IERI COME OGGI DALLA PARTE DELLE STREGHE
(La Stanza di Montanelli del 24 novembre 1996):
(La Stanza di Montanelli del 24 novembre 1996):
Ieri
come oggi, dalla parte delle streghe Caro Montanelli, Sua vecchia lettrice e
ammiratrice, non entro nella polemica del caso Priebke, ma vorrei che mi
spiegasse che cosa intende con quel minaccioso “conviene agli ebrei
capeggiare la piazza?”. Vuol dire “attenti”, quello che e’
lecito a tutti non e’ lecito alla vostra spregiata e perseguitata genia? Quod
licet gentibus non licet Judaeis? (Cio’ che e’ lecito a tutte le genti non e’
lecito ai giudei?) Eleonora Vita, Milano
come oggi, dalla parte delle streghe Caro Montanelli, Sua vecchia lettrice e
ammiratrice, non entro nella polemica del caso Priebke, ma vorrei che mi
spiegasse che cosa intende con quel minaccioso “conviene agli ebrei
capeggiare la piazza?”. Vuol dire “attenti”, quello che e’
lecito a tutti non e’ lecito alla vostra spregiata e perseguitata genia? Quod
licet gentibus non licet Judaeis? (Cio’ che e’ lecito a tutte le genti non e’
lecito ai giudei?) Eleonora Vita, Milano
Cara signora, La ringrazio di essere mia
lettrice, ma mi chiedo come faccia ad essere ammiratrice, se da’ alle mie
parole delle interpretazioni cosi’ maliziose. Perche’ di malizia ce ne vuol
proprio tanta per attribuire al mio discorso il senso che lei gli da’ . Questo
discorso e’ molto semplice e – mi pare – trasparente. Conviene – voleva dire –
agli ebrei fomentare una giustizia di piazza, fra i cui prodotti ci sono i
pogrom e le “notti dei cristalli”? Io, la notte dei cristalli non la
vidi: ne lessi soltanto la descrizione sulla stampa francese e inglese. Ma di
un pogrom mi trovai testimone nel ‘ 37 a Cracovia, dov’ ero di passaggio per l’
Estonia. E lo spettacolo di quella folla imbestialita che devastava il
negozietto di un povero ebreo e infieriva coi bastoni su di lui e sui suoi figli,
mi basto’ a dare il fondamento di un’ esperienza personalmente vissuta al mio
istintivo odio per la piazza e per la Giustizia che viene esercitata in suo
nome. E’ dalla piazza e dai cosiddetti “bagni di folla” che nascono i
dittatori e vengono consacrati i fanatismi piu’ orrendi, fra cui il piu’
orrendo di tutti: il razzismo. Ed e’ dal ricordo di Cracovia e dalla vergogna
che provai per il fatto di non aver avuto il coraggio (ma ce ne voleva proprio
molto) di accorrere in difesa di quei disgraziati che maturo’ in me una morale
cui non sono mai venuto ne’ mai verro’ meno: stare, quando si accendono i
roghi, dalla parte della strega. E c’ e’ proprio bisogno di ricordare a voi
ebrei, che pure avete la memoria tanto lunga, quante volte la parte delle
streghe e’ toccato di farla proprio a voi ebrei? E non e’ curioso che questa
mia allergia alla bestialita’ della piazza venga contestata da degli ebrei
(perche’ lei non e’ la sola, e’ soltanto la piu’ urbana e civile dei miei
contraddittori) che le bestialita’ della piazza, da cui nascono i roghi, le
subiscono (anche se in Italia, grazie a Dio, meno che altrove), da duemila anni
ed hanno potuto constatare a quali regimi danno alimento? Beh, cara signora,
facciamo pace: s’ immagini se voglio litigare con una persona che oltre tutto
si dichiara mia ammiratrice. Pero’ voi ebrei siete gente ben strana. Quando nel
‘ 57 tornai in Polonia, che aveva corso il rischio di una seconda Ungheria,
feci il viaggio di ritorno con un ingegnere ebreo, uno dei pochi scampati
(circa 50 mila su 2 milioni e piu’ ) alla doppia persecuzione, quella dei
nazisti e quella dei sovietici, che tuttavia – mi disse – non avrebbero potuto
avere gli effetti di un vero e proprio genocidio senza la collaborazione e le
denunzie del popolo polacco. Il treno entrava in quel momento in territorio
austriaco. Guardando indietro dal finestrino, il mio compagno di viaggio
scoppio’ a piangere. “Lasciare questo Paese – mi disse tra le lacrime – mi
spezza il cuore”. Ha capito, cara signora? Io no.
lettrice, ma mi chiedo come faccia ad essere ammiratrice, se da’ alle mie
parole delle interpretazioni cosi’ maliziose. Perche’ di malizia ce ne vuol
proprio tanta per attribuire al mio discorso il senso che lei gli da’ . Questo
discorso e’ molto semplice e – mi pare – trasparente. Conviene – voleva dire –
agli ebrei fomentare una giustizia di piazza, fra i cui prodotti ci sono i
pogrom e le “notti dei cristalli”? Io, la notte dei cristalli non la
vidi: ne lessi soltanto la descrizione sulla stampa francese e inglese. Ma di
un pogrom mi trovai testimone nel ‘ 37 a Cracovia, dov’ ero di passaggio per l’
Estonia. E lo spettacolo di quella folla imbestialita che devastava il
negozietto di un povero ebreo e infieriva coi bastoni su di lui e sui suoi figli,
mi basto’ a dare il fondamento di un’ esperienza personalmente vissuta al mio
istintivo odio per la piazza e per la Giustizia che viene esercitata in suo
nome. E’ dalla piazza e dai cosiddetti “bagni di folla” che nascono i
dittatori e vengono consacrati i fanatismi piu’ orrendi, fra cui il piu’
orrendo di tutti: il razzismo. Ed e’ dal ricordo di Cracovia e dalla vergogna
che provai per il fatto di non aver avuto il coraggio (ma ce ne voleva proprio
molto) di accorrere in difesa di quei disgraziati che maturo’ in me una morale
cui non sono mai venuto ne’ mai verro’ meno: stare, quando si accendono i
roghi, dalla parte della strega. E c’ e’ proprio bisogno di ricordare a voi
ebrei, che pure avete la memoria tanto lunga, quante volte la parte delle
streghe e’ toccato di farla proprio a voi ebrei? E non e’ curioso che questa
mia allergia alla bestialita’ della piazza venga contestata da degli ebrei
(perche’ lei non e’ la sola, e’ soltanto la piu’ urbana e civile dei miei
contraddittori) che le bestialita’ della piazza, da cui nascono i roghi, le
subiscono (anche se in Italia, grazie a Dio, meno che altrove), da duemila anni
ed hanno potuto constatare a quali regimi danno alimento? Beh, cara signora,
facciamo pace: s’ immagini se voglio litigare con una persona che oltre tutto
si dichiara mia ammiratrice. Pero’ voi ebrei siete gente ben strana. Quando nel
‘ 57 tornai in Polonia, che aveva corso il rischio di una seconda Ungheria,
feci il viaggio di ritorno con un ingegnere ebreo, uno dei pochi scampati
(circa 50 mila su 2 milioni e piu’ ) alla doppia persecuzione, quella dei
nazisti e quella dei sovietici, che tuttavia – mi disse – non avrebbero potuto
avere gli effetti di un vero e proprio genocidio senza la collaborazione e le
denunzie del popolo polacco. Il treno entrava in quel momento in territorio
austriaco. Guardando indietro dal finestrino, il mio compagno di viaggio
scoppio’ a piangere. “Lasciare questo Paese – mi disse tra le lacrime – mi
spezza il cuore”. Ha capito, cara signora? Io no.
Pagina 33
(24 novembre 1996) – Corriere della Sera
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