Il processo Kappler del 1948 |
IL CASO PRIEBKE E LA GIUSTIZIA DEL POPOLO
(La Stanza di Montanelli del 27 ottobre 1996):
(La Stanza di Montanelli del 27 ottobre 1996):
Caro
Montanelli, Poiche’ ritorna alla cronaca il caso Priebke, le voglio esprimere
alcune mie perplessita’ . E solo uno sfogo, senza alcuna pretesa di
pubblicazione, ma ho fiducia che mi vorra’ leggere. 1) Anzitutto perche’ il
caso Priebke e’ stato portato alla ribalta dopo 50 anni? A chi interessava
rievocare i ricordi di antichi orrori, suscitare risentimenti assopiti e
orchestrare manifestazioni popolari che preludevano al linciaggio? Perche’ gli
ebrei sono stati in prima fila se le vittime ebree delle Fosse Ardeatine furono
poco piu’ di 70 su 335? 2) Come i giudici avrebbero potuto comportarsi
imparzialmente di fronte a tante pressioni di una folla piena di odio? Se
avessero sentenziato secondo la legge, avrebbero dovuto rispolverare la
sentenza che assolse Kappler per la rappresaglia (consentita dalle leggi di
guerra) condannandolo solo per le 5 vittime in piu’ . 3) Il giudice, intuendo
di trovarsi di fronte alle esigenze di una giustizia piu’ giusta, emano’ una
sentenza che condannava Priebke, ma solo moralmente, rimandandolo poi impunito,
con ammennicoli legali. Padre Augusto Luca, Parma
Montanelli, Poiche’ ritorna alla cronaca il caso Priebke, le voglio esprimere
alcune mie perplessita’ . E solo uno sfogo, senza alcuna pretesa di
pubblicazione, ma ho fiducia che mi vorra’ leggere. 1) Anzitutto perche’ il
caso Priebke e’ stato portato alla ribalta dopo 50 anni? A chi interessava
rievocare i ricordi di antichi orrori, suscitare risentimenti assopiti e
orchestrare manifestazioni popolari che preludevano al linciaggio? Perche’ gli
ebrei sono stati in prima fila se le vittime ebree delle Fosse Ardeatine furono
poco piu’ di 70 su 335? 2) Come i giudici avrebbero potuto comportarsi
imparzialmente di fronte a tante pressioni di una folla piena di odio? Se
avessero sentenziato secondo la legge, avrebbero dovuto rispolverare la
sentenza che assolse Kappler per la rappresaglia (consentita dalle leggi di
guerra) condannandolo solo per le 5 vittime in piu’ . 3) Il giudice, intuendo
di trovarsi di fronte alle esigenze di una giustizia piu’ giusta, emano’ una
sentenza che condannava Priebke, ma solo moralmente, rimandandolo poi impunito,
con ammennicoli legali. Padre Augusto Luca, Parma
Caro Padre, Scusi se tronco qui la sua
lettera (per i soliti problemi di spazio) che mi trova del tutto consenziente.
Io non ho piu’ voluto interloquire sul caso Priebke perche’ , come cittadino
italiano, me ne vergogno profondamente. Fui gia’ accusato di “complicita’
morale con gli assassini delle Fosse Ardeatine” quando scrissi che questo
processo non aveva alcun senso. Mi pare che i fatti mi abbiano dato pienamente
ragione perche’ coloro che lo hanno voluto non sanno piu’ come uscirne, ed e’
per questo, solo per questo, che ora hanno deciso d’ istruirne un altro, forse
nella speranza che, data l’ eta’ , sia lo stesso Priebke a trarli d’ imbarazzo.
Io non conosco i magistrati della Procura militare di Roma, non so nemmeno
quali siano i loro rapporti con la magistratura ordinaria. Spero soltanto che,
se dico, come ho gia’ detto e ora ripeto, ch’ essi disonorano la Giustizia italiana,
mi trascinino a ripeterlo in tribunale. Sia chiaro che questo lo dico io, non
il Corriere che ha gia’ espresso in proposito un parere assai diverso. Agli
argomenti che adduce lei per dimostrare l’ insensatezza di questo processo, io
posso aggiungerne, in qualita’ di testimone, un altro. Come ricorda anche il
lettore Cervi, di cui riportiamo qui accanto la lettera, quando fu celebrato il
primo, quello di cinquant’ anni fa, che si concluse con la condanna all’
ergastolo di Kappler e l’ assoluzione di tutti i suoi collaboratori
(implicitamente compreso il contumace Priebke, di cui non venne mai fatto
nemmeno il nome), il pubblico, composto in stragrande maggioranza dai familiari
delle vittime, che portavano ancora il lutto di quel recentissimo massacro,
applaudi’ la sentenza. Come mai il dolore di quella strage e’ riesploso con
tanta violenza in familiari che probabilmente non lo vissero, lo hanno soltanto
ereditato dai loro genitori e nonni? Ma fosse anche, questa esplosione, genuina
(cosa di cui, a cinquant’ anni dai fatti, dubito assai), trovo vergognoso, e
segno di codardia, che un tribunale . civile o militare che sia . si lasci
dettare la condotta dalla cosiddetta “giustizia del popolo”, che e’
sempre la negazione della Giustizia vera, dalla condanna a morte di Socrate a
quelle delle streghe di Harlem e delle tricoteuses del Terrore francese. E, per
la stima che ho degli ebrei, mi stupisco di vedere all’ avanguardia di questa
aberrazione la Comunita’ israelitica di Roma che sembra vedere nella condanna
di Priebke la condanna del genocidio, cui la strage delle Ardeatine non
appartiene, anche se coinvolse molti ebrei. CONDANNA DI KAPPLER Allora
applausi, oggi sdegno Stimolato da una sua risposta in questa
“stanza”, ho voluto controllare come i giornali del tempo
commentarono la sentenza del tribunale militare che il 20 luglio 1948 giudico’
gl’ imputati della strage delle Ardeatine. Ecco cosa scrisse il Corriere:
“Herbert Kappler… e’ stato condannato all’ ergastolo, quale responsabile
di omicidio plurimo, e a quindici anni di reclusione, assorbiti dalla prima
pena, per il delitto di requisizione arbitraria di 50 chili d’ oro in danno
della Comunita’ israelitica di Roma… Gli altri imputati del processo .
iniziatosi il 3 maggio e durato complessivamente 34 udienze e 140 ore . sono
stati assolti dall’ imputazione perche’ il Tribunale ha riconosciuto che
agirono in obbedienza ad ordini superiori”. Ma il bello viene ora:
“La sentenza, pronunciata questa sera alle ore 23.15, e’ stata accolta con
grida di approvazione dei familiari dei caduti nella rappresaglia…”. Non
capisco. I familiari delle vittime che a quattro anni dalla strage, cioe’
quando questa doveva costituire una piaga tuttora sanguinante nel loro animo,
applaudono una sentenza che scagiona tutti i collaboratori subalterni di
Kappler, e quindi implicitamente anche Priebke (di cui non viene mai menzionato
nemmeno il nome); oggi che a cinquantadue anni di distanza quella piaga non
puo’ che essere almeno in parte rimarginata, avvampano d’ indignazione e di
furore contro un imputato di cui allora applaudirono l’ assoluzione… No,
proprio non li capisco. Ildefonso Cervi (Roma). E io nemmeno.
lettera (per i soliti problemi di spazio) che mi trova del tutto consenziente.
Io non ho piu’ voluto interloquire sul caso Priebke perche’ , come cittadino
italiano, me ne vergogno profondamente. Fui gia’ accusato di “complicita’
morale con gli assassini delle Fosse Ardeatine” quando scrissi che questo
processo non aveva alcun senso. Mi pare che i fatti mi abbiano dato pienamente
ragione perche’ coloro che lo hanno voluto non sanno piu’ come uscirne, ed e’
per questo, solo per questo, che ora hanno deciso d’ istruirne un altro, forse
nella speranza che, data l’ eta’ , sia lo stesso Priebke a trarli d’ imbarazzo.
Io non conosco i magistrati della Procura militare di Roma, non so nemmeno
quali siano i loro rapporti con la magistratura ordinaria. Spero soltanto che,
se dico, come ho gia’ detto e ora ripeto, ch’ essi disonorano la Giustizia italiana,
mi trascinino a ripeterlo in tribunale. Sia chiaro che questo lo dico io, non
il Corriere che ha gia’ espresso in proposito un parere assai diverso. Agli
argomenti che adduce lei per dimostrare l’ insensatezza di questo processo, io
posso aggiungerne, in qualita’ di testimone, un altro. Come ricorda anche il
lettore Cervi, di cui riportiamo qui accanto la lettera, quando fu celebrato il
primo, quello di cinquant’ anni fa, che si concluse con la condanna all’
ergastolo di Kappler e l’ assoluzione di tutti i suoi collaboratori
(implicitamente compreso il contumace Priebke, di cui non venne mai fatto
nemmeno il nome), il pubblico, composto in stragrande maggioranza dai familiari
delle vittime, che portavano ancora il lutto di quel recentissimo massacro,
applaudi’ la sentenza. Come mai il dolore di quella strage e’ riesploso con
tanta violenza in familiari che probabilmente non lo vissero, lo hanno soltanto
ereditato dai loro genitori e nonni? Ma fosse anche, questa esplosione, genuina
(cosa di cui, a cinquant’ anni dai fatti, dubito assai), trovo vergognoso, e
segno di codardia, che un tribunale . civile o militare che sia . si lasci
dettare la condotta dalla cosiddetta “giustizia del popolo”, che e’
sempre la negazione della Giustizia vera, dalla condanna a morte di Socrate a
quelle delle streghe di Harlem e delle tricoteuses del Terrore francese. E, per
la stima che ho degli ebrei, mi stupisco di vedere all’ avanguardia di questa
aberrazione la Comunita’ israelitica di Roma che sembra vedere nella condanna
di Priebke la condanna del genocidio, cui la strage delle Ardeatine non
appartiene, anche se coinvolse molti ebrei. CONDANNA DI KAPPLER Allora
applausi, oggi sdegno Stimolato da una sua risposta in questa
“stanza”, ho voluto controllare come i giornali del tempo
commentarono la sentenza del tribunale militare che il 20 luglio 1948 giudico’
gl’ imputati della strage delle Ardeatine. Ecco cosa scrisse il Corriere:
“Herbert Kappler… e’ stato condannato all’ ergastolo, quale responsabile
di omicidio plurimo, e a quindici anni di reclusione, assorbiti dalla prima
pena, per il delitto di requisizione arbitraria di 50 chili d’ oro in danno
della Comunita’ israelitica di Roma… Gli altri imputati del processo .
iniziatosi il 3 maggio e durato complessivamente 34 udienze e 140 ore . sono
stati assolti dall’ imputazione perche’ il Tribunale ha riconosciuto che
agirono in obbedienza ad ordini superiori”. Ma il bello viene ora:
“La sentenza, pronunciata questa sera alle ore 23.15, e’ stata accolta con
grida di approvazione dei familiari dei caduti nella rappresaglia…”. Non
capisco. I familiari delle vittime che a quattro anni dalla strage, cioe’
quando questa doveva costituire una piaga tuttora sanguinante nel loro animo,
applaudono una sentenza che scagiona tutti i collaboratori subalterni di
Kappler, e quindi implicitamente anche Priebke (di cui non viene mai menzionato
nemmeno il nome); oggi che a cinquantadue anni di distanza quella piaga non
puo’ che essere almeno in parte rimarginata, avvampano d’ indignazione e di
furore contro un imputato di cui allora applaudirono l’ assoluzione… No,
proprio non li capisco. Ildefonso Cervi (Roma). E io nemmeno.
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(27 ottobre 1996) – Corriere della Sera
Devono nascondere le malefatte proprie gridando piu' degli altri per coprire la voce della verita'.
Gius&pp&