La Human Rights Committee sconfessa le leggi antirevisioniste!

La Human Rights Committee sconfessa le leggi antirevisioniste!

Le leggi-bavaglio: per le Nazioni Unite sono abusive

La nostra preziosa corrispondente Bocage ci ragguaglia su un’importante notizia: in seguito alla riunione, a Ginevra, nei giorni dall’11 al 29 luglio 2011, della Human Rights Committee (Commissione per i Diritti Umani) delle Nazioni Unite, è stato adottato un nuovo General Comment[1] (Commento Generale) all’articolo 19 (Freedom of opinion and expression, libertà di opinione e di espressione) del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ne ha dato notizia, in Italia, lo scorso 8 agosto, il sito del Centro diritti umani dell’Università di Padova[2]).
Il testo originale integrale, in inglese, è disponibile al seguente indirizzo:  http://unipd-centrodirittiumani.it/public/docs/HRC_General_Comment_34.pdf
Per ciò che riguarda la mission di questo blog, di particolare interesse è il punto 49 (i grassetti sono miei):
Laws that penalise the expression of opinion about historical facts are incompatibile with the obligations that the Covenant imposes on States parties in relation to the respect for freedom of opinion and expression. The Covenant doesn’t permit general prohibition of expression of an erroneous opinion or an incorrect interpretation of past events. Restrictions on the right of freedom of opinion should never be imposed and, with regard to freedom of expression they should not go beyond what is permetted in paragraph 3 or required under article 20”.
TRADUZIONE:
“Le leggi che penalizzano l’espressione di opinioni su fatti storici sono incompatibili con gli obblighi che il Patto impone agli Stati membri in relazione al rispetto per la libertà di opinione e di espressione. Il Patto non permette la proibizione pubblica dell’espressione di un’opinione erronea o di una interpretazione inesatta di eventi del passato. Restrizioni al diritto alla libertà di opinione non dovrebbero mai essere imposte e, riguardo alla libertà di espressione esse non dovrebbero oltrepassare ciò che è permesso nel paragrafo 3 o richiesto in base all’articolo 20″.
Sì, avete capito bene: con l’espressione “leggi che penalizzano l’espressione di opinioni su fatti storici”, gli esperti delle Nazioni Unite si riferiscono esattamente alle famigerate “leggi memoriali” invalse nell’eurozona, a partire dalla legge Fabius-Gayssot. La nota a piè di pagina n° 116 relativa al detto punto 49 recita infatti:
So called “memory-laws”, see Faurisson v. France, No. 550/93”.
TRADUZIONE:
“Le cosiddette “leggi della memoria”, vedi Faurisson versus Francia, No. 550/93 [E’ il numero relativo all’esposto presentato nel 1993 da Faurisson contro lo Stato francese[3]]”.
In conclusione, visto che nel 1993 la Human Rights Committee respinse il ricorso di Faurisson ritenendo giustificata la legge Gayssot, la medesima Commissione,nel 2011, ha finito col dare ragione al professore francese!
Faurisson e Dieudonné in una vignetta del 2009

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