidio molto Hercule Poirot.
Perché questa è una storia che, temo, potrà concludersi solo con la confessione
dell’assassino (o degli assassini).
Solo che, nella vita vera, la gente ha meno rispetto per la logica di quanto
non ce ne sia nei gialli.
E’ fatta di confusione e polveroni, la vita vera.
E, nei polveroni, spariscono cose e responsabilità.
L’assassino se la svigna, o parla d’altro.
Del sesso degli angeli.
O di quello delle blogger.
Le mie deduzioni, tuttavia, posso raccontarle anch’io, proprio come Poirot.
Avvertendo che si basano sulla mia osservazione dei fatti, su alcune
corrispondenze in mio possesso (che sono sempre disponibile a rendere
interamente pubbliche, qualora i miei interlocutori mi autorizzassero) e sul
puro e semplice esercizio della logica applicata a fatti che sono di pubblico
dominio e a disposizione di chiunque li voglia cercare su Google.
Io ho pensato dal primo istante che fosse stata la Valent, a girare
quell’email a Magdi Allam.
Perché non desiderava altro: moriva dalla voglia di fare scandali e ne
aveva già fatti.
E perché, nella nostra ultima conversazione telefonica, due giorni prima
dell’articolo, praticamente mi disse che lo avrebbe fatto. Urlando.
E pensavo, certo, che lo avesse fatto di comune accordo con il suo amico che,
peraltro, conosceva personalmente Allam. Ma ritenevo che l’iniziativa fosse
partita da lei, comunque. Anche perché mi risultava che quell’email l’avesse
lei, non lui.
Poi Miguel mi disse che era stato il suo amico, invece.
E che questi l’aveva mandata al Corriere per fax, addirittura.
Era bene informato, direi.
E mi disse che questo tale aveva la mia email da tempo e, secondo Dacia, col
mio permesso.
Ora: questo non è vero.
Ma c’è di più: rimaneva pur sempre il fatto che, se lui l’aveva girata ad
Allam, non lo aveva fatto d’accordo con me, evidentemente, ma con Dacia.
Perché altrimenti Dacia se lo sarebbe mangiato, direi. Certo non si sarebbe
messa a scagionarlo sul suo blog, come invece fece.
E, anche, perché sennò non ci sarebbe stato alcun bisogno, per lui, di chiedere
a Dacia gli header di quell’email, cosa anch’essa raccontatami da Martinez.
Bastava che li chiedesse a me.
Per non dire che poi, guarda caso, io ho denunciato Allam e Corriere, per
questa storia, mentre la Valent
si dichiarava contenta che quell’articolo fosse uscito.
Poi è arrivata la sentenza del Garante.
Sentenza in cui è riportata una dichiarazione ufficiale di RCS Quotidiani che
dice di avere avuto l’email da uno dei suoi destinatari.
Ora: un destinatario di una email è qualcuno a cui il mittente
l’ha mandata. Mi sembra strano che l’RCS si riferisca al destinatario di un
destinatario.
Anche perché è solo il destinatario legittimo di una email, a potere disporre
di questa.
Non una terza persona non contemplata dal mittente.
Quindi: dopo avere letto la dichiarazione dell’RCS, mi pare legittimo
ipotizzare che, tutto sommato, potrebbe anche non essere stato l’amico di
Dacia, a girare quell’email, per quanto con il consenso di quest’ultima.
Potrebbe anche essere stata lei direttamente. Io la capisco così, quella
dichiarazione.
E, francamente, non ne sarei stupita: alla Valent piace parecchio, il rapporto
diretto con i personaggi, con i poteri, con il “palazzo”. Ci sta, nel
suo “assetto personologico”, che non abbia delegato ad altri una simile
incombenza.
Qualunque sia la soluzione del giallo, comunque, rimane il fatto che la
“Talpa” è stata coperta, a qualunque costo.
Io ho chiesto di essere autorizzata a pubblicare il file audio di quest’intervista, che non
diffama nessuno e in cui nessuno dice nulla di male. Anzi.
Solo che basta ascoltarla leggendo il post di gennaio della Valent, per
rendersi conto che quel post è pieno di balle.
Ovviamente, l’autorizzazione a pubblicare quel file mi viene esplicitamente
negata.
E ho chiesto a Martinez il
permesso di pubbicare le email in cui lui dice esplicitamente le cose di cui ho
già parlato. Giusto per evitare di essere smentita, mica per altro.
In realtà, l’avvocato mi dice che non ho nemmeno bisogno di questo
permesso e che, in linea di massima, la corrispondenza appartiene a
mittente e destinatario, appunto, che ne possono legittimamente disporre come
credono.
Rimane il fatto che è una cosa che non mi piace fare.
Scrivo su internet da 10 anni e mi pare di averle sempre rispettate, quelle due
regolette di netiquette, anche se è vero che qui non stiamo parlando di
pettegolezzi, ma di una cosa un po’ più grave.
Mah.
Alla luce delle ultime
cose dichiarate dal Martinez sul suo blog, direi che posso risolvere il
dilemma pubblicando una MIA email a lui.
La metto nel “Continua“:
aggiungo un po’ di formattazione (grassetti e link) al solo scopo di renderne
più agevole e comprensibile la lettura. Lascio, inoltre, solo l’iniziale di un
cognome che mi viene fatto da altri.
Perché viene coperta, ‘sta “Talpa”?
Per viltà, direi, e per interesse.
E l’interesse si chiama IADL, credo.
Mi sembra di vedere uno strano meccanismo di parassitismo, in questa IADL
che si alimenta del nome dei suoi premiati per esistere e che, allo stesso
tempo, ripaga in premi favori, gentilezze e donazioni.
E’ tutto abbastanza oscuro: soci, finalità, attività effettive e via dicendo.
Però, come ho già detto, propone dei benefit, quest’organizzazione.
Io penso che c’entri qualcosa, la difesa della “IADL” con la protezione della
“Talpa”.
Altrimenti non me lo spiego.
Poi, sai: qui l’identità passa attraverso l’assunzione di un ruolo nel Teatro dei Pupi.
Si indossano maschere come se fossero uniformi, e poco altro importa.
Qualcuno mi diceva: “Ma scusa: perché ce l’abbiamo con Allam, dopotutto?
Perché racconta bugie a cui la gente crede. Bene: così come è giusto
smascherare lui, è altrettanto giusto smascherare chi fa la stessa cosa dalla
tua parte della barricata.”
Non fa una piega.
E’ stato tutto abbastanza antiestetico.
Questi ultimi post sono stati anche parecchio liberatori, tuttavia.
Mi sento come una che ha sbrigato una faccenda che doveva sbrigare da mesi.
From: Lia
Date: Feb 1, 2007 5:22 PM
Subject: Re:
To: Miguel Martinez
Bene, siamo arrivati al dunque.
Tu sveli finalmente il tuo ormai famoso “so come sono andate le cose”
e scrivi: “So che è stato C. a mandarlo via fax a Magdi.”
Perfetto: sono felice che qualcuno mi abbia finalmente detto come è
arrivata una MIA email al Corriere.
Io non lo sapevo.
Non ti stupirà che l’argomento mi interessasse.
Quindi: tu sapevi questa cosa con certezza, dici, e persino con il
particolare del fax, e non me l’hai detta fino ad oggi, 1 febbraio.
Poi mi dici che gliel’ha data Dacia.
A questo punto, una persona normale si chiede se C. la abbia
girata al Corriere con il consenso di chi gliela aveva inviata o
senza.
Io me lo chiedo: avendo ferocemente litigato con entrambi uno o due
giorni prima dell’articolo, ho motivo di ipotizzare che la risposta
sia positiva, benché non ne abbia la certezza.
Tu, invece, ti chiedi se Dacia gli ha girato quella email, addirittura
ai tempi della prima mediazione con Dachan (metà ottobre), con il mio
consenso o senza.
E scrivi:
“Posso ipotizzare, invece, qualche via di mezzo. Per spiegarmi, invento
due
> scenari possibili: ad esempio, che tu abbia risposto distrattamente di
sì a
> una richiesta ambigua di Dacia, e lei interpreta questo come un tuo
> “invito” a farlo. O che tu le abbia detto di darlo “ai dirigenti
islamici”,
> intendendo Dashan, mentre lei pensava che intendessi anche C.”
Ti rispondo.
1. Se Dachan è il mio mediatore e deve avere tutto il materiale su cui
mediare, io chiedo che questo materiale venga inoltrato a Dachan. Non
“ai dirigenti islamici”. Non credo sia possibile avere dubbi su
questo.
2. Se io avessi saputo che C. aveva quell’email, mi sarei
sentita estremamente ricattabile, mentre lui premeva in ogni modo
affinché gli dessi il mio certificato.
Il fatto stesso che io lo abbia difeso in quel modo, quel certificato,
dovrebbe farti riflettere: il certificato non mi danneggiava, mentre
quell’email diffama me oltre che H.
A prescindere: io non sarei andata a mettere una bomba di quel tipo
nelle mani di uno sconosciuto, di destra, nemico personale di H.
Sarebbe stato come consegnargli tutta la mia trattativa e i miei
argomenti.
Poi dici:
“Ho pensato, se Lia reagisce subito, sputtanando per rappresaglia Dacia,
qui
> non se ne esce più, anche perché Sherif e Miguel saranno costretti a
> schierarsi in una guerra che non hanno scelto.
E qualunque scelta facciano, la punizione consisterà nell’essere scuoiati
> vivi dalla parte che non scelgono – magari da entrambe.
Allora intervengo io, senza schierarmi, senza attaccare nessuna delle due
> parti. Difendendoti quel tanto che basta per risparmiare a te il dovere
di
> lanciare un altro post che ci avrebbe eliminati tutti dalla faccia
della
> Terra, senza allo stesso espormi ad attacchi da Dacia, di cui non
sento il
> bisogno. E così si può tornare a parlare di Magdi Allam.”
Non è esatto.
1. Tu leggi il mio blog da anni e sai che io non reagisco mai a certi
livelli. Avevi anche tastato il polso di come ero orientata.
In quel momento, quindi, era facile prevedere che io, a differenza di
lei, avrei incassato in silenzio. Io penso, conoscendo Dacia, che tu
ti sia sentito obbligato a schierarti, e che la sua pubblica indecenza
ti sia sembrata più pericolosa della mia decenza.
2. Dacia ha scritto un post preannunciando interventi di altri. Il
tuo, come si è visto. Quindi sapeva che saresti intervenuto ancora
prima di pubblicare la sua roba.
3. Comunque sia, mi pare che confermi tu stesso che i tuoi interventi
non erano al servizio di una ricerca di verità ma a semplice beneficio
tuo.
E prosegui:
“Sono intervenuto per dire, i fatti saranno pure veri (quindi Dacia non
è
> una bugiarda), ma non è affatto detto che li si debba interpretare in
> maniera così malevola come insinua Dacia: esistono le esternazioni
> incontrollate, i vacillamenti caratteriali, e forse la richiesta di
soldi,
> di cui Dacia fa la cronistoria, non era così immotivata come poteva
> apparire, non è necessario immaginarti come la donna benestante e
> indipendente che per un capriccio ricatta qualcuno.”
Lasciamo perdere le esternazioni, o chiacchiere, che, come ti ho già
spiegato nella email precedente, sono state abbondantemente
manipolate.
Mi interessa l’argomento soldi.
Io, di quello, avevo estesamente parlato nel blog, con tanto di cifre.
Avevo spiegato per filo e per segno tutto il ruolo che hanno avuto i
soldi in questa storia, dal primo intento ‘punitivo’ fino alla
Caritas.
E’ trasparente, la mia trattativa economica.
Quello che tu hai fatto, invece, è stato confonderla: io sarei una
ricattatrice, in base alla parola di Dacia, ma “per bisogno e non per
capriccio”.
La contraddizione tra le ‘scusanti’ che mi offrivi e ciò che io avevo
esplicitamente riportato sul blog è evidente. Se io “cercavo soldi”,
di certo non li cercavo da H, visto che non facevo altro che litigarci
perché lui voleva darli a me anziché alla Caritas.
E quindi cosa pensa, il tuo smarrito lettore? Che io li abbia cercati altrove.
Da Magdi Allam, magari.
Peccato che tu già sapessi del fax di C.
E io no.
L’operazione di
infangamento della sottoscritta era quindi completa:
“Dacia ha ragione, ma Lia ha delle attenuanti“.
Molto ben funzionante.
Perché lo hai fatto, secondo me?
Perché temevi le ire di Dacia.
Perché io, dalla lite con tua moglie, ti stavo un po’ sui coglioni.
Oppure, boh.
Per passione politica e preoccupazione per l’islam, di sicuro no.
Puoi farmi le analisi del tuo blog che vuoi, ma continua ad essere
evidente che una deve essere cristallina, se vuole mobilitare migliaia
di persone contro Magdi Allam.
Altro che le tue “attenuanti” sui miei ipotetici ricatti.
Avessi difeso me – come era giusto, viste le tue notizie sui fax di
C. – la mobilitazione sarebbe continuata alla grande.
Hai preferito non fare arrabbiare Dacia.
Per amore di H, di sicuro no: mi hai accusato di avere parlato in
ritardo della monogamia di H sapendo benissimo, e da mesi, del post su
Grazia.
Hai quindi esposto te stesso e lui a una mia risposta che avrebbe
riportato in ballo l’argomento poligamia, guarda caso.
Direi che hai corso il rischio proprio perché sapevi che della mia
decenza ci si può fidare, appunto.
Di fatto, hai protetto l’arrivo di quella email al Corriere.
Il fatto che io fossi l’unica persona che si scagliasse contro questa
cosa, ti è stato indifferente.
Come ti è stato indifferente che le persone dietro quella email erano
quelle che davvero volevano distruggere H, mentre quella che cercava
di pararlo – ed aveva degli strumenti per poterlo fare – ero io.
Siamo entrambi persone intelligenti, Miguel.
Io direi che, sgombrato il campo dai miraggi di tipo affettivo o
contro-affettivo che hanno inquinato per un po’ la nostra percezione
l’uno dell’altra, ragionare in termini di pura logica e realtà è una
novità salutare.
Lia