Enzo Decaro |
Enzo Decaro intervistato a Fiction Magazine.
Arianna Ciampoli gli chiede un’opinione sul “Giornalino di Gian Burrasca”[1], lo
storico sceneggiato RAI del 1964.
storico sceneggiato RAI del 1964.
La risposta di Decaro: «Quella era la bella
televisione»[2].
televisione»[2].
Rita Pavone ne “Il giornalino di Gian Burrasca” |
E l’intervistatrice: «“Quella era la bella televisione”.
Vuol dire che quella di oggi non ti piace?».
Vuol dire che quella di oggi non ti piace?».
Al che, il noto attore risponde con una critica garbata ma
seria alla tv attuale: «In quel tempo era la televisione che trainava certi valori
della società. Oggi … sono alcuni valori della società che trainano la televisione».
seria alla tv attuale: «In quel tempo era la televisione che trainava certi valori
della società. Oggi … sono alcuni valori della società che trainano la televisione».
Il giudizio di Decaro, però, da noi che non abbiamo i vincoli di diplomazia imposti ad un attore
che con la tv ci lavora, può essere espresso da una parola sola: brutta.
che con la tv ci lavora, può essere espresso da una parola sola: brutta.
La tv di oggi, a cominciare proprio dalla RAI (pur con
qualche eccezione), è brutta.
qualche eccezione), è brutta.
Brutta, soprattutto in quelli che all’epoca erano i punti di
forza della RAI, gli sceneggiati, che oggi si chiamano fiction e che vengono realizzati da quella sinistra struttura che
si chiama Rai Fiction[3].
forza della RAI, gli sceneggiati, che oggi si chiamano fiction e che vengono realizzati da quella sinistra struttura che
si chiama Rai Fiction[3].
Prendiamo ad esempio la fiction di qualche anno fa su Rino
Gaetano.
Gaetano.
La “character assassination” RAI di Rino Gaetano |
Tremenda nelle sue inesattezze sul personaggio che avrebbe
dovuto descrivere.
dovuto descrivere.
Tralasciando le implicazioni politico-esoteriche della
questione (su cui a suo tempo Paolo Franceschetti e Stefania Nicoletti espressero
considerazioni interessanti[4]) ho
letto giorni fa su un blog, in cui si parlava proprio del trattamento riservato
a Gaetano, alcuni giudizi di carattere
generale sulle fiction RAI che condivido in toto:
questione (su cui a suo tempo Paolo Franceschetti e Stefania Nicoletti espressero
considerazioni interessanti[4]) ho
letto giorni fa su un blog, in cui si parlava proprio del trattamento riservato
a Gaetano, alcuni giudizi di carattere
generale sulle fiction RAI che condivido in toto:
“Io trovo queste
biography-fiction totalmente inutili,così come quella di
tenco,dalida,callas,ecc.ecc.
Non aggiungono nulla a questi personaggi,anzi tralasciando molti episodi
salienti della loro vita ,li banalizzano.
ciao”.
biography-fiction totalmente inutili,così come quella di
tenco,dalida,callas,ecc.ecc.
Non aggiungono nulla a questi personaggi,anzi tralasciando molti episodi
salienti della loro vita ,li banalizzano.
ciao”.
“Perfettamente
d’accordo. Aridatece “Il Commissario Montalbano”, secondo me l’ultimo
esempio di prodotto davvero ben fatto (quasi “unico”, direi) in casa
RAI. ;)”[5]
d’accordo. Aridatece “Il Commissario Montalbano”, secondo me l’ultimo
esempio di prodotto davvero ben fatto (quasi “unico”, direi) in casa
RAI. ;)”[5]
Il Commissario
Montalbano: l’ultimo esempio di prodotto davvero ben fatto …
Montalbano: l’ultimo esempio di prodotto davvero ben fatto …
Esatto. Ma,
domanda, come mai oggi la televisione è così brutta?
domanda, come mai oggi la televisione è così brutta?
Prima di esprimere
un giudizio sulla causa politica di
tale degrado vorrei puntualizzare due aspetti sul come ci si è arrivati.
un giudizio sulla causa politica di
tale degrado vorrei puntualizzare due aspetti sul come ci si è arrivati.
Innanzitutto, nell’epoca
d’oro della RAI (gli anni ’60 e ’70), i registi degli sceneggiati si misuravano
con i grandi maestri della storia del cinema (dai grandi russi degli anni ’20 a
Antonioni), mentre oggi il modello espressivo delle fiction sono gli spot
pubblicitari.
d’oro della RAI (gli anni ’60 e ’70), i registi degli sceneggiati si misuravano
con i grandi maestri della storia del cinema (dai grandi russi degli anni ’20 a
Antonioni), mentre oggi il modello espressivo delle fiction sono gli spot
pubblicitari.
In secondo luogo, è
il concetto stesso di fiction ad
essere fuorviante e degradante. Mentre infatti nella RAI che fu i registi
avevano ancora il gusto di esplorare la realtà e di raccontarla, i canoni della
fiction impongono di nascondere la realtà e di sostituirla con storielle di
tipo propagandistico: l’epoca che stiamo vivendo sembra davvero,
televisivamente, una riedizione dei “telefoni bianchi”[6].
il concetto stesso di fiction ad
essere fuorviante e degradante. Mentre infatti nella RAI che fu i registi
avevano ancora il gusto di esplorare la realtà e di raccontarla, i canoni della
fiction impongono di nascondere la realtà e di sostituirla con storielle di
tipo propagandistico: l’epoca che stiamo vivendo sembra davvero,
televisivamente, una riedizione dei “telefoni bianchi”[6].
Prodotti di regime
non per spettatori consapevoli ma per sudditi,
come si confà ad una nazione colonizzata come la nostra.
non per spettatori consapevoli ma per sudditi,
come si confà ad una nazione colonizzata come la nostra.
Colonizzata anche
nell’immaginario.
nell’immaginario.
Come uscire da
questa situazione? La risposta degli opinionisti di regime la conosciamo bene:
se la RAI non va la colpa è dei partiti, “il vero cancro”, secondo gli “esperti”[7].
questa situazione? La risposta degli opinionisti di regime la conosciamo bene:
se la RAI non va la colpa è dei partiti, “il vero cancro”, secondo gli “esperti”[7].
Ma le cose stanno
davvero così, davvero è tutta colpa dei partiti?
davvero così, davvero è tutta colpa dei partiti?
Strano, perché all’epoca
di Bernabei[8] i
partiti erano già fortissimi eppure quella era una RAI che trasmetteva in prima
serata persino il King Lear di
Shakespeare diretto da Peter Brook!
di Bernabei[8] i
partiti erano già fortissimi eppure quella era una RAI che trasmetteva in prima
serata persino il King Lear di
Shakespeare diretto da Peter Brook!
Io avrei una
spiegazione diversa, un tantino più impopolare, che coincide peraltro con
quella espressa anni fa da Sandro Curzi proprio
nella sua qualità di consigliere d’amministrazione – e finita subito nel
dimenticatoio ad onta della fama del suo autore:
spiegazione diversa, un tantino più impopolare, che coincide peraltro con
quella espressa anni fa da Sandro Curzi proprio
nella sua qualità di consigliere d’amministrazione – e finita subito nel
dimenticatoio ad onta della fama del suo autore:
Sandro Curzi |
“Intervista
a L’Espresso: influenza Mediaset, Massoneria Roma, 7 lug. (Apcom) – Per il
consigliere anziano della Rai Sandro Curzi la Rai ” e’sull’orlo del
precipizio”. La dichiarazione e’ contenuta in una intervista
“L’Espresso”. Chi governa la Rai oggi? “C’e’ la politica, ci
sono i partiti – rincara Curzi – ma c’e’ dell’altro. Roba che ai tempi non era
cosi’ forte. C’e’ il controllo e il filo diretto di Mediaset. Per esempio –
racconta Curzi – il cda si era messo d’accordo su Fabio Fazio come conduttore
di ‘Affari tuoi’, al posto di Paolo Bonolis, star che la Rai ha vistosamente
lasciato scappare. Poi Fabrizio del Noce, senza dire nulla, blocca Teo Teocoli
che stava a Mediaset. Ma l’influenza della tv berlusconiana e’ nota. Qualcos’altro mi ha fatto impressione. Gli
incappucciati. Era gia’ un obiettivo della P2 il dissolvimento della Rai. Quasi
ci siamo. Il peso degli incappucciati nella tv pubblica e’ enorme. La
massoneria si e’ infiltrata e ha preso grande potere approfittando dello
sfilacciamento dell’orgoglio e dell’appartenenza aziendale. Hanno fatto
carriera, hanno scalato il palazzo. E’ sempre cosi’ quando la democrazia vacilla“. Curzi afferma di aver
trovato l’azienda “per come e’ stata gestita sull’orlo del
precipizio”[9].
a L’Espresso: influenza Mediaset, Massoneria Roma, 7 lug. (Apcom) – Per il
consigliere anziano della Rai Sandro Curzi la Rai ” e’sull’orlo del
precipizio”. La dichiarazione e’ contenuta in una intervista
“L’Espresso”. Chi governa la Rai oggi? “C’e’ la politica, ci
sono i partiti – rincara Curzi – ma c’e’ dell’altro. Roba che ai tempi non era
cosi’ forte. C’e’ il controllo e il filo diretto di Mediaset. Per esempio –
racconta Curzi – il cda si era messo d’accordo su Fabio Fazio come conduttore
di ‘Affari tuoi’, al posto di Paolo Bonolis, star che la Rai ha vistosamente
lasciato scappare. Poi Fabrizio del Noce, senza dire nulla, blocca Teo Teocoli
che stava a Mediaset. Ma l’influenza della tv berlusconiana e’ nota. Qualcos’altro mi ha fatto impressione. Gli
incappucciati. Era gia’ un obiettivo della P2 il dissolvimento della Rai. Quasi
ci siamo. Il peso degli incappucciati nella tv pubblica e’ enorme. La
massoneria si e’ infiltrata e ha preso grande potere approfittando dello
sfilacciamento dell’orgoglio e dell’appartenenza aziendale. Hanno fatto
carriera, hanno scalato il palazzo. E’ sempre cosi’ quando la democrazia vacilla“. Curzi afferma di aver
trovato l’azienda “per come e’ stata gestita sull’orlo del
precipizio”[9].
Questo è il punto: i massoni sono entrati in RAI e sospetto, da
quanto detto in precedenza, che proprio RAI
Fiction sia diventata una loro roccaforte.
quanto detto in precedenza, che proprio RAI
Fiction sia diventata una loro roccaforte.
Il massone interpretato da Corrado Guzzanti |
Il che è inquietante perché i massoni, a differenza della maggior
parte dei “profani”, non solo sanno ciò che vogliono ma sanno anche come
ottenerlo: nello specifico, trasformare i telespettatori in una massa di decerebrati
ignorante e pronta a essere manipolata e plasmata dai governanti.
parte dei “profani”, non solo sanno ciò che vogliono ma sanno anche come
ottenerlo: nello specifico, trasformare i telespettatori in una massa di decerebrati
ignorante e pronta a essere manipolata e plasmata dai governanti.
Fornisco un ultimo esempio di quanto detto finora: le produzioni
di argomento mafioso.
di argomento mafioso.
Confrontate la serietà della ricostruzione storica de Il delitto Notarbartolo (sceneggiato RAI
del 1979) con le odierne (pulp) fiction: anche quelle girate dalla RAI sembrano
spot Mediaset …
del 1979) con le odierne (pulp) fiction: anche quelle girate dalla RAI sembrano
spot Mediaset …
[2] http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e345d791-1974-482d-9875-c64d5e991507.html
Il commento di Decaro sul “Giornalino” e sulla vecchia RAI si ascolta a partire
dal minuto 17°.
Il commento di Decaro sul “Giornalino” e sulla vecchia RAI si ascolta a partire
dal minuto 17°.
[6] http://it.wikipedia.org/wiki/Cinema_dei_telefoni_bianchi
. Con il termine “telefoni bianchi” mi riferisco al taglio propagandistico più
che al livello professionale: gli anonimi registi odierni non sono certo
paragonabili ad artisti come Blasetti o Camerini.
. Con il termine “telefoni bianchi” mi riferisco al taglio propagandistico più
che al livello professionale: gli anonimi registi odierni non sono certo
paragonabili ad artisti come Blasetti o Camerini.
“Aridatece “Il Commissario Montalbano”, secondo me l’ultimo
esempio di prodotto davvero ben fatto (quasi “unico”, direi) in casa
RAI. “, Dott. Andrea Carancini.
Nemmeno quello ormai, visto che nell’ultima serie, ci sono stati vari episodi il cui sottofondo era la propaganda immigrazionista di regime, d’altronde l’autore Andrea Cammilleri era un convintissimo immigrazionista della prima ora.
“E Montalbano fa propaganda all’immigrazione”
Ancora una volta Rai1 diventa lo strumento di propaganda per l’immigrazione. Questa volta, in prima serata, niente meno che la nuova serie di Montalbano affronterà il tema della migrazione proprio nelle ore delle elezioni. Sappiamo bene che Camilleri, 98 romanzi all’attivo quasi come i suoi anni, ha espresso molte volte sul tema la sua posizione circa l’accoglienza senza “se e senza ma”.
Proseguimento:
https://www.nicolaporro.it/e-montalbano-fa-propaganda-allimmigrazione/
Complimenti per questo suo articolo e buona domenica.
Fabrice