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Eccezionalismo rabbinico: una dichiarazione razzista del rabbino Yosef |
Alcuni giorni fa, Michael Hoffman scriveva, sul suo blog, della “mentalità talmudica incentrata sull’eccezionalismo della vittima giudaica”[1].
Questa mentalità, posta a fondamento
[2] della nazione-guida del cosiddetto “Occidente”, è
stata
interiorizzata
da
tutti
i
capi
di
Stato
dell’Occidente medesimo
, a cominciare dai governanti tedeschi.
A chi avesse ancora dei dubbi, suggerirei di confrontare la disparità di trattamento riservata dai detti governanti, da un lato, alle richieste di risarcimenti – per le vicende della seconda guerra mondiale – provenienti dalle organizzazioni giudaiche e dallo Stato d’Israele e, dall’altro, alle analoghe richieste provenienti dallo Stato italiano.
Prima però ricordiamo, per sommi capi, di cosa stiamo parlando.
Su cosa si fonda la dottrina del predetto eccezionalismo? Sulla (presunta) differenza tra l’”anima israeliana” e l’”anima di tutte le altre nazioni”. In cosa consiste tale differenza? Lo enuncia il rabbino Avraham Kook, citato tempo fa da Salman Masalha:
“La differenza tra l’anima israeliana, la sua indipendenza, il suo intimo desiderio, la sua aspirazione, le sue caratteristiche e il suo temperamento, e l’anima di tutte le altre nazioni,
è più grande e profonda della differenza tra l’anima di un essere umano e l’anima di una bestia[3]”
[4].
D’altra parte, puntualizzava nel 1965 il mensile “Alliance d’Abraham”, “
Israele non è un essere quantitativo ma qualitativo. È letteralmente NON NUMERABILE. Assassinare un ebreo che vive secondo la volontà dell’ETERNO, studiando e praticando la sua religione di giustizia, vuol dire assassinare tutto un popolo santo , vuol dire assassinare tutta un’umanità, vuol dire distruggere tutto un universo poiché il giusto è la base del mondo[5]”
[6].
Ora, tale postulata differenza si rispecchia puntualmente nell’abisso di considerazione che separa, nel mondo di oggi, le vittime giudaiche della seconda guerra mondiale dalle vittime non giudaiche (e, in particolare, dalle vittime italiane).
Confronta l’interminabile sequela di risarcimenti che la Germania ottempera, dal 1945, nei confronti delle organizzazioni giudaiche e di Israele, con l’atteggiamento opposto dalla medesima Germania (e dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja) al recente ricorso italiano vòlto ad ottenere analoghi indennizzi.
Un atteggiamento sintetizzabile in una parola sola: “IRRICEVIBILE”
[7].
LA GERMANIA E LE VITTIME GIUDAICHE
Questo paragrafo consiste nella traduzione dell’articolo di
Bocage pubblicato ieri
[8] su questo blog:
ALCUNI ELEMENTI SULLE RIPARAZIONI PAGATE DALLA GERMANIA
« L’Accordo di Lussemburgo, firmato nel 1952 tra Israele e la Germania, non aveva tenuto conto di un certo numero di dati », si legge in un certo numero di articoli. Bisogna aggiungere, per esempio:
- I lavoratori nei ghetti;
- Le difficoltà psicologiche non prese in considerazione;
- I bambini evacuati durante la guerra (Kindertransport);
- I sopravvissuti agli esperimenti medici…
…Senza contare che la Germania deve pagare altri paesi oltre agli ebrei (per esempio, la Grecia…)
[9].
Estratto dell’intervista di R. F. [Robert Faurisson] a Storia Illustrata[10]
[Nahum Goldmann] ha dettato le sue condizioni a Adenauer nel 1950. Ha ottenuto 80 miliardi di DM
[11], vale a dire da 10 a 14 volte più della somma sperata all’inizio.
Letto in R. F., Ecrits révisionnistes (1974-1998):
Pagina XLIII
[12]: La posta in gioco è parimenti finanziaria quando si pensa che, almeno dagli accordi sulle « riparazioni » firmato a Lussemburgo nel 1952, i contribuenti tedeschi hanno versato delle somme « astronomiche » (il qualificativo è di Nahum Goldmann) all’insieme degli ebrei dello Stato d’Israele o della Diaspora e che essi continueranno, a causa della Shoah, a pagare per i crimini che vengono loro imputati almeno fino all’anno 2030.
Il 24 novembre 2007, in un dispaccio dell’AP[13]:
La Germania ha pagato una cifra stimata in 25 miliardi di dollari in riparazioni ai sopravvissuti dell’Olocausto israeliano,
Bocage dell’8.5.2007, « Germania: delle riparazioni per la seconda generazione »
Ma il 3 maggio 2007, sul sito di lingua inglese dello “Spiegel Online International”, un articolo di David Gordon Smith da Berlino segnala che, secondo Ingeburg Grüning, portavoce del ministero tedesco delle Finanze e responsabile delle riparazioni pagate ai sopravvissuti dell’Olocausto, il governo tedesco, che ha già versato un totale di circa
64 miliardi di euro[14] ai sopravvissuti dell’Olocausto, non ha intenzione di pagare queste spese per “trattamenti psicologici” perché esse non rientrano nei principi ritenuti nei trattati internazionali relativi alle riparazioni olocaustiche, che riguardano solo i diretti sopravvissuti: “È fuori questione esaminare un emendamento a questi principi”, ha dichiarato. Ma l’autore dell’articolo, realista, aggiunge che la Germania potrà certo finire per essere costretta a pagare altri milioni per questi trattamenti psicologici. Le somme in questione non sarebbero enormi, pretende Baruch Mazor, direttore generale dei Fondi Fischer: solo dai 10 ai 20 milioni di dollari all’anno…”Se i negoziati che stiamo conducendo in questo momento non portano i loro frutti, bisognerà aspettarsi delle solide rivendicazioni, che dall’opinione pubblica qui sono sostenute al 100%”, ha aggiunto.
Bocage dell’11.6.2008: « Germania: Supplemento di riparazioni ai “sopravvissuti” »
La Conferenza delle Riparazioni [Claims Conference] ha ottenuto un supplemento di 320 milioni di dollari da distribuire ai sopravvissuti dell’Olocausto.
Bocage del 23.3.2009: « Germania: Ancora altro denaro per gli ebrei bisognosi…»
Gli aiuti tedeschi a quei sopravvissuti ebrei dell’Olocausto dell’Europa dell’Est che sono indigenti saranno più sostanziosi. I versamenti mensili aumenteranno del 35% nei paesi che non fanno parte della UE e dell’11% nei paesi della UE. È ciò che ha annunciato l’organizzazione dei risarcimenti denominata Jewish Claims Conference alla fine dei negoziati con il ministero federale delle finanze. L’aumento ammonta a un totale di 60 milioni di euro per dieci anni.
Bocage del 21.12.2009: « La Germania dovrà pagare ancora 1 miliardo di euro »
Si è appreso domenica che il ministro delle finanze Yuval Steinitz si appresta a chiedere alla Germania tra i 450 milioni e 1 miliardo di euro per gli ebrei sottoposti ai lavori forzati durante l’Olocausto.
Bocage del 29.01.2010: « La Germania pagherà 500 milioni di euro per i “lavoratori” ebrei del ghetto! »
Gli ex lavoratori ebrei del ghetto possono sperare nel pagamento di una pensione di anzianità per un totale di 500 milioni di euro, secondo la decisione di una corte tedesca annunciata oggi.
Bocage dell’11.03.2010: « Sopravvissuti anziani: la Germania quasi raddoppia i fondi »
La Conferenza per i risarcimenti materiali degli ebrei contro la Germania – conosciuta con il nome di Claims Conference – si è riunita mercoledì a Berlino. Nel corso dell’incontro annuale con il ministro tedesco delle Finanze è stata negoziata una somma di 91 milioni di euro. Gregory J. Schneider, vice-presidente esecutivo della Claims Conference, ha riferito al Jerusalem Post sugli obbiettivi-chiave di quest’anno: assicurare un aumento delle cure a domicilio e il pagamento di pensioni per permettere ai sopravvissuti dell’Olocausto di vivere con dignità. Nella tarda serata, è stata presa la decisione di assegnare 55 milioni di euro destinati a coprire i servizi a domicilio, come pure, rispetto al 2009, un aumento di 25 milioni di euro. Inoltre, è stata ottenuta una nuova pensione: 36 milioni di euro per circa 1.300 sopravvissuti della Shoah dell’Europa dell’Est.
Bocage del 6.12.2010: « La Germania raddoppia il suo aiuto ai sopravvissuti »
Il Comitato responsabile delle rivendicazioni dei sopravvissuti dell’Olocausto è giunto lunedì ad un accordo con il governo tedesco, il quale raddoppierà l’aiuto accordato ai sopravvissuti per l’anno 2011: le somme per l’anno [in corso] aumenteranno fino a 110 milioni di euro (circa 145 milioni di dollari) e sono destinate a finanziare i servizi sociali indispensabili ai sopravvissuti dell’Olocausto del mondo intero. Si tratta della cifra più elevata che il comitato è riuscito a negoziare nel quadro dei suoi colloqui con la Germania, e servirà per l’assistenza a domicilio, all’acquisto di cibo, di medicine e di prodotti di prima necessità. Questa cifra costituisce il doppio della somma destinata a tale scopo dalla Germania per l’anno 2010.
Bocage del 9.12.2010: « Le Ferrovie tedesche versano altri 5 milioni di euro »
Bocage dell’1.02.2011: « Berlino raddoppia i sussidi ai sopravvissuti »
Il governo tedesco ha deciso di raddoppiare per l’anno 2011 il totale dei sussidi ai sopravvissuti dell’Olocausto, secondo il vice-presidente della “Claims Conference” (Comitato delle Riparazioni), Shlomo Gour. Il totale delle indennità passerà da 55 milioni di euro a 110. Questa somma verrà trasferita al fondo dei servizi sociali per i superstiti della Shoah, che sono ancora 520.000 persone nel mondo, di cui la metà risiede in Israele.
Bocage del 6.4.2011: « Germania: 15% in più per i sopravvissuti »
Tra il 2012 e il 2014, Berlino dovrà versare 403 milioni di euro in aiuti a domicilio per le vittime ebree dei nazisti.
La Conference for Jewish Material Claims Against Germany
[15] ha annunciato che il governo tedesco ha dato il suo accordo per aumentare del 15% i fondi destinati ai sopravvissuti dell’Olocausto, che passeranno dai 110 milioni di euro del 2011 a 126,7 milioni di euro nel 2012. In totale, la Germania dovrà destinare a questa organizzazione – meglio conosciuta con il nome di Claims Conference – 513 milioni di euro tra il 2011 e il 2014 per venire in aiuto ai sopravvissuti dell’Olocausto. In base al nuovo accordo concluso con Berlino, i fondi forniti dalla Germania per l’aiuto sociale ai sopravvissuti raggiungerà i 136 milioni di euro nel 2013 e i 140 euro nel 2014.
FINE DELL’ARTICOLO DI BOCAGE
LA GERMANIA E LE VITTIME ITALIANE…
Dal sito dell’ANPI della Lombardia, apprendiamo che:
“La
Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha respinto il ricorso presentato dall’
Italia che
chiedeva alla
Germania indennizzi alle vittime italiane dei
crimini compiuti dai
nazisti durante la
seconda guerra mondiale. Il ricorso è stato respinto con
13 voti su 14. Per i giudici
internazionali la richiesta italiana
‘è irricevibile’. A questa sentenza l’
Italia potrà fare appello
entro il
14 gennaio prossimo. La
Germania di fatto, ha ottenuto un grosso successo in quanto si
era rivolta alla
Corte ONU nel
2008 dopo che una
sentenza della Corte di Cassazione italiana,
nello stesso anno, aveva riconosciuto ai familiari di alcune vittime il diritto a ottenere indennizzi
individuali da parte della
Germania.
In particolare ai familiari di alcune vittime di una
strage compiuta il
29 giugno 1944 quando
203 civili vennero massacrati dai soldati dell’esercito del
Terzo Reich, a
Civitella in
Val di
Chiana,
Cornia e
San Pancrazio, in
Toscana. L’
Alta corte italiana aveva quantificato
l’indennizzo a circa
800mila euro. La
cancelleria tedesca sulla base di un accordo del
1961, ha
versato all’
Italia un risarcimento per i danni di guerra una tantum pari a
40 milioni di vecchi
marchi. Dopo di che ha negato ogni ulteriori indennizzo”
[16].
Capito l’antifona? Solo 40 milioni (di vecchi marchi, neanche di euro!), e fateveli bastare!
Per questo doppiopesismo non esistono giustificazioni di sorta. Anche perchè sono state proprio le autorità tedesche a darsi la zappa sui piedi motivando la loro opposizione al ricorso del governo italiano:
“La Germania non si ritiene responsabile delle violazioni dei diritti umani compiute dal Terzo Reich, considerando le richieste di pagamenti di danni avanzate dagli italiani violazione della sovranità nazionale”[17].
Ma come, per le violazioni dei diritti umani compiute dal Terzo Reich a danno degli italiani la Germania NON si ritiene responsabile e per quelle a danno dei giudei invece sì?
Com’è che scriveva solo tre anni fa la “Repubblica”?
“Nessuno poteva dubitare che Angela Merkel, durante la sua visita ufficiale in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione d’ Israele, ribadisse ciò che lei stessa e i cancellieri che l’ hanno preceduta hanno già fatto in alte circostanze. E cioè, una chiara e diretta assunzione di responsabilità della Germania nello sterminio degli ebrei compiuto dai nazisti”[18].
E infatti, non era proprio il Cancelliere Schroeder, nel 2005, a parlare in proposito non solo di “responsabilità” ma di una “
responsabilità speciale” dei tedeschi e di “
responsabilità morale costante”
[19]?
Sia chiaro, se si ricordano queste cose, non è per un malinteso nazionalismo: per quanto riguarda i crimini nazisti (veri o presunti) la loro prescrizione, e l’aberrante “diritto umanitario” invalso a partire dal Processo di Norimberga la penso esattamente come Massimo Fini
[20], e quindi, di conseguenza, considero le (ri)vendicazioni italiane verso la Germania infondate e illegittime.
Il punto non è questo: ciò che mi premeva era mettere in luce la disumana disparità di trattamento posta in essere nelle istituzioni internazionali dalla predetta mentalità talmudica, che di tutti i crimini contro l’umanità è senz’altro il primo e il più grave, persino più della bomba atomica.
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