Da Mons. Richard Williamson ricevo e volentieri pubblico il suo “Commento Eleison” del 14 dicembre 2013:
DON RIOULT – II
Cito Don Olivier Rioult, dalla sua intervista a Parigi del 6
ottobre (cfr. EC 333), per un’altra questione, molto controversa all’interno
dell’odierna Resistenza Cattolica – la questione dell’organizzazione. A Don
Rioult è stato chiesto se pensava che fosse possibile istituire una nuova
organizzazione a livello mondiale, o se invece optava per una sorta di libera
associazione, come quella che raggruppa i sedevacantistida un certo numero di
anni.Ed ecco la sua risposta, questa volta con le sue stesse parole:
ottobre (cfr. EC 333), per un’altra questione, molto controversa all’interno
dell’odierna Resistenza Cattolica – la questione dell’organizzazione. A Don
Rioult è stato chiesto se pensava che fosse possibile istituire una nuova
organizzazione a livello mondiale, o se invece optava per una sorta di libera
associazione, come quella che raggruppa i sedevacantistida un certo numero di
anni.Ed ecco la sua risposta, questa volta con le sue stesse parole:
“È possibile che nei prossimi mesi io possa creare
un’associazione in senso lato, fondata sull’amicizia con gli altri cattolici
della Resistenza, che guardino o meno all’opinione sedevacantista, perché per
me si tratta di una opinione. Ma adesso le cose non sono ancora mature per una
tale associazione. In ogni caso, tutto ciò che è cattolico è nostro. Dunque,
tutti i cattolici che sono pronti ad operare come cattolici e a resistere al
modernismo che regna nella Chiesa, ebbene, noi lavoreremo con loro. Dunque, sì
ad un’associazione in senso lato che condivida lo stesso bene comune: la Fede e
il culto della Chiesa cattolica, la difesa della Fede. È questo stesso bene
comune che può creare un’amicizia tra tutti i nostri gruppi.
un’associazione in senso lato, fondata sull’amicizia con gli altri cattolici
della Resistenza, che guardino o meno all’opinione sedevacantista, perché per
me si tratta di una opinione. Ma adesso le cose non sono ancora mature per una
tale associazione. In ogni caso, tutto ciò che è cattolico è nostro. Dunque,
tutti i cattolici che sono pronti ad operare come cattolici e a resistere al
modernismo che regna nella Chiesa, ebbene, noi lavoreremo con loro. Dunque, sì
ad un’associazione in senso lato che condivida lo stesso bene comune: la Fede e
il culto della Chiesa cattolica, la difesa della Fede. È questo stesso bene
comune che può creare un’amicizia tra tutti i nostri gruppi.
“Io credo che più andiamo verso la fine dei tempi, più il
cattolico sarà di fatto un anarchico; non di diritto, ma di fatto. Voglio dire
che dovrà essere contro tutti i poteri esistenti, perché tutti i poteri saranno
stati neutralizzati, minati o sovvertiti e opereranno contro l’ordine naturale.
Dunque, di fatto, il cattolico dovrà resistere a tutte le autorità, nella
Chiesa o nello Stato… perché queste saranno tutte deviate sotto l’influenza
massonica…, in ogni caso al servizio del Principe di questo mondo. Penso
dunque che sarà molto difficile creare ulteriori strutture mondiali. Il Padre
Roger Calmel, domenicano francese, aveva una chiara visione delle cose. Già nel
1970 diceva che i capi naturali locali dovranno far brillare il loro ministero
là dove sono, con dei semplici legami d’amicizia con gli altri capi locali dei
diversi posti.
cattolico sarà di fatto un anarchico; non di diritto, ma di fatto. Voglio dire
che dovrà essere contro tutti i poteri esistenti, perché tutti i poteri saranno
stati neutralizzati, minati o sovvertiti e opereranno contro l’ordine naturale.
Dunque, di fatto, il cattolico dovrà resistere a tutte le autorità, nella
Chiesa o nello Stato… perché queste saranno tutte deviate sotto l’influenza
massonica…, in ogni caso al servizio del Principe di questo mondo. Penso
dunque che sarà molto difficile creare ulteriori strutture mondiali. Il Padre
Roger Calmel, domenicano francese, aveva una chiara visione delle cose. Già nel
1970 diceva che i capi naturali locali dovranno far brillare il loro ministero
là dove sono, con dei semplici legami d’amicizia con gli altri capi locali dei
diversi posti.
“Nel 1970, nella rivista francese “Itinéraires” (n° 149),
egli scrisse:‘La battaglia per la Fede deve essere condotta da piccoli gruppi
che rifiutano di far parte di qualsivoglia organizzazione sistematica e
universale. In questi diversi gruppi, come una modesta scuola, un umile
convento, un gruppo di preghiera, un insieme di famiglie cristiane o
un’organizzazione di pellegrinaggio, l’autorità è reale e accettata da tutti…
Tutto quello che serve è che ogni cattolico raggiunga la propria grazia e
l’autorità lo condurrà nel piccolo ambito che è destinato a guidare e di cui si
farà carico senza doversi servire, per fare questo, di grandi apparati
amministrativi.’ ”
egli scrisse:‘La battaglia per la Fede deve essere condotta da piccoli gruppi
che rifiutano di far parte di qualsivoglia organizzazione sistematica e
universale. In questi diversi gruppi, come una modesta scuola, un umile
convento, un gruppo di preghiera, un insieme di famiglie cristiane o
un’organizzazione di pellegrinaggio, l’autorità è reale e accettata da tutti…
Tutto quello che serve è che ogni cattolico raggiunga la propria grazia e
l’autorità lo condurrà nel piccolo ambito che è destinato a guidare e di cui si
farà carico senza doversi servire, per fare questo, di grandi apparati
amministrativi.’ ”
Se Padre Calmel scrisse questo nel 1970, relativamente alle
circostanze del 1970, si potrebbe fare l’obiezione che egli guardasse troppo
avanti, o che Mons. Lefebvre, organizzando la Fraternità San Pio X, abbia
dimostrato cos’era ancora possibile fare nel 1970. Ma io credo che Padre Calmel
avesse ragione nel lungo periodo. Guardando a cosa è accaduto nelle Fraternità
l’anno scorso, si potrebbe dire che essa era destinata a ad arenarsi sulla
sabbia. Come Papa San Pio X, Mons. Lefebvre condusse una meravigliosa azione di
retroguardia, ma si può vedere quanto poco egli potesse realizzare, partito 70
anni dopo il Papa, e noi oggi ci troviamo a 40 anni dopo Monsignore. In un
mondo in marcia verso la sua rovina, la realizzazione della profezia di Padre
Calmel non poteva essere ritardata indefinitamente.
circostanze del 1970, si potrebbe fare l’obiezione che egli guardasse troppo
avanti, o che Mons. Lefebvre, organizzando la Fraternità San Pio X, abbia
dimostrato cos’era ancora possibile fare nel 1970. Ma io credo che Padre Calmel
avesse ragione nel lungo periodo. Guardando a cosa è accaduto nelle Fraternità
l’anno scorso, si potrebbe dire che essa era destinata a ad arenarsi sulla
sabbia. Come Papa San Pio X, Mons. Lefebvre condusse una meravigliosa azione di
retroguardia, ma si può vedere quanto poco egli potesse realizzare, partito 70
anni dopo il Papa, e noi oggi ci troviamo a 40 anni dopo Monsignore. In un
mondo in marcia verso la sua rovina, la realizzazione della profezia di Padre
Calmel non poteva essere ritardata indefinitamente.
Cari lettori, se vogliamo non abbandonare Nostro Signore,
non abbiamo scelta, dobbiamo cingere i nostri lombi. A mio parere, Padre Calmel
e Don Rioult hanno ragione.
non abbiamo scelta, dobbiamo cingere i nostri lombi. A mio parere, Padre Calmel
e Don Rioult hanno ragione.
Madre di Dio, Ausilio dei Cristiani, aiutaci!
Kyrie eleison.
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