Il
rapimento e la morte di Mauro De Mauro, uno degli eterni “misteri” d’Italia.
rapimento e la morte di Mauro De Mauro, uno degli eterni “misteri” d’Italia.
Ne avevo
scritto a suo tempo nel post Mattei, De
Mauro, Pasolini: il delitto è sempre al potere:
scritto a suo tempo nel post Mattei, De
Mauro, Pasolini: il delitto è sempre al potere:
in cui
parlavo di un dimenticato quanto interessante libro di Riccardo De Sanctis,
intitolato appunto DELITTO AL POTERE.
parlavo di un dimenticato quanto interessante libro di Riccardo De Sanctis,
intitolato appunto DELITTO AL POTERE.
Sulle
tracce investigative proposte da quel libro avevo scritto:
tracce investigative proposte da quel libro avevo scritto:
Pagine dimenticate, sepolte sotto il
peso dell’ultima narrativa che fa testo sulla controversa vicenda: quella del
delitto voluto perché De Mauro sarebbe stato al corrente del progettato Golpe
Borghese. Sarà vero? Mah … non ho certezze precostituite; osservo però che la
narrativa in questione è sicuramente più accettabile per il Palazzo (termine
caro a Pasolini) perché scarica sui soliti livelli minori (mafia-neofascisti)
responsabilità ben altrimenti condivise, consentendo di relegare nel dimenticatoio il vero nervo scoperto del potere:
il petrolio, l’ENI, la sovranità limitata dell’Italia.
peso dell’ultima narrativa che fa testo sulla controversa vicenda: quella del
delitto voluto perché De Mauro sarebbe stato al corrente del progettato Golpe
Borghese. Sarà vero? Mah … non ho certezze precostituite; osservo però che la
narrativa in questione è sicuramente più accettabile per il Palazzo (termine
caro a Pasolini) perché scarica sui soliti livelli minori (mafia-neofascisti)
responsabilità ben altrimenti condivise, consentendo di relegare nel dimenticatoio il vero nervo scoperto del potere:
il petrolio, l’ENI, la sovranità limitata dell’Italia.
Quel
post era del dicembre 2010. L’ennesimo processo su quel delitto si
concluse sei mesi dopo, nel giugno 2011, con l’assoluzione dell’unico imputato,
Salvatore Riina:
post era del dicembre 2010. L’ennesimo processo su quel delitto si
concluse sei mesi dopo, nel giugno 2011, con l’assoluzione dell’unico imputato,
Salvatore Riina:
Riina assolto al processo De
Mauro
Mauro
A quanto
pare, l’oblio del libro di De Sanctis non è stato giovevole alla riapertura
della indagini: può darsi che l’imputato sarebbe stato assolto comunque, ma almeno
qualche novità, forse, sarebbe emersa.
pare, l’oblio del libro di De Sanctis non è stato giovevole alla riapertura
della indagini: può darsi che l’imputato sarebbe stato assolto comunque, ma almeno
qualche novità, forse, sarebbe emersa.
E
quindi, visto che su De Mauro sembra nuovamente calato il silenzio, un
contributo in tal senso, nel mio piccolo, provo a portarlo io.
quindi, visto che su De Mauro sembra nuovamente calato il silenzio, un
contributo in tal senso, nel mio piccolo, provo a portarlo io.
Iera, ho
pubblicato sul sito Scribd.com un
articolo apparso sul settimanale “l’Espresso” pochi giorni dopo il rapimento
del giornalista siciliano: si tratta di STORIA
DI UN CRONISTA, di Cristina Mariotti, pubblicato il 21 settembre 1970 (De Mauro era stato rapito il 16 settembre).
pubblicato sul sito Scribd.com un
articolo apparso sul settimanale “l’Espresso” pochi giorni dopo il rapimento
del giornalista siciliano: si tratta di STORIA
DI UN CRONISTA, di Cristina Mariotti, pubblicato il 21 settembre 1970 (De Mauro era stato rapito il 16 settembre).
L’ho
pubblicato con questo titolo:
pubblicato con questo titolo:
Il primo depistaggio
giornalistico su Mauro De Mauro:
giornalistico su Mauro De Mauro:
e l’ho
introdotto con il seguente commento:
introdotto con il seguente commento:
“Cristina
Mariotti, storica firma de “l’Espresso”, a pochi giorni dal rapimento
di De Mauro, giudica già “svanita l’ipotesi legata al lavoro che il De
Mauro stava conducendo sulla scomparsa dell’ex Presidente dell’Eni, Enrico Mattei”.
Quello che Mariotti all’epoca non disse è che “il marito della Mariotti,
Beppe Di Dio, lavora all’ufficio stampa dell’ENI”… (Riccardo De Sanctis,
“DELITTO AL POTERE”, Roma, 1972, p. 86).
Mariotti, storica firma de “l’Espresso”, a pochi giorni dal rapimento
di De Mauro, giudica già “svanita l’ipotesi legata al lavoro che il De
Mauro stava conducendo sulla scomparsa dell’ex Presidente dell’Eni, Enrico Mattei”.
Quello che Mariotti all’epoca non disse è che “il marito della Mariotti,
Beppe Di Dio, lavora all’ufficio stampa dell’ENI”… (Riccardo De Sanctis,
“DELITTO AL POTERE”, Roma, 1972, p. 86).
Mi
sembra quindi utile, per provare a capire davvero il contesto della vicenda,
riprodurre per intero il brano in cui De Sanctis parla della Mariotti (pp. 85-86):
sembra quindi utile, per provare a capire davvero il contesto della vicenda,
riprodurre per intero il brano in cui De Sanctis parla della Mariotti (pp. 85-86):
Junia De Mauro nei suoi pezzi per «Il Mondo» scrive: «Sabato 19:
la mattina
presto Cristina Mariotti (dell’
“Espresso” n.d.r.) va a «L’ora», ha un colloquio col
direttore e dice che lei “si rifiuta di credere Mauro un eroe della
lotta contro la mafia, ma è un amico e non può
dire quello che pensa”. Il direttore dice di aver cercato di controbbattere. Intanto
arriva zio Tullio a Palermo, e dopo un salto a casa va subito al giornale,
incontrandosi col direttore, Leonardo Sciascia, il capitano Russo dei
carabinieri (in assiduo contatto con il giornale) e Guido Nozzoli inviato del
“Giorno”, cui erano giunte le prime mezze voci secondo cui
“Mauro era un ricattatore”… La notte Cristina Mariotti si reca al
“Giornale di Sicilia” e qui ha una violenta litigata con Roberto
Ciuni; anche a lui ripete le stesse cose dette a Nisticò la mattina, parla di
mio padre negli stessi identici termini, e tra l’altro usa le stesse argomentazioni
che una settimana più tardi sarebbero apparse sul “Borghese” in Storia di due ex».
la mattina
presto Cristina Mariotti (dell’
“Espresso” n.d.r.) va a «L’ora», ha un colloquio col
direttore e dice che lei “si rifiuta di credere Mauro un eroe della
lotta contro la mafia, ma è un amico e non può
dire quello che pensa”. Il direttore dice di aver cercato di controbbattere. Intanto
arriva zio Tullio a Palermo, e dopo un salto a casa va subito al giornale,
incontrandosi col direttore, Leonardo Sciascia, il capitano Russo dei
carabinieri (in assiduo contatto con il giornale) e Guido Nozzoli inviato del
“Giorno”, cui erano giunte le prime mezze voci secondo cui
“Mauro era un ricattatore”… La notte Cristina Mariotti si reca al
“Giornale di Sicilia” e qui ha una violenta litigata con Roberto
Ciuni; anche a lui ripete le stesse cose dette a Nisticò la mattina, parla di
mio padre negli stessi identici termini, e tra l’altro usa le stesse argomentazioni
che una settimana più tardi sarebbero apparse sul “Borghese” in Storia di due ex».
L’episodio mi è stato confermato da Roberto Ciuni direttore del
«Giornale di Sicilia».
«Giornale di Sicilia».
Ancora Junia: «Lunedì 21. Ripartono per Roma Vito Laterza e Anna
Maria. La mattina stessa
dall’”Espresso”, il direttore Livio Zanetti telefona
a Tullio che il pezzo della Mariotti è pronto e lui ce lo mette a disposizione
per una lettura preliminare. Nel pomeriggio vanno a leggerlo Vito e Anna Maria,
e litigano violentemente con la Mariotti; comunque si resta d’accordo che il
pezzo sarebbe stato modificato. L’articolo invece rimarrà immutato».
Maria. La mattina stessa
dall’”Espresso”, il direttore Livio Zanetti telefona
a Tullio che il pezzo della Mariotti è pronto e lui ce lo mette a disposizione
per una lettura preliminare. Nel pomeriggio vanno a leggerlo Vito e Anna Maria,
e litigano violentemente con la Mariotti; comunque si resta d’accordo che il
pezzo sarebbe stato modificato. L’articolo invece rimarrà immutato».
«… Martedì 22… Da casa Tullio ha un’altra conversazione
con 1’ “Espresso” parla con il redattore capo Nello
Ajello che annuncia l’arrivo dell’inviato Giorgio Pecorini, e tra l’altro
veniamo a sapere che il marito della Mariotti, Beppe Di Dio, lavora all’ufficio
stampa dell’ENI».
con 1’ “Espresso” parla con il redattore capo Nello
Ajello che annuncia l’arrivo dell’inviato Giorgio Pecorini, e tra l’altro
veniamo a sapere che il marito della Mariotti, Beppe Di Dio, lavora all’ufficio
stampa dell’ENI».
Un’altro episodio riguardante indirettamente la Mariotti me lo ha
raccontato a Palermo Lucio Galluzzo, redattore dell’«Ansa» e corrispondente del
«Messaggero» di Roma.
raccontato a Palermo Lucio Galluzzo, redattore dell’«Ansa» e corrispondente del
«Messaggero» di Roma.
«Mi dispiace di dover dire certe cose di Cristina Mariotti —
incomincia — perché Mauro la considerava una vera amica, le voleva bene come ad
una figlia. Martedì 20 — continua Galluzzo — mi arriva una telefonata di Tullio
De Mauro fuori di sé, mi insulta e non riesco a capire il perché. Finalmente mi
spiega di aver letto i due pezzi differenti che ho scritto
nell’edizione nazionale e romana del “Messaggero”.
Nella seconda si dice che Tullio De Mauro — e viene definito autore di trattati
polemici — il giorno prima dell’arresto di Nino Buttafuoco, era andato
dal commercialista e lo aveva quasi aggredito
dicendogli che doveva fare qualcosa per ritrovare il fratello. Poi varie altre
frasi cambiate che a Tullio non piacciono. Ma io cadevo dalle nuvole. Il pezzo
che avevo scritto e mandato a Roma era quello che era comparso sulla edizione
nazionale. Gli dico e ripeto che sono in buona fede, anche se ho ragione di
ritenere che sul momento Tullio non mi credette. Poi subito chiamo Roma e parlo
con il capo redattore del “Messaggero”. Questo
mi dice che sì, è vero, il pezzo è stato modificato da un “certo Di Dio” un volontario che era venuto dicendo di essere tuo amico e
che lo avevi incaricato di fare alcune correzioni. Io, naturalmente, vado in
escandescenze. Tutta questa telefonata l’ho registrata, e la conservo ancora.
La mattina dopo andai a casa De Mauro a farla ascoltare e a spiegare
l’equivoco. Beppe Di Dio lo conoscevo, ma soltanto superficialmente e per
motivi di lavoro, perché una volta mi avevano telefonato dall’ufficio stampa
dell’ENI di Roma pregandomi di fissare per Di Dio un certo appuntamento».
incomincia — perché Mauro la considerava una vera amica, le voleva bene come ad
una figlia. Martedì 20 — continua Galluzzo — mi arriva una telefonata di Tullio
De Mauro fuori di sé, mi insulta e non riesco a capire il perché. Finalmente mi
spiega di aver letto i due pezzi differenti che ho scritto
nell’edizione nazionale e romana del “Messaggero”.
Nella seconda si dice che Tullio De Mauro — e viene definito autore di trattati
polemici — il giorno prima dell’arresto di Nino Buttafuoco, era andato
dal commercialista e lo aveva quasi aggredito
dicendogli che doveva fare qualcosa per ritrovare il fratello. Poi varie altre
frasi cambiate che a Tullio non piacciono. Ma io cadevo dalle nuvole. Il pezzo
che avevo scritto e mandato a Roma era quello che era comparso sulla edizione
nazionale. Gli dico e ripeto che sono in buona fede, anche se ho ragione di
ritenere che sul momento Tullio non mi credette. Poi subito chiamo Roma e parlo
con il capo redattore del “Messaggero”. Questo
mi dice che sì, è vero, il pezzo è stato modificato da un “certo Di Dio” un volontario che era venuto dicendo di essere tuo amico e
che lo avevi incaricato di fare alcune correzioni. Io, naturalmente, vado in
escandescenze. Tutta questa telefonata l’ho registrata, e la conservo ancora.
La mattina dopo andai a casa De Mauro a farla ascoltare e a spiegare
l’equivoco. Beppe Di Dio lo conoscevo, ma soltanto superficialmente e per
motivi di lavoro, perché una volta mi avevano telefonato dall’ufficio stampa
dell’ENI di Roma pregandomi di fissare per Di Dio un certo appuntamento».
A parte questo episodio, tutta la stampa di destra soffia sul
fuoco cercando di mettere in cattiva luce Mauro De Mauro. La manovra non poteva
essere casuale. Comprenderne il perché, significa individuare per quali
ambienti De Mauro era divenuto scomodo.
fuoco cercando di mettere in cattiva luce Mauro De Mauro. La manovra non poteva
essere casuale. Comprenderne il perché, significa individuare per quali
ambienti De Mauro era divenuto scomodo.
Roberto Ciuni in una foto degli anni ’70 |
Dunque,
secondo Junia De Mauro (e secondo De Sanctis), Cristina Mariotti viene a
Palermo per fare terra bruciata attorno ad un collega impegnato in inchieste
delicate, e il suo pezzo dà il via ad una campagna di stampa contro De Mauro.
secondo Junia De Mauro (e secondo De Sanctis), Cristina Mariotti viene a
Palermo per fare terra bruciata attorno ad un collega impegnato in inchieste
delicate, e il suo pezzo dà il via ad una campagna di stampa contro De Mauro.
E
tutto ciò, non in un momento qualsiasi ma addirittura a pochi giorni (poche
ore) di distanza dal suo rapimento!
tutto ciò, non in un momento qualsiasi ma addirittura a pochi giorni (poche
ore) di distanza dal suo rapimento!
Certo,
fa un certo effetto vedere una nota giornalista progressista dell’epoca
coinvolta in tal senso insieme alla stampa
neofascista.
fa un certo effetto vedere una nota giornalista progressista dell’epoca
coinvolta in tal senso insieme alla stampa
neofascista.
Come
fa ancora un certo effetto vedere, ad esempio, il nome di Renato Mieli –
storico fondatore dell’ANSA e per dieci
anni all’Unità – insieme a personaggi
come Guido Giannettini, Pio Filippani Ronconi e Pino Rauti al Convegno del
Parco dei Principi del 1965, quello in cui si teorizzò la guerra non ortodossa
come risposta
all’avanzata del Pci[1].
fa ancora un certo effetto vedere, ad esempio, il nome di Renato Mieli –
storico fondatore dell’ANSA e per dieci
anni all’Unità – insieme a personaggi
come Guido Giannettini, Pio Filippani Ronconi e Pino Rauti al Convegno del
Parco dei Principi del 1965, quello in cui si teorizzò la guerra non ortodossa
come risposta
all’avanzata del Pci[1].
Sono
i “misteri” del partito americano (o “usraeliano”) italiano.
i “misteri” del partito americano (o “usraeliano”) italiano.
Misteri
a quanto pare più saldi che mai quando vediamo che, ormai, a sostegno delle odierne “guerre di
esportazione della democrazia” si trovano schierati non solo i sempiterni atlantisti
di servizio ma anche, di fatto, gran parte della cosiddetta “sinistra
antagonista”[2].
a quanto pare più saldi che mai quando vediamo che, ormai, a sostegno delle odierne “guerre di
esportazione della democrazia” si trovano schierati non solo i sempiterni atlantisti
di servizio ma anche, di fatto, gran parte della cosiddetta “sinistra
antagonista”[2].
Informativa d’epoca dei servizi americani su Mauro De Mauro |
[1] Atti
del primo convegno di studio promosso ed organizzato dall’ istituto Alberto
Pollio di studi storici e militari svoltosi a Roma nei giorni 3, 4 e 5 maggio
I965 presso l’ hotel Parco dei Principi: http://www.stragi.it/la_guerra_rivoluzionaria/index.htm
del primo convegno di studio promosso ed organizzato dall’ istituto Alberto
Pollio di studi storici e militari svoltosi a Roma nei giorni 3, 4 e 5 maggio
I965 presso l’ hotel Parco dei Principi: http://www.stragi.it/la_guerra_rivoluzionaria/index.htm
[2] Vedi l’articolo
Della manifestazione del 16 giugno, del
caso dell’Associazione Italia-Cuba e di altre questioni spinose: http://www.informarexresistere.fr/2012/06/06/della-manifestazione-del-16-giugno-del-caso-dellassociazione-italia-cuba-e-di-altre-questioni-spinose/#axzz1x57uO2jZ
Della manifestazione del 16 giugno, del
caso dell’Associazione Italia-Cuba e di altre questioni spinose: http://www.informarexresistere.fr/2012/06/06/della-manifestazione-del-16-giugno-del-caso-dellassociazione-italia-cuba-e-di-altre-questioni-spinose/#axzz1x57uO2jZ
Leave a comment