Benedetto XVI con Henry Kissinger |
Marco Massignan mi segnala gli aforismi
di Romano Amerio sul sito di Enrico Maria Radelli[1]
(sono quelli che scorrono a destra della pagina).
di Romano Amerio sul sito di Enrico Maria Radelli[1]
(sono quelli che scorrono a destra della pagina).
Uno di quelli che mi ha colpito di più è il n°276:
Ho detto altrove di Benedetto Croce, ma convien rilevare che
l’altezza del suo pensiero è circoscritta in un placito filosofico che rientra
tutto nell’immanentismo moderno, la cui devoluzione finale è l’assolutismo del principio
terreno, cioè dello Stato.
Quando si rinfaccia a Croce di avere nel senato italiano votato e sostenuto il
fascismo ben oltre il delitto Matteotti, si rileva cosa secondaria. Il fatto
primario si è che la filosofia crociana (pari in questo a quella gentiliana)
covò il fascismo, diffondendo in Italia le dottrine antidemocratiche
dell’idealismo alemannico e quelle del Sorel. In sostanza Croce professa il
machiavellismo, per il quale il criterio è il fatto.
All’avvento del fascismo a Giustino Fortunato che si doleva e presentiva la
fine della borghesia italiana Benedetto Croce diceva: « Quante volte vi ho detto, don Giustino, che
la violenza è la levatrice della storia? ». La testimonianza è in
G. Devoto, Parentesi,
p. 12. [Va segnalato che la stessa esatta formula è uscita – come noto – anche
dalla bocca di Karl Marx, a dimostrazione del teorema ameriano che marxismo e
idealismo sono entrambi figli della stessa matrice: la cartesiana « dislocazione della divina Monotriade
», ndc].
l’altezza del suo pensiero è circoscritta in un placito filosofico che rientra
tutto nell’immanentismo moderno, la cui devoluzione finale è l’assolutismo del principio
terreno, cioè dello Stato.
Quando si rinfaccia a Croce di avere nel senato italiano votato e sostenuto il
fascismo ben oltre il delitto Matteotti, si rileva cosa secondaria. Il fatto
primario si è che la filosofia crociana (pari in questo a quella gentiliana)
covò il fascismo, diffondendo in Italia le dottrine antidemocratiche
dell’idealismo alemannico e quelle del Sorel. In sostanza Croce professa il
machiavellismo, per il quale il criterio è il fatto.
All’avvento del fascismo a Giustino Fortunato che si doleva e presentiva la
fine della borghesia italiana Benedetto Croce diceva: « Quante volte vi ho detto, don Giustino, che
la violenza è la levatrice della storia? ». La testimonianza è in
G. Devoto, Parentesi,
p. 12. [Va segnalato che la stessa esatta formula è uscita – come noto – anche
dalla bocca di Karl Marx, a dimostrazione del teorema ameriano che marxismo e
idealismo sono entrambi figli della stessa matrice: la cartesiana « dislocazione della divina Monotriade
», ndc].
“La filosofia crociana (pari in questo a quella gentiliana) covò
il fascismo, diffondendo in Italia le dottrine antidemocratiche dell’idealismo
alemannico e quelle del Sorel”.
il fascismo, diffondendo in Italia le dottrine antidemocratiche dell’idealismo
alemannico e quelle del Sorel”.
Frase pungente, che però mi ha fatto pensare, per contrasto, al
fatto che nel 1934 la Chiesa cattolica
mise nell’Indice dei libri proibiti tanto l’opera
omnia del Croce che quella del Gentile:
fatto che nel 1934 la Chiesa cattolica
mise nell’Indice dei libri proibiti tanto l’opera
omnia del Croce che quella del Gentile:
Il giudizio di Amerio sembra confermato dalla ricostruzione del
duplice provvedimento da parte di Guido Verucci, il cui libro è qui recensito da Paola
Carlucci:
duplice provvedimento da parte di Guido Verucci, il cui libro è qui recensito da Paola
Carlucci:
Idealisti
all’Indice. Croce, Gentile e la condanna del Sant’Uffizio:
all’Indice. Croce, Gentile e la condanna del Sant’Uffizio:
Certo, la Chiesa cattolica, durante il pontificato di Pio XI, non
fu immune dall’ubriacatura fascista, anche ai più alti livelli (come dimostra
la serie di articoli che Papa Ratti permise di scrivere al Padre Antonio
Messineo[2]
su Civiltà Cattolica per giustificare
la necessità e la legittimità delle imprese coloniali fasciste) ma, tutto
sommato, quella Chiesa era ancora
autonoma e sovrana, per lo meno dal punto di vista dottrinale.
fu immune dall’ubriacatura fascista, anche ai più alti livelli (come dimostra
la serie di articoli che Papa Ratti permise di scrivere al Padre Antonio
Messineo[2]
su Civiltà Cattolica per giustificare
la necessità e la legittimità delle imprese coloniali fasciste) ma, tutto
sommato, quella Chiesa era ancora
autonoma e sovrana, per lo meno dal punto di vista dottrinale.
La sovranità della Chiesa di Pio Xi mi fa poi pensare, sempre per
contrasto, alla fatidica intervista a Massimo Cacciari con cui si apre il libro
di Maurizio Blondet, GLI «ADELPHI» DELLA
DISSOLUZIONE – Strategie culturali del potere iniziatico[3],
quella in cui il noto filosofo parla dei valori della società borghese[4]:
contrasto, alla fatidica intervista a Massimo Cacciari con cui si apre il libro
di Maurizio Blondet, GLI «ADELPHI» DELLA
DISSOLUZIONE – Strategie culturali del potere iniziatico[3],
quella in cui il noto filosofo parla dei valori della società borghese[4]:
“«Il sistema borghese tollera di essere discusso solo al proprio
interno», sancì Massimo Cacciari: «Verso ciò che è esterno ai suoi “valori”
non ha pietà». E mi elencò i genocidi liberali: a cominciare dallo sterminio
dei Pellerossa. «I Pellerossa erano radicati nel loro ethos, e l’Americano vedeva nel loro ethos un sistema di non-libertà. Lo sterminio delle società
sacrali, degli ethoi tradizionali, è
prescritto dal liberalismo per il “bene” stesso dell’uomo». Ed enumerò: per
sradicare il Giappone dal proprio sacro nomos,
non ci volle nulla di meno che l’olocausto nucleare. Migliaia di tonnellate di
bombe furono necessarie per stroncare fascismo e nazismo, «forme di
neopaganesimo che cercavano di ricollegare la società a un Ethos». E il Vietnam, la Guerra del Golfo, l’intervento «umanitario»
in Somalia nel 1993. «Non si faccia illusioni: anche contro la Chiesa non
esiterà a usare la più inaudita violenza, se la Chiesa si rifiuta di diventare
un semplice supporto della società borghese. Ciò che la Chiesa non può fare: perché
il cristiano è necessariamente sovversivo
di ogni potere politico che si pretenda autonomo. Già negli Stati Uniti si
teorizza come l’Avversario irriducibile sia l’Islam. Anche contro la Chiesa il
conflitto diverrà sempre più drammatico. Da una parte la Chiesa e l’Islam, e
dall’altra una “etica” laicista sempre più occasionale, e nello stesso tempo
sempre più radicalmente universale, nella sua pretesa di essere l’unica valida».
interno», sancì Massimo Cacciari: «Verso ciò che è esterno ai suoi “valori”
non ha pietà». E mi elencò i genocidi liberali: a cominciare dallo sterminio
dei Pellerossa. «I Pellerossa erano radicati nel loro ethos, e l’Americano vedeva nel loro ethos un sistema di non-libertà. Lo sterminio delle società
sacrali, degli ethoi tradizionali, è
prescritto dal liberalismo per il “bene” stesso dell’uomo». Ed enumerò: per
sradicare il Giappone dal proprio sacro nomos,
non ci volle nulla di meno che l’olocausto nucleare. Migliaia di tonnellate di
bombe furono necessarie per stroncare fascismo e nazismo, «forme di
neopaganesimo che cercavano di ricollegare la società a un Ethos». E il Vietnam, la Guerra del Golfo, l’intervento «umanitario»
in Somalia nel 1993. «Non si faccia illusioni: anche contro la Chiesa non
esiterà a usare la più inaudita violenza, se la Chiesa si rifiuta di diventare
un semplice supporto della società borghese. Ciò che la Chiesa non può fare: perché
il cristiano è necessariamente sovversivo
di ogni potere politico che si pretenda autonomo. Già negli Stati Uniti si
teorizza come l’Avversario irriducibile sia l’Islam. Anche contro la Chiesa il
conflitto diverrà sempre più drammatico. Da una parte la Chiesa e l’Islam, e
dall’altra una “etica” laicista sempre più occasionale, e nello stesso tempo
sempre più radicalmente universale, nella sua pretesa di essere l’unica valida».
Impressionanti, le parole di Cacciari, nella loro lucidità, anche
se non certo amichevoli.
se non certo amichevoli.
La Chiesa come “semplice supporto della società borghese”: quella
di Pio XI ancora non lo era, quella di oggi sì, questo è il punto, aggiungo io (nonostante
la violenza già inaudita contro i cristiani
in molte regioni del globo, a cominciare dal Medio Oriente, e questo proprio ad opera degli Stati Uniti e dei loro alleati).
di Pio XI ancora non lo era, quella di oggi sì, questo è il punto, aggiungo io (nonostante
la violenza già inaudita contro i cristiani
in molte regioni del globo, a cominciare dal Medio Oriente, e questo proprio ad opera degli Stati Uniti e dei loro alleati).
Pensavo proprio a questo quando giorni fa ho letto su un
libriccino di Luciano Canfora la seguente notizia (che già peraltro conoscevo):
libriccino di Luciano Canfora la seguente notizia (che già peraltro conoscevo):
“Il 29 settembre 2006 il pontefice Benedetto XVI ha ricevuto nella
residenza di Castel Gandolfo l’ex segretario di Stato americano Henry
Kissinger, e gli ha chiesto di entrare a far parte del suo staff di consulenti
di politica estera. Kissinger ha accettato”[5].
residenza di Castel Gandolfo l’ex segretario di Stato americano Henry
Kissinger, e gli ha chiesto di entrare a far parte del suo staff di consulenti
di politica estera. Kissinger ha accettato”[5].
Kissinger, proprio lui, la canaglia planetaria già responsabile,
tra gli altri, dell’olocausto cambogiano[6].
tra gli altri, dell’olocausto cambogiano[6].
Mi si potrà obbiettare che il soggetto in questione è un
riconosciuto specialista di politica estera.
riconosciuto specialista di politica estera.
Vero, con uno sforzo supremo potrei anche paragonare le consulenze
di Kissinger per Ratzinger a quelle dello psichiatra (cannibale) Hannibal
Lecter per Jodie Foster nel Silenzio
degli innocenti[7].
di Kissinger per Ratzinger a quelle dello psichiatra (cannibale) Hannibal
Lecter per Jodie Foster nel Silenzio
degli innocenti[7].
Ma come la mettiamo con la collaborazione di Ratzinger con Pera[8]?
Ecco, qui non ci sono più scuse né coperture: con Pera, siamo
veramente alla frutta (dopo il fiero pasto).
veramente alla frutta (dopo il fiero pasto).
Benedetto XVI e Marcello Pera |
[3] Edizioni
Ares, Milano, 1994.
Ares, Milano, 1994.
[4] Il
frammento che cito è quello delle pagine 12-13, relative alla prima edizione.
frammento che cito è quello delle pagine 12-13, relative alla prima edizione.
[6] Vedi il
post John Pilger: le complicità dell’occidente
con Pol Pot: https://www.andreacarancini.it/2011/04/john-pilger-le-complicita-delloccidente/
post John Pilger: le complicità dell’occidente
con Pol Pot: https://www.andreacarancini.it/2011/04/john-pilger-le-complicita-delloccidente/
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