I poliziotti del pensiero – e parassiti di pubblico denaro (e che denaro: 300.000 euro!) – del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)[1] hanno pubblicato l’ennesima lista di proscrizione[2]. Vi sono alcune significative “new entries”: i siti “Disinformazione” e “Don Chisciotte”, bollati come “antisemiti” in quanto “cospirazionisti”. L’improntitudine di Stefano Gatti & co. è senza limiti (in pratica, per questi emuli di Fahrehneit 451, ogni sito di civile controinformazione è “antisemita”) ma, tranquilli: tra i cospirazionisti sono ben lieto di figurare anch’io (che pure sto in testa alla categoria dei “negazionisti”)!
Le rivelazioni Wikileaks delle ultime settimane hanno infatti confermato quanto sostengo – a proposito della vera provenienza degli attacchi al governo Berlusconi – sin dall’estate scorsa. Vi ricordate il pezzo del 28 Luglio, quello in cui mettevo in relazione la nascita della “fronda interna” di Fini con l’ostilità degli americani per il gasdotto South Stream[3]?
E vi ricordate quando, il 30 Ottobre, scrivevo: “Non mi stancherò di ripeterlo: la ribellione dei finiani contro Berlusconi nasce su indicazione di Washington e il motivo è costituito da “quel minimo di politica energetica portato avanti dal premier italiano””[4]?
Bene, questa tesi “cospirazionista” ha ricevuto conferma fattuale nei giorni scorsi da un ormai famoso cablogramma dell’ambasciata americana di Roma:
“Per attaccare frontalmente il problema,
Post ha messo in campo una vigorosa strategia diplomatica e d’affari pubblici diretta a figure chiave, interne ed esterne al Governo [italiano]. Il nostro scopo è duplice: educare più profondamente gl’interlocutori circa le attività russe e dunque sul contesto della politica statunitense, e costruire a mo’ di contrappeso un’opinione dissenziente sulla politica russa, specialmente dentro il partito politico di Berlusconi. Dall’inizio dell’estate, col ritorno di Berlusconi al potere e la crisi georgiana, abbiamo coinvolto dirigenti del Governo italiano, aggressivamente e a tutti i livelli. Pol, PA e Econoff hanno coinvolto membri di partito, contatti nel Governo italiano, pensatoi ed anche la stampa, al fine di fornire una narrazione alternativa all’insistenza di Berlusconi che la Russia sia un paese stabile e democratico, provocato dall’Occidente. Lo sforzo sembra stia pagando. L’opposizione ha cominciato ad attaccare Berlusconi accusandolo d’aver scelto la parte sbagliata. Alcuni nel PdL hanno cominciato a rivolgersi a noi privatamente, per dirci che gradirebbero un maggiore dialogo con noi sulla questione russa, ed hanno rivelato il loro interesse a sfidare l’infatuazione di Berlusconi per Putin”
[5].
E vi ricordate quando, proprio a proposito delle “rivelazioni Wikileaks”, scrivevo tempo fa che “…è possibile, se non probabile, che si tratti dell’ennesima operazione
false flag del governo americano”
[6]?
Anche in questo caso è giunta una conferma che, seppur non fattuale, è comunque una testimonianza autorevole: quella del Gran Maestro Gioele Magaldi (uno che, a quanto pare, ha sotto di sé 7.000 “fratelli”, sia pur dissidenti
[7]):
“Davvero vogliamo continuare a raccontare che le attuali indiscrezioni provenienti da qualche gola profonda del Dipartimento di Stato USA nuocerebbero all’amministrazione Obama? Se una nazione volesse fare sapere ai nemici (vedi ad esempio le notizie relative all’Iran e al fatto che, in caso di attacco americano, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania ed altri paesi islamici sarebbero in prima fila tra i co-belligeranti), ma soprattutto agli alleati cosa pensa di loro, fuori dai denti e senza il paludamento del minuetto e dell’ipocrisia diplomatica, cosa dovrebbe fare? Magari favorire la diffusione di gole profonde e di portavoce telematici come Julian Assange. O no? Bene, qual’è il messaggio che lo Zio Sam consegna, tramite Wikileaks, all’alleato italico? Quale messaggio ha provocato reazioni rabbiose e risentite del povero indignato Frattini, pronto ormai a bruciare sul rogo l’indiscreto Julian Assange? Il messaggio è forte e chiaro: Berlusconi è un alleato infido e inaffidabile, lingua in bocca con l’altrettanto infido Gheddafi, con l’anti-israeliano Erdogan, con Putin (cui consegna un pericoloso controllo sull’approvvigionamento energetico italiano, al di fuori dell’alleanza atlantica). E non solo Berlusconi è infido e inaffidabile, ma anche incapace di governare, poco lucido, in cattive condizioni psico-fisiche e giunto ormai al capolinea.Perciò prima gli italiani lo mandano a casa, meglio è.”
[8]
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