Vi ricordate di quando i giudei scatenarono sui media di tutto il mondo la leggenda-tregenda sulle dichiarazioni di Ahmadinejad del 2005, secondo cui egli avrebbe asserito di voler “cancellare Israele dalla carta geografica”?
Da allora, il Presidente iraniano passa per il nuovo Hitler. Tutto ciò grazie alla complicità dei media internazionali, protervamente incuranti di ciò che disse davvero[1] Ahmadinejad.
Bene, a proposito di chi vuole cancellare chi, leggendo STORIA EBRAICA E GIUDAISMO – Il peso di tre millenni[2], di Israel Shahak, ho trovato il seguente, interessante, passaggio[3], di cui vi propongo la lettura:
“Il 16 agosto 1989, apparve su “Ha’aretz”, il quotidiano più prestigioso d’Israele la seguente poesia, versione laica di una preghiera che, incorniciata, era esposta nell’edificio della pubblica amministrazione israeliana (eufemismo per “occupazione militare”) della striscia di Gaza.
“«Sì, è vero che odio gli arabi
E che voglio cancellarli dalla carta geografica.
È questo il mio lavoro
E passo la vita piacevolmente:
ogni pallottola che sparo vola via una testa.
Che gioia quando si fa centro!
Entra nella testa e la spacca.
Allora mi sento liberato
E provo grande gioia
A vedere come vola via la testa.
Nei territori ci sono tanti bei posti.
C’è il mare, ci sono le belle spiagge
E tanti palmizi…
Peccato che ci siano anche gli arabi…».
“Negli Stati Uniti, nessuno all’infuori di ALEXANDER COCKBURN (“The Nation”, 28 agosto 1989) l’ha pubblicata. Joel Brinkley de “The New York Times”, al quale sicuramente traducono il quotidiano “Ha’aretz” tutte le mattine quando fa colazione, non ha ritenuto opportuno parlarne, il che vuol dire che più del 90% della stampa americana sa che non ne deve parlare”.
Non mi sembrano necessari ulteriori commenti.
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