Per il ragionamento che sto per fare, è utile ripartire dall’editoriale di oggi di Marco Travaglio: La guerra lampo dei fratelli Marx[1]:
Anna Finocchiaro |
Anna Finocchiaro: “Di fronte al responsabile richiamo che oggi il Presidente della Repubblica
ha rivolto alle forze politiche e alle istituzioni, ricordando la natura e
le ragioni dell’ impegno italiano nella crisi libica, suonano stonate e
inaccettabili le parole di Antonio Di Pietro»[2].
Marina Sereni |
Marina Sereni: “La scelta annunciata dal Presidente del Consiglio di partecipare ai
bombardamenti di obiettivi militari in Libia è la conseguenza obbligata
della nostra appartenenza alla Nato ed è coerente con il ruolo geostrategico
dell’Italia nell’area»[3].
“Nel ‘ 95 – continua Salvini – l’ arrivo di un nuovo ministro dell’ Interno (Napolitano, ndr) aveva suscitato grandi speranze sull’ ammodernamento di quel settore. Le attese sono state un pochino deluse”. Per ritrovare archivi “dimenticati” c’ è voluto uno storico, il professor Aldo Giannuli consulente della Commissione Stragi. Ed è lo stesso Giannuli a denunciare una “pesante interferenza dell’ esecutivo nell’ attività della magistratura“. È un attacco al ministro della Giustizia Diliberto. Quando il procuratore generale presso la Cassazione ha impugnato il proscioglimento dello stesso Salvini, sotto processo disciplinare, Diliberto s’ è associato: “Un atto discrezionale – accusa Giannuli – Qual è il significato politico di tale gesto? A noi sembra che oggettivamente finisca per presentarsi come una pronuncia dell’ esecutivo sul merito di un’ istruttoria penale e, quel che è più grave, proprio nel momento in cui inizia la fase dibattimentale di quel processo“[6]. Salvini era stato sottoposto a procedimento disciplinare per aver utilizzato un agente dei servizi in una fase dell’ indagine. “Non ha temuto il ministro – prosegue Giannuli – che il suo atto potesse essere avvertito come una pressione indiretta sul collegio giudicante?”. Chi si arruola amaramente fra gli sfiduciati è lo stesso Giovanni Pellegrino, presidente della Commissione stragi: “Secondo me non riusciremo mai a fare giustizia fino in fondo – dice – Franco Freda e Giovanni Ventura sono protetti dallo scudo dell’ assoluzione, Delfo Zorzi è irraggiungibile, Carlo Maria Maggi è vecchio e malato. A 30 anni di distanza la giustizia è sempre un surrogato”.
Napolitano ministro dell’Interno |
Secondo esempio, dall’articolo Pinelli, Napolitano e il Corriere della sera: una polemica imprevista[7], tratto dal sito del prof. Giannuli:
La relazione venne rapidamente sepolta in un cassetto e non se ne parlò più. Ovviamente, la delicatezza del tema richiedeva doverose cautele, ma che fine aveva fatto l’impegno ad informare l’opinione pubblica sulla vicenda? Così come si perse per strada la proposta avanzata da più parti di una ricognizione generale sul ministero, per appurare quali e quanti altri fondi archivistici fossero stati abbandonati nei vasti scantinati del Viminale. E, infatti, dopo qualche tempo, spuntò un ulteriore gruppo di fascicoli accantonati nel vano morto sotto alcune scale, dove avrebbe dovuto esserci un deposito di scarpe. Né mi risulta che a tutt’oggi sia stata fatta tale ricognizione per cui non è affatto da escludere che, in un vecchio archivio di deposito, magari insieme a pratiche di pensione o atti amministrativi, ci siano anche scaffali occupati da ben altra documentazione. Si poteva lavorare meglio”.
C’è da meravigliarsi, allora, con questo background, che quelli arrivati a occupare le massime istituzioni della Repubblica approvino, approvati dai propri corifei, le stragi NATO in corso in Libia?
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/05/01/visualizza_new.html_875711755.html
http://www.repubblica.it/politica/2011/07/09/news/libia_bossi-18917769/?ref=HREC1-11