Ritorniamo alla questione del “Risorgimento” e dell’unità d’Italia. L’omicidio di Pellegrino Rossi[1], pur così dimenticato, ricorda almeno un po’ certi delitti del terrorismo italiano degli anni ’70 del ‘900. Terrorismo etichettato alternativamente come “nero” (come nell’omicidio del giudice Occorsio) o “rosso” (come nell’omicidio del giudice Alessandrini) ma comunque atlantico e finalizzato, come i suoi antecedenti ottocenteschi, alla limitazione della sovranità italiana. Riguardo all’omicidio di Alessandrini, così si esprimono Antonio Cipriani e Gianni Cipriani nel loro libro SOVRANITÀ LIMITATA[2], più volte citato in questo blog:
“Uno degli omicidi «selettivi» che danno con precisione il senso di appartenenza del terrorismo di sinistra al progetto atlantico. Erano i manuali dottrinali ad indicare come nemici da abbattere tutti coloro che si muovevano su una linea democratica di riforme. Così Moro finirà ucciso per aver pensato di allargare ai comunisti l’area governativa, Alessandrini, su un piano diverso, perché cercava di scoprire la verità dietro le trame dei servizi segreti”.
Ecco un elemento di continuità, tra il terrorismo dell’800 e quello del ‘900: l’eliminazione degli esponenti
riformatori, e tutto ciò a beneficio di chi vuole “L’Italia serva dei forestieri”, come scrisse a suo tempo proprio il Rossi
[3]. Forestieri che nell’800 coincidevano, in gran parte, con l’impero britannico e, dalla seconda metà del ‘900, con l’impero americano.
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L’effige del dollaro americano |
C’è, però, almeno un elemento di discontinuità, tra i due periodi storici: il ruolo della destra cattolica o, almeno, di una parte di essa. Nell’800, era schierata a difesa del Pontefice e dei regnanti pre-unitari e quindi contro la massoneria inglese e l’impero britannico. A partire dalla seconda metà del ‘900, invece, troviamo alcuni suoi esponenti militare – in modo più o meno (in)visibile ma comunque sostanziale – a difesa dell’occupante americano e dei suoi organismi (NATO, CIA, massonerie varie) e quindi contro i veri patrioti italiani (ad esempio, i predetti Moro, Occorsio, Alessandrini).
Sui recenti tradimenti della destra cattolica italiana il lettore ha a disposizione il libro di Luigi Copertino
Spaghetticons. La deriva neoconservatrice della destra cattolica italiana[4].
Tale libro, però, avrebbe bisogno di un prequel che ricostruisca i rapporti di certi cattolici tradizionalisti con gli ambienti atlantici nei decenni precedenti.
Penso ad esempio che fu un editore tradizionalista come Giovanni Volpe[5] a pubblicare[6] gli atti del famigerato convegno[7] al Parco dei Principi del 1965 sulla guerra non ortodossa, quello a cui comunemente si ascrive la nascita della strategia della tensione.
Penso ad esempio al fatto che Vincenzo Vinciguerra, implacabile memoria storica del neofascismo italiano, riferì a suo tempo, nel corso di un’intervista televisiva, che Yves Guérin-Sérac
[8] era un convinto cattolico tradizionalista.
Rpensavo a questi precedenti, discreti ma innegabili, giorni fa, quando ho letto la recensione di Paolo Mieli all’ultimo libro del tradizionalista-atlantista Massimo Viglione
[9], e mi sono detto: certo, il terrorismo in Italia non c’è più (ma ci sono sempre le guerre, anzi, gli “interventi umanitari”) ma certi rapporti continuano, fanno parte del “sistema”. Paolo Mieli e Viglione, due storici che sembrerebbero ideologicamente agli antipodi ma che pure, inavvertitamente ai più, militano dalla stessa parte (e quindi Mieli, pur bacchettandolo un po’, il libro di Viglione lo recensisce: certo neanche si sogna di recensire i libri di Nicola Zitara!).
Esattamente come quarant’anni prima militavano dalla stessa parte Renato Mieli (anche lui convegnista al Parco dei Principi, nonché papà di Paolo) e Giovanni Volpe.
E quindi, la notizia che al convegno di aprile di Civitella del Tronto i neoborbonici si mescoleranno ai catto-atlantisti dell’”anti-89” (Massimo De Leonardis, Roberto De Mattei, Viglione) sembra rientrare nell’ordine – italiota – delle cose: si impreca a Garibaldi, alla massoneria inglese e alla guerra di conquista del 1860 ma guai a chi tocca la CIA e la NATO (con quel che segue: le basi americane, a cominciare da quelle dislocate nel meridione e, vi piaccia o no, anche le varie mafio-massonerie[10], di là e di qua dell’Atlantico) e le guerre di conquista di oggi!
Una sola domanda, e qui mi rivolgo a Carlo Alberto Agnoli, che è persona seria, e che presiederà il detto convegno: dr. Agnoli, ma non fu lei, insieme a Paolo Taufer, a scrivere nel 1992 quel benemerito opuscolo (T. F. P. La maschera e il volto) con il quale pionieristicamente denunziava l’infiltrazione neocon presso i cattolici tradizionalisti?
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http://www.nuovarivistastorica.it/?p=2676
"Il 18 agosto Garibaldi poteva così approdare indisturbato nei pressi di Reggio Calabria e iniziare la sua travolgente marcia verso Napoli, grazie alle dichiarazioni di Palmerston dove si rendeva noto che un intervento ostile della squadra francese sarebbe stato considerato un attentato contro gli interessi strategici inglesi. In questo modo l’Italia compiva la sua unificazione da Torino a Palermo. Londra si assicurava, invece, un vero e proprio protettorato sul nuovo Stato mediterraneo che, da quel momento, per l’estensione stessa delle sue coste, sarebbe restato esposto al ricatto della potenza navale britannica".