Curzio Malaparte: celebrato scrittore ma misconosciuto poeta. Ripensare all’italica guerra di Libia – l’8 settembre[1] del governo Berlusconi – alla luce dei suoi epigrammi, mi sembra esercizio non futile. Reggono questi componimenti all’usura del tempo? Io direi di sì…
Curzio Malaparte, L’ARCITALIANO e tutte le altre poesie, Vallecchi, Firenze, 1963, pp. 156-157:
SUI VARII MODI DI FAR LA STORIA
L’Otto settembre è un giorno memorando:
volta la fronte all’invasor nefando,
l’Italia con l’antico suo valore
alla vittoria guidò il vincitore.
L’Otto settembre è memorabil data:
volta le spalle all’infausta alleata,
già col ginocchio a terra,
corremmo a vincer coi nostri nemici
arditamente quella stessa guerra
che avevamo già persa con gli amici.
Tutto è chiaro fin qui, semplice e onesto:
son due modi di dire,
né val saper se quello è meglio o questo.
Or dobbiam stabilire
quale fu mai l’amico
e quale fu il nemico,
qual l’alleato e quale l’invasore.
Dopo aver decretato
che nemico e alleato,
amico ed invasore,
fu il vinto, e il vinto solo, è da chiarire
quale fu il vincitore.
[1] Sull’8 settembre del 1943, si veda l’esemplare discorso parlamentare di Vittorio Emanuele Orlando: https://www.andreacarancini.it/2011/04/vittorio-emanuele-orlando-contro-i/
mi è sorto un quesito: l'Arcitaliano è del 1928 (o Mussolini monta a cavallo, ecc.) come mai ci sono riferimenti all'8 settembre?
forse nell'edizione del 1963 ci sono state delle aggiunte? immagino di si, ma non mi risultava.
grazie per il chiarimento.