Due foto interessanti sull’America trovate stamane su
Facebook.
Facebook.
La prima è dei nostri giorni. La mia amica Jo Ann Wescott l’ha
condivisa accompagnandola con uno dei suoi incisivi commenti, che – a mia volta
– condivido qui con piacere. La didascalia della foto recita:
condivisa accompagnandola con uno dei suoi incisivi commenti, che – a mia volta
– condivido qui con piacere. La didascalia della foto recita:
Open Up
Democracy’s
coming
coming
(Aprite, arriva la democrazia)
Il commento di Jo Ann recita:
480 milioni di dollari al giorno per la democrazia in Iraq e
in Afghanistan…480 milioni di dollari al giorno per prendere a calci le porte
di povere famiglie, stuprare, torturare e ucciderle…E poi ci definiamo una
nazione civile?
in Afghanistan…480 milioni di dollari al giorno per prendere a calci le porte
di povere famiglie, stuprare, torturare e ucciderle…E poi ci definiamo una
nazione civile?
La seconda, la cui conoscenza devo alla mia amica Betty Molchany, è un’immagine dell’occupazione di Wall Street del
1967 da parte dei pacifisti. Il cartello recita:
1967 da parte dei pacifisti. Il cartello recita:
Wall Street
Is
War Street
(Wall Street è la strada della guerra).
Un commentatore dell’epoca, chiamato Black Mask, scriveva
sulla sua newsletter:
sulla sua newsletter:
“Gli speculatori in azioni e obbligazioni reclamano Nuove
Frontiere, ma le bare tornano nel Bronx e ad Harlem. I mercati rialzisti dell’omicidio
nella Borsa Valori della morte. I profitti si innalzano sui nastri di
telescrivente[1] dei
vostri figli morti. Sul Vietnam PIOVE gas tossico. Non potete giustificarvi
dicendo: “NON SAPEVAMO”. La televisione porta i villaggi in fiamme nell’incolumità
delle vostre case. State commettendo un genocidio nel nome della libertà”.
Frontiere, ma le bare tornano nel Bronx e ad Harlem. I mercati rialzisti dell’omicidio
nella Borsa Valori della morte. I profitti si innalzano sui nastri di
telescrivente[1] dei
vostri figli morti. Sul Vietnam PIOVE gas tossico. Non potete giustificarvi
dicendo: “NON SAPEVAMO”. La televisione porta i villaggi in fiamme nell’incolumità
delle vostre case. State commettendo un genocidio nel nome della libertà”.
[1] Nell’originale:
“ticket tape”, dall’espressione “ticket tape parade”, parata in onore di una
celebrità (al cui passaggio si lanciano nastri di telescrivente).
“ticket tape”, dall’espressione “ticket tape parade”, parata in onore di una
celebrità (al cui passaggio si lanciano nastri di telescrivente).
Leave a comment