Stavolta, sembra proprio che stiano in dirittura d’arrivo. In tutta fretta – e alla chetichella – i nostri “amati” parlamentari (è proprio il caso di dirlo, visto che la prima firmataria del ddl è una senatrice che si chiama Amati: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede_v3/Ddliter/38913.htm) stanno per partorire il reato d’opinione più aberrante del dopoguerra. Intendo riferirmi esattamente alla famigerata legge–bavaglio contro i revisionisti. In tutta fretta e alla chetichella, in quanto il modus operandi scelto, come mi ha segnalato il mio amico Facebook Giuseppe Poggi, è quello della sede deliberante (cui il provvedimento è stato assegnato lo scorso 8 novembre): http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede_v3/Ddliter/38913.htm ).
Apprendiamo da Wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_parlamentare#Commissione_in_sede_legislativa_.28o_deliberante.29) che la Commissione deliberante “è una particolarità del fascismo ereditata da Mussolini”, e che il procedimento “si svolge all’interno della commissione competente, escludendo del tutto l’intervento dell’Assemblea, e svolgendo una vera e propria deliberazione”.
Inoltre, è sempre Wikipedia che parla, “per le sue caratteristiche, la sede legislativa rappresenta una via molto discutibile, e sarebbe da evitare, per una questione di democraticità”.
Insomma, per combattere dei presunti neonazisti (a cui vengono proditoriamente assimilati i revisionisti) si ricorre ad un obsoleto strumento fascista: ecco il paradosso della nostra (ormai presunta) democrazia. Capisco quindi il disagio di alcuni tra i membri della Commissione Giustizia che devono approvare questo obbrobrio, a cominciare dal senatore Perduca: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=685070 . Come capisco la fretta che ha il relatore del provvedimento (l’ex questore Achille Serra) di approvarlo il prima possibile e senza colpo ferire: “esprime preliminarmente apprezzamento per l’assegnazione dello stesso in sede deliberante in quanto il frangente storico-politico attuale rende la tempestiva approvazione del testo in esame quanto mai necessaria” (ibidem).
In questo momento non posso scrivere con la dovuta calma: queste sono solo notazioni volanti. Per rendere edotti i lettori di quanto sta avvenendo nel modo più esaustivo, fornisco il link delle sedute fin qui svolte dove potranno accedere ai relativi verbali (quando appare la schermata della seduta richiesta, cliccare in alto a sinistra su “IN SEDE DELIBERANTE”):
A parte ogni altra considerazione, lo sanno questi signori che, ad esempio, quelle Nazioni Unite cui ci si richiama nel procedimento in questione, l’anno scorso hanno sconfessato, tramite la loro Human Rights Committee (Commissione per i diritti umani) le leggi antirevisioniste?
La Human Rights Committee sconfessa le leggi antirevisioniste!
Riccardo Pacifici (a sinistra) e Giancarlo Elia Valori (al centro), due dei più noti sponsor della legge-bavaglio |
C'è poco da commentare. Il miglior commento e chiarimento lo dovrebbero dare i carbonari della democrazia che giorno per giorno stanno smontando quel male e poco fin quì fatto per cercare di rendere civile un paese che sta diventando sempre più di merda.
Piero Deola
A Piero Deola un grazie per l'abituale franchezza e sincerità 🙂
Se lei, ma l'invito è rivolto a tutti, avrà la pazienza di leggere i verbali delle sedute si renderà conto del livello miserrimo dei propugnatori di tale legge (anche se, dai medesimi verbali risulta che non tutti i componenti della commissione ne sono così convinti). In particolare, a parte gli interventi, di trita ignoranza, di Silvana Amati e di Carlo Giovanardi, particolarmente aberrante è l'intervento di Gerardo D'Ambrosio, che equipara — addirittura – il revisionismo al terrorismo (in ciò epigono della "dottrina Valori") ricorrendo ad una lettura particolarmente tendenziosa delle vicende di Freda e Ventura (i cui sodali di Ordine Nuovo lui, D'AMBROSIO, ha contribuito in realtà a far assolvere, ostacolando e denigrando l'inchiesta di Guido Salvini:http://andreacarancini.blogspot.it/2012/04/scusi-rita-di-giovacchino-dambrosio-chi.html ).
Chi legge questo blog sa bene che i neofascisti di Ordine Nuovo (e quindi, all'epoca, anche Freda e Ventura) hanno lavorato per gli Stati Uniti e PER (non contro) Israele. Con il nick "Capitano Hamid" Freda intendeva non un fantomatico ufficiale degli insorgenti algerini (come dà ad intendere D'Ambrosio, che queste cose le sa benissimo), ma proprio il loro nemico giurato: Yves Guerin Serac, il capo dell'OAS che lavorò assieme ai capi della NATO negli anni'60.
Che Freda poi abbia pubblicato importanti testi revisionisti, al di là delle sue intime convinzioni (che conosce solo lui), rientra nella copertura di finti "antisistema" (e di veri atlantisti) degli operativi dell'eversione di cui ha scritto tante volte Vinciguerra.
http://avanguardia.altervista.org/ombra_di_giuda.htm