A GAZA IL NOME DI MUBARAK È PIÙ FACILE DA SRADICARE DELLA SUA EREDITÀ[1]
Di Mohammed Omer, The Electronic Intifada, 21 febbraio 2011
RAFAH, Striscia di Gaza Occupata (IPS) – È stato abbastanza facile rinominare l’ospedale infantile Mubarak di Gaza in ospedale al-Tahrir. Non altrettanto facile è il compito di gestire pazienti che per le proprie cure hanno bisogno di attraversare il confine egiziano.
Attraversare il confine, anche per cure mediche, è sempre stato un compito arduo. Durante il periodo delle rivolte è stato praticamente impossibile, sebbene il nuovo governo dell’Egitto mostri segni di indulgenza.
Vi sono state alcune attenuazioni nelle restrizioni di movimento, e alcuni segni che il confine sarà aperto martedì per permetterne l’attraversamento a 300 persone. La priorità verrà data ai casi clinici urgenti, hanno detto a IPS funzionari delle forze dell’ordine di Gaza.
Venerdì, l’esercito egiziano ha riaperto il suo passaggio del valico di Rafah per permettere a qualche palestinese di entrare nella Striscia di Gaza.
Il cambio del nome dell’ospedale di Khan Younis nella Striscia di Gaza è simbolico, ma mostra le nuove speranze che il governo di Hamas a Gaza nutre di migliori relazioni con il nuovo governo egiziano. Molti a Gaza ritengono che sotto l’ex presidente Hosni Mubarak l’Egitto abbia sostenuto a lungo il blocco israeliano di Gaza.
Il cambio di regime in Egitto potrebbe significare speranza per centinaia di pazienti di Gaza che hanno bisogno di uscire dalla Striscia per le cure.
La nuova dicitura dell’ospedale è “in onore di Piazza Tahrir al Cairo e della rivoluzione egiziana che ha avuto luogo lì di recente”, dice il dr. Yousef al-Mudallal, direttore del personale del Ministero della Salute di Gaza.
L’ex presidente palestinese Yasser Arafat aveva dato all’ospedale il nome di Mubarak quando venne istituito nel 1999. Questa è la prima volta a Gaza che un’istituzione governativa cambia di nome.
Vicino a questo ospedale si trova l’ospedale Nasser, dal nome dell’ex presidente Gamal Abdel Nasser. L’ospedale al-Tahrir è ora considerato parte dell’ospedale Nasser, specializzato in cure pediatriche, neonatali e della maternità, come pure in fisioterapia.
La maggior parte dei palestinesi hanno festeggiato a Gaza la rimozione di Mubarak. Ma la chiusura totale del confine è stata disastrosa per i pazienti di questi e di altri ospedali.
Tra i malati che ne hanno fatto duramente le spese c’è Mona Yassin, 43 anni, diagnosticata di un cancro al seno. Era andata in un ospedale del Cairo poco prima che iniziasse la rivoluzione. “Ho speso le 8.000 sterline egiziane [1.260 dollari americani] che avevo messo da parte per le cure”, ha detto. Non ha più soldi, né per tornare, né per rimanere. Lei e alcuni membri della famiglia avevano affittato un appartamento al Cairo.
“Ora, non posso né tornare a casa né continuare il trattamento”, ha detto a IPS. Suo marito nel frattempo ha ricevuto la notizia che se lui non può ritornare, passando per Rafah, perderà il lavoro, con cui sostiene la famiglia, che comprende sette figli.
Hamed Afana, 42 anni, è morta in Egitto mentre era in attesa di cure. Il corpo di Afana è stato riportato indietro, per essere sepolta a Gaza, attraverso i tunnel scavati sotto il confine Egitto-Gaza.
Quando IPS ha chiamato per verificare la situazione di questo caso, una guardia di confine ha detto che secondo i documenti in suo possesso il corpo ora sepolto di Afana è ancora all’estero.
Dall’epoca dell’attacco contro la flottiglia di aiuti umanitari destinati a Gaza, il 31 maggio scorso, il valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto è stato parzialmente aperto solo per sei categorie di persone, che comprendono i bisognosi di cure mediche, gli studenti iscritti all’estero e i pochi con permessi di soggiorno all’estero.
Durante la chiusura del valico, il governo di fatto di Hamas ha strettamente controllato il confine. “Stiamo controllando il confine e non permetteremo a nessuno di entrare senza permesso”, ha detto Ayyoub Abu Shaar.
Abu Shaar ha detto che un allentamento delle restrizioni è necessario “per i casi umanitari di Gaza…perché vi sono casi molto urgenti in attesa di cure mediche all’estero.
Ogni giorno, attraversano il confine dai 300 ai 500 palestinesi, principalmente persone bisognose di cure mediche, e studenti che vanno all’estero.
Il funzionario palestinese dr. Ghazi Hamad dice che sono in corso negoziati per tenere Rafah aperta in modo permanente.
Molti palestinesi di Gaza vedono l’Egitto come la porta di Gaza verso il mondo, e vi sono grandi attese che il nuovo governo aiuti a far cessare l’assedio di Gaza con un atteggiamento più clemente sul valico di confine di Rafah.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article11818.shtml
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