americani, “straight from the horse’s mouth” …
SÌ, C’È UNA LOBBY
EBRAICA[1]
gennaio 2013
il caso che sia pro-Israele perché è ebraica, non viceversa.
pubblico, e forse [i non ebrei] non dovrebbero. Ma come gruppo di interesse,
gli ebrei in quanto tali sono abilmente rappresentati (quasi sempre) da una
fitta rete di organizzazioni di sostegno. La maggior parte di queste sono, in
tutto o in gran parte, ebraiche, a giudicare dal profilo, dai supporter e dallo
staff. Le organizzazioni protestanti, il movimento sindacale e milioni di americani a titolo
individuale sostengono parimenti Israele, ma non hanno creato – né attualmente
lo controllano – il movimento pro-Israele.
venne fondata alcuni decenni fa come una camera di compensazione per ebrei
americani affinché si collegassero con l’esecutivo su Israele. L’American
Jewish Committee, l’Anti-Defamation League (ADL), il Simon Wiesenthal Center –
queste organizzazioni ebraiche mainstream sono state quelle in primo piano –
insieme alla scorta della Republican Jewish Coalition – a sollevare
preoccupazioni sulle credenziali pro-Israele del candidato al Pentagono Chuck
Hagel. Costoro sostengono anche che il solo riferimento da parte di Hagel alla
“lobby ebraica” sia stato fuori luogo.
è rimasto zitto, e saggiamente, dato che l’AIPAC ha la necessità di concentrarsi
sull’utile netto dell’aiuto finanziario e della cooperazione strategica
americani e di non essere visto come
la lobby ebraica. Ma in sostanza, è questo che è.
coinvolgimento con i gruppi cristiani e con le minoranze in tutto il paese, ma
la sua base e il suo staff sono quasi totalmente ebraici, e nessun non ebreo ha
mai avuto una posizione di leadership, in ogni caso. E questo è OK. Se il
reverendo protestante – e fan di Israele – John Hagee improvvisamente
diventasse il presidente dell’AIPAC, il numero degli associati crollerebbe
all’istante.
dell’AIPAC mentre sorseggia un single malt dopo i servizi del Sabbath, l’ebreo medio
che va in sinagoga dirà che è la “nostra lobby” e anche “la lobby ebraica” come
pure “la lobby pro-Israele”. E quando un membro del Congresso è informato di un
meeting con una delegazione “pro-Israele”, ciò di solito vuol dire gli ebrei e
i loro rabbini.
Washington, io mi ci sono abituato. Non me ne vergogno, e sto molto attento a
gettare in giro la carta dell’antisemitismo, specialmente in pubblico.
molto reclamizzato per quasi ogni gruppo immaginabile, dai latini agli
asiatici, alle donne, agli afro-americani , ai ciclisti ai sostenitori
dell’industria casearia. Ma sebbene le poche dozzine di membri ebraici del
Congresso si incontrino periodicamente, costoro lo fanno molto al di sotto del
livello di attenzione pubblica e senza un cachet ufficiale. L’idea di un
“caucus ebraico” è ancora considerata troppo pericolosa da esporre, dato il
nostro persistente senso di vulnerabilità, e la persistenza di un antisemitismo
non grave ma endemico. Effettivamente, non c’è nulla di sbagliato riguardo a
parlamentari ebrei americani che coordinano le loro idee e azioni a sostegno di
preoccupazioni comuni, come ogni altro gruppo. E però, per noi, qualcosa di
sbagliato c’è. Qualcosa ci ricorda “I
Protocolli dei Savi Anziani di Sion”.
chi – se qualcuno c’è stato – della lobby ebraica si è rivolto a Hagel dopo che
la sua citazione era diventata di pubblico dominio. Qual è stata la sua
risposta? O non c’è stato nessun contatto, per paura di aggravare la
situazione? Ebbene, noi abbiamo di certo aggravato la situazione, ora.
per Israele, mentre i messaggi “pro Israel lobby” che ciò che è buono per
Israele è buono per l’America – non ci può essere nulla di più patriottico. …
Eppure, come ebrei americani, siamo pienamente dentro i nostri diritti nel
perseguire apertamente i nostri interessi mentre convinciamo anche altri che
Israele è davvero buono per l’America.
ciò, ma questo non riguarda i violatori del “confine dell’antisemitismo”, come
il capo dell’ADL Abe Foxman ha detto al blogger neoconservatore del Washington
Post. Avendo abboccato al commento di Hagel sulla “lobby ebraica”, Foxman ha
messo sul tavolo, di fronte a tutti, proprio la questione dell’influenza ebraica.
Facendo del problema “ebraico” di Hagel materia di preoccupazione, le più
importanti organizzazioni ebraiche hanno aperto la stessa controversia contro
cui ci avevano messo in guardia.
Ironicamente, sono state precisamente le organizzazioni “ebraiche”
ad aver obiettato al termine “lobby ebraica” dopo che la nomina di Hagel è
diventata probabile. La cosiddetta “Israel” (o meglio, “pro-Israele”) lobby è
rimasta fuori, almeno ufficialmente.
League definisca pubblicamente qualcuno come un antisemita borderline, per poi
sostenere in modo credibile che non è necessario opporsi alla sua nomina nel Gabinetto
del presidente?
fellow dell’Institute of Religion and Public Policy[4],è
stato un dirigente con diverse organizzazioni ebraiche.
Chuck Hagel, attuale Segretario della Difesa degli Stati Uniti |
di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.jewishjournal.com/opinion/article/yes_there_is_a_jewish_lobby
. Le note a seguire sono del traduttore.
Conferenza dei Presidenti delle Maggiori Organizzazioni Ebraiche Americane:
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