Maimonide (1135 – 1204)[1]
Il vero insegnamento di Maimonide… |
Nonostante il filosofo ebreo abbia a più riprese ostentato il suo disprezzo per Gesù Cristo e il cristianesimo, che considerava una religione falsa e idolatrica da combattere ed estirpare, oggi la figura di Maimonide viene incredibilmente celebrata dalla stessa Chiesa cattolica. In occasione del Centenariodel Tempio Maggiore, Giovanni Paolo II inviò al Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni una lettera nella quale, dopo aver espresso il suo «deferente saluto» ai membri della Comunità e la sua «intima gioia» per la festa, «alla cui letizia tutti ci uniamo di cuore», ricordò Maimonide di Cordoba, definendolo «grande filosofo e teologo» e annoverandolo tra i «grandi pensatori» ebrei che nel Medio Evo «hanno cercato di scrutare in qual modo fosse possibile adorare insieme il Signore e servire l’umanità sofferente, preparando così le vie della pace»[2].
Poiché una disamina della questione esula dalle finalità di questa ricerca, ci limitiamo a riportare una pagina illuminante di Jacob Posen (il titolo del paragrafo è: «L’idolatria cristiana»), che sintetizza efficacemente l’atteggiamento del «grande filosofo e teologo» ebreo verso la religione di Giovanni Paolo II: «A causa della sua dottrina della Trinità, Maimonide considera non monoteistica la religione cristiana…Nel Commentario alla Mishnah (Avoda Zara 1: 4) egli afferma invece che le “case di preghiera dei cristiani” sono senza il minimo dubbio da considerare luoghi di idolatria. Le statue di legno e di pietra che, erette nelle chiese, vengono adorate, sono idolatria. Per questa ragione è proibito fare affari coi cristiani la domenica e i giorni di festa religiosa, e ciò seguendo lo stesso criterio per cui la Mishnà interdice agli ebrei le feste pagane. Nella Mishnè Torah (Avoda Zara 9: 4) dice espressamente che gli “edomiti” (vale a dire i cristiani) sono da considerare idolatri. Essendo la domenica il loro giorno di festa, già dal giovedì non si dovrebbe nel paese di Israele commerciare con loro»[3].
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