In queste tragiche ore dell’ennesima aggressione imperialista, sostenuta dal linguaggio orwelliano del Quirinale (“LIBIA: NAPOLITANO, NON SIAMO IN GUERRA, NO ALLARMISMI[1]) e in cui è facile ricevere abbagli dalla propaganda bellica, direi di non dimenticare i “bombardamenti umanitari” di 12 anni fa contro la Serbia e i frutti che hanno prodotto (“a fructibus eorum cognoscetis eos”: Matteo 7, 15). Ripartiamo, ad esempio, da un post come questo, di perdurante attualità: Massimo D’Alema cameriere della NATO[2].
Da questo punto di vista ha perfettamente ragione Beppe Grillo: “PIDIELLE” E “PIDIMENOELLE” si equivalgono. La nostra classe politica è costituzionalmente composta da camerieri. E così, anche quel briciolo di autonomia nella politica estera di Berlusconi (di cui, l’anno scorso, avevo cominciato a parlare nel post Silvio Berlusconi: da Cesare a Piccolo Cesare?[3]) è puntualmente rientrato nello schema. Ma dicevamo della Serbia: un’aggressione proditoria che, all’epoca, non ebbe nemmeno la foglia di fico dell’ONU.
…Ed è finita così, con un NARCO-STATO nel cuore dell’Europa: http://www.narcomafie.it/2010/12/15/kosovo-accusato-dal-consiglio-deuropa-tachi-il-piu-pericoloso-padrino-delluck/
Enrico Mentana: "Sto ancora aspettando un resoconto reale delle fosse comuni che dovrebbero documentare la pulizia etnica di Milošević ai danni dei kosovari. Intanto però, con il beneplacito della comunità internazionale, al vertice del nuovo Kosovo ci sono trafficanti di armi e droga".
http://www.vanityfair.it/news/italia/2011/03/23/enrico-mentana-e-fu-cos%C3%AC-che-l'italia-disse-nucleare-addio